Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, alcune espressioni provenienti dalla lingua latina sopravvivono in italiano e sono usate nella lingua di tutti i giorni. Vediamole insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
Ecco alcune espressioni latine che si usano frequentemente in italiano, nel parlato quotidiano:
• ad hoc = per questo. Questa espressione è usata per significare che una persona, un oggetto, un mezzo, un argomento sono proprio quelli adatti al caso: ho trovato la persona ad hoc per questo lavoro; questo vestito è stato fatto ad hoc (appositamente) per la cerimonia di stasera;
• alter ego = l’altro me stesso. Significa sostituto o in genere persona che fa le veci di un’altra e ha facoltà di decidere in suo nome: il direttore è partito e ha lasciato qui il suo alter ego. Può indicare un altro sé, una seconda personalità all’interno di una stessa persona, con caratteristiche nettamente distinte dalla prima. In letteratura, oltre ad esempi celebri come il dottor Jekyll e il suo alter ego signor Hyde, il termine si usa per qualificare un personaggio di un’opera che è psicologicamente analogo all’autore e le cui azioni o pensieri rappresentano quelli dell’autore stesso. A volte con lo stesso termine si qualifica anche il migliore amico di un altro personaggio, spesso del protagonista;
• aula magna = questa espressione si traduce con aula grande e viene utilizzata per indicare le stanze più grandi di un edificio (solitamente di un’università o di un edificio pubblico), dove generalmente vengono svolte le riunioni più importanti: la conferenza si terrà nell’Aula Magna;
• ergo = significa quindi, per ciò, si usa per concludere un ragionamento: non ha mantenuto la parola: ergo è un bugiardo;
• errata còrrige = si traduce con correggi le cose sbagliate, questa espressione si usa per indicare l’elenco delle imprecisioni, delle sviste e degli errori contenuti in un testo.Nella lista si specifica l’errore che si è commesso e la pagina, riportandone la sua correzione. Generalmente appare alla fine del libro in una delle ultime pagine: è stato necessario aggiungere un errata corrige;
• forma mentis = si traduce con forma della mente e viene usato infatti per indicare la struttura mentale che determina il modo di considerare e interpretare la realtà e che si forma nell’individuo per indole, educazione, cultura e influenze esterne: la mia forma mentis non mi permette di comportarmi in questo modo;
• habitat = deriva dalla terza persona singolare del presente del verbo habitare che si traduce con (egli) abita. Questa parola viene usata per indicare il luogo in cui determinate condizioni fisiche e ambientali permettono a una specie di sopravvivere, in senso figurato indica un ambiente congeniale alle proprie inclinazioni o ai propri gusti: sono un’attrice, il palcoscenico è il mio habitat naturale;
• idem = significa la stessa cosa, il medesimo elemento, ugualmente, allo stesso modo, pure: io sono stato uno sciocco, e tu idem (=e tu pure);
• in calce = nel calcagno. L’espressione significa in fondo, a piè di pagina, al termine di un testo: è necessario porre l’indirizzo in calce alla domanda;
• in extremis = nel momento estremo. Questa espressione inizialmente veniva usata col significato: in punto di morte. Oggi significa all’ultimo momento, poco prima della scadenza: il provvedimento è stato firmato in extremis;
• in flagrante (crimine) = l’espressione deriva dal latino flagrans –antis, participio presente del verbo flagrare che significa ardere: mentre (il delitto) brucia ancora. Viene usata nel linguaggio giuridico per indicare un atto commesso nel momento in cui viene scoperto: cogliere in furto flagrante; viene poi usato a livello figurativo per indicare una azione evidente e manifesta: in flagrante contraddizione; cogliere qualcuno in flagrante (=cogliere qualcuno mentre commette il fatto).
Tratto da:
https://libreriamo.it/scuola/lingua-italiana/10-espressioni-latine-usiamo-ancora-oggi/
https://nuovoeutile.it/latino/
Se volete conoscere altre espressioni latine in uso nella lingua italiana, vi consiglio di leggere anche questo articolo, pubblicato tempo fa sul blog: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2014/04/24/espressioni-latine-di-uso-corrente/
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Cara Prof.ssa Anna,
Questa lezione ho commesso 10\10 di nuova e mi piace veramente. Conosco molte degli modi di dire, perché ne sono usati anche in olandese, quindi non è state così difficile per fare questo compito.
In scorso periodo sono stata a casa per recuperarmi e rilassarmi, con i miei intastini non fa ancora come desido, ma fortunamente ne fa meglio e credo la soluzione è già più in vicino di d’avanti.
Il mio dita del piede fa ancora male e con questo ho bisogno una pazienza più grande di aver pensato, ma sto ottimistica. In ogni caso mi fa più meglio nel frattempo.
Mi piace veramente darLei queste informazione ed nonostante che sia stata il migliore tempo da sola, mi sono divertenta un sacco in internet; ne raccontrarLei ancora.
Con questa Lei e i altri studenti saluto cordialmente ed auguro un piacevole periodo prenatale
Anita dalla Olanda
Cara Anita, complimenti per l’ottimo risultato!
Mi fa piacere sapere che stai meglio.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Ciao Prof. Anna
Grazie per questo exercizio. Mi ha piacciuto molto
Cara Ana, sono contenta che ti sia piaciuto.
Ti faccio una correzione, si dice: “mi è piaciuto molto”.
A presto
Prof. Anna
E` stato interessante a leggere, capire e fare l’esercizio.
Mille grazie e buona giornata.
Cara Lucia, buona giornata anche a te.
A presto
Prof. Anna
9/10 in latino:
La n. 2 è risultata errata.
Saliut:-)
Caro Rino, mi sembra un ottimo risultato!
A presto
Prof. Anna
Salve, Prof. Anna.
Innanzi tutto la rigranzio per il suo blog. E’ questa la mia domanda: c’è alcuna differenza fondamentale tra «essere» più il participio passato (ad esempio: è utilizzato a Roma) e «venire» più il participio passato (ad esempio: viene utilizzato a Roma)?
Grazie in anticipo!!
Caro Gabriele, tra le due frasi non c’è differenza, sono solo modi diversi di formare il passivo: il primo con l’ausiliare “essere” coniugato nel tempo del corrispondente verbo attivo, seguito dal participio passato del verbo, il secondo con l’ausiliare “venire” al posto di “essere”, questa costruzione è possibile solo se nella corrispondente frase attiva c’è un verbo in un tempo semplice.
A presto
Prof. Anna
Professoressa,seguo sempre tutto quello che Lei pubblica! Sono Elona,una professoressa che insegno l’italiano in Albania.Grazie per tutto!
Ciao Elona, se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Ciao Prof. Anna
Grazie mille per questo esercizio. Mi a piaciuto moltissimo
Saluto
Ana
Cara Ana, mi fa mi fa piacere che l’esercizio ti sia piaciuto.
Un saluto e a presto
Prof. Anna