Da ottobre 2024 Intercultura Blog rimane disponibile come archivio di contenuti. I commenti rimangono in modalità di lettura.
Prof. Anna continua la sua attività nella sezione Spazio L2 su Aula di Lingue

Benvenuti - Intercultura Blog

Aula di Lingue

Test 21 – il congiuntivo nelle frasi relative –

Prof. Anna
Congiuntivo,   Grammatica,   La lingua italiana,   Test,   Verbi

Il prossimo esercizio è sull’uso del congiuntivo nelle frasi relative. Per ripassarlo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/03/14/il-congiuntivo-nelle-frasi-relative/

 

Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.

1- Questo è il libro più interessante che io . 2- Voglio vedere quel film che . 3- Voglio vedere un film che . 4- In questo negozio non c'è niente che . 5- Cerco qualcuno che risolvere questa equazione. 6- Hai letto la lettera che Marco? 7- Non c'è un piatto che Laura non . 8- Non c'è nessuno che mi . 9- C'è qualcuno che alla porta. 10- Cerchiamo qualcuno che lavorato almeno tre anni in questo campo.

Prosegui la lettura

Commenti [82]

  1. Cara prof.ssa Anna,
    buon giorno!
    Non sarebbe più giusto mettere il pronome relativo “CHE” nella frase 3!
    Inoltre nella frase 10 penso che abbia un inganno. ALMENO invece che ALMENTO?
    Buona giornata lavorativa.
    Eloídio

    • Zanichelli Avatar

      Caro Eloidio, grazie per la segnalazione.
      A presto
      Prof. Anna

  2. maria scrive:

    solo un errore: 3) voglio vedere un film che sia divertente. Po’ stupido della mia parte.

  3. arturo scrive:

    Gentile Professoressa Anna, all’esercizio n. 3 mi viene dato come errore sia la forma “che è divertente”, sia la forma “che sia divertente” A me sembra che vada scelta questa seconda forma. O sbaglio?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Arturo, prova ora, dovrebbe funzionare.
      A presto
      Prof. Anna

  4. Anita scrive:

    Cara prof.ssa Anna,
    Con questo esercizio, ho fatte le frase 4 e 8 scorette e ho visto inmediamente i errori miei. Lei ha pensato benissima a noi tutti cin i 4 esercizi. Grazie mille per il suo lavoro molto bene e utile.
    vorrei mandarLei ancore la foto migliore che ho io mai abbia scattata della mia giatta al emailindirizzo che sta negli contatti del blog e spero che Lei la receiverà. Credo che Lei piacerà.
    Con salutti cordiali dal Ollanda
    Anita

  5. UN ERRORE

  6. bruna scrive:

    tante grazie si impara molto…
    e e pure divertente

  7. Cara prof.ssa. Anna,

    Non ho capito la proposta dell’esercizio. L’enunciato informa che l’esercizio sottostante è sull’uso del congiuntivo. Se mi permette, l’esercizio dovrebbe orientare l’ alunno a completare con il congiuntivo o con il passato prossimo, no?

    Inoltre, se mi potesse chiarire la 2a questione: quale sarebbe la differenza se io avessi detto “In questo negozio non c’è niente che mi piaccia” e “In questo negozio non c’è niente che mi piace”.

    Grazie !

    • Zanichelli Avatar

      Caro Marcos, l’esercizio sta nel capire quando ci vuole il congiuntivo e quando invece non è necesario e quindi può essere usato l’indicativo; mentre nella frase “in questo negozio non c’è niente che mi piaccia” viene applicata le regola secondo la quale se nella frase precedente alla relativa c’è un pronome indefinito negativo (per esempio: niente, nessuno) la frase relativa avrà il congiuntivo.
      Un saluto
      Prof. Anna

  8. gabriela scrive:

    l ho fatto tutto bene! ehh!
    saluti dalla costa rica!pura vida!

  9. Elena scrive:

    Cara prof.ssa. Anna,
    Non ho capito perche “C’è qualcuno che BUSSA alla porta?” se il congiuntivo di BUSSARE sia BUSSI.
    Grazie!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Elena, infatti in questo caso ci vuole l’indicativo e quindi la forma corretta è “bussa”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  10. tiziana scrive:

    Ho un problema: sbaglio sempre la forma quando scrivo messaggi e lettere e la gente legge sempre toni aggressivi. In realtà io scrivo un messaggio informativo senza toni aggressivi ma viene sempre percepito diversamente.
    saluti
    Tiziana

    • Zanichelli Avatar

      Cara Tiziana, prova a cambiare forma e vedi come reagisce la gente.
      Un saluto
      Prof. Anna

  11. Elena scrive:

    Cara prof. Anna!
    siccome sono ucraina e sto imparando l’italiano, vorrei capire perche in questo caso ci vuole l’indicativo e quindi la forma corretta è “bussa”… Penso che se nella frase c’è “qualcuno niente, nessuno” la frase abbia il congiuntivo. Invece no. Perche? Grazie mille!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Elena, se nella frase precedente alla relativa c’è un pronome indefinito negativo (per esempio: niente, nessuno) la frase relativa potrà avere il congiuntivo, nel caso di “qualcuno” invece il congiuntivo non è necessario.
      Un saluto
      Prof. Anna

  12. Elena scrive:

    Grazie! ma nella frase 5 “Cerco qualcuno che sappia risolvere questa equazione” o “C’e qualcuno che sia al corente?” non c’è un pronome indefinito negativo, ma il congiuntivo si usa, perche?
    Tante grazie si impara molto!

