Col prossimo esercizio ripasseremo l’uso del condizionale nelle frasi indipendenti e in particolare la concordanza dei tempi tra reggente e subordinata quando nella reggente c’è un verbo al condizionale.
Per ripassare questo argomento potete leggere il seguente articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/12/01/il-condizionale-nelle-frasi-indipendenti/
Completa il testo inserendo le parole mancanti negli spazi vuoti. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio" per controllare se hai risposto correttamente.
Cara Prof.ssa Anna,
Sul questo lezione ho studiato lunghissimo, perché questo testo ho trovato veramente difficolto, ma ho voluto cavarmela, perché ne trovo anche una sfida grande di farlo. Il risultato: 2 errori, ma nella prossimo periodo ne studiarò davanti, perché vorrei rimanerlo bene nella memoria mia e vorrei fare questi testi di più perciò. Ora mi sento una leonessa, mentre sono un pesce. 🙂
Con saluti cordiali dal Olanda
Anita
Cara Anita, mi sembra un ottimo risultato per un argomento così complesso.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.Anna,
ho trovato questo esercizio proprio difficile, ma decisamente molto utile!
Mi sono resa conto di quanto devo studiare ed imparare ancora.
Mille grazie
G.S
Cara professoressa,
Ho seguito delle corse di sera per 5 anni. Abbiamo finito il libro ‘nuovo magari’ C1/C2. Vorrei riprendere lo studio di grammatica e mi sono iscritto a Zanichelli. Lei può indicarmi comé devo farlo in un modo efficace per favore?
Cari saluti,
Caro Carl, ci sono vari modi per farlo, dipende cosa ti interessa ripassare, puoi concentrarti su un argomento, per esempio sui verbi e cercare in archivio gli articoli e gli esercizi riguardanti i vari modi e tempi verbali (per esempio congiuntivo, imperativo, passato prossimo ecc.), oppure alternare gli argomenti, solitamente i più complicati per chi studia l’italiano sono i pronomi diretti e indiretti, le particelle “ci” e “ne” e l’uso delle preposizioni, troverai molti articoli ed esercizi su questi argomenti e in più troverai anche dei “test di ripasso”, esercizi un po’ più complessi per ripassare vari argomenti. Se hai difficoltà a trovare qualche argomento all’interno del blog, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
il mio indirizzo e´quello di sempre. Non lo e´cambiato. Peró non importa. Ho fatto gli esercizi, molto interessanti per lo stesso che sono tanto difficili. Grazie mille prof. Anna, Signora Bardi.
Una eventuale spedizione comporta /o comporterebbe un ritardo
Caro Alberto, sono corrette entrambe le frasi, quella con il condizionale ha una sfumatura dubitativa.
Un saluto
Prof. Anna
Marco : ” ma perche gli /lo menano ? ”
Io : ” magari gli/lo menassero / menino / menerebbero ! ” .
qual è quella giusta ? grazie …
Caro Marco, il verbo “menare” è transitivo, regge un complemento diretto (lo) e non un complemento indiretto (gli), quindi è corretto dire: “ma perché lo menano?”; la congiunzione “magari” regge il congiuntivo imperfetto: “magari lo menassero!”.
Un saluto
Prof. Anna
“Voglio un lenzuolo che rimanga teso e che non si sgualcisca mentre dormo”.
“Vorrei un lenzuolo che rimanesse teso e che non si sgualcisse mentre dormo”.
…sono scritte correttamente le frasi?
Caro Vittorio, le frasi sono corrette.
A presto
Congiuntivo desiderativo:
1″(Che) ci faccia qualche sorpresa!”
(Quando è usato al presente, di solito indica un desiderio percepito come realizzabile)
2 “(Che) ci regalasse mai delle carte buone!” (Quando è usato all’imperfetto, indica un desiderio sentito come irrealizzabile).
P.S. il “che” in queste frasi indipendenti si può anche omettere.
Caro Ricardo, è corretto.
Il verbo “pregare” richiede il congiuntivo. Le volevo chiedere, se coniugato al condizionale presente, se rientra nella categoria dei verbi esprimenti “volontà, desiderio, etc.” oppure no?
1) Pregherei che tu dicessi/ dica la verità.
Io penso che rientri nella categoria dei verbi esprimenti “volontà, desiderio, etc”, e quindi che sia corretto il congiuntivo imperfetto.
Caro Luca, rientra in questa categoria.
