Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, questa settimana approfondiremo alcuni aspetti dei principali avverbi di tempo, vedremo che possono avere diversi significati a seconda del contesto in cui vengono usati.
Buona lettura!
Prof. Anna
Gli avverbi di tempo servono a determinare il tempo di svolgimento di un’azione, il tempo di svolgimento può trovarsi a una distanza più o meno prossima dal momento in cui si parla o si scrive.
Vediamo insieme quali sono i principali avverbi di tempo e quali sono i loro significati:
• ancora:
⇒ esprime la continuità dell’azione nel presente, nel passato e nel futuro: – Ieri alle undici di sera Marco era ancora in ufficio;
⇒ in frasi negative indica un’azione che in quel momento non si è ancora verificata: – Non sono ancora riuscita a leggere il libro che mi hai prestato;
⇒ può significare di nuovo, un’altra volta: – Provaci ancora!;
• mai:
⇒ può indicare fatti che non si svolgono o non si sono svolti, usato in frasi negative o interrogative dubitative: – Non sono mai andato all’estero; – Sei mai stato a casa mia?;
⇒ usato da solo ha la funzione di avverbio negativo, con un significato più forte di –no-: – Lo perdonerai un giorno? – Mai!;
⇒ può essere usato prima del verbo nell’espressione "mai che" con il significato di "non succedere mai" seguita dal congiuntivo: – Pagavamo sempre tutto noi. Mai che offrisse lui!;
⇒ può essere usato in proposizioni interrogative dirette o indirette con funzione rafforzativa accanto a chi, che, quale, perché, come, quando, quanto: –Perché mai te ne sei andato?;
• ora, adesso: indicano azioni che si svolgono nel presente o che sono appena terminate; in quest’ultimo caso possono anche essere rafforzati: or ora, proprio ora, proprio adesso: – Siamo tornati proprio ora;
• già:
⇒ indica un’azione che rispetto al momento in cui si parla o rispetto ai fatti narrati si è conclusa ed è nel passato: – Questo film l’ho già visto;
⇒ in proposizioni interrogative o esclamative esprime meraviglia, gioia o rimpianto per qualcosa che sta accadendo, sta per accadere, o è già accaduta: – Buona questa torta! Peccato che sia già finita;
⇒ usato da solo nelle risposte equivale a –sì-: – Fa freddo oggi, vero? – Già;
• ormai:
⇒ in molti casi è sinonimo di già: – Ormai è tardi (è già tardi);
⇒ indica un fatto giunto a maturazione, a compimento,col significato di –giunti a questo punto-: –Ormai non c’è più niente da fare;
• presto:
⇒ può indicare un fatto avvenuto prima del tempo stabilito (opposto a tardi): – Siamo arrivati presto all’appuntamento e il dottore non era ancora nel suo studio;
⇒ indica anche un fatto che si svolgerà in un immediato futuro: – Ci vediamo presto!
• prima, precedentemente, dopo, poi: i primi due indicano fatti che si svolgono anteriormente, gli altri due fatti che si svolgono posteriormente: – Sono arrivato prima di te; – Di queste cosa parleremo dopo;
• poi può anche significare:
⇒ inoltre, per giunta: –Non posso venire stasera e poi sono troppo stanco;
⇒ può avere valore avversativo con il significato di -però-: – Io fossi in te non ci andrei, tu poi fai come vuoi;
• allora:
⇒ significa –in quel tempo: -Non immaginavo allora quel che sarebbe successo oggi;
⇒ può essere usato come congiunzione con valore conclusivo con significato di -in questo caso-: –Se vuoi venire, allora preparati;
⇒ può introdurre frasi interrogative indirette o espressioni esclamative per sollecitare una decisione o una risposta: – E allora? Com’è andato l’esame?;
⇒ l’avverbio allora ha assunto progressivamente nel tempo la funzione di sostantivo invariabile con il significato di "quel momento", "quel tempo": le abitudini di allora, la mentalità di allora, per questo motivo la forma "fino ad allora", che è più recente, è più frequente oggi di "fino allora".
