Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, settembre è sempre un mese difficile: le vacanze sono finite, si ritorna a scuola o al lavoro, è meglio quindi cominciare con calma. Questa settimana, per riprendere in maniera graduale il nostro studio della lingua italiana, vi propongo alcuni esercizi sull’uso dei modi e dei tempi verbali, in questo modo potrete valutare il vostro livello di conoscenza di questi argomenti e, se necessario, ripassarli.
Nell’esercizio che segue bisogna inserire la forma verbale opportuna del modo indicativo per esprimere un’azione passata. Poiché si tratta di argomenti già affrontati varie volte in questo blog la modalità di questi esercizi è volutamente un po’ più complessa, ovvero dovrete inserire voi stessi la forma verbale corretta (il verbo da usare è tra parentesi), i tempi possono essere: l’imperfetto, il passato prossimo, il trapassato prossimo.
Buon test!
Prof. Anna
Completa il testo inserendo le parole mancanti negli spazi vuoti. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio" per controllare se hai risposto correttamente.
Cara Professoressa Anna
in modo ripetitivo- la risposta della domanda 2- quando io scrivo “e’ uscita”- si mostra- rosso
ma e’ la corretta risposta..
ho fatto le due primi esami abbastanza bene
il terzo-meno : (
kdela ( :
correzione: “i due primi esami”
scusa
Cara Kdela, infatti è la risposta corretta, ho appena verificato e la risposta diventa verde. Stai attenta a come si scrive il verbo “essere”, con l’accento (è) non con l’apostrofo (e’), forse è per questo che la risposta risulta scorretta.
A presto
Prof. Anna
Ho trovato l isercisio molto bene mi piace di spigare per che deve usare
Questo timpo
Per esempio scrivere la frase e che l uso di tempo depende da,,,,,,,,,,,,
Caro Mhamed, ti consiglio di leggere questi articoli che spiegano l’uso dei tempi che vengono usati in questo esercizio: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/11/11/ripassiamo-limperfetto/; https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/06/17/il-passato-prossimo/; https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/05/26/il-trapassato-prossimo/. Se poi hai ancora dei dubbi, scrivimi pure.
A presto
Prof. Anna
10/10
Questa volta è andata benino.
carino
Avevo pensato fosse molto facile, invece ho sbagliato troppi casi . Non riuscirò mai con la coniugazione . Grazie tante Prof.
Cara Norma, vedrai che andrà meglio, non ti scoraggiare!
A presto
Prof. Anna
Salve , sono esatte queste due frasi per esprimere lo stesso concetto ?
1) Il titolare della libreria da cui ho comprato il libro è il presidente degli antiquari in italia .
(“DA CUI” INTENDENDO LA LIBRERIA )
2) Ho comprato il libro dalla libreria il cui titolare è il presidente degli antiquari in italia .
Caro Filippo Maria, è meglio usare la preposizione “in” invece che la preposizione “da”: “il titolare della libreria in cui ho comprato il libro è il presidente degli antiquari in Italia”; “ho comprato il libro nella libreria il cui titolare è il presidente degli antiquari in Italia”.
Un saluto
Prof. Anna
Chiaro ! Comunque crede che sia completamente errata la versione con ” da cui ” ?
Più che altro , per essere preciso , il libro che ho comprato , l’ho acquistato da internet ; quindi ho pensato di inserire ” da cui ” , invece che ” in cui ” , proprio perché quando ho comperato il tomo non mi trovavo fisicamente nella libreria …
Caro Filippo Maria, non è corretto usare “da” nemmeno con la parola “Internet”, meglio dire “l’ho comprato su Internet”.
Un saluto
Prof. Anna
” Giada , che è una poliziotta convinta e accanita , e che veste sempre la divisa , suo segno distintivo , quel giorno non l’avrebbero riconosciuta senza uniforme ” … significa che se avessero incontrato Giada senza uniforme ( priva dell’uniforme , in mancanza della propria uniforme , quindi con un vestito meno formale , tipo da cerimonia ) non l’avrebbero riconosciuta . Crede sia giusto il mio ragionamento ?
