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Aula di Lingue

Uso di "volerci"e "metterci"

Prof. Anna
La lingua italiana,   Lessico,   Verbi

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi vedremo come si usano le forme verbali: volerci e metterci.

Questi verbi sono usati frequentemente nella lingua parlata ed è dunque necessario capire bene il loro significato e come devono essere utilizzati.

Buona lettura!

Prof. Anna

VOLERCI

Volerci significa: "essere necessario", "occorrere" , molto spesso quello che è necessario viene sottinteso, può essere tempo, fatica, denaro ecc, per questo di solito il verbo è coniugato alla terza persona singolare o plurale.

Spesso è sottintesa la parola "tempo". Vediamo qualche esempio:

1- Quanto (tempo) ci vuole per andare a casa di Paolo?

Ci vuole un’ora.

2- Quanto (tempo) c’è voluto per fare l’esame?

Ci sono voluti quaranta minuti.

3- Ci vorrà molto (tempo) per finire?

– No, non ci vorrà molto (tempo).

Vediamo altri modi di usare questa forma verbale:

1- Mi ci vorrebbe proprio una bella vacanza! = mi occorrerebbe proprio una bella vacanza!;

2- Per fare la torta dobbiamo comprare lo zucchero, quanto ce ne vuole? = quanto zucchero è necessario?;

Ce ne vogliono quattro etti = sono necessari quattro etti di zucchero;

2- Non ci vuole molto a capire = non è difficile capire;

3- Quando ci vuole, ci vuole = è un’espressione che si usa quando si vuole dire che quando una cosa è necessaria deve essere fatta;

4- Ce n’è voluto = è stato difficile, faticoso, per esempio: alla fine l’ho convinto, ma ce n’è voluto! (= ma è stato difficile);

5- Non ci voleva! = è un’esclamazione di disappunto che si usa quando succede qualcosa di spiacevole, per esempio: la macchina si è rotta e domani devo partire, non ci voleva!

METTERCI

La forma verbale "metterci" , oltre che con il significato di "mettere in qualcosa" (ci devi mettere un po’ di sale), viene spesso usata sottointendendo la parola "tempo", significa perciò "impiegare un determinato tempo".

Vediamo qualche esempio:

1- Quanto (tempo) ci metti a finire i compiti?

 

Ci metto poco (tempo).

2- Il treno ci mette due ore ad arrivare a Roma.

 

 

3- Ce ne hai messo di tempo! = ci hai messo molto tempo!

Altri usi:

4- Mettercela tutta = impegnarsi al massimo, per esempio: Luca ha studiato molto per questo esame, ce l’ha messa tutta! (= si è impegnato al massimo).

Seleziona la risposta corretta fra quelle disponibili. Se rispondi bene, vedrai lo sfondo diventare di colore verde.

  1. Scegli la frase corretta:
    • Laura ci vuole pochi minuti ad andare in ufficio a piedi.
    • Laura ci mette pochi minuti ad andare in ufficio a piedi.
  2. Scegli la frase corretta:
    • Ci sono voluti mesi per restaurare questo quadro.
    • Ci sono messi mesi per restaurare questo quadro.
  3. Scegli la frase corretta:
    • Come mai tu e Maria ci avete messo tanto ad arrivare?
    • Come mai tu e Maria ci avete voluto tanto ad arrivare?
  4. Scegli la frase corretta:
    • Mi ci vorrebbe un po' di riposo.
    • Mi ci metterebbe un po' di riposo.
  5. Scegli la frase corretta:
    • Quanto ci hai voluto a preparare questo esame?
    • Quanto ci hai messo a preparare questo esame?
  6. Scegli la frase corretta:
    • Da Roma quanto ci mette il treno ad arrivare a Napoli?
    • Da Roma quanto ci vuole il treno ad arrivare a Napoli?
  7. Scegli la frase corretta:
    • Credo che ci vorrà due ore.
    • Credo che ci vorranno due ore.
  8. Scegli la frase corretta:
    • Per preparare questo piatto ci vuole tre etti di burro.
    • Per preparare questo piatto ci vogliono tre etti di burro.
  9. Scegli la frase corretta:
    • A volte Luca ci mette un po' a capire gli esercizi di inglese.
    • A volte Luca ci vuole un po' a capire gli esercizi di inglese.
  10. Scegli la frase corretta:
    • Ci è messa molta pazienza per insegnarvi questa poesia.
    • Ci è voluta molta pazienza per insegnarvi questa poesia.