  13. Elena scrive:

    Grazie mille! Finalmente ho capito tutto!

  14. Carlo scrive:

    Salve,Gentile prof.ssa. Anna. `
    Leggo sempre con interesse quanto scrive e ho una domanda da sottoporle, per la quale non sono riuscito a trovare una risposta nelle pagine del BLOG.
    è corretto dire “domani vado a Padova” “ci vado per lavoro”
    “li ho tanti clienti”

    la mia domanda è:

    “ci” si usa nel primo esempio per indicare il posto nel caso specifico Padova (avverbio di luogo)

    ma anche “li” si usa per indicare il posto dove sono i clienti

    esiste una regola e sopratutto una spiegazione per distinguere quando si usa “ci” e quando “li”.

    Spero che non abbia sbagliato a porre la domanda in questa sezione del blog e spero che trovi il tempo per rispondermi.
    Cordiali saluti Carlo

    • Zanichelli Avatar

      Caro Carlo, poiché “ci” può avere la funzione di avverbio di luogo, come “lì”, ed entrambi significano “in quel luogo”, possono essere usati indistintamente, ma di solito usiamo più spesso “ci” per sostiutire un luogo che è appena stato citato: “vieni al mare con me?” “Sì, ci vengo volentieri” (sarebbe corretto anche “vengo volentieri lì”); “andiamo in montagna e ci rimaniamo una settimana” (sarebbe corretto anche “rimaniamo lì una settimana”).
      Un saluto
      Prof. Anna

  15. nikos scrive:

    Salve prof.ssa,
    molto utile per noi stranieri il suo sito.
    Non capisco perche nella 2a si usa l’indicativo e nella 3a il congiutivo.
    Grazie in anticipo e tanti complimenti per il suo lavoro.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Nikos, nella frase 2 l’oggetto del desiderio (il film) è chiaro e il soggetto è sicuro di volerlo, la frase relativa avrà il modo indicativo e l’oggetto potrà essere preceduto da un articolo determinativo; mentre nella frase 3 il soggetto desidera qualcosa, ma pone delle limitazioni, dei requisiti o delle condizioni (che sia divertente), allora troveremo facilmente il congiuntivo. Se l’oggetto desiderato è un sostantivo spesso è preceduto dall’articolo indeterminativo (un film).
      A presto
      Prof. Anna

  16. nikos scrive:

    Salve di nuovo prof.ssa
    una dommanda in piu.
    Qual e piu giusto e perche?
    PENSO DI AVER SBAGLIATO o PENSO CHE HO SBAGLIATO.
    credo che si usino entrambi.
    Grazie di nuovo.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Nikos, le frasi sono entraqmbe corrette; è più comune usare la forma implicita (penso di aver sbagliato) perché è più semplice e immediata; ma è corretta anche la forma esplicita (penso che abbia sbagliato) con il congiuntivo però.
      A presto
      Prof. Anna

  17. Guilietta scrive:

    siete bravissimi.
    complementi.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Guiletta, benvenuta su Intercultura blog!
      A presto
      Prof. Anna

  18. wadi scrive:

    Buogiorno Prof.essa, ho ancora delle dubbi su l’uso de la congiunzione CHE

    • Zanichelli Avatar

      Cara Wadi, se hai dubbi o domande specifiche, non esitare a scrivermi, spiegandomi cosa non ti è chiaro.
      Un saluto
      Prof. Anna

  19. marifilla scrive:

    Cara prof. Anna,

    mi scusi, ma sopra alla risposta 25 lei dice che è corretto dire: penso che ho sbagliato, in base alle regole da me conosciute credo sia meglio dire: penso che abbia sbagliato oppure come dice lei penso di aver sbagliato?

    Mi sa dare delle spiegazioni per favore?

    Saluti

    • Zanichelli Avatar

      Cara Marifilla, hai ragione, c’è un errore, la risposta sarebbe: “penso che abbia sbagliato”.
      A presto
      Prof. Anna

  20. Buonasera Prof Anna. Mi fa sempre piacere entrare qui e oggi ne approfitto per porle queste 2 frasi: ho avuto l’impressione che ci fosse qualcosa che non tornasse o non tornava? Non avevo nessuno che mi dicesse che cosa dovevo o dovessi fare? La saluto e le auguro buona serata.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Stefano, in entrambi i casi sono corretti tutti i modo verbali.
      A presto
      Prof. Anna

  21. Buonasera Prof. Anna, vorrei oggi proporle questa frase: è assurdo che ci siano vagoni che sono o che siano terra di nessuno? Credo, e vorrei la sua conferma, che nella seconda subordinata si possa usare sia l’indicativo, perché esprimo una certezza, e sia il congiuntivo, se voglio proporre una subordinta relativa consecutiva. Vorrei inoltre chiederle se c’è un metodo particolare x distinguere melgio le subordinate soggettive da quelle oggettive, perché ho ancora estrema difficoltà in questo. Saluti e alla prossima.

