Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi vedremo insieme alcune espressioni utili per fare la spesa.
Buona lettura!
Prof. Anna
Quando il frigorifero è vuoto e nella credenza c’è solo una scatoletta di tonno, è arrivato il momento di fare la spesa!
In italiano con l’espressione "fare la spesa" si intende comprare solo "generi alimentari", cioè cibo e bevande; mentre con l’espressione "fare spese" si intende "fare shopping", quindi comprare vestiti, scarpe ecc.
Di solito, prima di fare la spesa, scriviamo una lista della spesa, cioè un elenco di tutte le cose di cui abbiamo bisogno. La maggior parte delle persone fa la spesa al supermercato, un ampio locale dove si vendono prodotti alimentari esposti ordinatamente che i clienti prendono da soli e pagano all’uscita; se un supermercato è particolarmente grande si definisce ipermercato; ma possiamo anche fare la spesa al mercato, cioè un luogo destinato alla vendita di generi alimentari, in questo luogo troviamo vari negozi che vendono frutta e verdura, carne, pesce ecc.; possiamo però trovare questi negozi anche non all’interno di un mercato ma per le strade della città.
Come abbiamo detto, ci sono vari negozi che vendono diversi generi alimentari, vediamone alcuni:
– in panetteria compriamo il pane;
– in macelleria compriamo la carne;
– in salumeria compriamo i salumi e il formaggio;
– in pescheria compriamo il pesce;
– in pasticceria compriamo le torte e i pasticcini;
– in rosticceria compriamo cibi già cucinati, per esempio pollo arrosto o lasagne;
– nel negozio di alimentari possiamo trovare vari prodotti, per esempio il latte, il burro, le uova, i prodotti in scatola, la pasta, i biscotti ecc.
Questi sono i nomi dei negozi, ma spesso gli italiani, per indicare dove comprano il cibo, si riferiscono al nome della persona che vende i vari generi alimentari, per esempio:
– dal fruttivendolo compriamo la frutta e la verdura;
– dal macellaio la carne;
– dal pescivendolo il pesce;
– dal salumiere i salumi;
– dal panettiere il pane;
ATTENZIONE → come avrete già notato, la preposizione cambia a seconda che io usi il nome del negozio o della persona che vende quel particolare alimento: vado in macelleria; vado dal macellaio; andiamo in salumeria; andiamo dal salumiere; quindi usiamo la preposizione "in" quando è seguita dal nome del negozio, mentre usiamo la preposizione "dal" se è seguita dal nome della persona che vende quel genere alimentare (questo vale per tutti i negozi, non solo per quelli che vendono generi alimentari, per esempio: in tabaccheria; dal tabaccaio).
Ci sono diversi contenitori che possono contenere i cibi o le bevande che compriamo, vediamone alcuni:
– un pacco di pasta o di biscotti;
– una bottiglia di vino o d’olio;
– un barattolo o un vasetto di marmellata o di olive sott’olio;
– una scatoletta di tonno;
– una scatola di cioccolatini;
– una lattina di birra o di aranciata;
– un sacco di patate;
– una confezione di merendine;
– una busta di risotto già pronto;
– un cartone di latte;
– un fustino di detersivo in polvere;
– una tavoletta di cioccolato;
– un panetto di burro.
Quando compriamo qualcosa, dobbiamo conoscere l’unità di misura giusta per ogni prodotto, per esempio:
– un litro di latte;
– un etto di prosciutto;
– un chilo di pane;
– mezzo chilo di mele;
– due etti di formaggio.
Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.
Me piace tantissimo questo blog, ho imparato tantisimo, non c’e l’ho tempo per legere però mi piace…
Grazie …
Ana
Cara Ana Maria, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Cara Ana,
Semplicemente MERAVIGLIOSO !Sei una vera MAESTRA.
Lei insegna con MAESTRIA.
Grazie per esistere !
Saluti dal Brasile .
Dalva.
Cara Dalva, ti ringrazio di cuore per il tuo gentile commento.
Un saluto a te e al tuo meraviglioso paese
A presto
Prof. Anna
grazie mille ! finalmente un esercizio chiaro e completissimo. Di solito quando si trova il lessico dei prodotti, non ci sono le unità di misura o il nome del contenitore, ecc.
grazie ancora.
cari saluti da Buenos Aires.
Cara Estela, grazie per il tuo commento.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille prof. Anna. Mi ha servito molto questa lezione. La spiegazione è chiaro e utile.
Cara Ana,
Questo blog è fantastico e le lezioni sono facili da capire. Sempre imparo qualcosa quando leggo le lezioni. Questo articolo “FARE LA SPESA” mi è piaciuto tantissimo!
Grazie tante, Prof. Ana.
Un saluto dal Brasile
Cara Edna, un saluto anche a te!