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Commenti [64]

  1. elena scrive:

    Grazie prof Anna per quest’esercizio “delicato”. Non ho mai trovato nei miei libri di grammatica italiani ( scritti dai francesi!!) quell’appunto con il verbo :metterci.

  2. Maria scrive:

    Ho fatto questo esercizio al tatto e non ho fatto errori ma questo non vuole dire che posso fare mia stessa queste belle frase ma in ogni caso posso riconoscerle. Grazie prof. Anna,
    Un caro saluto di Maria

  3. Omar scrive:

    GRAZIE PROFE ANNA…

  4. Professoressa il Suo lavoro è ottimo, complimenti! Questi verbi rappresentano grandi difficoltà per noi come stranieri. Le particelle “ci” e “ne” diventano assolutamente diversi il significato dei verbi una volta capito questo è più facile imparle. Per fortuna la mia professoressa mi ha insegnato questo da quando cominciavo ad imparare la lingua italiana. Sebbene, impadronirsi delle espressioni idiomatiche non è mica cosa facile sono convinta di facerla d’ora in poi, grazie alle Sue spiegazioni.

    Vorrei condivire con voi una bella idea per imparare il verbo volerci, io l’ho fatto imparando la canzone “Ci vuole un fiore”‘ di cui allego un piccolo pezzo.

    Per fare un tavolo ci vuole il legno
    per fare il legno ci vuole l’albero
    per fare l’albero ci vuole il seme
    per fare il seme ci vuole il frutto
    per fare il frutto ci vuole il fiore
    ci vuole un fiore, ci vuole un fiore,
    per fare un tavolo ci vuole un fiore.

    Distinti saluti,
    Imelda Vargas, messicana.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Imelda, grazie mille per il tuo prezioso contributo, imparare attraveso le canzoni è sempre molto utile e anche divertente.
      Un saluto e a presto
      Prof. Anna

  5. RAISA scrive:

    Ho fatto quttro errori,ma lo stesso sono contenta.GRAZIE.Un saluto.

  6. ileana scrive:

    profe
    abito in italia oramai da due anni e anche se ogni giorno sento parlare e parlo italiano devo dirvi che scrivere e molto piu difficile ,ma sul serio ce la sto mettendo tutta!per migliorare. incontrare il vostro sito e’ stato una vera fortuna ….Grazie mille auguri di buon natale…

    • Zanichelli Avatar

      Cara Ileana, Buon Natale anche a te!
      A presto
      Prof. Anna

  7. Ilga scrive:

    Salve Prof. Anna,
    ho una domanda: si può usare i verbi pronominali nella forma impersonale? Ad esempio, si può dire così: credi che si possa tranquillamente e subito dimenticare la persona a cui si ci tenga (oppure ci si tenga)?
    E in questo caso quale è la disposizione della particella impersonale “si”?

    Ilga

    • Zanichelli Avatar

      Cara Ilga, la frase corretta è “…la persona a cui si tiene”, la forma “tenerci= tenere a qualcuno o qualcosa” non è pronominale, quindi per la forma impersonale si comporta come gli altri verbi: SI + terza persona singolare, il verbo “tenere” può avere una forma pronominale che è “tenersi” e significa “tenere, trattenere per sé” e si coniuga come un verbo riflessivo.
      A presto
      Prof. Anna

      • Fulvia scrive:

        Cara Prof. Anna,
        che verbo è il verbo “tenerci” (ci tengo a….)? Come viene categorizzato nella grammatica italiana?
        Grazie

        • Zanichelli Avatar

          Cara Fulvia, la mia risposta precedente è imprecisa, i verbi in -si non esauriscono la gamma dei verbi pronominali dell’italiano. Infatti altri pronomi clitici (ci, la, le, ne) si saldano al verbo, dando luogo a lemmi, talvolta chiamati verbi procomplementari, come “tenerci”.
          Un saluto
          Prof. Anna

      • Fulvia scrive:

        Cara Prof. Anna
        come viene classificato il verbo “tenerci” (ci tengo a…..) nella grammatica italiana?
        Grazie

  8. Ilga scrive:

    Grazie mille per la risposta! Lei è sempre gentilissima!
    Cioè neanche l’uso del Congiuntivo in questa frase è corretto?