  22. Buongiorno Prof. Anna, vorrei oggi proporle questa frase: non c’era canzone che mi piacesse. Qui non ho alcun dubbio sull’utilizzo del congiuntivo; se cambio la frase e dico non c’era una canzone che mi piacesse è giusto lo stesso o in questo caso ci vuole l’indicativo? O magari vanno bene entrambe? Vorrei capire quale è la forma più idonea. La saluto e la ringrazio.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Stefano, è corretto il congiuntivo anche se la frase è negativa.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Buonasera e grazie per le risposte Prof:Anna. Oggi sarò ultra rapido… tutte queste frasi con subordinata relativa di valore consecutivo che danno quindi ok all’utilizzo del congiuntivo, possono anche essere proposte con l’indicativo ,se allo stesso tempo determinano anche una certezza? Es. non c’erano treni che passavano per l’Ucraina e quindi siamo rimasti a piedi.: Un saluto e ai prossimi dubbi!!

        • Zanichelli Avatar

          Caro Stefano, le consecutive vogliono il congiuntivo quando la conseguenza è soltanto ipotetica o possibile, quindi in questo caso si può usare l’indicativo.
          Un saluto
          Prof. Anna

          • Salve Prof.Anna, ho sempre i soliti problemi nel distinguere ipotesi da fatti certi e non sempre è facile come possa sembrare. Vediamo se ho capito: se sono sicuro che non passavano treni uso l’indicativo, mentre se ho il dubbio dovrei dire non ricordo e forse non c’erano treni che passassero per l’Ucraina, rimanendo cos’ in ambito di ipotesi. Iniziando la frase con può darsi, invece è corretto dire può darsi non ci fossero treni che passassero per l’Ucraina?
            Ne approfitto per avere qualche delucidazione sul verbo intuire che dovrebbe richiedere, se non erro, l’indicativo. Però in molti casi sento e leggo il verbo intuire associato a congiuntivo: avevo intuito che cosa avesse fatto; avevo intuito che qualcosa non andasse. Grazie e buona serata.

          • Zanichelli Avatar

            Caro Stefano, bisogna inanzi tutto chiarire che l’uso del congiuntivo dell’indicativo in molti casi non è soggetto a regole grammaticali fisse per cui l’uso di uno è corretto e l’uso dell’altro è totalmente scorretto, spesso la scelta dipende dal registro linguistico, dalla sensibilità del parlante e da cosa si vuole comunicare, infatti la frase che mi scrivi può andare bene sia con l’indicativo sia col congiuntivo “non c’erano treni che passavano (che passassero)”, mentre il verbo retto da “può darsi” deve essere al congiuntivo (in questo caso: “non ci fossero”), ma il verbo della relativa può tranquillamente essere all’indicativo. Per quanto riguarda il verbo “intuire” significa “capire in modo immediato” oppure “rendersi conto” e quindi è solitamente seguito da indicativo, ma non è necessariamente un errore, per esempio nella frase che mi scrivi, l’uso del congiuntivo che potrebbe sottolineare la soggettività dell’intuizione, oppure potrebbe evidenziare il carattere eventuale e non certo dell’intuizione stessa.
            Un saluto
            Prof. Anna

          • Salve Prof:Anna, in base al suo discorso allora come mai si usa il congiuntivo in certi casi, tipo: non è un vestito che tu possa indossare. perché è troppo grande.. In questo caso c’è, a mio modo di vedere, la certezza di un vestito che una persona non può indossare. eppure si usa il congiuntivo: Non è mai stato uno che parlava o parlasse tanto? Non era uno che giocava o giocasse tanto. Qui potrei esprimere la certezza di una persona che parlava poco, e di una persona che giocava poco, quindi dovrei usare solo l’indicativo o anche il congiuntivo. La confusione nel saper distinguere ipotesi da realta, o concretezza che sia, mi regna sovrana. Vorrei poter capire meglio, se possibile, come regolarmi in questi casi. In tutti questi casi se inizio la frase con forse o secondo me, poi devo usare per forza il congiuntivo? le auguro buona serata, saluti.

