Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, vediamo insieme quando e come si usano questi segni di interpunzione.
Buona lettura!
Prof. Anna
IL PUNTO ESCLAMATIVO
Il punto esclamativo segnala una pausa lunga e indica che la frase va pronunciata con un’intonazione discendente. In italiano l’intonazione consente di distinguere una dichiarazione (intonazione discendente) da una frase interrogativa (intonazione ascendente); provate a pronunciare una frase con punto il esclamativo e una con il punto interrogativo, vi renderete subito conto della differenza.
Il punto esclamativo si usa:
- dopo le interiezioni: ahi! uffa!;
- al termine di frasi che indicano stupore, meraviglia, sorpresa, cioè nei vari tipi di proposizioni esclamative: stai zitto! che sorpresa!.
IL PUNTO INTERROGATIVO
Si usa alla fine delle interrogative dirette conferendo alla voce un’intonazione ascendente: chi sei? Come state?. In una sequenza di più frasi interrogative, se il significato in sostanza non varia, si può usare l’iniziale minuscola anziché quella maiuscola nelle proposizioni successive alla prima: Come stai? male? bene?. Il punto interrogativo può anche indicare l’incertezza di un dato: Cino da Pistoia (1270-1336?).
Si può combinare con il punto esclamativo in frasi che esprimono stupore o incredulità e hanno un significato tra l’interrogativo e l’esclamativo (chiamate anche interrogative apparenti), o per riprendere una parola o un’espressione che ha suscitato stupore: questo regalo è proprio per me?!; hai detto dolci? Dolci?!?, quest’uso è più frequente in testi costruiti su un registro brillante, nei fumetti, nella pubblicità così come la ripetizione del punto interrogativo per evidenziare il carattere orale: cosa mi metto???
PUNTINI DI SOSPENSIONE
Si usano per segnalare che il discorso viene sospeso, per imbarazzo, per titubanza o allusività. Segnalano una pausa più lunga di quella del punto e indicano che la frase va pronunciata con un’intonazione sospensiva. Sono sempre tre, generalmente si attaccano alla parola che li precede e sono seguiti da uno spazio, a meno che il carattere successivo non sia una parentesi di chiusura o un punto interrogativo: Eh, se ne potrebbero ancora dire di cose… ; volevi parlare con me…?. Quando sono alla fine di una frase, cioè quando si vuole concludere un discorso e iniziarne un altro, la frase successiva inizia con la lettera maiuscola, altrimenti si usa la minuscola.
Si usano:
- per riprodurre l’andamento spezzato e con pause della lingua parlata da chi è in preda a emozione o turbamento: Io… cioè… volevo dire… ;
- per dare l’idea di un discorso che riprende un discorso precedente (in questo caso precedono l’inizio del testo): …dopo quello che avete fatto?; o che è destinato a continuare (in questo caso seguono la fine del testo): se posso fare qualcosa… ;
- per preparare chi legge a un gioco di parole, a una battuta, ad esempio sono usati nelle definizioni dei cruciverba: Si… stringe in due ( = matrimonio);
- per segnalare l’abbreviazione di parole che, pronunciate per intero, risulterebbero volgari: vaff… ;
- servono infine, nelle citazioni, per indicare un’omissione volontaria di una o più parti; in questo caso i puntini sono inseriti tra parentesi quadre o tonde.
Per gli altri segni di interpunzione:
Maiuscola o minuscola dopo il punto interrogativo o esclamativo:
Il punto esclamativo e quello interrogativo sono segni di chiusura forti che prevedono di continuare con la maiuscola, tranne quando sono usati in modo continuativo. Esempi:“Sei sicuro?” Mi disse. “Certo!” Risposi (maiuscola). “Sì; ma com’è dozzinale! com’è sguaiato! com’è scorretto!” (I promessi sposi, minuscola); “Ma ora non s’è sbrigato ogni cosa? non s’è fatto tutto ciò che s’aveva a fare?” (I promessi sposi, minuscola).
Penso sia corretto.
Cara Martina, è corretto.
esercizio facile