    Quindi in generale è possibile usare i verbi pronominali alla forma impersonale? Mi interessano soprattutto i verbi come per esempio – andarsene, smetterla, cavarsela, avercela… Come si comporta la particella SI in questo caso? Dove si trova?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Ilga, i verbi che mi proponi non sono semplicemente pronominali, ma contengono la particella SI come i verbi pronominali (tranne smetterla) e un pronome (LA) o una particella pronominale (NE), puoi usarli alla forma impersonale, per esempio: ce ne si va; la si smette, ce la si cava, ce la si ha, ma queste forme non sono molto usate perché risultano un po’ pesanti, in generale per rendere impersonali i verbi pronominali e riflessivi si ricorre alla particella CI: ci si arrabbia; ci si lava.
      A presto
      Prof. Anna

  9. Ilga scrive:

    Scusi, ho fatto degli errori nel messaggio precedente. Se è possibile non pubblicate nè quello nè questo.

    Volevo dire:
    Cara Prof. Anna,
    La ringrazio per la risposta! Adesso è tutto chiaro.
    Tantissimi auguri di Buon Capodanno!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Ilga, auguro anche a te un felice Capodanno.
      Un saluto
      Prof. Anna

  10. Sonia scrive:

    Cara Prof. Anna

    Mi sento molto felice di avere trovato questo sito. Qui ho tutti le resposte e spiegazione che bisogno. Sei molto carina e dedicata.
    Grazie mille.
    Sonia

    • Zanichelli Avatar

      Cara Sonia, grazie del tuo gentile commento.
      Un saluto
      Prof. Anna

  11. Ernest scrive:

    Cara prof Anna
    Ho fatto 2 errori su quest’esercizio quelle 6 e 9. Le Può spiegarmi

    • Zanichelli Avatar

      Caro Ernest, le frasi che hai sbagliato sono molto simili: posto che “metterci” significa “impiegare un derminato tempo” e “volerci” significa “essere necessario”, la frase 6 significa:”quanto tempo impiega il treno ad arrivare a Napoli” e la frase 9: “Luca impiega un po’ di tempo a capire gli esercizi”, se usassimo “volerci” e quindi” essere necessario” queste due frasi non avrebbero senso.
      A presto
      Prof. Anna

  12. Graciela scrive:

    Prof. Anna.
    Sono una studentessa argentina del secondo anno. Mi piace molto queto sitio, imparo molto.
    Ho un dubbio: quando si usa: “ci metto” e quando” ci metti”?
    Grazie tantte
    Graciela
    (Scisi se ho fatto degli errori nel mio messaggio)

    • Zanichelli Avatar

      Cara Graciela, uso “ci metto” quando il soggetto è IO, mentre uso “ci metti” quando il soggetto è TU.
      Un saluto
      Prof. Anna

  13. Christine scrive:

    Grazie tante,prof anna!
    Sono una studentessa belga (scuole serale) e sono contentissima di aver scoperto questo sito web molto chiaro!
    Ha per caso un consiglio su un libro per scrivere delle lettere commerciali in italiano? Me lo serve per il mio lavoro in ufficio.
    grazie e buon proseguimento!
    saluti,
    Christine

    • Zanichelli Avatar

      Cara Christine, benvenuta su Intercultura blog, purtroppo non ho nessun libro specifico sulle lettere commercialli da consigliarti, ma direi che intanto dovresti imparare bene a scrivere una lettera formale, in questo blog puoi trovare un articolo dedicato proprio a come scrivere una lettera formale.
      Un saluto
      Prof. Anna

  14. Julia scrive:

    Gentile Anna,
    la mia domanda riguarda il verbo volerci. Mi hanno insegnato che dopo questo verbo si usano solo i sostantivi, ma oggigiorno ho avuto un momento di dubbio, quando ho sentito la frase: non ci vuole camminare molto. Sara’ corretta questa frase oppure no?
    Grazie in anticipo,
    Julia

    • Zanichelli Avatar

      Cara Julia, “non ci vuole camminare molto” non è corretta, dopo “volerci” è necessario un sostantivo.
      A presto
      Prof. Anna