Prof. Anna
Prof Anna: Le ringrazio veramente per questa spiegazione, mi sarà molto utile quando vada in Italia, dove abita mio figlio con la sua famiglia.- Grazie e a presto.-
Grazie mille cara prof. Anna. Sono molto contenta di ricevere questi esercizi. Sono molto utili.
Saluti dalla Russia.
Cara Liudmila, un saluto anche a te!
A presto
Prof. Anna
Sono una principiante .Grazie , Anna!
Ciao Monica, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
grazie Professoressa!!!
i Suoi consigli sono sempre utili per le nostre lezioni!!!!
A presto!!!!!!!
Grazie Professoressa Anna!! complimenti per la idea avere e aprire un blog cosi!! mi ha aiutato molto!
Tanti saluti!
A presto! 😉
Cara Katarina, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Professoressa Anna, potrebbe cortesemente dirmi se esiste una regola per l’utilizzo dell’aggetivo “piccolo”? Va prima o dopo in nome? Per esempio: La casa piccola o la piccola casa?
Grazie mille
Erika
Cara Erika, in italiano di solito l’aggettivo si trova dopo il nome (una casa piccola), è però possibile anche l’ordine inverso. In genere l’aggettivo che precede il nome ha una funzione descrittiva, mentre quello che segue il nome ha un funzione restrittiva, per esempio: “andrò ad abitare nella piccola casa al primo piano”: in questo caso l’aggettivo “piccola” indica una qualità aggiuntiva della casa, togliendolo il significato della frase rimarrebbe sostanzialmente invariato; “andrò ad abitare nella casa piccola al primo piano”: in questo caso l’aggettivo “piccola” serve a identificare e a distinguerla dalle altre (per esempio una casa grande). Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Salve!
Ho appena scoperto questo blog, mi piace e mi sembra utilissimo, simpatico ed allegro 🙂 Sono insegnante straniera e lavoro all’estero con alunni adolescenti. Proverò a utilizzare questo materiale e, naturalmente, il blog tutto 😀
Grazie mille!!!
Un salutone da Bs. As. (Arg.)
Cara Liliana, benvenuta su Intercultura blog!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
In caso di dubbio, si potrebbe dire per tutti gli usi termine: CONFEZIONE, che letteralmente significa imballaggio o il confezionamento, ma si riferisce anche a quasi tutto. Quindi, se si sta acquistando biscotti, caffè, zucchero, o tonno, si può tranquillamente chiedere “una confezione di biscotti …, di caffè, di zucchero, o di tonno.” Per gli alimenti venduti in determinati numeri, come le uova, si richiede “una confezione da 6 (o da 10 o 12) di uova.” Vero?
Caro lettore, possiamo usare tranquillamente il termine “confezione”, grazie per il tuo contributo.
Un saluto
Prof. Anna
salve. ho appena scoperto questo sito ,mi ha piaciuto e mi sembra molto utile. quando avrò dei dubbi,chiederò a lei.grazie e a presto
Cara Amy, benvenuta sul nostro blog! Scrivimi pure se hai qualche dubbio o perplessità.
A presto
Prof. Anna
prof.anna mi potrebbe spiegare quando si usano i verbi
Cara Amy, non ho capito bene la tua domanda; prova a riformularla.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna,
Sono al lyceo in secondo anno per imparare l’italiano. Gli esercizi sono molto utili.I testi contengono molti vocabuli utili.
Grazie mille e a presto.
Yves
Cara Yves, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Che fortuna la mia trovare questo blog!! Mancano solo 2 settimane per il mio esame di certificació, e ho scoperto che mi servirà tantissimo. Grazie per il blog, é molto utile!!
Cara Yolanda, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
mi piace molto questa pagina molto grazie mi serve molto per la scuola
Cara Ana, ho sempre voluto sapere perchè il plurale di uovo,che è maschile, diventa femminile?
Cara Luciana, alcuni nomi in che finiscono in -o al plurale diventano femminili e prendono la desinenza -a: il centinaio-le centinaia; il migliaio-le migliaia; il miglio-le miglia; l’osso-le ossa; il paio-le paia; il riso (il ridere)-le risa; l’uovo-le uova.
Un saluto
Prof. Anna
Bello ed istruttivo. la lingua italiana, tra l’altro bella e carica di sfumature, ci permette di esprimere sentimenti e pensieri come in nessun’altra lingua. Capita spesso però, che davanti a particolari poco usati, si resti un attimo ‘confusi’ anche avendo alle spalle anni di studi e di letture, considerando poi, l’attuale epoca, che ci induce ad usare sempre più spesso ‘inglesismi’ e ‘troncamenti’, un ripasso della nostra bella lingua è fantastico
Cara Mirella, benvenuta su Intercultura blog!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Ho scoperto questo blog, e mi piace. Vorrebe praticcare molto . Io sono argentina, ho imparato la lingua per due anni e mi piace molto seguire. Scusi per mi errori, ma so chi devo continuare pratticando. Tante grazie.
Cara Noemi, benvenuta su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna