Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, il sole splende ancora su tutta l’Italia e l’estate non sembra voler finire, ma intanto noi ricominciamo a studiare la lingua italiana. Oggi vedremo come si forma e come si usa il condizionale passato.
Buona lettura!
Prof. Anna
Prima di vedere nel dettaglio la formazione del condizionale passato, provate a leggere il seguente dialogo, facendo particolare attenzione all’uso di entrambe le forme del condizonale: presente e passato.
Marco: Il prossimo fine settimana ho intenzione di andare con alcuni amici a fare una scampagnata fuori città, in un bellissimo posto in cui sono già stato tempo fa, ti andrebbe di venire?
Katia: Ti ringrazio, sarei venuta volentieri, ma purtroppo non posso, ho già preso un altro impegno.
Marco: Mi dispiace, avrei dovuto dirtelo prima!
Katia: Non ti preoccupare, non sarei potuta venire comunque. Il mese scorso la mia amica Laura, che vive a Torino, mi ha detto che sarebbe venuta a trovarmi e le ho promesso che saremmo andate al mare nel fine settimana. Potresti venire con noi!
Marco: Mi piacerebbe molto, ma non vorrei essere invadente, forse vuoi passare del tempo da sola con la tua amica.
Katia: Non ti preoccupare, sono sicura che farebbe piacere anche a lei!
Marco: Va bene, anche se mi sarebbe piaciuto farti vedere quel posto fuori città, ma sarà per un’altra volta.
Katia: Sicuramente. Allora ci sentiamo nel fine settimana.
FORMAZIONE DEL CONDIZIONALE PASSATO
Il condizionale passato si forma:
condizionale dei verbi essere o avere + participio passato del verbo
mangiare | vedere | venire |
io avrei mangiato | io avrei visto | io sarei venuto |
tu avresti mangiato | tu avresti visto | tu saresti venuto |
lui-lei avrebbe mangiato | lui-lei avrebbe visto | lui-lei sarebbe venuto |
noi avremmo mangiato | noi avremmo visto | noi saremmo venuti |
voi avreste mangiato | voi avreste visto | voi sareste venuti |
loro avrebbero mangiato | loro avrebbero visto | loro sarebbero venuti |
ESSERE: io sarei stato/a; tu saresti stato/a; lui-lei sarebbe stato/a; noi saremmo stati/e; voi sareste stati/e; loro sarebbero stati/e.
AVERE: io avrei avuto; tu avresti avuto; lui-lei avrebbe avuto; noi avremmo avuto; voi avreste avuto; loro avrebbero avuto.
USI DEL CONDIZIONALE PASSATO
Come il condizionale presente, anche il condizionale passato si usa per esprimere:
• un desiderio→ avrei voluto comprare quel vestito;
• una notizia smentita dai fatti→ secondo le previsioni sarebbe stata una bella giornata, invece piove!
• un dubbio→ non sapevano dove sarebbero andati in vacanza;
• una supposizione→ i ladri sarebbero entrati dalla finestra;
• un’opinione→secondo me, avresti dovuto studiare di più;
• un consiglio→ non avresti dovuto mangiare così tanto;
• il condizionale passato indica un fatto che poteva realizzarsi nel passato, ma non è stato possibile perché non c’erano le condizioni: avrei voluto aiutarti, ma non ne ho avuto il tempo;
• il condizionale passato si usa per esprimere un’azione futura dal punto di vista del passato:
Mario mi ha detto (azione passata) che avrebbe preso (azione futura rispetto al passato) in affitto una casa la mare; sapevo che Luca sarebbe tornato presto a trovarci.
Sono studente d´Italiano, e me piace questa intercultura. Abbraccio a tutti voi.
Odilson
Vitória – ES. (Brasil)
Caro Odilson, benvenuto su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Grazie prof Anna!!! molto interesante!!!
In Olanda l’estate non ha mai cominciato. Abbiamo avuto molto sole nella primavera ma nell’ estate solamente pioggia e tempesta. Mi sarebbe (!!) piacuto molto abitare in Italia quest’estate!
Grazie per la Sua spiegazione del conditionale passato. E ciaro!
Un affettuoso saluto
Maria
Cara Maria, un saluto anche a te!
Prof. Anna
Prof. Anna
Questo argomento è venuto in un buon momento perché sarà il tema della mia prossima lezione.
Ti ringrazio tantissimo,
Eloídio
scusa, ho fatto tre sbaglio in questa lezione, bisogno imparare meglio… grazie
Grazie mille Prof. Anna. Sto imperando bene, le spiegazioni sono chiare.
ringrazio tanto l’essercizio, io abito in Argentina, guardo tutti y giorni la RAI, per avvere contatto con la lingua pero mi sembra che qualque volta non si usi bene questa forma verbale.
Ciao Maria Grazia, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Grazie mille Prof. Anna, per questo Blog, è molto interessante. Sono di Venezuela e mi piace tantissimo la lingua italiana, ma non ho qualcun altro per parlare italiano.
Di nuevo, grazie tante…
Grazie a te Francisco per il tuo commento e benvenuto sul nostro blog.
Un saluto
Prof. Anna
Complimenti prof. Anna per questo programma !E molto utile per tutti noi ,( io sto imparando la lingua italiana e mi aiuta tanto ). Se avrei saputo prima , adesso sarrei stata tanto avansata con le mie conoscienze della lingua italiana ! Grazie , Magda
Ciao Prof.Anna ho una domanda:quando il testo dice che una persona fa promesse per il futuro che non avrebbe rispettato, io facio i rimproveri uso il condizionale semplice o Passato ? nell’
esempio dice: mamma prometto che l’anno prossimo sarò più stidioso.Sarò anche più paziente non farò più i caprici, non litiguerò più con mia sorella……
Resp.Carla, avevi promesso che quest’anno(come devo seguire?)
Grazie a presto
Cara Daniela, in questo caso ci vuole il condizionale passato perchè si tratta di un azione futura ripetto ad una passata: avevi promesso (azione passata) che quest’anno saresti stata (azione futura rispetto a quella precedente) più studiosa.
Un saluto
Prof. Anna
Anch’io sono Argentina ed è un piacere avere contatto con la lingua in questa maniera. Imparo tantissimo! Grazie mille!!
Cara Aye benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Grazie mille Prof. Anna
Grazie, Anna. È stato molto utile. Grazie!
RRoberto
Cara prof. Anna- quando ce dubio o esprimere opinione (( mi sembra), non e necessario usare il congiuntivo?
Cara Isi, quando c’è un dubbio introdotto da “non so se” uso il condizionale: non so se faresti bene ad andare con lui; mentre se è introdotto da espressioni come “non sono sicuro che” o “dubito che” ci vuole il congiuntivo: dubito che loro stiano bene; mentre per quanto riguarda un’opinione, usiamo il condizionale nelle frasi indipendenti: secondo me dovresti lavorare di meno, e anche nelle dipendenti oggettive: credo che dovresti lavorare di meno; usiamo il congiuntivo nelle frasi dipendenti da verbi di opinione come “credere”, “sembrare”, “pensare”: penso che tu debba lavorare di meno.
A presto
Prof. Anna
Molto grazie
Isi
Cara prof.Anna, ho fatto gli esercizi e ho risposto totti bene, ma faccio sempre confusione di condizionale e congiuntivo.
Mille grazie, anche io sono molto aiutada per te.
grazie prof l ho fatte di nuovo bene mi incoraggi !
Molto bene Deborah!
Un saluto
Prof. Anna
Salve Prof. Anna!
Ho una domanda sulla Sua risposta ?21. Lei ha fatto un esempio: credo che dovresti lavorare di meno. E poi ha aggiunto: usiamo il congiuntivo nelle frasi dipendenti da verbi di opinione come “credere”, “sembrare”, “pensare”. Però nell’esempio iniziale è stato usato proprio il verbo “credere” al condizionale. Mi spieghi per favore che differenza c’è? Perché a volte ho dei bubbi su quale tempo scegliere?
Cara Ilga, il condizionale viene usato nelle proposizioni dipendenti oggettive, nell’esempio il verbo usato era “credere”, ma possiamo anche usare il condizionale dopo verbi che non esprimono un dubbio (dico che dovresti studiare di più), mentre questo non è possibile per il congiuntivo che viene usato dopo verbi che esprimono un’opinione (credo), un dubbio (dubito), una volontà (voglio) o un sentimento (spero); per quanto riguarda la scelta tra il condizinale e il congiuntivo dopo il verbo “credere”, il condizionale esprime un’opinione in maniera più gentile (credo che dovresti studiare di più) rispetto al congiuntivo (credo che tu debba studiare di più), sono comunque entrambe corrette.
A presto
Prof. Anna
Buon giorno Prof. Anna
ho dei dubbi:si deve dire: mi sarebbe piaciuta se avessi avuto voglia di venire..o se avrebbe avutovoglia..grazie tanto.
Cara Elena, sono corrette le frasi:
mi sarebbe piaciuto se (tu) avessi avuto voglia di venire; mi sarebbe piaciuto se (lui-lei) avesse avuto voglia di venire.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna,
La ringrazio per la Sua risposta. Ci sono, su questo blog, da anno e lo trovo molto utile!
Poco fa, quando sono stata in Italia, ho finalmente acquistato il vostro libro Noi Due. Devo dirLe che ne sono rimasta contenta, è un manuale veramente buono!
Grazie per esistere.
Cara Ilga, grazie per il tuo commento.
Un saluto
Prof. Anna
Gentili Professori!
Sono insegnante e ho un dubbio nelle frasi sotto:
Numero 1 – …………. cambiare la mia moto con una più grossa, ma non ne ho trovata ancora una usata a buon prezzo. Nelle chiavi viene la risposta VORREI, perché non posso usare AVREI VOLUTO.
Numero 2 – Domenica prossima (fare) ………….. questa gita con voi, ma purtroppo non potrò venirci perché sarò all’estero. Nelle chiavi viene la risposta FAREI, perché non posso usare AVREI FATTO.
Distinti Saluti
Insegnante AMBM
Cara Anete, nella frase 1 è corretto “vorrei” perché la seconda frase “ma non ne ho trovata ancora una …” ci fa capire che il soggetto della frase sta ancora cercando una moto (non ne ho trovata ancora una), quindi il verbo “volere” va al condizionale presente in quanto esprime un desiderio nel presente; mentre se per esempio la frase fosse stata “…cambiare la mia moto con una più grossa, ma poi ho non ne ho avuto la possibilità” in questo caso potevamo usare il condizionale passato perchè si tratta di un desiderio nel passato; anche nel caso della frase 2 si tratta di un desiderio nel presente.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera
Mi scusi, ma perché nel caso della frase 2 si tratta di un desiderio nel presente se ci sono i verbi “potrò e sarò ” e anche “domenica prossima” che indicano il futuro.
Grazie in anticipo per la Sua risposta.