  15. Julia scrive:

    Grazie mille della risposta! Lei e’ stata operativissima! Julia

  16. Anita scrive:

    Cara prof.ssa Anna,
    Questa volta mi ci metto molto per capire questa lezione totale e ancora devo studiarla più lungo per superare miei dubbi che farò. Solo ho fatto la frase 9 scorretta, ma ho usato mia intuizione troppo molto ed è meglio di farne senza. Poi posso dire che l’ho capita. Ne trovo necessario, perché trovo veramente utile e anche così interessante. Nel frattempo sto curando veramente bene
    Con saluti cordiali dal Olanda
    Anita

  17. Anita scrive:

    Cara prof.ssa Anna,
    Questa volta mi ci ho messo molto per capire bene le regole della questa lezione in modo, che ho risciuto compire tutte le frase senza usare mia intuizione e sono contenta con il risultato. Con saluti cordiali dal Olanda
    Anita

  18. Prof. Anna , ho un dubbio :
    quando si usa ci vuole o bisogna .
    Grazie Silvia Girolami

    • Zanichelli Avatar

      Cara Silvia, “volerci” significa “occorre” ed è un verbo transitivo, cioè può avere un complemento oggetto: “ci vuole molto tempo per arrivare”; mentre “bisogna” dal verbo “bisognare” è impersonale e intransitivo, quindi non ha persona e non ha complemento oggetto, infatti è di solito seguito da un verbo all’infinito: “bisogna andare piano”; oppure da una proposizione introdotta da “che”: “bisogna che tu vada”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  19. Grazie mille!!!!

  20. Ebi scrive:

    buongiorno professoressa
    A proposito del verbo volerci avrei una domanda per cui non ho mai trovato una risposta
    Come sarete il tempo del passato prossimo per questo verbo? E in generale? Viene usato?
    Per esempio: ci vogliono tanti anni per che tu lo impari. Convertendo questa frase in passato prossimo come si coniugherebbe il verbo?
    La ringrazio

    • Zanichelli Avatar

      Cara Ebi, il passato di “volerci” è usato: ci vogliono (presente) – ci sono voluti (passato).
      A presto
      Prof. Anna

  21. Ana Maria scrive:

    Prof.Anna: Oggi sono contenta, o fatto tutte le risposte senza errori. Non he sempre cosí……..

    • Zanichelli Avatar

      Molto bene Ana Maria, ricordati che il verbo “avere” si scrive con l’ “h”: “ho fatto”.
      A presto
      Prof. Anna

  22. grazie mille. è molto importante

  23. elda scrive:

    Grazie per questo

  24. Nicola scrive:

    Un figlio dei Abruzzi, molto interessante, grazie mille

  25. Graziella scrive:

    grazie per questo.

  26. Cristina scrive:

    Buonasera gentile professoressa Anna,
    mi piacerebbe molto sapere se si usa molto il verbo volerci con i pronomi indiretti ossia:
    Mi ci vuole una vacanza.
    Quanto tempo ti ci vuole per finire il tuo lavoro ?
    Sono giuste ,si usano?Le vedo di rado ma sono corrette?
    La ringrazio

    • Zanichelli Avatar

      Cara Cristina, le frasi che mi scrivi sono corrette, è frequente l’uso dei pronomi indiretti con la forma verbale “volerci”.
      A presto
      Prof. Anna

  27. Cristina scrive:

    Cara Professoressa Anna grazie mille come sempre!!!

  28. sakhi scrive:

    Grazie prof. Er molto confuso fra metterci è volerci ma adesso I miei dubbi Sono chiari.

  29. chiara scrive:

    Grazie mille prof Anna!!!

  30. Adriyana scrive:

    Mi sembra che si dice (dare l’esame,) Grazie mille per quest’esercizio!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Adryana, è corretto dire “dare l’esame”, ma attenzione, dopo “mi sembra” è necessario usare il congiuntivo: “mi sembra che si dica”.
      A presto
      Prof. Anna

  31. thais scrive:

    Salve!

    Vorrei capire la frase: mi voglio meritare!

    Perchè in questo caso c’è la particella “mi”?