          • Zanichelli Avatar

            Caro Stefano, la questione della conseguenza ipotetica vale per le consecutive (anche non relative): “il film era così noioso che mi sono addormentato” (indicativo-conseguenza reale), “è stato bendato in modo tale che non possa vedere nulla” (congiuntivo-conseguenza possibile), nella frasi relative che invece hanno una sfumatura eventuale accostandosi così a una consecutiva (ma anche a una finale o a una condizionale) possono avere il congiuntivo soprattutto se come antecedente abbiamo un superlativo relativo (è il più bel bambino che io abbia mai visto) o un pronome o un aggettivo indefinito negativo (non c’è niente che vada bene), l’aggettivo indefinito può essere sottinteso(non c’è persona che non lo pensi) .
            Un saluto
            Prof. Anna

  23. Buonasera Prof. Anna, le sue spiegazioni sono molto interessanti e chiare. Mi scuso se qualche volta mi ripeto con le domande….Come nei 2 casi che mi ha scritto non sarebbero relative le subordinate consecutive?
    Ma non ho ancora capito se in questi casi si deve usare solo il congiuntivo oppure si può eventualemte usare anche l’indicativo: Voglio dire, si può anche dire non è un vestito che puoi mettere, se ho la certezza che non puoi metterlo?
    Infine, come mai qualcosa sui siti che ho visto viene indicato come pronome e non come aggettivo? La saluto e grazie x l’attenzione.

    • Intendevo come mai.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Stefano, nelle frasi consecutive che ti ho scritto il “che” non è relativo ma ha funzione di congiunzione che in questo caso introduce una proposizione consecutiva, mentre nelle relative che hanno valore consecutivo è sempre meglio usare il congiuntivo quando il costrutto è negativo; “qualcosa” è un pronome indefinito e non un aggettivo.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Buonasera Prof. Anna, L’altra volta mi ero confuso e intendevo perché qualunque è un aggettivo indefinito, almeno da come è riportato su certi siti, e non un pronome indefinito come qualcuno, qualcosa e chiunque. Poi vorrei sapere se è corretto rotenere nessuno un pronome indefinito negativo come nulla e niente? Riguardo al che relativo e congiunzione, so che il che congiunzione introduce subordinate oggettive e soggettive e il che relativo le subordinate relative. Credo sia una cosa che si pùo fare o possa fare: qui ho una subordinata oggettiva e in seguito una subordinata relativa, ma relativa alla reggente o all’altra subordinata e vorrei capire melgio come distinguere i che congiunzione da i che relativi perché faccio estrema confusione ma forse è dovuto al fatto che faccio estrema confusione anche a distinguere le subordinate oggettive dalle soggettive e se pensi che ci sono una miriade di tipi di subordinate forse farei melgio a smettere di cercare di capire!! Saluti.

        • Mi scusi mi sono ancora confuso e era proprio qualcosa che su certi siti viene riportata anche come pronome indefinito. Questa frase viene riportata su un sito molto diffuso: un’unità indefinita viene indicata con i pronomi qualcosa, qualcuno, chiunque, chicchessia, checché. probabilmente sarà un errore. Saluti.

          • Ho sbagliato di nuovo e non faccia caso a quel che ho scritto precedentemente. La domanda è come mai qualcosa non è un aggettivo indefinito come qualche, qualsiasi, qualsivoglia e qualunque? In fondo indica una cosa e non una persona. Saluti e mi scusi ancora.

          • Zanichelli Avatar

            Caro Stefano, perché non può accompagnare un nome, come per esempio “qualche” (qualche volta), ma lo sostituisce (vorrei mangiare qualcosa).
            Un saluto
            Prof. Anna

          • Zanichelli Avatar

            Carp Stefano “qualcosa” è un pronome indefinito (e non aggettivo) come “qualcuno”, “chiunque”, “chicchessia” e “checché”.
            Un saluto
            Prof. Anna

        • Zanichelli Avatar

          Carp Stefano, “qualunque” è un aggettivo indefinito, cioè accompagna un sostantivo come in questo caso: “puoi telefonarmi a qualunque ora”. “Nessuno” può essere sia aggettivo indefinito “non c’è nessun vantaggio”, oppure pronome indefinito “nessuno ti crede”. Nella frase “credo che sia una cosa che si possa fare”: “credo” principale, “che sia una cosa” subordinata oggettiva di primo grado, “che si possa fare” subordinata relativa di secondo grado, ovverro che dipende da una subordinata, in questo caso l’oggettiva, perché l’antecedente del relativo “che”, cioè l’elemento a cui si riferisce, è “una cosa”, per individuare il relativo e distinguerlo dalla congiunzione, puoi provare a sostiuirlo con “il quale” o “la quale” (i quali, le quali): “credo che sia una cosa la quale (cosa) non si possa fare”. Per approfondire: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/06/18/la-frase-complessa-le-proposizioni-relative/.
          Un saluto
          Prof. Anna

          • Buonasera Prof. Anna e grazie per la pazienza e per tutte le risposte davvero utili e sarò brevissimo stavolta: qualcosa ok è un pronome indefinito però potrebbe comunque accompagnare un nome tipo qualcosa di bello o speciale e poi vorrei sapere se è corretto dire anche non ho capito cosa abbia detto quella persona. Infine, il che relativo può accompagnare anche l’indicativo o solo il congiuntivo? Posso dire anche credo sia una cosa che si può fare? Anzi non dovrebbe essere più corretta con l’indicativo dopo il che relativo? Saluti e buona serata.

