Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, buon anno a tutti! Spero che abbiate cominciato al meglio questo 2019. Il blog oggi riprende le sue attività con un articolo dedicato a un uso particolare dei pronomi possessivi, molto frequente nella lingua parlata. Scopriamo insieme qual è.
Buona lettura!
Prof. Anna
I pronomi possessivi differiscono dagli aggettivi possessivi solo per il fatto che, invece di stare accanto a un nome, lo sostituiscono facendone le veci:
→ hai telefonato a tua (aggettivo possessivo) moglie? Anch’io devo telefonare alla mia (pronome possessivo).
In alcuni casi il pronome possessivo sottintende un sostantivo, assume cioè il significato del nome al posto del quale molto frequentemente si trova.
Vediamo quali significati può avere.
Al maschile singolare può indicare:
• il denaro, la proprietà: nell’impresa ho investito del mio; oppure ciò che spetta: a ciascuno il suo;
• un aspetto naturale e spontaneo: avrai anche studiato molto, però devi ammettere che sei brava di tuo a ballare;
• il solo pronome di prima persona plurale (nostro) nell’uso letterario indica l’autore o il personaggio di cui si sta parlando.
Al maschile plurale:
• i familiari, e in particolare i genitori: abito con i miei;
• gli amici, i compagni, gli alleati: sei dei nostri?.
Al femminile singolare può indicare:
• una lettera (è uso caratteristico dello stile epistolare, sia privato sia commerciale): faccio seguito alla mia dello scorso 10 giugno per confermare la prenotazione;
• un’idea, un’opinione (soprattutto con i verbi dire, esprimere ecc.): anch’io ho diritto di dire la mia su questo argomento;
• la salute (con la preposizione alla): brindiamo alla nostra!;
• le espressioni dalla mia, dalla tua, dalla sua ecc., usate con i verbi essere, stare, schierarsi, sottintendono parte: la legge è dalla sua.
Al femminile plurale:
• le espressioni una delle mie, una delle tue, una delle sue, usate con i verbi fare, combinare, dire, sottintendono marachelle, malefatte, battute di spirito, sciocchezze: Marco ne ha combinata una delle sue;
• l’espressione stare sulle sue significa non dare confidenza.
Nell’esercizio che segue dovrete scrivere nel riquadro il significato del pronome possessivo presente nella frase.
Completa il testo inserendo le parole mancanti negli spazi vuoti. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio" per controllare se hai risposto correttamente.
Buon anno a Lei, gentilissima Prof.Anna.Grazie
Ciao Prof Anna
Ho avuto dificultat in questo esercizio
Saluto
Ana
Grazie prof. Asa Anna per il bel lavoro. Molto utile e proficuo
“Condomino”:
1) “Facevo le iniezioni ad un vecchio condòmino”
…Uso il sostantivo “condòmino” per intendere chi partecipava ad un condominio o comunque che faceva parte del palazzo in cui abitavo. Ah, per “vecchio” intendo “chi risale ad un lontano passato” (tipo “vecchio amico” o “vecchio collega”, ecc); e non “chi ha un’età molto avanzata, che si trova nell’ultimo periodo della vita”
È corretto?
Caro Filippo Maria, è corretto.
Prof, qual è il termine per identificare “un insieme di condomìni (palazzi)”?
Caro Leonardo, non trovo un termine unico per indicare ciò che chiedi.
Forse “Supercondominio?”
Caro Leonardo, il supercondominio è una peculiare tipologia di complesso immobiliare in cui due o più immobili, che non devono necessariamente costituire autonomamente condominio, hanno determinati servizi o beni in comune; è una definizione più che altro legale.
1)Lui può dire “Non voglio diventare uno di quei cosi” e “Non voglio diventare uno di quelle cose”;
2)Lei può dire “Non voglio diventare una di quei cosi” e “Non voglio diventare una di quelle cose”;
…Il sostantivo “uno/una” ha il senso di “Una certa persona, un tale, non identificati”. Ora, il sostantivo “uno/una” trova l’accordo con il sesso di chi parla: negli esempi della frase numero è al maschile (“uno”) perché chi parla è un uomo; negli esempi della frase numero due, invece, è al femminile (“una”) perché chi parla è una donna.