    Grazie mille

    • Zanichelli Avatar

      Cara Thais, si tratta della forma pronominale “meritarsi”, in questo caso “mi” ha un valore intensivo.
      Un saluto
      Prof. Anna

  32. Pierpaolo scrive:

    Gentile prof. Anna,
    ho un dubbio che mi tormenta. Come completerebbe la seguente frase?
    “Quei lavoratori (metterci) _______________ degli anni per finire di costruire quella casa, guarda come sono lenti!”.

    Secondo lei una delle risposte valide può essere “ci mettono”?

    Tante grazie.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Pierpaolo, sarebbe meglio usare l’indicativo futuro “ci metteranno”.
      A presto
      Prof. Anna

  33. soo scrive:

    La ringrazio prof.Anna
    veramente é precisa la spiegazione.
    e ora potrei usare questa espressione correttamente..!!

  34. Manuela scrive:

    Grazie per nei miei libri di grammatica italiani!

  35. Fulvia scrive:

    Cara Prof. Anna,
    I verbi metterci e volerci sono classificati come verbi pronominali?
    Ne approfitto per chiederle che tipo di verbo è “tradurre”.
    Grazie mille

    • Zanichelli Avatar

      Cara Fulvia, non sono classificati come verbi pronominali, “tradurre” è un verbo transitivo della seconda coniugazione (derivando dal latino “traducere”).
      A presto
      Prof. Anna

      • Fulvia scrive:

        Molto interessante, almeno per chi non ha fatto latino.
        Per quanto riguarda i verbi metterci e volerci si possono semplicemente considerare come verbi della seconda coniugazione? Oppure hanno un nome tutto loro?
        Grazie ancora.

        • Zanichelli Avatar

          Cara Fulvia, sono formati rispettivamente dai verbi “volere” e “mettere” (seconda coniugazione) + la particella “ci”.
          Un saluto
          Prof. Anna

  36. “Starsene” e “starci”:

    1)”Starsene spaparanzato sul divano”
    2)”Ci sto!”

    Il verbo “Starsene” è un procomplementare, ovvero un verbo formato con l’aggiunta di uno o più pronomi atoni a un comune verbo (stare); diciamo che, in questo caso, il gruppo pronominale aggiunto al verbo base non prende un significato preciso; bisogna considerarlo, piuttosto, come parte integrante della parola, alla stregua di un suffisso. Quindi il significato complessivo del verbo procomplementare può essere vicino a quello del verbo base (come starsene rispetto a stare), a cui aggiunge una sfumatura di partecipazione emotiva, data dal “ne” pleonastico (unito al pronome personale atono “si” che diventa “se’ davanti a “ne”) e con valore intensivo. Ah, in più “starsene” ha valore copulativo (sono copulativi quei verbi, come starsene o stare, che non hanno un senso compiuto, e servono a collegare il soggetto [“lui” nel nostro esempio ]ad un nome o un aggettivo [“spaparanzato” è un participio che funge anche da aggettivo], questo nome o aggettivo, detto anche complemento predicativo del soggetto, che è un nome o un aggettivo che completa il significato del verbo e si riferisce al soggetto della frase, determina e completa il significato del verbo), e con il senso di “essere in una determinata condizione, spec. seguito da determinazioni che specificano un atteggiamento, un’espressione, una posizione del corpo”.

    “Starci” invece è sempre un procomplementare e significa “essere d’accordo, partecipare, aderire”; il “ci” può signficare “a ciò” ma anche “con ciò, su ciò” ecc.. (“Ci sto”= “Sono d’accordo su ciò, a ciò, ecc”).

    Penso sia corretto

     

    • Zanichelli Avatar

      Sì, è corretto.

  37. 1)”Dobbiamo organizzarci”

    il verbo della frase “organizzarsi” e significa “predisporre, ordinare le proprie cose in vista di un fine”.

    2)”Avercele le cartine”

    la forma verbale procomplementare “avercelo” è formata dal verbo “avere” + la particella “ci” + il pronome diretto “lo” (nel nostro caso ci+le). Ora, la particella “ci” è usata come elemento rafforzativo; mentre “le” significa “esse” (più propriamente “quelle”). Comunque “avercelo” significa “avere qualcosa”.

    3)”La felpa si è scolorita”

    il verbo è il pronominale intransitivo “scolorirsi’ e significa “perdere il colore”.

