Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi vedremo come si usano le forme verbali: volerci e metterci.
Questi verbi sono usati frequentemente nella lingua parlata ed è dunque necessario capire bene il loro significato e come devono essere utilizzati.
Buona lettura!
Prof. Anna
VOLERCI
Volerci significa: "essere necessario", "occorrere" , molto spesso quello che è necessario viene sottinteso, può essere tempo, fatica, denaro ecc, per questo di solito il verbo è coniugato alla terza persona singolare o plurale.
Spesso è sottintesa la parola "tempo". Vediamo qualche esempio:
1- Quanto (tempo) ci vuole per andare a casa di Paolo?
– Ci vuole un’ora.
2- Quanto (tempo) c’è voluto per fare l’esame?
– Ci sono voluti quaranta minuti.
3- Ci vorrà molto (tempo) per finire?
– No, non ci vorrà molto (tempo).
Vediamo altri modi di usare questa forma verbale:
1- Mi ci vorrebbe proprio una bella vacanza! = mi occorrerebbe proprio una bella vacanza!;
2- Per fare la torta dobbiamo comprare lo zucchero, quanto ce ne vuole? = quanto zucchero è necessario?;
– Ce ne vogliono quattro etti = sono necessari quattro etti di zucchero;
2- Non ci vuole molto a capire = non è difficile capire;
3- Quando ci vuole, ci vuole = è un’espressione che si usa quando si vuole dire che quando una cosa è necessaria deve essere fatta;
4- Ce n’è voluto = è stato difficile, faticoso, per esempio: alla fine l’ho convinto, ma ce n’è voluto! (= ma è stato difficile);
5- Non ci voleva! = è un’esclamazione di disappunto che si usa quando succede qualcosa di spiacevole, per esempio: la macchina si è rotta e domani devo partire, non ci voleva!
METTERCI
La forma verbale "metterci" , oltre che con il significato di "mettere in qualcosa" (ci devi mettere un po’ di sale), viene spesso usata sottointendendo la parola "tempo", significa perciò "impiegare un determinato tempo".
Vediamo qualche esempio:
1- Quanto (tempo) ci metti a finire i compiti?
– Ci metto poco (tempo).
2- Il treno ci mette due ore ad arrivare a Roma.
3- Ce ne hai messo di tempo! = ci hai messo molto tempo!
Altri usi:
4- Mettercela tutta = impegnarsi al massimo, per esempio: Luca ha studiato molto per questo esame, ce l’ha messa tutta! (= si è impegnato al massimo).
Grazie prof Anna per quest’esercizio “delicato”. Non ho mai trovato nei miei libri di grammatica italiani ( scritti dai francesi!!) quell’appunto con il verbo :metterci.
Ho fatto questo esercizio al tatto e non ho fatto errori ma questo non vuole dire che posso fare mia stessa queste belle frase ma in ogni caso posso riconoscerle. Grazie prof. Anna,
Un caro saluto di Maria
GRAZIE PROFE ANNA…
Professoressa il Suo lavoro è ottimo, complimenti! Questi verbi rappresentano grandi difficoltà per noi come stranieri. Le particelle “ci” e “ne” diventano assolutamente diversi il significato dei verbi una volta capito questo è più facile imparle. Per fortuna la mia professoressa mi ha insegnato questo da quando cominciavo ad imparare la lingua italiana. Sebbene, impadronirsi delle espressioni idiomatiche non è mica cosa facile sono convinta di facerla d’ora in poi, grazie alle Sue spiegazioni.
Vorrei condivire con voi una bella idea per imparare il verbo volerci, io l’ho fatto imparando la canzone “Ci vuole un fiore”‘ di cui allego un piccolo pezzo.
Per fare un tavolo ci vuole il legno
per fare il legno ci vuole l’albero
per fare l’albero ci vuole il seme
per fare il seme ci vuole il frutto
per fare il frutto ci vuole il fiore
ci vuole un fiore, ci vuole un fiore,
per fare un tavolo ci vuole un fiore.
Distinti saluti,
Imelda Vargas, messicana.
Cara Imelda, grazie mille per il tuo prezioso contributo, imparare attraveso le canzoni è sempre molto utile e anche divertente.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Ho fatto quttro errori,ma lo stesso sono contenta.GRAZIE.Un saluto.
profe
abito in italia oramai da due anni e anche se ogni giorno sento parlare e parlo italiano devo dirvi che scrivere e molto piu difficile ,ma sul serio ce la sto mettendo tutta!per migliorare. incontrare il vostro sito e’ stato una vera fortuna ….Grazie mille auguri di buon natale…
Cara Ileana, Buon Natale anche a te!
A presto
Prof. Anna
Salve Prof. Anna,
ho una domanda: si può usare i verbi pronominali nella forma impersonale? Ad esempio, si può dire così: credi che si possa tranquillamente e subito dimenticare la persona a cui si ci tenga (oppure ci si tenga)?
E in questo caso quale è la disposizione della particella impersonale “si”?
Ilga
Cara Ilga, la frase corretta è “…la persona a cui si tiene”, la forma “tenerci= tenere a qualcuno o qualcosa” non è pronominale, quindi per la forma impersonale si comporta come gli altri verbi: SI + terza persona singolare, il verbo “tenere” può avere una forma pronominale che è “tenersi” e significa “tenere, trattenere per sé” e si coniuga come un verbo riflessivo.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna,
che verbo è il verbo “tenerci” (ci tengo a….)? Come viene categorizzato nella grammatica italiana?
Grazie
Cara Fulvia, la mia risposta precedente è imprecisa, i verbi in -si non esauriscono la gamma dei verbi pronominali dell’italiano. Infatti altri pronomi clitici (ci, la, le, ne) si saldano al verbo, dando luogo a lemmi, talvolta chiamati verbi procomplementari, come “tenerci”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna
come viene classificato il verbo “tenerci” (ci tengo a…..) nella grammatica italiana?
Grazie
Grazie mille per la risposta! Lei è sempre gentilissima!
Cioè neanche l’uso del Congiuntivo in questa frase è corretto?
Quindi in generale è possibile usare i verbi pronominali alla forma impersonale? Mi interessano soprattutto i verbi come per esempio – andarsene, smetterla, cavarsela, avercela… Come si comporta la particella SI in questo caso? Dove si trova?
Cara Ilga, i verbi che mi proponi non sono semplicemente pronominali, ma contengono la particella SI come i verbi pronominali (tranne smetterla) e un pronome (LA) o una particella pronominale (NE), puoi usarli alla forma impersonale, per esempio: ce ne si va; la si smette, ce la si cava, ce la si ha, ma queste forme non sono molto usate perché risultano un po’ pesanti, in generale per rendere impersonali i verbi pronominali e riflessivi si ricorre alla particella CI: ci si arrabbia; ci si lava.
A presto
Prof. Anna
Scusi, ho fatto degli errori nel messaggio precedente. Se è possibile non pubblicate nè quello nè questo.
Volevo dire:
Cara Prof. Anna,
La ringrazio per la risposta! Adesso è tutto chiaro.
Tantissimi auguri di Buon Capodanno!
Cara Ilga, auguro anche a te un felice Capodanno.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna
Mi sento molto felice di avere trovato questo sito. Qui ho tutti le resposte e spiegazione che bisogno. Sei molto carina e dedicata.
Grazie mille.
Sonia
Cara Sonia, grazie del tuo gentile commento.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof Anna
Ho fatto 2 errori su quest’esercizio quelle 6 e 9. Le Può spiegarmi
Caro Ernest, le frasi che hai sbagliato sono molto simili: posto che “metterci” significa “impiegare un derminato tempo” e “volerci” significa “essere necessario”, la frase 6 significa:”quanto tempo impiega il treno ad arrivare a Napoli” e la frase 9: “Luca impiega un po’ di tempo a capire gli esercizi”, se usassimo “volerci” e quindi” essere necessario” queste due frasi non avrebbero senso.
A presto
Prof. Anna
Prof. Anna.
Sono una studentessa argentina del secondo anno. Mi piace molto queto sitio, imparo molto.
Ho un dubbio: quando si usa: “ci metto” e quando” ci metti”?
Grazie tantte
Graciela
(Scisi se ho fatto degli errori nel mio messaggio)
Cara Graciela, uso “ci metto” quando il soggetto è IO, mentre uso “ci metti” quando il soggetto è TU.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie tante,prof anna!
Sono una studentessa belga (scuole serale) e sono contentissima di aver scoperto questo sito web molto chiaro!
Ha per caso un consiglio su un libro per scrivere delle lettere commerciali in italiano? Me lo serve per il mio lavoro in ufficio.
grazie e buon proseguimento!
saluti,
Christine
Cara Christine, benvenuta su Intercultura blog, purtroppo non ho nessun libro specifico sulle lettere commercialli da consigliarti, ma direi che intanto dovresti imparare bene a scrivere una lettera formale, in questo blog puoi trovare un articolo dedicato proprio a come scrivere una lettera formale.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Anna,
la mia domanda riguarda il verbo volerci. Mi hanno insegnato che dopo questo verbo si usano solo i sostantivi, ma oggigiorno ho avuto un momento di dubbio, quando ho sentito la frase: non ci vuole camminare molto. Sara’ corretta questa frase oppure no?
Grazie in anticipo,
Julia
Cara Julia, “non ci vuole camminare molto” non è corretta, dopo “volerci” è necessario un sostantivo.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille della risposta! Lei e’ stata operativissima! Julia
Cara prof.ssa Anna,
Questa volta mi ci metto molto per capire questa lezione totale e ancora devo studiarla più lungo per superare miei dubbi che farò. Solo ho fatto la frase 9 scorretta, ma ho usato mia intuizione troppo molto ed è meglio di farne senza. Poi posso dire che l’ho capita. Ne trovo necessario, perché trovo veramente utile e anche così interessante. Nel frattempo sto curando veramente bene
Con saluti cordiali dal Olanda
Anita
Cara prof.ssa Anna,
Questa volta mi ci ho messo molto per capire bene le regole della questa lezione in modo, che ho risciuto compire tutte le frase senza usare mia intuizione e sono contenta con il risultato. Con saluti cordiali dal Olanda
Anita
Prof. Anna , ho un dubbio :
quando si usa ci vuole o bisogna .
Grazie Silvia Girolami
Cara Silvia, “volerci” significa “occorre” ed è un verbo transitivo, cioè può avere un complemento oggetto: “ci vuole molto tempo per arrivare”; mentre “bisogna” dal verbo “bisognare” è impersonale e intransitivo, quindi non ha persona e non ha complemento oggetto, infatti è di solito seguito da un verbo all’infinito: “bisogna andare piano”; oppure da una proposizione introdotta da “che”: “bisogna che tu vada”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie mille!!!!
buongiorno professoressa
A proposito del verbo volerci avrei una domanda per cui non ho mai trovato una risposta
Come sarete il tempo del passato prossimo per questo verbo? E in generale? Viene usato?
Per esempio: ci vogliono tanti anni per che tu lo impari. Convertendo questa frase in passato prossimo come si coniugherebbe il verbo?
La ringrazio
Cara Ebi, il passato di “volerci” è usato: ci vogliono (presente) – ci sono voluti (passato).
A presto
Prof. Anna
Prof.Anna: Oggi sono contenta, o fatto tutte le risposte senza errori. Non he sempre cosí……..
Molto bene Ana Maria, ricordati che il verbo “avere” si scrive con l’ “h”: “ho fatto”.
A presto
Prof. Anna
grazie mille. è molto importante
Grazie per questo
Un figlio dei Abruzzi, molto interessante, grazie mille
grazie per questo.
Buonasera gentile professoressa Anna,
mi piacerebbe molto sapere se si usa molto il verbo volerci con i pronomi indiretti ossia:
Mi ci vuole una vacanza.
Quanto tempo ti ci vuole per finire il tuo lavoro ?
Sono giuste ,si usano?Le vedo di rado ma sono corrette?
La ringrazio
Cara Cristina, le frasi che mi scrivi sono corrette, è frequente l’uso dei pronomi indiretti con la forma verbale “volerci”.
A presto
Prof. Anna
Cara Professoressa Anna grazie mille come sempre!!!
Grazie prof. Er molto confuso fra metterci è volerci ma adesso I miei dubbi Sono chiari.
Grazie mille prof Anna!!!
Mi sembra che si dice (dare l’esame,) Grazie mille per quest’esercizio!
Cara Adryana, è corretto dire “dare l’esame”, ma attenzione, dopo “mi sembra” è necessario usare il congiuntivo: “mi sembra che si dica”.
A presto
Prof. Anna
Salve!
Vorrei capire la frase: mi voglio meritare!
Perchè in questo caso c’è la particella “mi”?
Grazie mille
Cara Thais, si tratta della forma pronominale “meritarsi”, in questo caso “mi” ha un valore intensivo.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
ho un dubbio che mi tormenta. Come completerebbe la seguente frase?
“Quei lavoratori (metterci) _______________ degli anni per finire di costruire quella casa, guarda come sono lenti!”.
Secondo lei una delle risposte valide può essere “ci mettono”?
Tante grazie.
Caro Pierpaolo, sarebbe meglio usare l’indicativo futuro “ci metteranno”.
A presto
Prof. Anna
La ringrazio prof.Anna
veramente é precisa la spiegazione.
e ora potrei usare questa espressione correttamente..!!
Grazie per nei miei libri di grammatica italiani!
Cara Prof. Anna,
I verbi metterci e volerci sono classificati come verbi pronominali?
Ne approfitto per chiederle che tipo di verbo è “tradurre”.
Grazie mille
Cara Fulvia, non sono classificati come verbi pronominali, “tradurre” è un verbo transitivo della seconda coniugazione (derivando dal latino “traducere”).
A presto
Prof. Anna
Molto interessante, almeno per chi non ha fatto latino.
Per quanto riguarda i verbi metterci e volerci si possono semplicemente considerare come verbi della seconda coniugazione? Oppure hanno un nome tutto loro?
Grazie ancora.
Cara Fulvia, sono formati rispettivamente dai verbi “volere” e “mettere” (seconda coniugazione) + la particella “ci”.
Un saluto
Prof. Anna
“Starsene” e “starci”:
1)”Starsene spaparanzato sul divano”
2)”Ci sto!”
Il verbo “Starsene” è un procomplementare, ovvero un verbo formato con l’aggiunta di uno o più pronomi atoni a un comune verbo (stare); diciamo che, in questo caso, il gruppo pronominale aggiunto al verbo base non prende un significato preciso; bisogna considerarlo, piuttosto, come parte integrante della parola, alla stregua di un suffisso. Quindi il significato complessivo del verbo procomplementare può essere vicino a quello del verbo base (come starsene rispetto a stare), a cui aggiunge una sfumatura di partecipazione emotiva, data dal “ne” pleonastico (unito al pronome personale atono “si” che diventa “se’ davanti a “ne”) e con valore intensivo. Ah, in più “starsene” ha valore copulativo (sono copulativi quei verbi, come starsene o stare, che non hanno un senso compiuto, e servono a collegare il soggetto [“lui” nel nostro esempio ]ad un nome o un aggettivo [“spaparanzato” è un participio che funge anche da aggettivo], questo nome o aggettivo, detto anche complemento predicativo del soggetto, che è un nome o un aggettivo che completa il significato del verbo e si riferisce al soggetto della frase, determina e completa il significato del verbo), e con il senso di “essere in una determinata condizione, spec. seguito da determinazioni che specificano un atteggiamento, un’espressione, una posizione del corpo”.
“Starci” invece è sempre un procomplementare e significa “essere d’accordo, partecipare, aderire”; il “ci” può signficare “a ciò” ma anche “con ciò, su ciò” ecc.. (“Ci sto”= “Sono d’accordo su ciò, a ciò, ecc”).
Penso sia corretto
Sì, è corretto.
1)”Dobbiamo organizzarci”
il verbo della frase “organizzarsi” e significa “predisporre, ordinare le proprie cose in vista di un fine”.
2)”Avercele le cartine”
la forma verbale procomplementare “avercelo” è formata dal verbo “avere” + la particella “ci” + il pronome diretto “lo” (nel nostro caso ci+le). Ora, la particella “ci” è usata come elemento rafforzativo; mentre “le” significa “esse” (più propriamente “quelle”). Comunque “avercelo” significa “avere qualcosa”.
3)”La felpa si è scolorita”
il verbo è il pronominale intransitivo “scolorirsi’ e significa “perdere il colore”.
“Si” impersonale:
4)”Cosa si fa adesso?”
5)”Si torna indietro nel tempo con questo film”
6)”Si pensi alla grande magia”
Tutte e tre le frasi (4,5,6) hanno il “si” impersonale; il “si” significa “la gente, le persone, qualcuno, noi tutti”.
7)”Entrarvi” significa “entrare lì, in questo luogo o in quel luogo”.
8)”So come divincolarmene”
…Il verbo è il riflessivo diretto “divincolarsi” (“divincolo me stesso”) e con il significato di “liberarsi, sciogliersi da lacci, da vincoli e sim.; anche in senso figurato”; e il “ne” significa “da ciò”: e cioè “So come divincolare me stesso da ciò”.
9) Si dice “Avrebbe dovuto già essere qui” e non “Sarebbe dovuto già essere qui”, in quanto “Se il servile è seguito dal verbo “essere”, l’ausiliare sarà sempre “avere”.
10)”Avrei voluto esserci”… “Se l’infinito ha con sé un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) bisogna usare “avere” se il pronome è dopo l’infinito. Il verbo è comunque il procomplementare “esserci” e significa “essere presente, trovarsi”.
11)”Pensare che ci siano persone che fanno queste cose”; il secondo “che” introduce una relativa all’indicativo perché il fatto viene presentato come reale. Mentre il primo che introduce una subordinata completiva al congiuntivo perché retta da “pensare”.
12)”Grazie alla selvaggina noi possiamo rifocillarci”; il verbo è il riflessivo diretto “rifocillarsi” (rifocilliamo noi stessi grazie alla selvaggina).
13)”Ci vuole poco per essere ordinati”; il verbo è il procomplementare “volerci” con il senso di “essere necessario” (molto spesso quello che è necessario viene sottinteso).
14)”Non so cosa stesse facendo”
“cosa” introduce un’interrogativa indiretta al congiuntivo con valore durativo (quindi che si può ottenere col congiuntivo imperfetto) rispetto alla principale. In più, nella subordinata indiretta abbiamo una struttura perifrastica, che è, nella nostra frase, un’espressione composta da più costituenti, i quali nel loro insieme convogliano un significato unitario: infatti la nostra costruzione perifrastica si ottiene dall’unione del verbo “stare (stesse, congiuntivo imperfetto)” con il gerundio semplice (facendo), quindi “stesse facendo ”. E il gerundio, nella nostra frase, è usato inoltre, in unione con il verbo “stare” , per indicare un’azione progressiva, cioè in corso di svolgimento, ma nel nostro caso in passato (indica un’azione nel suo svolgimento, mentre succedeva).
Penso sia tutto corretto
Caro Filippo Maria, è tutto corretto.
1)”Quanto (tempo) ci metti a finire i compiti?”
La forma verbale “metterci”(verbo procomplementare) viene spesso usata sottointendendo la parola “tempo”, significa perciò “impiegare un determinato tempo”. Quindi indica il tempo che una persona o una cosa impiegano per compiere una determinata azione. Mentre la particella “ci” in primis è parte integrante della coniugazione (Io ci metto, Tu ci metti, Egli/ella/esso ci mette, ecc) e in secondo luogo è rafforzativa e unendosi saldamente al verbo di base (mettere), ne modifica sensibilmente il significato; infatti “metterci” si avvicina non solo a “mettere”, ma anche al verbo “impiegare”, e quindi “richiedere in termini di tempo”.
2)”Dal dottore non ci vado!”
Il “ci” signfica, con riferimento a un complemento di luogo già espresso, “in tale luogo”, “là”: e cioè “Non vado là, in tal luogo (dal dottore)”. Quindi la particella “ci”, in questo caso, sostituisce i nomi dei luoghi; infatti “dal dottore” è inteso “lo studio del dottore”, ecc…Ovviamente potremmo riscrivere la frase anche senza il “ci”: “Dal dottore non vado!”. Diciamo quindi che il “ci”, oltre al valore semantico e grammaticale, è rafforzativo (ma può essere anche pleonastico).
Penso sia tutto corretto
Cara Patrizia, è corretto.