Penso sia giusto
Rettifico, credo d’aver capito…
1)Lui può dire “Non voglio diventare uno di quei cosi”
2)Lui può dire “Non voglio diventare una di quelle cose”
3)Lei può dire “Non voglio diventare uno di quei cosi”
4)Lei può dire “Non voglio diventare una di quelle cose”
Il pronome indefinito “uno” (equivalente ad “un tale” e nella sua costruzione partitiva “Uno di quei cosi”; la costruzione partitiva è quel tipo di costrutto che definisce la parte in opposizione al tutto ed è introdotto dalle preposizioni “di, tra o fra”) si riferisce al sostantivo “coso” (“cosi” al plurale; per “coso” intendiamo “Voce di significato generico e di uso familiare, con la quale si accenna, si chiede o si designa un oggetto qualsiasi, che non si voglia nominare o di cui s’ignori o non ci sovvenga il nome, ovvero non si conoscano bene le qualità o l’uso, spesso con senso spregiativo”) che è maschile. Quindi “uno”, della prima e della terza frase, è maschile perché il sostantivo che lo segue è maschile (“cosi” è il plurale di “coso”): “uno di quei cosi” significa “uno fra gli altri cosi”. Così come “una”, della seconda e della quarta frase, è femminile perché “cose” è femminile: “una di quelle cose” significa “una fra le altre cose”. Perciò non sarebbe corretto dire “Non voglio diventare uno di quelle cose” o “Non voglio diventare una di quei cosi”. Le uniche forme corrette, come ampiamente spiegato,
sono le quattro frasi qui riscritte…
Ora penso sia corretto
Esatto.
Salve, professoressa, stesso discorso per quest’altro esempio:
1)Lei dice: “Secondo te è possibile che a una persona piacciano più persone contemporaneamente?”; e lui risponde: “Si, e io sono una di quelle persone (ma anche “una di quelle”)”
…Il pronome indefinito “una” (equivalente ad “una tale” e nella sua costruzione partitiva “Una di quelle”, in cui “quelle” sta per “persone”; la costruzione partitiva è quel tipo di costrutto che definisce la parte in opposizione al tutto ed è introdotto dalle preposizioni “di, tra o fra”) si riferisce al sostantivo “persone” (che può essere anche sottinteso; se “persone” non è sottinteso, “quelle” funge da aggettivo, e cioè “quelle persone”; se “persone” è sottinteso, allora “quelle” funge da pronome dimostrativo, sostituendo e riferendosi appunto a “persone”) che è femminile. Quindi “una” è femminile perché il sostantivo che lo segue è femminile (“persone” è il plurale di “persona”, che è di genere femminile, nonostante indichi una pluralità di individui di genere maschile e femminile, qundi senza distinzione di sesso): “…una di quelle persone (o “una di quelle”)” significa “una fra le altre persone”. Quindi “una”, anche se è un uomo a parlare, si coniuga al femminile perché “persone” è femminile. Perciò lui non potrebbe dire “Si, e io sono uno di quelle persone (o “uno di quelle”)”; ma dirà “…una di quelle persone (o “una di quelle”)”.
Penso sia giusto tutto
Tutto giusto.
“Andazzo”:
…può significare anche “Modo di vivere, di agire, di operare, criticabile; brutta abitudine” Non mi piace l’andazzo che ha preso la nostra conoscenza”.
Mi pare corretto
Caro Federico, sì, è corretto, l’andazzo è un’usanza, un modo di procedere molto criticabile e generalmente di breve durata.
“Cosa”, sostantivo:
1)”Cosa che poi è avvenuta…”
il “cosa”, sostantivo femminile, è qui usato con il significato di, come si legge sul De Mauro, “in contrapposizione a nome, parola e sim. per indicare la sostanza dei fatti…”, e quindi comunemente “fatto, avvenimento, situazione”. Ovviamente il participio passato “avvenuta” è al femminile perché “cosa”, successivamente sottoforma di pronome relativo “che”, è un sostantivo femminile.
Penso sia giusto
Cara Laura, è giusto.