Caro Paolo, il tuo ragionamento è corretto, ma eliminerei una virgola: “Giada, che è una poliziotta convinta e accanita e che veste sempre la divisa, suo segno distintivo, quel giorno non l’avrebbero riconosciuta senza uniforme”.
Un saluto
Prof. Anna
salve , è giusto dire : ” Quindi dici che tommaso , negli anni in cui è stato in america , non SE LI È VISSUTI BENE / LI HA VISSUTI BENE ? ” .
Caro Domenico, entrambe le possibilità sono corrette, l’uso del pronome “si” (se li è vissuti) sottolinea ancora di più la partecipazione emotiva del soggetto: “Quindi dici che Tommaso gli anni in cui è stato in America non li ha vissuti bene / non se li è vissuti bene?”.
Un saluto
Prof. Anna
Ciao , mi può dire se le frasi son giuste o meno ? Grazie …
– “Sarei /avrei voluto essere li con voi durante la cena ”
– Per tutti quelli che volessero/ vorrebbero vogliono / vogliano .
Caro Pier, quando il verbo servile (in questo caso “volere”) è seguito dal verbo “essere”, l’ausiliare è sempre “avere”: “avrei voluto essere li con voi durante la cena”; è corretto usare sia l’indicativo: “per tutti quelli che vogliono” sia il condizionale per sottolineare che quanto espresso è soggetto a una condizione, anche sottintesa: “per tutti quelli che vorrebbero” e anche il congiuntivo imperfetto quando la frase relativa esprime un’ipotesi: “per tutti quelli che volessero”.
A presto
Prof. Anna
Ho ritrovato questo vecchio commento e volevo capirne meglio il senso… usiamo il condizionale per sottolineare che quanto espresso è soggetto a una condizione, anche sottintesa: “per tutti quelli che vorrebbero (qualora fossero interessati)”; e anche il congiuntivo imperfetto quando la frase relativa esprime un’ipotesi: “per tutti quelli che volessero, le iscrizioni sono aperte (sarebbe “se quelli volessero, le iscrizioni sarebbero aperte” tipo periodo ipotetico).
Spero sia giusto…
Caro Pier, è giusto.
“È possibile che tu dia sempre fastidio?” è corretta come frase?
Cara Lucia, la frase è corretta.
Prof, “guardo che” con il significato di “controllo che” vuole il congiuntivo: “guardo che sia tutto in ordine”.
Vero?
Caro Carlo Alberto, vero.
“È sottointeso che”, nel significato di “intendere o lasciare intendere qualcosa che non viene espresso direttamente, ma che risulta facilmente deducibile (“si sottintende, è sottinteso, è ovvio, naturale, scontato [+ che e ind.]”),regge l indicativo:
1- “È sottinteso che la raccomandazione del 2012 è applicabile ugualmente ai progetti che non sono ammessi a queste condizioni e a questi termini finanziari”.
Caro Giulio, è corretto.
Salve, in rete ho trovato questa frase:
“Penso che dia più fastidio il fatto che si possa essere ricostruito una vita”;
…Tuttavia, non credo che sia del tutto corretta; ad esempio dopo “il fatto che” utilizzerei l’indicativo, che è tipico di quest’espressione. Perciò scriverei: “Penso che dia più fastidio il fatto che si è ricostruito una vita” (o “…di essersi ricostruito una vita”).
Penso sia corretto il mio ragionamento e la frase all indicativo.
Caro Filippo Maria, in questo caso è corretto usare sia l’indicativo sia il congiuntivo.
1) Se il verbo all’infinito è “essere”, si usa l’ausiliare “avere”: “Avrei voluto essere un attore”. Generalmente quando si tratta di verbi servili si tende a usare l’ausiliare del verbo all’infinito che segue dopo: “Avrei voluto fare” perché si dice “Ho fatto”.