Buongiorno, grazie mille per gli esercici…
Forse una piccola errore : “Siamo tornati propio ora;” e non capisco la
frase : “– Io fossi in te non ci adrei, tu poi fai come vuoi;” che
significa : adrei, fai ????
Cordialmente, Patrick
Caro Patrick, grazie per la segnalazione; la frase sarebbe: “io fossi in te non ci andrei”; entrambi gli errori sono già stati corretti; “fai” è imperativo del verbo “fare” che puoi anche trovare con forma apostrofata “fa'”.
A presto
Prof. Anna
Segnalo una svista:
Siamo tornati propio ora.
Cordiali saluti
Gea Gaibari
Cara Gea, grazie della segnalazione.
A presto
Prof. Anna
Cara Gea, grazie per la segnalazione.
A presto
Prof. Anna
Vorei ringraziarvi all’esercizio che inviato ,
Lo risulta to tutto verde
Grazie moltissimo
Eti
Semplici,chiari ed efficienti
Carissima Prof. la settima mi sembra errata, dovrebbe chiedere la terza persona singolare, e non la seconda, sbaglio?
Cordiale saluto.
Caro Rino, si tratta di un congiuntivo, che deve essere usato dopo l’espressione “mai che”.
Un saluto
Prof. Anna
…Marco arrivi sempre in ritardo, mai che sei puntuale.
Peccato! mi perdo sempre i vecchi commenti.
Un frase negativa chiede sempre il congiuntivo o anche l’indicativo?
Es. Non so se domani viene Virgilio; Oppure non so se domani venga Virgilio?
Grazie Prof.
Caro Rino, dopo “non so se”, che introduce un’interrogativa indiretta, puoi usare sia l’indicativo sia il congiuntivo se vuoi sottolineare il valore dubitativo della frase.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera prof. Anna,
La soluzione data di numero 7 e corretta?
Saluti da paesi bassi!
Ad(riano)
Caro Ad, la soluzione è corretta, è quindi corretta la frase col congiuntivo “arrivi”.
Un saluto
Prof. Anna
7. pumtuTale ???? E’ sbagliato?
Cara Tanya, l’errore è già stato corretto.
A presto
Prof. Anna
Questa volta un’esercizio facile! Me lo piace di tanto in tanto.
e molto utile
Pardon.
…Arrivi è una esortazione per cui chiede il congiuntivo; Ok tutto chiaro.
Grazie Prof.
Cara Prof. Anna,
ho un dubbio, forse non ha molto a che vedere con gli avverbi di tempo. Va bene dire : ” è un anno che se ne andato ” o si deve dire “da un anno….” Ti ringrazio della tua risposta.
Cara Myriam, puoi dire “è un anno che se ne è andato” oppure “se ne è andato da un anno”.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno Prof. Anna.
Complimenti per i suoi approfondimenti e per gli esercizi, così interessanti e utili per noi stranieri. Mi sorprende tanto la funzione rafforzativa del pronome MAI, poiché mi sembra contraddittoria nella frase “Perché mai te ne sei andato?” Quindi, è corretto dire “Perché te ne sei andato?” È obbligatorio usare l’avverbio MAI?
Grazie tante e cordiali saluti.
Enrique.
Caro Enrique, non è assolutamente obbligatorio usare “mai”, è infatti solo un rafforzativo.
A presto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
Come “mai” è solo un rafforzativo, allora “Perché mai te ne sei andato?” = “Perché te ne sei andato?”. Dapprima io avevo capito che la persona rimaneva in quel luogo, che non se ne fosse mai andato (non l’avevo visto come un rafforzativo, bensì che modificava il significato del verbo; come nella frase “Sei mai stato a casa mia?”). In questo altro caso, se la persona è rimasta lì, si può domandare “Perché non te ne sei andato?” = “Perché non te ne sei mai andato?”
La ringrazio anticipatamente per la sua risposta.