Interrogativa indiretta retta da un verbo esprimente volontà o desiderio nella principale:
1)”Mi piacerebbe sapere se sia una persona onesta o no”
2)”Mi piacerebbe sapere se è una persona onesta o no”
3)”Mi piacerebbe sapere se fosse una persona onesta o no”
4)”Mi piacerebbe sapere se sarebbe una persona onesta o no”
Allora, tutte le frasi sono corrette. Per iniziare, il “se”, supportato dal verbo “sapere” che, come proposizione, funge da subordinata soggettiva retta dalla principale “Mi piacerebbe” (che quindi non è un verbo modale: infatti la frase “sapere” funge da soggetto ed è, appunto, una proposizione soggettiva retta dalla principale “Mi piacerebbe”), introduce delle interrogative indirette. Ora, per quanto riguarda la prima e la seconda frase, entrambe le soluzioni sono corrette: l’indicativo presenta una possibilità (“…è un persona onesta o no”) come più certa, probabile od opportuna; il congiuntivo presente invece (“…sia una persona onesta o no”) come meno certa, meno realizzabile, forse meno lecita o adeguata: e visto che sia nella prima frase che nella seconda ci riferiamo al presente, si può usare, nell’indiretta, sia l’indicativo “è” (meno formale) che il congiuntivo “sia” (più formale). Per intenderci, quel condizionale nella principale (“Mi piacerebbe”) rende la richiesta più cortese: qui di cortesia, ed equivalente, di fatto, a un presente indicativo più “gentile” (“Mi piace sapere se…”): “Mi piacerebbe sapere (oggi) se (sempre oggi) sia/è una persona onesta o no”. Mentre nella terza frase, nonostante “Mi piacerebbe sapere” indichi ‘’necessità, desiderio e occorrenza’’ (alla stregua quindi dei verbi, o espressioni, indicanti volontà, desiderio, opportunità e simili e che richiederebbero il congiuntivo imperfetto in una subordinata, ma soprattutto oggettiva) implica che l’evento della subordinata indiretta sia presente o futuro: e quindi “se è una persona onesta o no” e “se sia una persona onesta o no” sono le uniche forma corrette in questo caso: a riprova di ciò il condizionale presente della principale “Mi piacerebbe…” indica soprattutto il desiderio o la possibilità che un fatto si compia, in dipendenza dell’avveramento di certe condizioni, nel presente o in proiezione del futuro; di conseguenza, nel caso della frase numero tre, il congiuntivo imperfetto “fosse”, se usato in riferimento ad un evento presente, sarebbe un po’ bizzarro rispetto ad una richiesta, data ad esempio dal condizionale presente, attuale, del momento, presente appunto. D’altronde, si noti che la preferenza per il congiuntivo imperfetto “fosse” nella completiva indiretta del terzo esempio è a sua volta dovuta al modello del periodo ipotetico, nel quale il condizionale presente è di norma associato proprio al congiuntivo imperfetto (È come se scrivessimo “Se fosse una persona onesta o no, mi piacerebbe saperlo”); tuttavia, non mi spingerei fino a definire sbagliato il congiuntivo imperfetto nella proposizione indiretta della frase numero tre (retta da un condizionale) per due motivi: vero è, motivo numero uno, che il modello del periodo ipotetico è forte e che molti parlanti attribuiscono all’imperfetto, per via di questo modello, un maggiore grado di ipoteticità, di genericità, nell’indiretta, rispetto al presente; motivo numero due, e di ordine pratico, se volessimo dare all’indiretta (sempre della frase numero tre) un valore durativo, allora il congiuntivo imperfetto “fosse”, rispetto al condizionale presente “Mi piacerebbe (+”sapere”) se” della principale, avrebbe senso. Difatti per esprimere anteriorità in un’indiretta, rispetto ad un tempo e ad un evento presente, è possibile usare o il congiuntivo passato, o il passato prossimo oppure, con valore durativo appunto, il congiuntivo imperfetto (“fosse”); ma anche l’indicativo imperfetto (“era”): “Mi piacerebbe sapere (oggi) se (ieri) era/fosse una persona onesta o no” che somiglierebbe a “Mi piacerebbe sapere se sia stata/è stata una persona onesta o no”. In aggiunta, sempre relativamente alla terza frase (e al limite), anche se come ho detto non lo preferisco, possiamo adottare il congiuntivo imperfetto “fosse” per dare alla richiesta indeterminatezza, fare una richiesta non tanto per il momento presente, ma in generale. Per quanto riguarda la frase numero quattro, in questo caso, può avere senso anche l’uso del condizionale presente nell’indiretta, vale a dire lo stesso modo che useremmo nell’interrogazione diretta, volendo essere cortesi (“Sarebbe una persona onesta?”); oppure useremmo il condizionale per sottolineare una condizione, anche sottintesa: “Mi piacerebbe sapere se sarebbe una persona onesta o no (qualora glielo chiedessi)”.
Penso sia tutto corretto
Caro Filippo Maria, è tutto corretto.