Da ottobre 2024 Intercultura Blog rimane disponibile come archivio di contenuti. I commenti rimangono in modalità di lettura.
Prof. Anna continua la sua attività nella sezione Spazio L2 su Aula di Lingue

Benvenuti - Intercultura Blog

Aula di Lingue

Modi di dire con la parola “gamba”

Prof. Anna
La lingua italiana,   Lessico,   Modi di dire

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, sappiamo già che le parole che indicano le varie parti del corpo si prestano molto bene a formare modi di dire di uso comune, spesso non è facile però capirne il significato. Oggi vediamo insieme alcune espressioni formate con la parola “gamba” e il loro significato.

Buona lettura!

Prof. Anna

I seguenti modi di dire sono usati solitamente nella lingua parlata, vi è mai capitato di sentirli? Ne avevate colto il significato?

Ora vediamoli insieme:

essere in gamba → avere buone capacità, avere iniziativa, svolgere bene il proprio lavoro: è un tipo in gamba; Laura è una ragazza in gamba: appena laureata ha già trovato un buon lavoro, anche come augurio: in gamba!, sta’ in gamba!; si può usare anche al superlativo: in gambissima;

prendere qualcosa sotto gamba → sottovalutarla, prenderla alla leggera: non stai studiando abbastanza, credo che tu abbia preso sotto gamba questo esame;

fare il passo più lungo della gamba → azzardare, fare qualcosa oltre le proprie possibilità: Luca ha fatto il passo più lungo della gamba comprandosi quella macchina costosa, in realtà non se la potrebbe permettere;

darsela a gambe → fuggire precipitosamente: la situazione si mette male, meglio darsela a gambe!;

scappare, andarsene a gambe levate → ardarsene velocemente: appena ha capito che avrebbe dovuto lavorare duramente tutto il giorno, è scappato a gambe levate;

andare a gambe all’aria → cadere, in senso figurato anche → andare in rovina: la ditta è andata a gambe all’aria;

andarsene con la coda tra le gambe → andarsene mortificato, avvilito: dopo essere stato rimproverato da tutti, se ne è andato con la coda tra le gambe;

camminare con le proprie gambe → essere autonomo, capace di decidere: Marco ormai non è più un bambino, deve imparare a camminare con le proprie gambe;

gambe in spalla→ invito a avviarsi procedendo di buon passo, di solito sapendo di dover affrontare un lungo cammino, usato come esortazione: gambe in spalla!;

tagliare le gambe  ostacolare qualcuno in modo da impedirgli di concludere qualcosa, detto anche di vino o liquore che fa sentire le gambe pesanti: il mio capo ha deciso di tagliarmi le gambe, non mi darà mai quella promozione.

Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.

1- Dopo aver perso la gara, Giulia se n'è andata , era veramente molto avvilita. 2- Il nostro medico è molto : è sempre gentile e disponibile e sa fare il suo lavoro. 3- Marta deve curarsi di più, credo che abbia la sua malattia. 4- I ladri, dovo aver svaligiato l'appartamento, . 5- Dopo aver perso il lavoro, tutti i miei progetti sono andati e ho dovuto riorganizzare la mia vita. 6- Sii prudente, non . 7- ragazzi, che la strada è lunga! 8- Mio figlio, dopo aver rotto quel prezioso vaso, è scappato in camera sua per paura che lo sgridassi. 9- Ormai sei grande, è ora che tu impari a . 10- Ha cercato molte volte di ai suoi colleghi, impedendo loro di fare carriera.

Prosegui la lettura

Commenti [20]

  1. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Sta pommeriggio ho studiato questa lezione lungo, come l’altro ieri e ieri, nonostante mi sono sbagliata due frase e mi sono accorto che devo studiarla ancora meglio, anche se si sono anche in ollandaise le stesse modi da dire con la parola “gamba”, ma in’italiano ne sono usare più diverse.
    Perché questa lezione tratta questa tema, ho un più o meno buona notizia sulle mie gambe; sono stata alla policlinici “dermatologico” e “chirurgico”, e ho una vena varicosa, ma non è operabile e dovrò indossare calci elastiche e fortunamente li sono oggi più modiosi ed anche in diversi colori di lungo tempo fa. La mia dermatologa m’l’ha detto e vedrò che cosa posso combinare con queste cose. Li sono permanenti per il resto della vita mia per evitare edema e piede confie, ma i metodi chirurgi cambiano in questi giorni presti, sopratutto per le vene. Oggo i chirurghi ne fanno con catetere e bloccano alcune vene senza fare Marche o cicatrici permanenti e forse devo avere pazienza. Ed io sono una pazienta pazienza. In’inglese detto:”I’am a patient patient”; ne trovo detto comicamente. Mi è venuto un’espressione ollandese sulle gambe e voglio condividere con voi: Dopo che Erica abbia sentito come penso infatto su di la, è andato con le gambe alte da me e mi ha sgridata.= Dopo che Erica abbia sentito come penso infatto su di la, è andato furiosa da me e mi ha sgridata.
    Con piacere ho condivise queste espressione con voi tutti e anche riscio conzentrarmi più meglio sulle lezione e le gare virtuale e sto tornando anche in forma di nuova, come qui. (Ne spero).
    Con saluti dal mio cuore a tutti, anche a Rino
    Anita dal’Olanda

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, sono contenta di queste buone notizie. La frase scritta correttamente è: “dopo che Erica ha sentito come la penso su di lei, si è infuriata e mi ha sgridata”.
      A presto
      prof. Anna

      • Anita scrive:

        Cara Prof.ssa Anna,
        Lei ringrazio dal cuore mio per la sua correzione e spiegatazione. Al momento sono ancora un po’ incerta, ma prendendo il tempo per imparare ache alcune lèzione di nuova, sono certa di riavere la mia forma ed il mio coraggio di prima. Domani vengono misurate i miei calci elastici. Il periodo scorso è volato in causa di appuntamenti attuali nel ospedale etcettera. Il mio capo dell racing team virtuale è scivolato fuori dalla curva Parabolica del circuito di Monza dietro di me e carambolato contro le sbarre veloce e spettacolare. È successo dietro di me e per fortuna era un duello virtuale. Abbiamo riso, perché la sua bolide era diventato un pezzo della arte moderne. 🙂
        Con saluti dalla mia cuore dall’Olanda a tutti
        Anita

    • Rino scrive:

      Grazie Anita, ricambio.
      Perdonami, ma il tuo italiano mi mette in difficoltà:-)
      Ciao Buona Pasqua.

