Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, gli aggettivi bello e buono hanno significati simili, ma non uguali, per questo è così facile confondersi. Facciamo un po’ di chiarezza.
Buona lettura!
Prof. Anna
Ci sono due difficoltà principali nell’uso di questi due aggettivi: il loro significato e il fatto che la loro forma cambia a seconda del nome che li segue, si comportano cioè come gli articoli.
BELLO
⇒ Significato
Bello è un aggettivo che:
• descrive qualcosa o qualcuno che per le sue qualità estetiche provoca impressioni gradevoli: un bel ragazzo (un ragazzo dall’aspetto gradevole);
• può significare vistoso, cospicuo, grande: una bella spesa (una spesa cospicua);
• viene usato per intensificare un concetto: è un bel problema (è un problema grande).
⇒ Uso
L’aggettivo bello al maschile singolare:
• si tronca in bel davanti a consonante: bel problema, bel tempo;
• rimane bello davanti a nomi che iniziano con s + consonante, z, x, gn, ps e (ma non sempre) pn: bello strumento, bello zaino, bello gnomo;
• si elide in bell’ davanti a vocale: bell’amico, bell’uomo.
Al maschile purale:
• belli diventa bei davanti a consonante: bei problemi, bei tempi;
• diventa begli davanti a vocale o a s + consonante, z, x, gn, ps e (ma non sempre) pn: begli uomini, begli strumenti, begli gnomi.
Al femminile:
• la forma singolare bella si può elidere davanti a vocale: bell’attrice;
• il plurale belle si elide raramente: belle immagini (meglio di: bell’immagini).
BUONO
⇒ Significato
L’aggettivo buono significa:
• che si considera conforme ai principi morali, indica in generale la tendenza al bene: una buona azione, buona volontà;
• cortese, affabile, benevolo: è sempre stato buono con me;
• ubbidiente, tranquillo: è un bambino buono;
• abile e idoneo a compiere la propria funzione: è un buon medico; è un buon ristorante;
• utile, vantaggioso: questo sciroppo è buono per la tosse;
• gradevole ai sensi: un buon odore, questo risotto è buono;
• buono può essere usato anche per intensificare (di solito con i numerali): ci sono voluti minuti buoni (abbondanti).
⇒ Uso
L’aggettivo buono al maschile singolare:
• si tronca in buon davanti a vocale o a consonante seguita da vocale o da “l” o da “r”: buon affare, buon carattere, buon profumo;
• rimane buono davanti a s + consonante, z, x, gn. ps e pn: buono scultore (nell’uso tuttavia è frequente il mantenimento della forma tronca: un buon pneumatico, un buon stipendio).
Al femminile singolare:
• buona non muta davanti a consonante: buona madre;
• si elide davanti a vocale e richiede perciò l’apostrofo, l’elisione non è obbligatoria: buon’amica, buona idea.
Al plurale buoni e buone normalmente non si elidono: buoni amici, buone amiche.
Completa il testo inserendo le parole mancanti negli spazi vuoti. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio" per controllare se hai risposto correttamente.
OK!!!!!
Ottimo materiale! Insegno italiano agli americani e gli studenti fanno sempre una gran confusione tra questi due aggettivi. Anche tra “buono” e “bravo”, così suggerirei di includere anche quest’ultimo nell’articolo, se possibile ovviamente.
Grazie mille – i vostri articoli sono materiale prezioso per le mie lezioni.
Cara Paola, grazie per il suggerimento!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Grazie Prof. Anna,
la spiegazione è molto chiara, però quando faccio esercizio, ho fatto molto male. Che funzione che ho.
Buon pomeriggio, Tuyết
Cara Tuyet, prova di nuovo, vedrai che andrà meglio!
A presto
Prof. Anna
Mi piace questo tipo di esercicio. Grazie mille. Ciao.
Cara Elza, mi fa piacere che questo tipo di esercizi ti piaccia.
A presto
Prof. Anna
Al femminile singolare:
• buona non muta davanti a consonante: buona madre;
• si elide davanti a vocale e richiede perciò l’apostrofo: buon’amica.
Se la regola è la di sopra, perché nella 2 è corretto buona e non buon’
Caro Norberto, grazie per la segnalazione. In ogni modo è corretto scrivere sia “buon’idea” sia “buona idea”, l’elisione non è obbligatoria.
A presto
Prof. Anna
Grazie! E` un buon lavoro. 🙂
Salve Prof. Anna! Ho dei dubbi nei confronti di certa struttura linguistica che non riesco a capire bene, e cioè la duplicazione degli avverbi in certe occasioni. Ad esempio: pian piano, quasi quasi… Non so se mi ho fatto capire. Grazie in anticipo.
Caro Gabriele, la ripetizione di un’unità lessicale ha lo scopo di dare intensità espressiva e mettere in rilievo l’elemento ripetuto, in particolare si ripetono aggettivi e avverbi.
Un saluto
Prof. Anna
Molto utile, spesso sbagliamo