    “Si” impersonale:

    4)”Cosa si fa adesso?”
    5)”Si torna indietro nel tempo con questo film”
    6)”Si pensi alla grande magia”

    Tutte e tre le frasi (4,5,6) hanno il “si” impersonale; il “si” significa “la gente, le persone, qualcuno, noi tutti”.

    7)”Entrarvi” significa “entrare lì, in questo luogo o in quel luogo”.

    8)”So come divincolarmene”

    …Il verbo è il riflessivo diretto “divincolarsi” (“divincolo me stesso”) e con il significato di “liberarsi, sciogliersi da lacci, da vincoli e sim.; anche in senso figurato”; e il “ne” significa “da ciò”: e cioè “So come divincolare me stesso da ciò”.

    9) Si dice “Avrebbe dovuto già essere qui” e non “Sarebbe dovuto già essere qui”, in quanto “Se il servile è seguito dal verbo “essere”, l’ausiliare sarà sempre “avere”.

    10)”Avrei voluto esserci”… “Se l’infinito ha con sé un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) bisogna usare “avere” se il pronome è dopo l’infinito. Il verbo è comunque il procomplementare “esserci” e significa “essere presente, trovarsi”.

    11)”Pensare che ci siano persone che fanno queste cose”; il secondo “che” introduce una relativa all’indicativo perché il fatto viene presentato come reale. Mentre il primo che introduce una subordinata completiva al congiuntivo perché retta da “pensare”.

    12)”Grazie alla selvaggina noi possiamo rifocillarci”; il verbo è il riflessivo diretto “rifocillarsi” (rifocilliamo noi stessi grazie alla selvaggina).

    13)”Ci vuole poco per essere ordinati”; il verbo è il procomplementare “volerci” con il senso di “essere necessario” (molto spesso quello che è necessario viene sottinteso).

    14)”Non so cosa stesse facendo”

    “cosa” introduce un’interrogativa indiretta al congiuntivo con valore durativo (quindi che si può ottenere col congiuntivo imperfetto) rispetto alla principale. In più, nella subordinata indiretta abbiamo una struttura perifrastica, che è, nella nostra frase, un’espressione composta da più costituenti, i quali nel loro insieme convogliano un significato unitario: infatti la nostra costruzione perifrastica si ottiene dall’unione del verbo “stare (stesse, congiuntivo imperfetto)” con il gerundio semplice (facendo), quindi “stesse facendo ”. E il gerundio, nella nostra frase, è usato inoltre, in unione con il verbo “stare” , per indicare un’azione progressiva, cioè in corso di svolgimento, ma nel nostro caso in passato (indica un’azione nel suo svolgimento, mentre succedeva).

    Penso sia tutto corretto

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, è tutto corretto.

  38. Patrizia scrive:

    1)”Quanto (tempo) ci metti a finire i compiti?”

    La forma verbale “metterci”(verbo procomplementare) viene spesso usata sottointendendo la parola “tempo”, significa perciò “impiegare un determinato tempo”. Quindi indica il tempo che una persona o una cosa impiegano per compiere una determinata azione. Mentre la particella “ci” in primis è parte integrante della coniugazione (Io ci metto, Tu ci metti, Egli/ella/esso ci mette, ecc) e in secondo luogo è rafforzativa e unendosi saldamente al verbo di base (mettere), ne modifica sensibilmente il significato; infatti “metterci” si avvicina non solo a “mettere”, ma anche al verbo “impiegare”, e quindi “richiedere in termini di tempo”.

    2)”Dal dottore non ci vado!”

    Il “ci” signfica, con riferimento a un complemento di luogo già espresso, “in tale luogo”, “là”: e cioè “Non vado là, in tal luogo (dal dottore)”. Quindi la particella “ci”, in questo caso, sostituisce i nomi dei luoghi; infatti “dal dottore” è inteso “lo studio del dottore”, ecc…Ovviamente potremmo riscrivere la frase anche senza il “ci”: “Dal dottore non vado!”. Diciamo quindi che il “ci”, oltre al valore semantico e grammaticale, è rafforzativo (ma può essere anche pleonastico).

    Penso sia tutto corretto

    • Zanichelli Avatar

      Cara Patrizia, è corretto.

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