2) Il verbo “Accertare” può reggere sia l’indicativo sia il congiuntivo relativamente al contesto: useremo l’indicativo con il significato di “Rendere certo, assicurare”: “Vi accerto che (cioè ” vi rendo certo, sicuro del fatto che”) tutto è in ordine”; useremo sempre l’indicativo con il significato di “Riscontrare con controlli e verifiche; appurare”: “La polizia ha accertato come si sono svolti i fatti”. Mentre il congiuntivo con il significato di “Rendersi certo, Rendersi conto personalmente dell’esattezza di una notizia, assicurarsi di una cosa di cui non si ha ancora la certezza (qui il verbo è “accertarsi”): “Si accertò che tutto fosse vero”; “Accertati che tutto sia in regola”, ecc.
3) “Che mancasse il pollo, lo sapevi solo tu”. I verbi che usano regolarmente l’indicativo (ad esempio “sapere”) possono tuttavia ricorrere al congiuntivo in alcuni casi particolari, come ad esempio quando la proposizione oggettiva è anteposta alla reggente (come la nostra frase).
Corretto?
Un saluto.
Caro David, è corretto.
Ho bisogno di una persona di cui io possa fidarmi ciecamente”… È corretto il congiuntivo nella relativa introdotta da “di cui”; in questa relativa abbiamo una sfumatura di valore finale, se non sbaglio…
Corretto anche il ragionamento?
Caro Claudio, è tutto corretto.
Salve, l’espressione “E pensare che”, nonostante il verbo “pensare” che richiederebbe il congiuntivo, so che regge l’indicativo con il significato di “Ricordare” e/o “Tener presente”, verbi ed espressioni che reggono di norma l’indicativo: “E pensare (E tener presente che/ E ricordare che…) che capita proprio a noi due…”; “E pensare (E ricordare che…) che mia moglie voleva buttarlo…”.
Penso sia corretto…
Prof, scusi, ritiene sia corretto il mio ragionamento e i miei esempi? Grazie mille.
Caro Lino, è corretto.
Anche questa segue lo stesso ragionamento “E pensare che mi fidavo di te” (E tener presente che/ E ricordare che mi fidavo di te).
Ora è completo
Caro Lino, è giusto.
Anche con l’espressione “A pensare che” può reggere l’indicativo: “A pensare che questi sono solo i fiorellini; i veri frutti verranno dopo!”= A tener presente che/ E ricordare che (“a pensare che”) questi sono solo i fiorellini; i veri frutti verranno dopo!
Penso sia giusto
Caro Lino, l’espressione corretta è “e pensare che”.
Ok, quindi scriveremmo “E pensare che questi sono solo i fiorellini; i veri frutti verranno dopo!”= E tener presente che/ E ricordare che (“e pensare che”) questi sono solo i fiorellini; i veri frutti verranno dopo!
Esatto.
1)”Ci può stare che” regge il congiuntivo:
1)”Ci può stare che tu dica queste cose”.
2)”Non negare che” regge il congiuntivo:
2)”Non ti nego che m’interessi quella ragazza”. Anche senza negazione si può scegliere il congiuntivo: 3) “Nego che lui abbia fatto quella cosa”.
3) “Importare che” regge il congiuntivo:
3) “Mi importa che tua dica la verità” (ah, il “mi” funge da complemento di termine “a me”).
Corretto?
Cara Martina, è tutto corretto.
I verbi che solitamente richiedono l’indicativo in una subordinata (come ad esempio, “sostenere” e “dire”), possono ricorrere al congiuntivo se esprimono controfattualità (e cioè di un fatto che non si è verificato): “Dicevi che tizio fosse innocente (ma alla fine era colpevole)”; ” Hai sostenuto che tizio fosse innocente (ma invece era colpevole)”.
Penso sia esatto
Caro Daniele, è esatto.