Cordiali saluti
Caro José, le tue ipotesi sono corrette, se dico “perché mai te ne sei andato?” significa che la persona se ne è andata; se la persona non se ne è andata si dovrà dire: “perché (mai) non te ne sei andato?”.
A presto
Prof. Anna
I miei migliori Auguri di Buona Pasqua.
Pace e Serenità. Ciao a Tutti.
Visitate Roma, una bellissima città.
Ma perchè stiamo sconvolgendo l’intera umanità?
credo che spetti proprio da noi ripristinarla al meglio, i nostri antenati non conoscevano né droga, né schifezze varie, quindi impegnamoci tutti al meglio.
Pace a tutti.
Da un professore scrittore, parte la sparata:
“Hanno ucciso due milioni di morti” mah!
Un saluto.
Cara Prof.ssa Anna,
Questa volta non ho commesso alcun errore e possibilmente la causa potrebbe essere che io abbia mangiato gli spaghetti per la prima volta nella mia vita e trovava molto gustoso che non mai l’ho aspettata e ho mangiato veramente bene e mi piace di conviderlo con voi. Con saluti cordiali dal Olanda
Anita
Molto brava Anita! Forse gli spaghetti ti hanno aiutato!
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Che cosa Lei ha scritto, lo credo anche, perché parlo meglio l’italiano! E vado certamente a preparargli.
Con saluti cordiali dal Olanda
Anita
bello e mi serve molto grazie
Cosa sono marcatori temporali de passato per riferisci a momento del futuro?
Cara Niura, non ho capito bene la tua domanda, potresti farmi uun esempio?
A presto
Prof. Anna
Nel Purgatorio Dante, al Canto XII° verso 109 scrive : Noi volgemmo ivi le nostre persone – Leggendo l’analisi di un noto Dantista, dice che vi è un ABLATIVO ASSOLUTO. Sinceramente NON riesco a “vederlo”. Sono certo che lei saprà spiegarmelo bene. Grazie mille anche per le mie due precedenti richieste, delle quali mi ha soddisfatto pienamente. Grazie ancora.
Caro Simplicio, l’ablativo assoluto è un costrutto della lingua latina formato dall’unione di un nome (o pronome) e di un participio presente o perfetto, entrambi in caso ablativo, in italiano si traduce utilizzando il gerundio presente per tradurre il participio presente latino, nel verso 109 del Canto XII abbiamo un gerundio: “noi volgendo (e non “volgemmo”) ivi le nostre persone”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
La ringrazio molto, sto solo imparando l’italiano.
Carlos
Mar del Plata-Argentina
Caro Carlos, benvenuto su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Grazie
Sono stati molto utili i tuoi esercizi. Sto imparando italiano. Grazie.
Cara Maria, benvenuta su Intercultura blog. Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno. Ho un dubbio: si può dire “adesso allora posso prendere il caffè! ” o sarebbe meglio “adesso quindi posso prendere il caffè! ” ? Usare “allora” in questo caso è sbagliato? Grazie.
Cara Anna, che cosa vuoi esprimere con “allora” e “quindi”?
A presto
Prof. Anna
La posizione del pronome riflessivo:
…Con i verbi modali (dovere, potere, volere) il pronome riflessivo va o prima del verbo o attaccato alla fine dell’infinito seguente: “Devi lavorarti il direttore”. Intanto il verbo è il pronominale transitivo “lavorarsi” con il significato di “cercare di ottenere la fiducia di qcn., di convincerlo, spec. con raggiri, a fare il proprio interesse”; in secondo luogo, nell’esempio da me proposto, il pronome riflessivo “ti” è attaccato alla fine dell’infinito. Infatti nei verbi riflessivi o nei pronominali l’infinito di un verbo riflessivo termina con -si invece che con -e; e nel nostro caso in “lavorarsi” il “si” cade e al suo posto inseriamo “ti” (“lavorarti”).
Immagino che sia esatto il mio ragionamento e l’esempio
Caro Giacomo, è corretto.