          • Zanichelli Avatar

            Caro Stefano, nell’espressione “qualcosa di bello” “qualcosa” è un pronome e “bello” non è un nome, ma un aggettivo. La frase “non ho capito cosa abbia detto” è corretta, le frasi relative possono avere sia l’indicativo sia il congiuntivo.
            Un saluto
            Prof. Anna

  24. In effetti bello e speciale sono aggettivi e non nomi…. Ora mi è chiara la distinzione di qualcosa con qualche, qualsiasi e qualunque. Le frasi con è capitato possono essere associate solo a congiuntivo imperfetto e trapassato o si puà dire anche ad es. un attimo fa è capitato che non mi abbia ascoltato?Grazie e a presto.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Stefano, dopo una reggente al passato (che regge il congiuntivo) è necessario usare o il congiuntivo imperfetto (contemporaneità) o il congiuntivo trapassato (anteriorità) o il condizionale passato (posteriorità), ma non il congiuntivo passato.
      Un saluto
      Prof. Anna

  25. Buonasera Prof. Anna, mi scusi ma continuo a fare confusione con frasi con fosse o fosse stato. aldilà di contemporaneità e anteriorità. Non so come spiegare….Se avessi avuto dei figli avrei fatto in modo che fossero o fossero stati fieri di me? Come faccio a distinguere una cosa o l’altra quando non si ha tempo a cui pensare e come faccio a fare capire cosa intendo? In questo caso, io direi: se avessi avuto dei figli avrei fatto in modo che fossero fieri di me, se intendo la subordinata contemporanea alla reggente. Vorrei sapere se questa frase è pure proponibile con la subordinata anteriore alla reggente, e che possibilmente mi spiegasse come distinguerle meglio.. La ringrazio e la saluto.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Stefano, la soluzione che proponi tu è corretta, con il verbo al congiuntivo imperfetto: “se avessi avuto dei figli avrei fatto in modo che fossero fieri di me”, che, come giustamente dici, esprime contemporaneità. Il tempo a cui pensare in questo caso è “avrei fatto in modo”, non si può scegliere il tempo della frase che dipende da “avrei fatto” senza pensare alla contemporaneità o all’anteriorità, perché sono proprio questi i rapporti temporali che il verbo della dipendente andranno a esprimere. Anche usando il congiuntivo trapassato, il periodo sarebbe corretto perché sarebbe plausibile anche un rapporto di anteriorità.
      Un saluto
      Prof. Anna
      Un saluto
      Prof. Anna

  26. Romina scrive:

    Il congiuntivo? Non mi entra proprio in testa.
    Ci sono errori?
    1Era convinto che era/ fosse soltanto frutto della mia immaginazione.
    2e nonostante il cavallo era/ fosse atterrito riuscì a montarlo senza sforzo e a scappare via.
    3mi chiedevo cosa mi sarebbe accaduto se avessi smesso.
    4ci misi un bel po per capire che fosse/ era il mio riflesso.
    5ero spaventata e prima che riuscii /riuscissi a coglierne il motivo scappai via.
    6mi dimenticai di essere in un sogno, anche se non trovavo/ trovassi niente di diverso con la realtà.
    7misi tutto in ordine prima che mia madre sarebbe/ fosse rincasata.
    8e se non lo avessi trovato ad aspettarmi?
    9se volevo vederla/volessi vederla diversamente…
    10nonostante mi avessi/mi avevo promesso che non sarebbe mai accaduto.
    11scommetto che a te dispiaccia.
    12volevo tanto che ne rimanesse fuori.
    13per farlo mi serva/ mi serve che tu ne resti illeso.
    14anche se ho / avessi bisogno che lo rivedi.
    15 qualunque era/fosse la risposta sapevo gia che non mi avrebbe mai permesso di farlo.
    16cosa succederà se trovassimo/ troviamo davvero quel posto.
    17se mi svegliassi/ sceglierò da quest’incubo?
    18penso che non la debba/ devi fare una questione personale.
    19temevo che sarebbe stata la goccia/ fosse stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso.
    20 perché sembra che io stia bene?
    Molte grazie per il vostro aiuto.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Romina, ecco le tue frasi corrette: 1. era convinto che era/fosse soltanto frutto della mia immaginazione (in questo caso possono essere corretti entrambi i modi verbali, questa espressione esprime certezza, quindi è corretto usare l’indicativo, ma è possibile usare il congiuntivo se si vuole dare un’idea di soggettività); 2. nonostante il cavallo fosse atterrito riuscì a montarlo senza sforzo e a scappare via; 3. mi chiedevo cosa mi sarebbe accaduto se avessi smesso; 4. ci misi un bel po’ per capire che era il mio riflesso; 5. ero spaventata e prima che riuscissi a coglierne il motivo scappai via; 6. mi dimenticai di essere in un sogno, anche se non trovavo niente di diverso dalla realtà; 7. misi tutto in ordine prima che mia madre rincasasse; 8. e se non lo avessi trovato ad aspettarmi? 9. se volessi vederla diversamente…; 10. nonostante mi avessi promesso che non sarebbe mai accaduto; 11. scommetto che ti dispiace; 12. volevo tanto che ne rimanesse fuori; 13. per farlo mi serve che tu ne resti illeso; 14. anche se ho / avessi bisogno che lo riveda (dipende da cosa vuoi esprimere. “Se” + indicativo è la protasi del periodo ipotetico della realtà, “se” + congiuntivo imperfetto è la protasi del periodo ipotetico della possibilità: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/03/15/il-periodo-ipotetico-della-realta-e-il-periodo-ipotetico-della-possibilita/); 15. qualunque fosse la risposta sapevo già che non mi avrebbe mai permesso di farlo; 16. cosa succederà se troviamo davvero quel posto; 17. se mi svegliassi/ sceglierò da quest’incubo? (non ho capito l’alternativa); 18. penso che tu non debba/devi farne una questione personale (il verbo “pensare” regge l’indicativo quando significa “essere convinto”, regge il congiuntivo quando significa “supporre”); 19. temevo che sarebbe stata la goccia (corretto per esprimere posteriorità)/ fosse stata la goccia (corretto per esprimere anteriorità) che avrebbe fatto traboccare il vaso; 20. perché sembra che io stia bene?.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Romina scrive:

        Grazie per la pazienza prof. Anna.
        Riscrivo la frase che ho sbagliato:
        Se mi svegliassi oppure se mi sveglierò da quest’incubo?

        Riferendomi alla frase numero 15 si può dire anche: qualunque fosse “stata” la risposta sapevo gia che mi avrebbe mai permesso…

        • Zanichelli Avatar

          Cara Romina, 17) sono corrette entrambe le alternative, dipende da cosa vuoi esprimere, “se” + indicativo è la protasi del periodo ipotetico della realtà, “se” + congiuntivo imperfetto è la protasi del periodo ipotetico della possibilità, 15) è corretto anche il periodo che mi scrivi.
          Un saluto
          Prof. Anna

  27. Thomas scrive:

    Gent.ssima professoressa Anna…ancora una volta mi serve il suo aiuto.

    Per un attimo temetti che sarebbe scappato.

    Era consapevole che stesse morendo.

    Vuoi dire che hai la certezza che potremmo vederci ancora?

    Ero troppo spaventato che non avrebbe funzionato.

    Fu come risucchiata in un altro mondo/oppure fu come essere risucchiati in un altro mondo.

    Si fermò a guardare in uno/ attraverso uno dei tanto cannocchiali.

    Se ci fossimo liberati / ci saremmo potuti liberare di quelle manette avremmo potuto muoverci senza che ci vedessero.

    Non sembrava demordere.

    Cominciò a proseguire all’impiedi senza che si aiutasse con le mani.

    Non si fermeranno affinché non ci avranno
    presi.

    Non puoi permettere che ti prendano.

    Dai vetri trasparivano i negozi, a loro volta illuminati dalle luci.

    Spero che non mi chiederete cosa significhi.

    Era fatta della stessa sistanza che erano fatti gli alberi/ di cui erano…

    La stanza era più buia della prima e la luce della lampadina di fuori , quanto debole fosse, non riusciva a entrarci/ entrare.

    L’ultima volta non mi avevi smentito di essere andato laggiù?

    Sembrava quasi passata una vita dall’ultima volta che l’avevo visto.

    Mio padre, che sapeva che stessi dormendo ancora, faceva di tutto per non svegliarmi.

    Decisi di lottare a restare/ per restare.

    Indossati un cardigan, nel caso che / in cui il tempo fosse cambiato.

    Spero in una sua risposta.
    Saluti.
    Thomas.

    Se sarei/ fossi uscita avrei perso tutto quanto.

    Ero propizia a non ritornare più indietro

    • Zanichelli Avatar

      Caro Thomas, ecco le tue frasi corrette: per un attimo temetti che sarebbe scappato; era consapevole che stava morendo; vuoi dire che hai la certezza che potremmo vederci ancora?; ero troppo spaventato dal fatto che non avrebbe funzionato; fu come risucchiata in un altro mondo/oppure fu come essere risucchiati in un altro mondo (entrambe le frasi sono corrette, ma hanno un significato diverso); si fermò a guardare in uno/ attraverso uno dei tanto cannocchiali (corrette entrambe); se ci fossimo liberati / ci fossimo potuti liberare di quelle manette avremmo potuto muoverci senza che ci vedessero; non sembrava demordere; cominciò a proseguire all’impiedi senza aiutarsi con le mani; non si fermeranno finché non ci avranno presi; non puoi permettere che ti prendano; dai vetri si vedevano i negozi, a loro volta illuminati dalle luci; spero che non mi chiederete cosa significhi; era fatta della stessa sostanza di cui erano fatti gli alberi; la stanza era più buia della prima e la luce della lampadina fuori era talmente debole che non riusciva a entrare; l’ultima volta non mi avevi detto di non essere andato laggiù?; sembrava quasi passata una vita dall’ultima volta che l’avevo visto; mio padre, che sapeva che stavo ancora dormendo, faceva di tutto per non svegliarmi;
      decisi di lottare per restare; indossa un cardigan, nel caso in cui il tempo fosse cambiato; spero in una sua risposta; se fossi uscita avrei perso tutto quanto; ero propensa a non ritornare più indietro.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Thomas scrive:

        Cara prof. ANNA mi perdoni ma non riesco a vedere un significato di verso tra …
        Fu come risucchiata da un altro mondo
        Fu come essere risucchiati da un altro mondo.
        Forse nella prima mi riferisco a me stessa.
        E nella seconda a me e un’altra persona ?
        Un saluto e grazie mille.