  2. Grazie Prof. Anna.
    Esercizio molto interessante perchè a volte a me pare di capire ma tuttavia mi sbaglio. Per me sono necessari molti di questi esercizi. Mi sono sbagliata in : 3 / 4 /9
    A presto

  3. Rino scrive:

    10/10

  4. Rino scrive:

    10/10
    Amo non fare il passo più lungo della mia gamba:-)

  5. sara scrive:

    Grazie mille prof. Anna

  6. salve!
    Pror.ssa Anna
    Sto studiando molto e con suo aiuto penso che sarà facile facile passare nell’esame.
    Grazie!

    • Zanichelli Avatar

      Caro Emanuel, in bocca al lupo per il tuo esame!
      Attenzione, è corretto dire: “passare l’esame”.
      A presto
      Prof. Anna

  7. Cara Prof. Anna,
    Mi sembra che ci si sia inserito uno sbaglio nella correzione della frase 9 perché si indica come risposta corretta “camminare con le tue gambe” laddove secondo me dovrebbe essere “camminare con le proprie gambe”. Che cosa ne pensa Lei?
    Grazie in anticipo e tanti saluti,
    Pieter Jan Opdeweegh

    • Zanichelli Avatar

      Caro Pieter, la soluzione è corretta (camminare con le tue gambe), infatti è necessario usare il possessivo adatto al contesto, in questo caso la frase è diretta a una persona e quindi il possessivo adatto e “tue”, oppure per esempio “devo imparare a camminare con le mie gambe”.
      A presto
      Prof. Anna

  8. Kate scrive:

    Gentilissima Prof.ssa Anna,
    vorrei domandarle se conosce qualche modo di dire in italiano che esprima il significato di “temere per la propria vita”. Nella mia lingua, usiamo l’espressione “temere per la propria testa” o anche “temere per la propia pelle” (testa/pelle per vita) e sto, appunto, cercando un equivalente italiano con lo stesso significato, o almeno simile (sempre come espressione idiomatica). Grazie mille per l’aiuto e tanti saluti.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Kate, anche in italiano la parola “pelle” si usa in senso figurato per “vita” (rischiare la pelle, salvare la pelle, lasciarci la pelle, rimetterci la pelle), quindi puoi dire:”temere di lasciarci la pelle”, “temere di rimetterci la pelle” = “temere di morire”; oppure puoi usare l’espressione “lasciarci le penne” (=morire): “temere di lasciarci le penne” o “temere di rimetterci le penne”.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Kate scrive:

        Gentilissima Professoressa,
        la ringrazio per la risposta. Se ho capito bene, “rischiare la pelle”, “salvare la pelle”, “lasciarci la pelle”, “rimetterci la pelle” sono espressioni idiomatiche in italiano, mentre “temere per la pelle” oppure “temere per la testa” non lo sono? In effetti, in tali forme, non risultano registrate in nessun dizionario fraseologico… Tuttavia, cercando sul Web, tramite Google, ho avuto diversi riscontri per entrambe le espressioni; soprattutto nella letteratura. Come si potrebbe spiegare questa discrepanza?
        Le saro` molto grata per una delucidazione in merito.
        Ringraziandola in anticipo, porgo cordiali saluti.

        • Kate scrive:

          Aggiungo gli esempi trovati: “In ospedale sono intervenuti i metronotte e hanno trattenuto il figlio Marco che poi, poche ore dopo, a Porto Empedocle, non ha desistito e ha scavalcato il balcone al primo piano dell’ abitazione dei genitori intenzionato a picchiare il padre. Poi l’epilogo e le parole di Pietrino Falzone : “Volevo solo difendermi, temevo per la mia pelle . Mi aveva già messo le mani al collo, non volevo ucciderlo”.
          Quando le grida del guardiano keniota, che veniva ammazzato, ci svegliarono, non trovammo nessuno dei nostri tre guardiani che dovevano sorvegliare la villa che abitavamo. In pratica, sapendo di quella aggressione, si erano allontanati da soli o erano stati allontanati dai briganti, temendo per la loro pelle.
          “Quando le vergini cominciano a scarseggiare, il visir teme per la propria testa. Sheherazade si offre volontaria con l’idea di raccontare ogni notte una storia diversa, in modo che il sultano, accattivato dalla «serie», sia obbligato a tenere in vita il narratore.”
          “Non osava protestare col re perché temeva per la propria testa, tuttavia ad un certo punto non ce la faceva proprio più: meglio perdere la testa che continuare a mangiare pernici!”

          • Karn Anal scrive:

            ma sei italiana?

        • Zanichelli Avatar

          Cara Kate, sono tutte espressioni idiomatiche.
          Un saluto
          Prof. Anna

  9. Cirone scrive:

    A Parma si usa molto dire “Ne vien fuori una gamba”, quando una persona fa una piccola mossa che potrebbe invece avere conseguenze importanti.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Cirone, grazie per il tuo interessante contributo.
      Un saluto e a presto

I commenti sono chiusi.