      • Thomas scrive:

        Mi scusi prof Anna
        Non riesco a capire la differenza tra le due frasi. Perché sono di significato diverso?
        Fu come risucchiato in un altro mondo: mi riferisco a me stesso.
        Fu come essere risucchiati… mi riferisco a me e un’altra persona?
        Queste sono le differenze?
        Grazie mille.

        • Zanichelli Avatar

          Caro Thomas, nella prima frase c’è un soggetto maschile e singolare a cui si riferisce direttamente la forma “fu” (lui fu risucchiato), il secondo è un periodo formato da due frasi (“fu come” e “essere risucchiati”) “fu come” è la principale e significa “accadde una cosa simile a”, “essere risucchiati” è la subordinata e si riferisce a un soggetto plurale.
          Un saluto
          Prof. Anna

          • Thomas scrive:

            Grazie prof.Anna adesso tutto mi è più chiaro.
            Quindi se voglio riferirmi a me stesso scrivo.
            FUI come risucchiato in un altro mondo.

          • Zanichelli Avatar

            Caro Thomas, esatto.
            A presto
            Prof. Anna

  28. Nunzia scrive:

    Spero in un suo ennesimo aiuto:

    Temevo che fossi/ eri colpevole, che coprivi tuo padre. Ho sperato che non c’entrassi niente con quella storia.

    E se ti sbagliassi? E se sono davvero quello che hai creduto che fossi?

    E se è in questo posto che non ci fosse via d’uscita?

    E se fossi tu quello che non riesce a vedere?

    Adesso vuoi che vada al diavolo.

    Ci sarò se deciderai o decidessi di…

    E se le sue preoccupazioni fossero / erano davvero una conseguenza del mio comportamento.

    Stavo fallendo, sempre che /se non avessi intrapreso la mia vecchia ambizione.

    Adesso che sapevo che sarebbe stato l’uomo generoso che avevo sperato che fosse, l’avevo perso.

    Mi chiedevo se ci fosse o c’era anche lui.

    Mi vomitai sulle scarpe molto prima che potessi mettermi in piedi.

    Non avrei sopportato di vivere con la consapevolezza che a farmi del male fosse stato proprio lei.

    Come speravo che mi sbagliassi.

    Se fossi sopravvissuta mi sarei ricordata di…

    Chissà se avesse parlato ancora così conoscendo la verità,se avesse voluto ancora che andassi.

    Non sapevo dove fossi ( io)

    Non avevo mai capito cosa volessero dire quelle parole.

    Se quello che stavo vedendo era reale mi aspettava una verità davvero assurda.

    Speravo che non le fosse capitato niente di brutto.

    Anche se fossi riuscita a spostarmi, avrei dato l’innesco alla sua furia di esplodere.

    Grazie in anticipo per la sua disponibilità.
    Buona giornata.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Nunzia, ecco le tue frasi corrette. Temevo che fossi colpevole, poiché coprivi tuo padre. Ho sperato che non c’entrassi niente con quella storia. E se ti sbagliassi? E se sono davvero quello che hai creduto che fossi? E se in questo posto non ci fosse via d’uscita? E se fossi tu quello che non riesce a vedere? Adesso vuoi che vada al diavolo. Ci sarò se deciderai o decidessi di…(corretti entrambi i verbi) E se le sue preoccupazioni fossero davvero una conseguenza del mio comportamento. Stavo fallendo, sempre che non avessi intrapreso la mia vecchia ambizione.
      Adesso che sapevo che sarebbe stato l’uomo generoso che avevo sperato che fosse, l’avevo perso.
      Mi chiedevo se ci fosse o c’era anche lui (corrette entrambe le possibilità).
      Mi vomitai sulle scarpe molto prima di potermi mettere in piedi.
      Non avrei sopportato di vivere con la consapevolezza che a farmi del male era stata proprio lei.
      Come (?) speravo di sbagliarmi (non capisco il significato della frase). Se fossi sopravvissuta mi sarei ricordata di… Chissà se avrebbe parlato ancora così conoscendo la verità, chissà se avrebbe voluto ancora che andassi. Non sapevo dove fossi (io). Non avevo mai capito cosa volessero dire quelle parole. Se quello che stavo vedendo era reale mi aspettava una verità davvero assurda.
      Speravo che non le fosse capitato niente di brutto. Anche se fossi riuscita a spostarmi, avrei innescato la sua furia esplosiva.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Nunzia scrive:

        Provo a formulare una frase completa:Temevo che il mio ragazzo mi tradisse, ma come speravo di sbagliarmi.

        Cara prof.Anna dopo la parola” prima” c’è davvero sempre il congiuntivo? Esempio: Ce n’era parecchia di strada prima che potessi arrivare a casa o di arrivare a casa.
        Dall’altra parte qualcuno riappese prima che la mia voce mi uscisse.
        Grazie per l’aiuto

        • Zanichelli Avatar

          Cara Nunzia, è corretto dire: “temevo che il mio ragazzo mi tradisse, ma speravo di sbagliarmi”. La frase introdotta dalla locuzione “prima che” ha il verbo al congiuntivo, mentre la frase introdotta da “prima di” ha il verbo all’infinito, quindi le frasi corrette sono: “ce n’era parecchia di strada prima che potessi arrivare a casa”; “ce n’era parecchia di strada prima di arrivare a casa”; “dall’altra parte qualcuno riappese prima che la voce mi uscisse”.
          A presto
          Prof. Anna

  29. Alena scrive:

    Cara prof.ssa Anna, buona sera!
    Potrebbe spiegarmi, perche’ si usa congiuntivo nella frase numero 7?
    Grazie!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Alena, in questa frase il congiuntivo ha un valore consecutivo: “non c’è un piatto che Laura non sappia cucinare” (non c’è un piatto tale che lei non lo sappia cucinare”.
      A presto
      Prof. Anna

  30. Martina scrive:

    Differenza tra il congiuntivo passato e il congiuntivo imperfetto:

    Nella frasi “Immagino che Laura soffrisse da tempo” e “Immagino che Laura abbia sofferto per la morte del padre”, la differenza tra il congiuntivo passato e quello imperfetto sta nel fatto che con il congiuntivo imperfetto, rispetto al presente nella reggente, ed esprimendo tuttavia incertezza, in quanto abbiamo il verbo “immaginare”, e quindi, concretamente, non sappiamo non tanto se Laura abbia sofferto, ma quanto abbia sofferto effettivamente, vogliamo esprimere uno stato (anche durativo nel tempo, chiaramente passato); mentre con il congiuntivo passato, rispetto sempre ad un tempo presente nella reggente, ma anche esprimendo anche qui incertezza in quanto abbiamo il verbo “immaginare”, e quindi, concretamente, non sappiamo non tanto se Laura abbia sofferto, ma quanto abbia sofferto effettivamente, vogliamo esprimere, invece, un evento ben preciso e ben concluso nel passato, il quale, se vogliamo, non ha più collegamenti chiari con il presente. Comunque entrambe le frasi sono corrette, ma preferisco quella con il congiuntivo passato, che, secondo me, rispetta linearmente la concordanza dei tempi rispetto al presente nella reggente (d’altra parte se la principale è al presente, scegliendo la forma del congiuntivo passato si avranno sempre buoni risultati). Chiaramente questi ragionamenti, relativamente alla differenza tra il congiuntivo passato e l’imperfetto in certe frasi, è applicabile in costruzioni simili (“I miei amici erano sempre suscettibili, penso proprio che avessero grossi problemi” e “I miei amici erano sempre suscettibili, penso proprio che abbiano avuto grossi problemi” etc; anche in questo caso, la differenza tra queste due forme sta nell’aspetto: nel primo enunciato si indica uno stato o un’abitudine, mentre nel secondo vengono illustrati degli eventi conclusi).

    Corretto?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Martina, il tuo ragionamento è corretto.

  31. Vale scrive:

    Ho due frasi da sottoporle:
    1 (che) non si dicano queste cose
    2 voleva sapere se fosse successo qualcosa…

    nella prima abbiamo un congiuntivo, usato in una proposizione indipendente esortativo con il ”che’ il quale può anche essere omesso.
    nella seconda abbiamo un’interrogativa indiretta (fosse/ era è una libera scelta)

    giusto?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Vale, è corretto.

  32. “Non esiste un uomo che non abbia/ha dei sentimenti”

    …Secondo ciò che ho studiato, in questa relativa (che comunque nella scelta tra l indicativo e il congiuntivo non dipende dalla principale) credo sia corretto l indicativo, il quale intanto è il tempo più utilizzato nelle relative, e poi perché il senso della frase sarebbe “Gli uomini hanno dei sentimenti” od “Esistono degli uomini con dei sentimenti”; ragion per cui stiamo indicando un fatto reale e concreto, tipico dell indicativo.

    Diversamente, se avessimo voluto utilizzare il congiuntivo “abbia”, avremmo attribuito alla relativa una sfumatura consecutiva: “Non esiste un uomo che non abbia dei sentimenti” (“Non esiste un uomo tale che non abbia dei sentimenti”). In sintesi, se i miei calcoli sono corretti, entrambe le soluzioni (indicativo o congiuntivo) sono esatte.

    Spero sia giusto .

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, il tuo ragionamento è corretto.

I commenti sono chiusi.