Cara Evgenita, la gita avverrà nel futuro (domenica prossima), ma il desiderio di farla è nel presente, come nella frase: vorrei (desidero nel presente) venire con te domani (un’azione nel futuro).
Un saluto
Grazie mille
E nel esempio ” Domani verrei/ sarei venuto(a) con te , ma non potrò di sicuro perché dovrò lavorare”. Secondo Lei qual è la risposta giusta?
Grazie in anticipo
Cara Evgeniia, sceglierei il condizionale presente (verrei), si userebbe il passato se ti stessi riferendo al passato: “ieri sarei venuto con te, ma non ho potuto”.
Un saluto
Grazie )))))
Anch’io sceglierei il Condizionale presente però nel manuale Ecco! di Claudio Manella c’è scritto ” Questo tempo (il Condizionale Passato) si usa anche per indicare opportunità future che non si potranno realizzare” e come esempio ci dà “sarei venuto(a)”.
Per questo non capisco e ho ancora dei dubbi ((
Vorrei prendere il CELI 3 quest’anno ma non posso piu’ andare a scuola per stranieri,dove andavo ogni mercoledì sera.Come posso ri
solvere questo problema?Sarei grata se Lei vorrebbe aiutarmi in qu
alche modo.Dispongo di tanto tempo libero,grazie
Cara Corina, puoi utilizzare gli articoli e gli esercizi di questo blog per studiare e ripassare gli argomenti che ti interessano, se poi hai dei dubbi non esitare a scrivermi.
Un saluto
Prof. Anna
Ciao prof.anna mi figlia ha un compito e ce scritto che devo traformare le frasi al condizionale presente e al condizionale passato di questa farse:I miei compagni preferiscono l’aranciata.Grazie
GENEVIEVE CASAS
Cara Genenieve: condizionale presente: il miei compagni preferirebbero l’aranciata; condizinale passato: i miei compagni avrebbero preferito l’aranciata.
Un saluto
Prof. Anna
Vorrei ringraziarla su questo argomento,tutti i spiegazioni sono chieri. Adesso vado a scuola solo un giorno a settimana, ma vorrei studiare di piu’, pero’ per fortuna ho trovato il vostro blog che mi aiutano di imparare tanto.. Buona serata .. Chommica
Cara Prof. Anna,
Nella frase numero 6 dell’esercizio, non dovrebbe esserci il congiuntivo? “pensavo che rimanessi a cena” .
O forse si puo’ usare il condizionale perche’ quel “pensare” e’ piu’ una convinzione che un dubbio? (ero convinto che saresti venuto… )
GRAZIE!
Cara Daniela, la scelta del modo e del tempo verbale della subordinata dipende dal rapporto temporale tra la principale e la subordinata, in questo caso si usa il condizionale passato per esprimere poteriorità rispetto alla principale (pensavo), cioè un’azione futura dal punto di vista del passato; mentre il congiuntivo imperfetto (rimanessi) esprime un raporto di contemporaneità tra principale (pensavo) e la subordinata.
Un saluto
Prof. Anna
quindi scusate l ignoranza, ma; se avesse partecipato alla guerra è sbagliato?
Caro lettore, la frase che mi scrivi non è scorretta.
A presto
Prof. Anna
Gentile Professoressa Anna,
Ho letto qualcosa che non mi sembra chiaro. Percio, vorrei che me lo spiegasse per favore. Qualcuno ha scritto cosi:
Se avrei saputo prima, adesso sarei stata tanta avanzata con le mie conoscenze della lingua Italiana. La frase correta non sarebbe cosi: se sapevo prima, adesso sarei stata tanta avanzata con le mie conoscenze della lingua Italiana.? oppure se avessi saputo prima, adesso sarei stata tanta avanzata con le mie conoscenze della lingua Italiana.?
Cara Marin, la frase corretta è “se avessi saputo prima, adesso sarei ad un livello più avanzato di conoscenza della lingua italiana”; non è espresso il complemento oggetto di “avessi saputo prima” (se avessi saputo prima cosa?), se è qualcosa di cui si è già parlato, qualcosa che è noto, in italiano si usa un complemento diretto (se lo avessi saputo prima).
A presto
Prof. Anna
Cara Professoressa Anna,
Grazie per la sua risposta. Vorrei informare la professoressa che sono un uomo.
A presto
Marin,
Caro Marin, mi spiace, ma a volte non è facile capirlo solo dal nome!
Un saluto
Prof. Anna
complimenti per il blog..
Mi farebbe 10 frasi con il condizionale
Caro Stefan, prova tu a fare qualche frase con il condizionale presente e passato e poi inviamele in modo che io le possa correggere.
Un saluto
Prof. Anna
Scusate la mia intromissione mi potrebbe correggere qst frase : ”
non saprei se avrebbe gli stessi riguardi”
Mi farebbe 10 frasi con il condizionale passato
Qual è corretto, “quando è cominciato a piovere ero già tornato a casa”, o “quando ha cominciato a piovere ero già tornato a casa”
Caro Rocio, il verbo “cominciare” può avere entrambi gli ausiliari: “essere” quando è usato in maniera intransitiva (lo spettacolo è già cominciato) e “avere” quando è usato transitivamente (hai cominciato il tuo nuovo lavoro?); nel caso che mi proponi però è corretto sia usare “essere” che “avere”.
A presto
Prof. Anna
Ciao ragazzi,
e’ bellissimo qst sito.
Un bacio!
Cara Ema, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Gentile prof.ssa Anna,
vorrei farla una domanda sul dialogo. Nella seconda frase, perche’ Katia ha detto: “…, sarei venuta volentieri, …”? Si puo’ dire: “…, vorrei venire volentieri, …”?
Cordiali saluti.
Tatsuji
Caro Tatsuji, “sarei venuta” è passato, mentre “vorrei venire” è presente.
Un saluto
Prof. Anna
Gent. prof.ssa Anna,
la ringrazio per la sua risposta, ma non capisco bene perche’, in questo caso, si usa il condizionale passato per la azione futura (rispetto al presento). Non mi sembra che sia la azione futura “rispetto al passato”. Anzi, in questo caso, il condizionale passato viene usato per esprimere un desiderio, non e’ vero? Allora perche’ non si puo’ usare il condizionale presento?
Grazie molte.
Tatsuji
Caro Tatsuji, in questo caso il condizionale passato esprime un’azione che non si può realizzare sia nel presente che nel futuro; non sarebbe comunque scorretto dire “verrei volentieri” ma in questo caso significherebbe che c’è la possibilitò che questo eventi si realizzi; mentre se dico “ci sarei venuto” significa che non c’è la possibilità che questo evento si realizzi.
Un saluto
Prof. Anna
Gentlissimo prof.ssa Anna, ho capito bene la differenza.
Grazie molto.
ecco il dubbio dopo aver pronunciato la frase…il lupo promise a chi avrebbe tolto l’osso dalla sua gola una lauta ricompensa oppure …il lupo promise a chi avesse tolto …?
il lupo promise a chi avrebbe tolto l’osso dalla sua gola che gli avrebbe dato una ricompensa oppure il lupo promise a chi avesse tolto l’osso dalla sua gola che gli avrebbe dato una ricompensa? le sarei grata se sciogliesse i miei dubbi dandomi qualche spiegazione a proposito.grazie
Cara Antonella, è corretto usare il congiuntivo: il lupo promise una lauta ricompensa a chi avesse tolto l’osso dalla sua gola; in questo caso usiamo il congiuntivo per esprimere la sfumatura eventuale dell’azione.
Un saluto
Prof. Anna
gent.ma Prof.ssa,nelle seguenti frasi c è qualche errore?
-HO VISTO DELLE MELE E ne ho compratE 3
-NE HO COMPRATA UNA
-NE HO COMPRATO 1KILO
-NE ho compratI 2 kili?O ne ho comprato 2 kili?
NE è PARTIC.PRONOMINALE CON FUNZIONE DI COMPL.DI SPECIFICAZIONE ? LE CHIEDO SE è CORRETTO USARE INDIFFERENTEMENTE “HO COMPRATO” IN TUTTE LE SUDDETTE FRASI UNA SPIEGAZIONE CIRCA LA CONCORDANZA DELLA VOCE VERBALE CON IL NOME.
Cara Antonella, le frasi che mi scrivi sono corrette (ne ho comprati 2 chili), ti consiglio di leggere questo articolo sulla concordanza del participio passato: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3388
Se poi hai ancora dei dubbi, non esitare a scrivermi.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Prof.ssa
Ho un dubbio realtivo alla costruzione di un periodo.Le spiego prima ciò che vorrei dire.Ho visto uno spettacolo che mi è piaciuto tanto , l’ho rivisto e mi è piaciuto come la prima volta.Quale delle due è la forma corretta? La prima volta che ho visto questo spettacolo non pensavo CHE QUANDO L’AVREI RIVISTO mi sarebbe piaciuto come la prima volta oppure non pensavo CHE QUANDO L’AVESSI RIVISTO?E’ il rapporto temporale tra la principale e la subordinata a sancire l’opzione corretta?In questo caso credo che dovrei utilizzare il condizionale passato per esprimere il futuro nel passato infatti l’azione descritta nella subordinata,quella di guardare di nuovo lo spettacolo, è futura rispetto alla principale, giusto? Volendo rendere il periodo meno complesso, credo sarebbe corretto utilizzare il gerundio:La prima volta che ho visto questo spettacolo non pensavo che rivedendolo mi sarebbe piaciuto come la prima volta.
La ringrazio in anticipo per l’attenzione che vorrà dedicare al mio quesito.Saluti.
Caro Dario, la frase con il condizionale passato è corretta, ma anche quella con il gerundio, e, come dici giustamente anche tu, risulta meno complessa; se tu dovessi scriverla, ti consiglierei di mettere sia “quando l’avrei rivisto” e “rivedendolo” tra due virgole.
Un saluto
Prof. Anna
vorrei chiederLe la forma più corretta fra le due espressioni seguenti:
grazie per esserci venuto a trovare
grazie per essere venuto a trovarci
un saluto
Cara Wanda, sono corrette entrambe le forme.
Un saluto
Prof. Anna
ciao , se io volessi dire a qualcuno che lui o lei nel passato ha fatto una cosa che è stato sbagliato come devo dire ?
Caro Hadi, non so esattamente cosa vuoi esprimere, prova a formulare tu la frase, poi io posso correggerla e darti dei suggerimenti.
A presto
Prof. Anna
Grazie prof Anna tutto cio che publica mi è di un grande aiuto e mi piace il sito
Cara Salvina, mi fa molto piacere.
A presto
Prof. Anna
grazie per aver risposto .
Io vorrei dire ad altra persona che lui doveva fare qualcosa .
per esempio mio amico una settimana fa ha fatto un sbagliato e io lo dico che doveva fare cosi che è gousto .
Caro Hadi, non sapendo esattamente l’argomento della conversazione posso solo farti un esempio molto generico: “avresti dovuto fare così” oppure “non avresti dovuto comportarti in questo modo”.
A presto
Prof. Anna
vorrei chiederle e’ corretto dire se io starei tutto il giorno a casa mi arrabbierei molto? grazie .
Cara Elisa, la frase che mi scrivi non è corretta, si tratta di un periodo ipotetico della possibilità, quindi: se io stessi in casa tutto il giorno, mi arrabbierei molto. Ti consiglio di ripassarlo leggendo questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3565
A presto
Prof. Anna
e giusto dire se io starei tutti i giorni a casa
Questo sito è una isola dei tesori!
Sono molto felice di aver trovato.
Grazie mille.
Abito in Russia e studio italiano!
Un abbraccio forte
Cara Lilia, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Gentile Professoressa Anna
Sono corretti le due frase seguenti?
– Se fossi rimasta nel vecchio ufficio, dubito che fossi più soddisfatto o saresti più soddisfatto.
– Un anno fa ho creduto che terminerei i miei studi tra tre anni ma attualmente vedo che avro ancora tre anni.
Grazie e ciao
Manfred
Caro Manfred, è corretta: se fossi rimasta nel vecchio ufficio, saresti più soddisfatta; mentre la seconda non è corretta, ma si deve dire: un anno fa ho creduto che avrei terminato i miei studi tra tre anni.
Un saluto
Prof. Anna
ciao prof,ssa
nel dialogo di Marco e Katia , quando dice ” Ti ringrazio, sarei venuta volentieri … ” , io non capisco perche usiamo condizionale passato .
anche nella frase di Marco che dice ” Va bene, anche se mi sarebbe piaciuto farti vedere quel posto … ” , perche non usiamo il futuro interiore ?
grazie
Caro Hadi, usiamo il condizionale passato anche per esprimere un’azione futura dal punto di vista del passato; nel primo caso sarebbe stato corretto anche usare il condizionale presente, mentre nel secondo caso non sarebbe stato corretto usare il futuro anteriore perché si tratta di desiderio.
A presto
Prof. Anna
anche altra domanda :
quale è differenza fra queste due frasi ?
1. credo che dovresti studiare di piu .
2. credo che tu debba studiare di piu .
Caro Hadi, la prima frase esprime un consiglio, la seconda un’opinione personale più incisiva, entrambe le frasi sono corrette.
Un saluto
Prof. Anna
grazie mille
Salve prof. Anna,
Ho letto recentemente questa frase su un’articolo online, e mi e’ venuto un dubbio sulla forma ma non sono sicuro.
E’ corretto dire:
“Se dovrebbe esserci un giocatore ormai avvezzo alla faccia più brutta della varianza, quello dovrebbe essere Sam Trickett”.
Non dovrebbe cominciare con “Se dovesse esserci”, o sbaglio?
Salve
Caro Stefano, la tua ipotesi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Salve , si può dire. “Non perché non avessi voluto farti gli auguri ..??
Cara Martina, dipende dal contesto, ma la frase non è scorretta.
Un saluto
Prof. Anna
Salve, ho un dubbio sull’uso del condizionale. E’ corretta l’ affermazione : mi avresti inviato un messaggio!?!
Si tratta di un’azione che poteva essere eseguita nel passato ma che il diretto interessato non ha potuto o voluto fare.
Grazie
Paola
Cara Paola, la frase che mi scrivi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Cara prof. Anna io sono italiana e le tue lezioni mi servono tantissimo specialmente adesso che sono in prima superiore e stiamo ripassando questi argomenti. Baci vale
Ragazzi ho un dubbio. Nell affermazione del tipo: “mi aveva detto che mi avrebbe chiamato quando sarebbe arrivato”, è corretto l uso dei verbi??
Cara Veronica, la frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Prof. ho un dubbio. Nell affermazione del tipo: “mi aveva detto che mi avrebbe chiamato quando sarebbe arrivato”, è corretto l uso dei verbi??
proff Anna io o paura delle medie e se non sono in grado di farcela? … e se a un interrogazione vado male ?? io o paura che cosa posso fare?AIUTO
Cara Beatrice, non devi avere paura (attenzione: si scrive “ho paura”), se farai del tuo meglio andrà tutto bene.
Un saluto
Prof. Anna
proff sono sempre io ma avendo giocato e’ gerundio passato?????
Cara Beatrice, è gerundio passato.
A presto
Prof. Anna
Non vedo perché lui non avrebbe dovuto accettare o dovesse? Questo lui ha accettato di firmare un contratto. “Non vedo” è un tempo presente, per questo, può essere seguito dal condizionale passato? dato che quest’ultimo tempo richiede un passato nella subordinata?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, se la subordinata vuole esprimere posteriorità rispetto alla reggente si usa il condizionale presente: non vedo perché non dovrebbe accettare.
A presto
Prof. Anna
“Io non voglio esprimere alcuna posteriorità rispetto alla reggente”, ma un fatto già avvenuto, concluso: “Non vedo perché lui non avrebbe dovuto accettare o dovesse?”
DIstinti salui
Rico
Caro Rico, poui usare il condizionale presente: “…non dovrebbe accettare”.
Un saluto
Prof. Anna
Ma anche in questo caso sarebbe posteriore la subordinata. Lui vuole esprimere un concetto tutto al passato. Non vedo perchè non dovesse accettare…nel senso non so, sia prima che adesso, perchè non dovesse “in quel momento del passato” accettare.
Si potrebbe dire “non vedo perchè non avrebbe dovuto” ma si può dire anche “non vedo perchè non dovesse”? io vedo una leggere differenza, ovvero che nella prima significa che in quel momento non so perchè non avrebbe dovuto, mentre nella seconda non so nè prima nè adesso perchè no. Non si se mi sono spiegata bene. Ho un dubbio amletico.
Cara Elisa, la differenza sta nel rapporto temporale tra la reggente (non vedo) e la dipendente, nel primo caso c’è un rapporto di posteriorità, nel secondo di anteriorità.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno, la mia domanda si rivolge più alla forma che alla esistenza della frase “sono stata telefonata” in quanto chiara la coniugazione del verbo stesso, ma nonostante ciò io continuo a trovare la frase una espressione dialettale…. io magari sbagliando non riesco ad usarla…. ritengo più corretto dire “mi ha chiamato al telefono il Sig…. o il vostro ufficio…”.Ringrazio anticipatamente per la Vostra cortese risposta.
Caro Riccardo, non è corretta la forma “sono stata telefonata” in quanto la forma passiva è possibile solo con i verbi transitivi con il complemento oggetto espresso e “telefonare” è intransitivo, quindi è certamente più corretto dire “mi ha chiamato (o mi ha telefonato) il Sig….).
Un saluto
Prof. Anna
Te l’ho detto che lavoro facesse…. E’ una frase corretta?
Cara Chicca, potresti anche dire “te l’ho detto che lavoro faceva”.
A presto
Prof. Anna
Molto chiaro e diretto, grazie
Buonasera prof.Anna,volevo sapere se questa frase è giusta: “vorrei chiederti un favore…se per caso avresti un libro..se tu ce l’avessi,mi faresti davvero un grande favore…”
Ecco,volevo sapere se il primo “avresti”,andrebbe invece sostituito con “avessi”…E se si volesse mantenere “avresti”,andrebbe invece levato il se nella prima frase?La ringrazio tanto.
Cara Ilaria, meglio sostituire “avresti” con “avessi” come tu stessa suggerisci.
A presto
Prof. Anna
Se dovresti bere come faresti si può dire ?
Caro Francesco, la frase non è corretta, meglio: “se dovessi bere come faresti?”.
A presto
Prof. Anna
Dato che mi hai detto che avresti voluto sapere quando io svolgessi(come posteriorità)/avessi svolto(come passato) il colloquio, te lo dico, sarà il… In questa frase, dato che ancora non ho svolto il colloquio, dovrei usare “svolgessi”, o no? Anche se ci siamo parlati mesi fa…
Distinti saluti
Rico
Ottimo !!! ci sono extracomunitari che parlano molto meglio di qualche ITAGLIANO !!!
Ho risposto a tutte le domande.. penso di avere vinto solo con un pò di preparazione sopra la media !!!
Perchè se IO AVREI SBAGLIATO NON SAREBBI RIUSCITO A COMPLETARE IL TUTTO !!!!!!!! Scherzo…..si va bene è arrivata la Televisione….ma l’Italiano rimane ITAGLIANO MEDIOCRE, PREVARICATORE, QUINDI PARLANDO DI MASSA “I G N O R A N T E” anche se noi TENIMMU U MARE …TENIMMU U SOLE.
Grazie.
Buonasera. Ho un dubbio che non riesco a risolvere con le grammatiche che trovo. E’ corretto dire: “22 dicembre mostra di pittura. Chi VORREBBE parteciparvi è informato.”? Grazie!
Caro Daniele, la frase non è corretta, puoi usare o l’indicativo “chi vuole” o il congiuntivo imperfetto “chi volesse”.
A presto
Prof. Anna
Ho letto gli articoli e i vari commenti di chi mi ha preceduto e, pertanto, ringrazio la Prof. Anna per il particolare impegno profuso affinché noi poveri ignornti, e non è una battuta ma una amara consapevolezza, possiamo migliorare il nostro “italiano”.
Un caro saluto a tutti.
n.b.: se ci sono errori nel testo, cara prof. sappia che io faccio parte di quelle persone che si sento ignoranti.
Caro Giuseppe, benvenuto su Intercultura blog!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Buonasera volevo chiedere se la risp a questa domanda e’ corretta : se una persona mi chiede ? Venivo io a farti la ceretta? io però ho risp il gg dopo con : me la sarei fatta fare volentieri .grazie
Cara Lara, la frase è corretta.
A presto
Prof. Anna
“Avrei proprio voluto vedere in quale nuovo aspetto si presentava il vostro presidente della commissione…”. In questa frase, il “si presentava” è retto dal verbo “vedere” o da “avrei proprio voluto”? E come fare a capire se deve essere retto da uno o dall’altro verbo? Se retto dal verbo vedere, è corretto l’indicativo “si presentava”; invece, se retto dal verbo “avrei voluto”, è corretto il congiuntivo “si presentasse”. Le mie interpretazioni sono corrette?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la frase “in quale nuovo aspetto si presentava….” è retta dal verbo “vedere”, si può capire dal significato logico del periodo “vedere (cosa?) in quale stato …”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Per caso ho trovato questa interessante e utile lezione e ho studiato, che non ho fatto ancora, senza di fare un’errore, ma sul alcune frase ho dovuto veramente guardare bene, altrimenti avrei calpestato nelle trappole :). Intatto ho cercato alcune altre lezzione, ma ne ho trovato anche e quelle vorrei studiare ancora, che farò ancora se ho il tempo.
Con saluti cordiali dalla Olanda
Anita
“Si diceva che quell’autore (ormai defunto) avesse letto/avrebbe letto 10000 libri”. Secondo me, anche il condizionale passato è corretto, perché indica una supposizione… Ho ragione?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretto sia l’uso del congiuntivo sia del condizionale.
Un saluto
Prof. Anna
“Nessuno avrebbe pensato che saremmo arrivati in finale…”. Secondo me, è una frase corretta. Non è un periodo ipotetico. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le tue ipotesi sono corrette.
Un saluto
Prof. Anna
Il suo nome completo è per caso Anna Dallavalle?
Mi scussi, avrei biogno d un aiuto.
Poco fa mi sono ritrovata a confrontarmi via internet con un paio di ragazze su queta frase:
“Mi chiedo se avrei dovuto fare una scelta diversa”.
Loro sostengono che la frase vada scritta utilizzando il congiuntivo,ovvero: “Mi chiedo se avessi dovuto fare una scelta diversa.”
Potrei anche sbagliarmi, ma io sono convinta che la frase corretta sia la prima.
Lei cosa ne dice ?
Grzie in anticipo, Giada.
Cara Giada, nelle interrogative indirette è possibile anche usare sia il congiuntivo per sottolineare il valore dubitativo della frase, sia il condizionale per sottolineare che quanto espresso nella frase è soggetto a una condizione (anche sottintesa), in questo caso sento più il valore dubitativo quindi sarebbe corretto il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
*Mi scuso per gli errori di battitura nel messaggio precedente
Scusatemi, mi stanno scherzando perché ho detto “Se non sarei tua amica” invece dicono che è se “se non fossi tua amica” …. è sbagliato dire “non sarei?”
Cara Anna, è corretto “se non fossi”.
Un saluto
Prof. Anna
al di la se io mi piacerei di piu o meno…è corretto? però la intendo all interno di un discorso futuro che deve ancora succedere…ed è per indicare certezza
Caro Marco, dopo il -se- non è corretto il condizionale, ma bisogna usare o l’indicativo o il congiuntivo; per approfondire questo argomento ti consiglio questi articoli: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3565; http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3634
A presto
Prof. Anna
so che si dice se io mi piacessi…però coniugata ad una cosa che deve ancora succedere e usata per esprimere certezza
Caro Marco, puoi usare l’indicativo futuro, ma per esprimere certezza la particella -se- non è adatta, perché esprime un’ipotesi.
Un saluto
Prof. Anna
Prof.Anna e’ giusto dire :come faro’ ad essere io ?
grz ciaoo
Caro Luchino, la frase è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Salve prof Anna .
Sono un suo seguace.Vorrei chiederle quale frase è corretta:
1)mi sa che sono loro
2)mi sa che siano loro
E il perchè.
grazie
Caro Giorgio, è più frequente trovare il costrutto “mi sa” con l’indicativo, vorrei segnalarti questa interessante pagina che tratta proprio di questo argomento: http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/sa
A presto
Prof. Anna
Buon giorno ,quale frase ? giusta :avrei preso quella che era fidanzata?Avrei preso quella che sarebbe stata fidanzata?Avrei preso quella fosse stata fidanzata?
E perché?Grazie
Caro Stefano, è corretta la frase: “avrei preso quella che era fidanzata”.
Un saluto
Prof. Anna
buon giorno prof.
Ho sentivo questa frase in televisione:
Avrei preso quella che era fidanzata .E’ giusta?
Grazie
la frase:non avrei mai pensato che potesse funzionare.
Cosa vuol dire ?
Che in realtà ha poi funzionato?
Quando devo usarla..
Grazie
Ottimo sito.
Caro Stefano, significa che non si pensava che una cosa potesse funzionare e che poi ha funzionato.
Un saluto
Prof. Anna
Gra mille Porf.Anna sei un tesoro Ciao Buon lavoro
Un dubbio mi assale Prof:
Io non so come abbia fatto ,oppure,
Io non so come ho fatto…
Qual è giusta?
Faccio sempre confusione con il congiuntivo,in particolare quando il verbo da coniugare è alla prima persona singolare (IO)
per esempio:
credo che io abbia capito male.
Sono molti utili i suoi commenti che seguo con interesse.
Grazie
Caro Giorgio, le prime due frasi che mi scrivi sono interrogative indirette e ammettono l’uso sia dell’indicativo siael congiuntivo, quindi entrambe le forme sono corrette, mentre dopo “credo” ci vuole il congiuntivo, ma nella frase che mi scrivi (credo che io abbia capito male) il soggetto è lo stesso per la reggente e per la subordinata (io), in questi casi è più frequente la forma con l’infinito introdotto dalla preposizione -di-: credo di aver capito male
Un saluto
Prof. Anna
Dato che mi hai detto che avresti voluto sapere quando io svolgessi (posteriorità) il colloquio, te lo dico, sarà il…
E’un’ipotetica, visto che c’è la proposizione temporale “quando”…Giusto?
In questa frase, dato che ancora non ho svolto il colloquio, dovrei usare “svolgessi”, o no? Anche se ci siamo parlati mesi fa… Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, per esprimere posteriorità è necessario usare il condizionale passato: “Dato che mi hai detto che avresti voluto sapere quando avrei svolto il colloquio”, “quando” introduce una temporale in questo caso.
Un saluto
Prof. Anna
“Non farò nessuna festa, altrimenti ti inviterei/avevo invitato/avrei invitato”.
Farò (posteriorità), “avevo invitato” (anteriorità), “avrei invitato” (posteriorità; desiderio irrealizzabile), inviterei (contemporaneità). Quale tempo verbale è il più corretto? In modo formale, anche in questo caso, è più corretto utilizzare il condizionale passato? Mi farebbe capire meglio? Grazieeeee, la ringraziooo per la sua gentilezza e per i suoi INSEGNAMENTI!
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è più corretto usare il condizionale passato, in quanto indica un fatto che poteva realizzarsi nel passato, ma non è stato possibile perchè non c’erano le condizioni.
Un saluto
Prof. Anna
“Potrebbe essere che lui ci venga/viene”. Non è un’ipotetica, ma per una concordanza dei tempi corretta, sarebbe meglio utilizzare il congiuntivo, o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, dopo l’espressione “può essere che” (che esprime incertezza) è necessario il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Buon Giorno prof.Anna,grazie per gli ottimi consigli.
Leggendo un libro ho trovato la seguente frase:
mentre rifletteva se avrebbe dovuto o meno raccontargli…
Non sarebbe meglio scrivere :
mentre rifletteva se avesse dovuto o meno raccontargli…
Faccio riferimento a una sua missiva:
Dopo il -se- non è corretto il condizionale, ma bisogna usare o l’indicativo o il congiuntivo;
Dove sbaglio?
Grazie a presto
Stefano
Caro Stefano, se + condizionale è inammissibile nella protasi di un periodo ipotetico (per esempio NON è corretto: se lo vedrei, lo riconoscerei), ma è possibile quando -se- introduce un’interrogativa indiretta, come nel caso che mi sottoponi, quando l’azione è proiettata al futuro useremo il condizionale passato, quindi la frase “mentre rifletteva se avrebbe dovuto o meno raccontargli” è corretta.
A presto
Prof. Anna
Buon Giorno Professoressa Anna,più leggo più mi confondo;
la frase :
vi fu un attimo di silenzio così grande che anche la città sembrava essersi addormentata ,mi suona strana.
Dopo sembrare non occorre il congiuntivo?
Io avrei scritto :che anche la città sembrava si fosse addormentata
Mi può spiegare la differenza?
Grazie .
La seguo sempre
Caro Gio, la prima frase è corretta, solo che, essendoci identità di soggetto tra la principale e la subordinata (soggetto: la città), è possibile usare la foma implicita con l’infinito (essersi addormentata).
Un saluto
Prof. Anna
sito molto interssante.
Non capisco la frase :pensavo che sarei diventato ricco e sarei andato via.
Dopo il verbo pensare non devo mettere il congiuntivo?
Pensavo che fossi diventato ricco e sarei andato via..
Non capisco
Non devo mettere sempre il congiuntivo dopo il verbo pensare.?
Ho letto anche pensando che un giorno sarei rimasto …
Io scriverei pensando che un giorno fossi rimasta.
Come capire la differenza.
grazie
Cara Rossella, il condizionale dopo un verbo che normalmente regge il congiuntivo è possibile con le frasi ipotetiche e anche quando il condizionale indica futuro nel passato.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie prof dei suoi preziosi consigli!
Le posto un frase che mi crea un dubbio che mi toglie il sonno la notte:
sapeva come tutto cio’ fosse contrario alla tradizione.
Dopo sapeva (certezza)non ci vuole l’indicativo
Io avrei scritto:
sapeva come tutto cio’ era contrario alla tradizione.
Dove sbaglio ?
Grazie
Caro Stefano, è corretto sia l’uso dell’indicativo, che esprime certezza assoluta, sia quello del congiuntivo che usiamo se c’è un margine di dubbio o si vuol dare una sfumatura dubitativa alla frase.
Un saluto
Prof. Anna
Prof le sottopongo un mio dilemma:
Se io avessi capito a cosa lui si riferisse o si riferiva?
Grazie in anticipo e complimenti per il sito
Caro Carmelo, l’indicativo è corretto.
A presto
Prof. Anna
Salve. Una domanda anch’io:
E quando il suo viso sarebbe diventato fradicio, lei avrebbe parlato.
oppure:
E quando il suo viso fosse diventato fradicio, lei avrebbe parlato.
Qual è corretta?
Grazie
Cara Livia, è corretta la frase con il congiutivo trapassato; quando la circostanza espressa nella temporale è sentita come ipotetica si può usare il congiuntivo, in questo enunciato l’azione espressa nella reggente è posteriore rispetto a quella della temporale, in questo caso la temporale può avere il congiuntivo trapassato.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera Prof. Anna, vorrei sottoporre alla sua cortese attenzione queste frasi che non so se siano lecite o meno: stamane volevo vedere se sarebbe passato a prendermi dopo pranzo; ieri sera volevo vedere se sarebbe potuto passare a prendermi per portarmi al bar; poco fa mi chiedevo se tu settimana prossima potresti venire a ripararmi la caldaia; mi chiedevo se la settimana scorsa saresti potuto venire a predermi se tu avessi avuto l’auto. Grazie tante e buonasera.
Caro Stefano, le frasi sono corrette nei modi e nei tempi verbali, sostiutirei il verbo “volero vedere” con “voleso sapere” o “mi chiedevo se”.
Un saluto
Prof. Anna
Ribuonasera Prof. Anna, vedo che c’è un altro Stefano che scrive e quindi, d’ora in avanti, per non farla confondere mi firmerò come Stefano M. Ne approfitto x chiederle, cortesemente, se è corretta questa frase: esattamente un anno fa mi ero chiesto se tu in seguito avresti potuto fare certe cose (o se saresti stato in grado di farle), qualora te ne avessero dato opportunità. Grazie tante, arrivederci e complimenti vivissimi x gli argomenti che vengono trattati nel sito.
Caro Stefano M, la frase è corretta.
A presto
Prof. Anna
“poco fa mi chiedevo se tu settimana prossima potresti venire a ripararmi la caldaia”, (cit. di un iscritto al blog). Il futuro nel passato si dovrebbe costruire con il condizionale passato, quindi il condizionale presente “potresti” è sbagliato. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la regola che tu citi vale soprattutto per le frasi oggettive introdotte da “che”, per esempio “pensavo che la settimana prossima saresti venuto”; mentre la frase che mi scrivi è un’interrogativa indiretta introdotta da “se”.
Un saluto
Prof. Anna
Buona sera prof Anna, grazie per la risposta e però mi chiedo come mai sento dire da tanti mi ero chiesto se tu in futuro avessi potuto fare certe cose, eppure la regola parla chiaro: il condizionale passato si usa per esprimere un’azione futura dal punto di vista del passato. Grazie ancora e buona serata.
Caro Stefano, se usiamo il congiuntivo imperfetto l’azione si colloca colunque nel passato.
Un saluto
Prof. Anna
Ribuonasera,Prof Anna, mi scusi il disturbo ma prima mi son dimenticato di chiedere una cosa. Per quanto riguarda gli es. fatti in precedenza con il cond. passato,ok, non dovrei avere più dubbi, ma ne ho rigurdanti il cond. presente: è corretto dire ieri mi ero chiesto se lui domani verrebbe con me anche se non dovesse avere voglia? forse se potrebbe venire con me suona meglio, e ancor meglio usando il futuro, credo. anche se sento spesso usare il congiuntivo in questi casi. Come mi consiglia di esprimermi? grazie e buona serata.
Caro Stefano, se devi collocare l’azione nel futuro usiamo il condizionale passato, ma a volte l’imperfetto ha un valore “attenuativo”, si usa cioè per rendere più cortese una richiesta, per esempio nella frase “mi chiedevo se verrebbe (o se verrà) con me” l’imperfetto non serve tanto a collocare l’azione nel passato ma a esprimere qualcosa in maniera più attenuata, in questo caso è corretto usare il condizionale presente o il futuro. Quindi, anche nella frase “mi chiedevo se potessi aiutarmi” l’imperfetto ha valore attenuativo e il congiuntivo dà una sfumatura eventuale, ma non ha un valore di futuro nel passato.
Un saluto
Prof. Anna
“poco fa mi chiedevo se tu settimana prossima potresti venire a ripararmi la caldaia”, (cit. di un iscritto al blog). Il futuro nel passato si dovrebbe costruire con il condizionale passato, quindi il condizionale presente “potresti” è sbagliato. Giusto?
La sua risposta:”Caro Rico, la regola che tu citi vale soprattutto per le frasi oggettive introdotte da “che”, per esempio “pensavo che la settimana prossima saresti venuto”; mentre la frase che mi scrivi è un’interrogativa indiretta introdotta da “se”.
Quindi dovremmo utilizzare il condizionale presente quando c’è un’interrogativa indiretta, introdotta da “se”? E in quali altri casi, visto che quando c’è un tempo passato è normale far seguire, nella frase (il cui tempo è posteriore), il condizionale passato?
Distinti saluti, e grazie (di cuore!) per i suoi molteplici insegnamenti!
Rico
Caro Rico, se si tratta di un avvenimento che non è collocato in un futuro lontano possiamo usare il condizionel presente, per esempio: poco fa mi chiedevo se dopo potresti venire a riparami la caldaia”, al contrario è sempre meglio il condizionale passato; a volte poi capita di usare l’imperfetto per rendere più gentile una richiesta (e non come vero e proprio passato) e in questo caso il condizionale presente è corretto, per esempio: “mi chiedevo se domani ti andrebbe di uscire con me”. Forse la mia risposta precedente ti ha confuso, il condizionale passato è in linea generale usato per esprimere in futuro nel passato nella maggior parte delle subordinate.
Un saluto
Prof. Anna
faccio tutto buono
Prof. Anna,
li ringrazio per esercizio del condizionale! sono studente di italiano!
ab,
Dayres
Caro Dayres, benvenuto su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Cara prof, è corretto dire l’avrei passata a prendere ???e se è sbagliato perché??
La ringrazio anticipatamente
Cordiali saluti
Cara Roberta, non è corretto l’ausiliare di “passare” che è “essere” e non “avere”, quindi la frase corretta è: “la sarei passata a prendere”.
Un saluto
Prof. Anna
cara prof. e’ corretta la frase MI HA DETTO CHE SAREBBE VENUTA QUANDO SAREBBE STATO TELEFONATA O MI HA DETTO CHE SAREBBE VENUTA QUANDO FOSSE STATA CHIAMATA MI PUO’ INDICARE LA REGOLA ? GRAZIE
Cara Anto, la frase non è corretta, meglio dire: “mi ha detto che sarebbe venuta quando le avessero o le avesse telefonato”.
Un saluto
Prof. Anna
cara prof. e’ corretta la frase MI HA DETTO CHE SAREBBE VENUTA QUANDO SAREBBE STATA TELEFONATA O MI HA DETTO CHE SAREBBE VENUTA QUANDO FOSSE STATA TELEFONATA . MI PUO’ INDICARE LA REGOLA ? GRAZIE
Cara Prof.
é giusto … si può dire …
” ti auguro di passare un’ottima giornata ”
Ti ringrazio e un caro saluto Ivano
Caro Ivano, la frase che mi scrivi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Gentile Prof. Anna, sono un collega di lettere ed ho un dubbio che non riesco a risolvere, pur con l’ausilio di grammatiche “importanti” come quella di Luca Serianni.
Vengo al dunque. Dovendo coniugare con i tempi al passato, la seguente frase:
“Penso che, quando la RIVEDRO’, le direi tutto ciò che non le ho detto ieri”
saremmo corretti usando – nella temporale (anche se io credo che sia un’ipotetica con valore temporale, anche se potrei sbagliarmi)- il congiuntivo come in questo caso:
“Pensai che, quando l’AVESSI RIVISTA, le avrei detto tutto ciò che non le avevo detto il giorno prima”,
oppure ricorrendo al condizionale (a mio avviso, sbagliando), e cioè:
“pensai che, quando l’AVREI RIVISTA, le avrei detto tutto ciò che non leavevo detto il giorno prima.?
Grazie per l’attenzione che vorrà rivolgermi.
Caro Matteo, in realtà sono corrette entrambe le forme, se la frase ha valore ipotetico (qualora) è corretto usare il congiuntivo, mentre se il “quando” ha solo valore temporale il condizionale composto esprime futuro nel passato e l’azione non è considerata incerta.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Prof. Anna, sono un collega di lettere ed ho un dubbio che non riesco a risolvere, pur con l’ausilio di grammatiche “importanti” come quella di Luca Serianni.
Vengo al dunque. Dovendo coniugare con i tempi al passato, la seguente frase:
“Penso che, quando la RIVEDRO’, le dirò tutto ciò che non le ho detto ieri”
saremmo corretti usando – nella temporale (anche se io credo che sia un’ipotetica con valore temporale, anche se potrei sbagliarmi)- il congiuntivo come in questo caso:
“Pensai che, quando l’AVESSI RIVISTA, le avrei detto tutto ciò che non le avevo detto il giorno prima”,
oppure ricorrendo al condizionale (a mio avviso, sbagliando), e cioè:
“pensai che, quando l’AVREI RIVISTA, le avrei detto tutto ciò che non leavevo detto il giorno prima.?
Grazie per l’attenzione che vorrà rivolgermi.
Cara professoressa, ho appena letto questa frase :”mi ha detto che quando ti avessi rivista avrei dovuto comunicarti il messaggio”. A primo acchito
la frase non mi ha convinta e per questo mi sono chiesta se fosse possibile utilizzare il condizionale al posto del congiuntivo e se sì se non è preferibile utilizzarlo per non ripeterlo.
Cara Alice, utilizziamo il congiuntivo se “quando” ha valore ipotetico (se-qualora), mentre utilizziamo il condizionale composto se “quando” ha valore solo temporale per esprimere futuro nel passato, quindi sono corette entrambe le soluzioni.
Un saluto
Prof. Anna
“A me pare sempre che starei bene là dove non sono” C. Baudelaire
Sembrare e parere quindi vogliono il condizionale se è un’ipotetica?
Cara Giulia, è possibile usare il congiuntivo in una proposizione oggettiva o soggettiva se quanto si esprime è soggetto a una condizione (starei bene – a condizione di essere dove non sono).
Un saluto
Prof. Anna
Salve ! Volevo sapere è giusto dire credevo che ti fossi addormentata ?
Cara Ilaria, la frase è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
In un libro di esercizi sul condizionale ho trovato la frase : Avremmo voluto andare all’Opera ma non c’erano piu’ biglietti.
Dobbiamo dire Avremmo voluto andare o saremmo dovuti andare?
Caro C.Taylor, di norma con i verbi modali si sceglie l’ausiliare del verbo che lo segue, quindi “saremmo voluti andare”, ma nel linguaggio corrente è largamente ammesso con i verbi intransitivi che vorrebbero l’ausiliare “essere” l’uso dell’ausiliare “avere”, quindi la frase “avremmo voluto andare” non è del tutto scorretta; per ripassare questo argomento ti consiglio di leggere il seguente articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/01/10/la-scelta-dellausiliare-con-i-verbi-modali/
A presto
Prof. Anna
Gentile Prof Anna,
ho letto su un manuale grammaticale che per esprimere un’azione posteriore(futuro) rispetto alla frase principale (passata)sono giusti sia il congiuntivo imperfetto che il condizionale passato,percio la sesta domanda presente negli esercizi,la risposta puo anche essere :pensavo che tu rimanessi a cena con noi.?Ho letto sia il commento della ragazza che ha avuto lo stesso dubbio mio,ma anche la Sua risposta, Lei ha spiegato che l’uso del congiuntivo imperfetto esprime un’azione contemporanea rispetto alla frase principale ,questo mi sembra che Lei non abbia dato giusta la frase espressa col Congiutivo imperfetto.(pensavo che tu rimanessi. ..),confrontando la Sua spiegazione con quella che c’è scritto nel mio libro,mi sento molto confusa. Attendo una Sua risposta. La ringrazio.
Cara Yauanyuan, di norma per esprimere posteriorità in dipendenza da un tempo al passato si usa il condizionale passato (pensavo che saresti rimasto a cena con noi), mentre quando nella reggente abbiamo un verbo che esprime volontà o desiderio coniugato al condizionale presente o passato per esprimere contemporaneità e posteriorità usiamo il congiuntivo imperfetto (preferirei-avrei preferito che tu fossi sincero) mentre per esprimere anteriorità usiamo il congiuntivo trapassato (preferirei-avrei preferito che tu fossi stato sincero).
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Prof Anna,
innanzitutto grazie per la Sua risposta!
Ieri ho fatto un esercizio relativo alla concordanza dei tempi con il congiuntivo e il condizionale, le frasi corrette sono seguenti :
–Non sapevo che lei cambiasse casa questa settimana.
–Non sapevo che lei avrebbe cambiato casa nel mese scorso.
Nella prima frase, il congiuntivo ha espresso posteriorita usando il verbo sapere.Siceramente, avendo incontrato queste due frasi che riguarda la concordanza dei tempi,faccio ancora più fatica a comprendere l’uso del congiuntivo che esprime posteriorita ,nonostante la Sua gentile risposta. Spero che Lei possa darmi ancora qualche suggerimento. Grazie mille
Cara Yuanyuan, quando il verbo della principale è al passato (sapevo) il congiuntivo imperfetto esprime contemporaneità e il condizionale passato posteriorità, ti consiglio questi articoli di approfondimento: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/10/18/la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-1/; https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/10/31/la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-2/
A presto
Prof. Anna
Gentile Prof Anna, La ringrazio per attenzione che mi ha dimostrato, spero di riuscirci a comprendere tutto.
Buona giornata
grazie dell’aiuto!
Gentilissima prof mi dica se questa frase è corretta per favore : ” non saprei se avrebbe gli stessi riguardi”
Gentile Prof., Le chiedo se è giusto scrivere ciò: Ho notato un pò di imbarazzo quando ti ha chiesto come mai non l’avessi invitata al tuo matrimonio.
Caro Bat, la frase è corretta (si scrive:po’).
A presto
Prof. Anna
cara professoressa gentile ana.prima di tutto volevo sinceramente ringraziare voi,per questo articolo meraviglioso.grazie a voi ho capito chiaro.ho anch’io brevemente degli esempi
1sarebbe stato meglio se avrei
eperienza per fare questo lavoro.ma
comunque vorrei provare una volta.
2sarebbe meglio.se saresti venuto con noi a teatro.
3avresti fatto sbaglio se saresti in fretta.
4mi ha chiamato giulia,mi ha detto che domani sarebbe venuta qua ma non potrebbe perchè ha degli esami
5ciao ettore perché mi hai detto che saresti andato a scuola?tu sei ancora giocando!
6oh nikola mi ha telefonato regina,mi ha detto che vorebbe essere qua e vorreb passegiato con noi.
vi ringrazio professoressa ana.non lo so se questi esempi sono coretti.buona notte e ti auguro una giornata bella domani
Caro Xhuljano, le prime tre frsai sono dei periodi ipotetici e quindi dopo il “se” è necessario il congiuntivo (https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/03/15/il-periodo-ipotetico-della-realta-e-il-periodo-ipotetico-della-possibilita/; https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/03/29/il-periodo-ipotetico-dellirrealta/): 1- sarebbe meglio se avessi esperienza nel fare questo lavoro, ma comunque vorrei provare a farlo una volta; 2- sarebbe meglio se venissi con noi a teatro; 3- avresti fatto uno sbaglio se avessi avuto fretta; 4- mi ha chiamato Giulia, mi ha detto che domani sarebbe venuta qua ma non pUò perchè ha degli esami; 5- ciao Ettore, perché mi hai detto che saresti andato a scuola? Tu stai ancora giocando!; 6- Ciao Nikola, mi ha telefonato Regina, mi ha detto che vorebbe essere qua e passeggiare con noi.
A presto
Prof. Anna
Katia: Ti ringrazio, sarei venuta volentieri, ma purtroppo non posso, ho già preso un altro impegno.
Bat: Ti ringrazio, verrei volentieri, ma ……
Caro Bat, le due frasi sono corrette.
Un saluto
Prof. Anna
Ciao a tutti.ciao professoressa.mentre vedevo quest’articolo sul condizionale passato mi sorgono delle domaende.perche vorrei sapere come lo uso più buono il futuro al passato.Essendo che ho visto gli vostri esempi ho potuto capire ma no pienamente.Vorrei provare a fare degli esempi anch’io e tu cara professoressa mi dici se sono sbagliato.
1la domenica prossima avrei vinto il gioco se anche tu saresti venuto con me.
2lo sapevo che saresti andato da tuo zio e per questa non ho passato da tua casa.
3Marco mi ha detto che il mese prossimo sarebbe venuto al mare con noi ma purtroppo ha degli esami
4lo sapevo e ti dicevo ieri che i ladri sarebbero fuggito ma tu non credevi .
5teresa,ha telefonato e ha detto,che il suo bambino sarebbe natto a dicembre in polonia ma adesso il suo findanzato ha pensato per andare in italia.
6il martedi prossimo sarebbe venuto robero ma non sarebbe essere possibile perche è morto il suo padre.
Professoressa ana vi prego vorrei sapere se ho usato in maniera giusta il futuro al passato nel condizionale passato.ti ringrazio professoressa ana.
Caro Daniele, ecco le tue frasi corrette:
1- domenica prossima avrei vinto il gioco se anche tu fossi venuto con me (periodo ipotetico dell’irrealtà);
2- lo sapevo che saresti andato da tuo zio e per questo non sono passato da casa tua;
3- Marco mi ha detto che il mese prossimo sarebbe venuto al mare con noi ma purtroppo ha degli esami (era corretta);
4- lo sapevo e ieri ti ho detto che i ladri sarebbero fuggiti ma tu non ci credevi;
5- Teresa ha telefonato e ha detto che il suo bambino sarebbe nato a dicembre in Polonia ma adesso il suo findanzato ha pensato di andare in Italia.
A presto
Prof. Anna
Lo trovato molto utile per migliorare l’italiano. Grazie!
buonasera a tutti e sopratutto la nosra prof anna.voglio sapere perche diciamo in questo caso:avrei voluto comprare quel vestito e non possiamo dire volevo comprare quel vestito?.
Caro Younes, il condizionale passato ci serve per esprimere un fatto che avrebbe potuto realizzarsi nel passato, ma non è stato possibile perché non c’erano le condizioni: “avrei voluto comprare quel vestito (desiderio nel passato), ma era troppo caro (condizione a causa della quale il desiderio non si è potuto realizzare); ma la frase che tu mi scrivi con l’imperfetto non è scorretta.
Un saluto
Prof. Anna
“Dopo quell’evento ero convinta avessero cambiato idea,invece sono rimasti dello stesso parere.”
Oppure: “avrebbero cambiato idea”?
D’istinto in un messaggio ho usato la prima forma,ma ora ho il dubbio che sia corretta l’altra….Se il verbo della principale fosse stato “credere, pensare, sperare” o simili? Le chiedo,gentilmente, di rispondere a questi dubbi.. Grazie.
Cara Rossella, sono corrette entrambe le frasi che mi scrivi, quella con il congiuntivo trapassato esprime un rapporto di anteriorità rispetto alla principale, mentre quella con il condizionale passato esprime un rapporto di posteriorità, questo vale anche nel caso ci fossero stati glia altri verbi che mi hai indicato. Per ripassare la concordanza dei tempi con il congiuntivo ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/10/18/la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-1/
A presto
Prof. Anna
Non vedevo che si trattava di… ,oppure: non vedevo che si trattasse di…
Qual’è la firma giusta
“Non vedevo che si trattava di…” oppure “non vedevo che si trattasse di …”
Qual’è la forma giusta?
Cara Loredana, è corretto usare l’indicativo, attenzione: si scrive “qual è”.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna, in relazione a “è venuta mia madre/sarebbe venuta mia madre”, quale delle due frasi è giusta e perché?
Tenga conto che la persona che ha deciso di restare al letto non sapeva che sarebbe venuta la madre.
Grazie.
Giunto in camera, ho deciso di restare a letto ma da lì a poco è venuta mia madre a chiamarmi e mi sono dovuto alzare.
Giunto in camera, ho deciso di restare a letto ma da lì a poco sarebbe venuta mia madre a chiamarmi e mi sono dovuto alzare
Caro Doxos, è corretto usare il passato prossimo.
A presto
Prof. Anna
perdonate l’ignoranza ma, ho un grosso dubbio:
chiesi a lei, dove e con chi, avesse trascorso quei giorni
oppure
chiesi a lei, dove e con chi, avrebbe trascorso quei giorni
Caro Giorgio, entrambe le frasi sono corrette, ma, nella prima, il verbo “avesse trascorso” esprime anteriorità rispetto alla reggente “chiesi”, quindi: “chiesi (ieri) a lei dove e con chi avesse trascorso (il giorno prima-nel passato) quei giorni; mentre nel secondo caso il verbo “avrebbe trascorso” esprime posteriorità rispetto alla reggente “chiesi”, quindi: “chiesi (ieri) dove e con chi avrebbe trascorso (domani-in futuro) quei giorni”. Non è invece corretta la posizione della virgola in entrambe le frasi, è da eliminare la virgola dopo il “chi”. Per approfondire laconcordanza dei tempi con il congiuntivo, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/10/18/la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-1/
Un saluto
Prof. Anna
Gent.ma Prof. Anna,
grazie per il preziosissimo aiuto.
Giorgio
Gent.ma Prof.ssa Anna,
Complimenti per il blog. Avrei una domanda: nel secondo capitolo dei “Promessi Sposi” c’è la frase “Don Abbondio in vece non sapeva altro ancora se non che l’indomani sarebbe giorno di battaglia;”. Mi chiedo se non sarebbe più corretto dire “Don Abbondio in vece non sapeva altro ancora se non che l’indomani sarebbe stato giorno di battaglia;
Grazie!
Un cordiale saluto
Caro Domaenico, è sempre necessario contestualizzare la lingua: si tratta di un testo letterario del 1800 ed è quindi corretta la frase.
Un saluto
Prof. Anna
Grazia prof. Anna!
Un affettuoso saluto
salve, grazie infinite. Le scrivo dall’Iran.
Saluti
Caro Ali, benvenuto su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof.Anna
Salve prof. Anna,
Ho un tremendo dubbio che mi assale,e per colpa di quest’ultimo sono addirittura entrato in conflitto con un amico.
Mi saprebbe cortesemente dire se la frase è corretta?
“Lo avrei lasciato io appena lo avrei visto dal vivo.”
Come ultima cosa,voglio dirle che il suo blog è molto completo e istruttivo.
Mille grazie anticipatamente.
Caro Nicolas, non è corretto l’uso del condizionale passato “avrei visto” dopo “appena”, quando “appena” introduce una frase che ha un valore eventuale oltre che temporale, è necessario usare il congiuntivo: “lo avrei lasciato io appena lo avessi visto dal vivo”.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
scusi prof. anna,ma “APPENA ” in questa frase non puo’ indicare ” NEL MOMENTO IN CUI”?
DUNQUE CHIEDO: SI PUO’ USARE ANCHE IL CONDIZIONALE?
Cara Antonia, se la congiunzione “appena” ha un valore temporale sarà seguita dall’indicativo, se invece ha un valore eventuale sarà seguita dal congiuntivo, è quindi scorretto usare il condizionale.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof. Anna vorrei sapere se è corretto dire:”Domani saprò quello che avranno fatto finora” e se vi sono delle sottili sfumature che differenziano questa frase da quest’altra:”Domani saprò quello che hanno fatto finora”. Tiringrazio anticipatamente per le tue delucidazioni. Isabella
Cara Isabella, nella prima frase il futuro anteriore è usato al posto del passato prossimo per esprimere una supposizione, conferisce quindi una sfumatura dubitativa alla frase, cosa che non accade nella frase col passato prossimo.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se, al giorno d’oggi, ha ancora senso usare il termine “codesto” per definire qualcosa o qualcuno che si trova vicino alla persona con cui stiamo parlando o se la parola è caduta ormai in disuso. Ti ringrazio. Sergio
Caro Sergio, nell’italiano letterario e nell’italiano parlato in Toscana esiste, accanto a “questo” e “quello”, il dimostrativo “codesto”, che indica qualcosa situato lontano da chi parla e vicino a chi ascolta. Nella lingua d’uso comune, scritto e parlato, “codesto” viene oggi sostituito di volta in volta da “questo” o “quello”. Al di fuori dell’uso letterario e regionale, “codesto” si usa nel linguaggio burocratico per indicare l’ente o l’ufficio a cui ci si rivolge per iscritto.
A presto
Prof. Anna
Cara prof. Anna, una lingua tanto bella quanto complicata la nostra!
Dopo aver trovato molti “piccoli” aiuti sparsi,
volevo richiederne uno direttamente.
Nella frase “Ho pensato spesso a quello che avrei potuto dirti nel momento in cui ti avrei rivisto” l’uso del secondo condizionale passato è corretto oppure è più giusto dire “nel momento in cui ti avessi rivisto”?
Da quello che ho potuto capire dalle altre risposte credo ci voglia il congiuntivo, ma sembra così poco orecchiabile!
Grazie per la pazienza e gli aiuti che fornite,
utilissimi non solo ai non-italiani!
Un saluto
Danny
Caro Danny, entrambe le frasi sono corrette, il condizionale passato esprime un’azione nel futuro (futuro nel passato), ma esprime anche la certezza che l’azione avverrà; il congiuntivo imperfetto invece conferisce un senso ipotetico alla frase, non abbiamo la certezza che quello che è espresso dal verbo al congiuntivo avverrà, è un’eventualità (qualora ti avessi rivisto).
Un saluto
Prof. Anna
salve prof.
nella seguente frase “…se avrebbero dovuto saperlo,non lo stabilisci tu!!! va bene il condizionale ???
grazie
Cara Antonia, il condizionale passato in questo caso non è corretto, meglio dire “se dovevano saperlo, non lo stabilisci tu!”.
Un saluto
Prof. Anna
L’esercizio l’ho fatto assolutamente senza un errore. Grazie. Silvia della Slovacchia.
Cara Silvia, complimenti per l’ottimo risultato!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Grazie mille per le lezioni!
Ma aggiungerei a questa che il condizionale passato si usa di solito in una frase secondaria gramaticalmente perché riguarda il verbo in passato della frase principale. Forse sono sbagliata, ma questo è una mia conclusione.
Cara Triksia, la tua considerazione è corretta ed è proprio quello che è riportato nell’articolo: “il condizionale passato si usa per esprimere un’azione futura dal punto di vista del passato”.
A presto
Prof. Anna
Trovo molto istruttivo il vostro sito e vorrei poter esporre anch’io alla prof.ssa Anna i miei dubbi.
Caro Adriano, benvenuto su Intercultura blog. Puoi espormi i tuoi dubbi quando vuoi, sarò felice di risponderti.
A presto
Prof. Anna
Ti espongo queste due frasi:1) se Mario mi dicesse che io debba fare una certa cosa(adesso), avrei dovuto farla(già), dovrò farla(in seguito) 2) se Mario mi avesse detto che avrei dovuto fare una certa cosa( sia per la contemporaneità che per l’anteriorità e posteriorità rispetto al momento dell’affermazione di Mario) specificando eventualmente la posizione temporale con affermazioni del tipo: prima, dopo, contestualmente.Sono espressioni corrette? Inoltre è possibile il più sbrigativo: se Mario mi dicesse che devo, mi avesse detto che dovevo?Ti ringrazio per l’attenzione e ti saluto cordialmente. Adriano
Caro Adriano, il primo periodo che mi scrivi è un periodo ipotetico della possibilità e ha quindi la protasi con il congiuntivo imperfetto e l’apodosi al condizionale presente: “se Mario mi dicesse che devo fare una certa cosa, dovrei farla”, il secondo invece è un periodo ipotetico dell’irrealtà e ha la protasi con il congiuntivo trapassato e l’apodosi al condizionale semplice se esprime una conseguenza non realizzata nel presente: “se Mario mi avesse detto che avrei dovuto fare una certa cosa, (ora) dovrei farla; oppure al condizionale passato se esprime una conseguenza non realizzata nel passato: “se Mario mi avesse detto che avrei dovuto fare una certa cosa, avrei dovuto già farla”; è corretto dire “se matio mi dicesse che devo” e “se Mario mi avesse detto che dovevo”.
Un saluto
Prof. Anna
Ti ringrazio per la spiegazione e ti pongo ancora delle domande, sperando di non risultare troppo pressante. “Mario mi disse che avrei incontrato la donna della mia vita proprio nel momento in cui avrei (o avessi) suonato il piano”(mi rifaccio alla frase di un film) e ancora: ” La fine che avrei fatto se avessi incontrato un leone sarebbe dipesa da quanta fame avrebbe( o avesse)avuto l’animale.
Caro Adriano, nel primo periodo è corretto usare sia il congiuntivo sia il condizionale, con una differenza di significato: la frase col condizionale ha un valore temporale, c’è la certezza che il fatto accadrà, la frase col congiuntivo ha un valore temporale-condizionale, non c’è nessuna certezza, c’è la possibilità che il fatto avvenga. Nel secondo periodo è corretto usare il condizionale passato che esprime posteriorità.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna, ho sentito una frase alquanto strana e piena di strafalcioni che ho cercato di riordinare, ma con alcuni dubbi. Ti sarei grato se tu me li volessi fugare. Grazie e un caro saluto. Adriano
La frase è questa:” Costoro avrebbero dovuto sapere che se avessero dato il via ad un’azione che si fosse(o si sarebbe)conclusa dopo che essi fossero(o sarebbero) morti, ciò che avessero (o avrebbero) fatto non avrebbe portato loro alcun vantaggio”
Caro Adriano, il periodo è complesso e risulta un po’pesante. I primi due congiuntivi sui quali hai dei dubbi sono corretti, nell’ultimo caso è invece corretto il condizionale passato.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se l’ espressione 1) “commettere un errore A fare una certa cosa” ha un significato diverso rispetto alle espressioni 2) “commettere un errore NEL fare una certa cosa” o 3) ” commettere un errore FACENDO una certa cosa”, Secondo me la 1) ha a che fare con l’ aver sbagliato a scegliere una situazione di base ( per es. ” ho commesso un errore A fare il compito di matematica” significa che non dovevo farlo, dovevo starmene a casa perchè ero impreparata), invece la 2) e la 3) hanno a che fare con uno sbaglio di direzione nella gestione della sitazione di base ( per es. ,dato per scontato che ho fatto bene a fare il compito di matematica, ho commesso però un errore di calcolo MENTRE lo facevo). Questa mia interpretazione è corretta o no ? Grazie. Rebecca
Cara Clara, tutte le espressioni che mi scrivi possono significare sia “comportarsi in modo non giusto, non adatto” (nel caso in questione: non avrei dovuto fare il compito di matematica) sia “operare in maniera errata” (ho commesso un errore di calcolo nel compito di matematica) e in entrambi i caso possono essere seguite da “a” + infinito o “in” + infinito e anche dal gerundio.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, pur non essendo un amante dei panegirici, mi sento in dovere di dirti che tu, nell’ arco di alcuni mesi, mi hai portato ad un dominio della sintassi che prima non mi apparteneva. Desidero, pertanto, ringraziarti per avermi permesso di raggiungere questo risultato. Adriano
Caro Adriano, mi fa davvero piacere e ti ringrazio per aver condiviso queste parole. Complimenti per il tuo impegno e i per i risultati raggiunti.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara Anna, ho sentito che affermazionI del tipo:” Non so se ti possa piacere”, “Non so se ti convenga partire”, “Non so se ne possa valer la pena” ecc. sono scorrette perchè, essendo delle interrogative indirette, richiederebbero il condizionale e quindi andrebbero sostituite da frasi come: “Non so se ti piacerebbe”, ” Non so se ti converrebbe partire”, “Non so se potrebbe valerne la pena” ecc., cioè da frasi la cui componente verbale sia riproponibile nella forma diretta, es. “ti piacerebbe?”, mentre non potrei certo dire ” ti possa piacere?”Ti risulta che tutto ciò sia vero? Le prime tre frasi spossono essere considerate corrette? Inoltre l’espressione: “Al di là del fiume” è veramente scorretta? E’ vero che si deve tassativamente dire:”Di là dal fiume”. Sinceramente mi sembra strano perchè un qualcosa sarà al di là DI qualcosa d’atro, non di là DA esso. Ti ringrazio e ti invio cari saluti. Adriano
Caro Adriano, il verbo nelle interrogative indirette può essere all’indicativo, al condizionale o al congiuntivo, quindi le prime tre frasi si possono considerare corrette. Per ripassare la scelta del modo verbale in questo tipo di proposizioni ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2009/11/26/uso-dellarticolo-determinativo/. L’espressione “al di là del fiume” è corretta, “al di là” è una locuzione avverbiale e significa “di là da un luogo”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, sento spesso dire, anche da persone di cultura, frasi del tipo: ” Una situazione dove…”, “Un’ epoca dove…” ecc. Secondo me il ” dove” dovrebbe essere usato solo in rapporto ad un luogo( un luogo dove…, in Italia dove….ecc.), mentre negli altri casi si dovrebbe usare l’espressione ” in cui”( una situazione, epoca in cui…). Vorrei sapere se quello che dico è giusto. Ti ringrazio. Adriano
Caro Adriano, è possibile usare “dove” anche nei casi in cui il luogo è figurato (una situazione, un’epoca, un discorso).
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna,ti pongo due quesiti: “Mi hanno detto ieri che avrei dovuto chiamare oggi per sapere quando( o se)SONO pronti gli esami.” Quel SONO è corretto? Inoltre è possibile dire: ” Telefonami quando arrivi.” o si deve assolutamente dire ” quando arriverai.”? Grazie. Adriano
Caro Adriano, la prima frase è corretta, ovviamente si potrebbe usare il futuro “quando saranno pronti”, lo stesso vale per la seconda frase, che è comuque corretta anche così.
Un saluto
Prof. Anna
Vorrei sapere se queste due frasi sono entrambe corrette al fine di proiettare l’azione della dipendente al passato rispetto a quel “disse”:” Egli mi disse che era bene che io avessi agito in quel modo” e”Egli mi disse che era stato bene che io agissi in quel modo”: Ti ringrazio. Isabella
Cara Isabella, se vuoi che entrambe le dipendenti abbiano un rapporto di anteriorità rispetto alla loro reggente, dovrai dire “egli mi disse che era stato un bene che avessi agito in quel modo”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, mi sono spiegata male. “Egli mi disse che era bene, era opportuno(contemporaneità fra “disse” ed “era opportuno”) che (in passato rispetto al “disse” e all’ “era opportuno”) avessi agito in un certo modo”. E’ corretto? Grazie per la pazienza. Isabella
Cara Isabella, il periodo che mi scrivi è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Ti ringrazio per il chiarimento.Nel caso mi si presentassero altri dubbi di natura sintattica, mi farò ancora vivo. Cordiali saluti. Adriano
Cara Anna, ti sarei grato se tu mi chiarissi un dubbio relativo a questa frase:” Io credevo che tu dovessi aver già fatto” e, aggiungo io, “io sapevo che tu dovevi aver già fatto”. Tu dici che, per rendere la anteriorità rispetto al momento in cui io credevo o sapevo ci si deve esprimere così:”Io credevo che tu avessi dovuto aver già fatto” e, presumo,”io sapevo che tu avevi dovuto aver già fatto”. A me sembra che la anteriorità sia già espressa da quel “avessi dovuto ” e da quel ” avevi dovuto” e che il successivo” AVER GIA’ fatto”diventi una sorta di anteriorità dell’anteriorità. Quindi il “dovessi aver già fatto” o “dovevi aver già fatto” li sento già come una anteriorità rispetto a quel “credevo” e a quel”sapevo”. Non intendo di certo contestarti, sicuramente avrai ragione tu, ma mi farebbe piacere capire meglio la questione. Ti ringrazio anticipatamente per la tua pazienza e cortesia. Adriano
Caro Adriano, il tuo ragionamento è del tutto plausibile e la mia risposta non è stata del tutto precisa. Tutto dipende da quale verbo vuoi che esprima il rapporto temporale di ateriorità, se questa funzione è attribuita al verbo “dovere” quest’ultimo (in dipendenza da un tempo passato) dovrà essere al trapassato (congiuntivo o indicativo) e poi può essere seguito anche da un infinito presente “credevo che tu avessi dovuto già fare”, se invece ad esprimere anteriorità è l’infinito quest’ultimo sarà al passato “credevo che tu dovessi aver già fatto”, entrambe le costruzioni sono corrette. A presto Prof. Anna
Cara Prof. ssa Anna, ti ringrazio per la sollecita ed esauriente risposta. Adriano
Cara prof.Anna, ho sentito questa frase:”Non si deve dire queste parole”. Ho fatto notare che sarebbe stato preferibile dire:”Non si devono dire queste parole”. Mi è stato risposto che anche la prima frase è corretta perchè starebbe per “una persona(educata)non dovrebbe dire queste parole”. Vorrei sapere da te se la prima frase citata è totalmente scorretta o può essere accettata. Grazie e a presto. Adriano
Caro Adriano, la prima frase non è corretta, ma è corretta la seconda in quanto abbiamo il complemento oggetto espresso (queste parole), il complemento oggetto nella forma passivante diventa il soggetto del verbo che quindi si accorda con esso (in questo caso plurale) e quindi si tratta di una forma passivante (queste parole non devono essere dette) e non impersonale, se il complemento oggetto non fosse esplicitato sarebbe possibile avere una forma impersonale per esempio: “non si deve parlare in questo modo”. Per approfondire la differenza tra -si- impersonale e -si- passivante ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/05/24/usi-e-funzioni-della-particella-si/.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ho letto questa frase: “Miriam mi disse che Matteo sarebbe venuto”, in un contesto in cui era chiaro che Matteo non era ancora venuto, ma lo si stava attendendo. Il condizionale passato, quindi, definiva un’azione posteriore rispetto alla reggente ma non anteriore rispetto al presente, perchè doveva ancora concludersi. In questi casi si può usare il condizionale passato o è preferibile cambiare strategia espositiva dicendo, per es. : ” Miriam mi disse che Matteo aveva promesso di venire.” ?Ti ringrazio per l’attenzione. Adriano
Caro Adriano, il condizionale passato in dipedenza da un verbo al passato esprime un’azione avvenuta nel futuro rispetto all’azione avvenuta nel passato espressa dal verbo della reggente e quindi anteriore rispetto al momento presente (il futuro nel passato), quindi la frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti pongo subito un quesito. Vorrei sapere se queste frasi sono corrette: 1) Se nel contratto FOSSE SCRITTO che tu debba (o devi) fare ecc.(contemporaneità rispetto alla firma del contratto). 2)Se nel contratto FOSSE SCRITTO che tu dovrai fare ecc.(posteriorità).3)Se nel contratto FOSSE SCRITTO che tu dovevi fare ecc.(anteriorità) (es. dovevi aver preso la laurea prima della firma del contratto per godere di una donazione). Inoltre 4) Se nel contratto FOSSE STATO SCRITTO che tu dovessi(o dovevi) fare ecc.(contemporaneità rispetto alla firma del contratto).5) Se nel contratto FOSSE STATO SCRITTO che tu avresti dovuto fare ecc.(posteriorità). 6) Se nel contratto FOSSE STATO SCRITTO che tu avessi dovuto fare ecc.(anteriorità). In entrambi i casi di anteriorità(3 e 6) è possibile usare il condizionale passato(avresti dovuto)? So che questo tempo proietta verso il futuro, ma in questi due casi mi suona molto bene e poi si dice pure: ” Non avresti dovuto dirlo”, riferendosi al passato. Ti ringrazio anticipatamente per la tua risposta e ti saluto con simpatia. Isabella
Cara Isabella, le frasi che mi scrivi sono corrette con il verbo “dire” all’indicativo e non al congiuntivo (se nel contratto fosse scritto che tu devi), nella 6: “se nel contratto fosse stato scritto che avevi dovuto fare” Il condizionale passato non si può usare per esprimere anteriorità, ma per esprimere posteriorità in dipendenza da un verbo al passato, per questo ha la funzione di esprimere un futuro nel passato.
Un saluto
Prof. Anna
Ti ringrazio per l’esauriente risposta. A questo punto vorrei sapere se frasi del tipo:” Non avresti dovuto farlo, dirlo ecc.” sono corrette, visto che, anche in questo caso, il condizionale passato è usato per proiettare l’azione verso il passato e non verso il futuro. Si deve forse dire:” Era bene che tu non lo facessi”? Dove vivo io anche persone di cultura dicono tranquillamente:” Non avresti dovuto farlo, dirlo ecc.” Forse si tratterà di un malvezzo regionale. Grazie ancora per la tua cortesia e pazienza. Isabella
Cara Isabella, il condizionale passato esprime comunque un’azione avvenuta nel passato, in dipendenza da un tempo futuro esprime un’azione futura ma sempre nel passato (in presenza di una reggente con il verbo al passato la dipendente al condizionale passato esprime un’azione futura rispetto al momento passato espresso dal verbo della reggente ma temporalmente collocata nel passato rispetto al momento presente), quindi è corretto dire “non avresti dovuto farlo”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, è possibile dire “io credo che lui(in passato) fosse pazzo”? E’ lo stesso che dire” credo che lui sia stato pazzo” Inoltre ” gli chiesi con chi fosse andato” oppure “gli chiesi con chi era andato”. Un’ultima cosa. Dopo i due punti e le virgolette è bene iniziare con la maiuscola o la minuscola? Grazie mille.Isabella
Cara Isabella, la frase con il congiuntivo imperfetto è corretta. Usiamo questo tempo verbale per esprimere anteriorità in dipendenza da un presente quando l’azione esprime una condizione nel passato o un’azione con valore durativo. Il congiuntivo passato esprime anch’esso anteriorità ma con una sfumatura un po’ diversa di significato, in questo caso l’azione ha avuto un inizio e una fine, non viene evidenziato il valore durativo dell’azione (https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/10/18/la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-1/). Nelle interrogative indirette (gli chiesi con chi fosse/era andato) è corretto usare sia il congiuntivo sia l’indicativo (https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/11/05/la-frase-complessa-le-interrogative-indirette-seconda-parte/). Per quanto riguarda l’ultima domanda, se intendi come iniziare un discorso diretto, è corretto usare la lettera maiuscola.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, mi ha fatto molto piacere ricevere la tua risposta sia per il contenuto sia perchè temevo di non sentirti fino a settembre. Se non ti dispiace ti faccio ancora una domanda. Ho sentito che nelle frasi tipo:” Io sono voluto andare al mare”, “Io sono potuto tornare”ecc.,c’è anche la possibilità di usare l’ausiliare avere se si vuol dare maggior forza all’azione del verbo servile, quindi:”Io ho voluto andare al mare” ecc. E’ vero? Grazie mille. Isabella
Cara Isabella, quando il verbo servile è seguito da un verbo intransitivo può avere come ausiliare sia “essere” sia “avere”. Puoi continuare a scrivermi e a pormi i tuoi dubbi anche durante l’estate.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna vorrei sapere se queste due frasi che ti esporrò sono sintatticamente accettabili. ” Mario mi disse che Maria AVREBBE AVUTO un figlio a Maggio”. Il figlio è già nato, poniamo di essere a Luglio, mentre l’affermazione di Mario risale a Gennaio. “Mario mi disse che Maria AVRA’ un figlio a Maggio”. In questo caso il bambino non è ancora nato. Mario fa l’affermazione a Gennaio ma io la commento a Marzo, quindi prima che il bambino nasca. E’ corretto l’ uso di quel condizionale passato e di quel futuro nei due diversi contesti? Grazie. Isabella
Cara Isabella, per esprimere posteriorità in dipendenza da un verbo al passato (mi disse) è corretto usare sia il condizionale passato sia l’indicativo futuro. Per ripassare la concordanza dei tempi con l’indicativo, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/06/01/approfondimento-la-concordanza-dei-tempi-con-lindicativo/.
A presto
Prof. Anna
Grazie per la risposta. Approfitto per chiederti se è corretto dire:”E’ più freddo di quel che pensavo o di quanto pensassi”
Ancora grazie. Isabella
Cara Isabella, sono corrette entrambe le frasi.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se questa frase è corretta:”Essi volevano sottrarli alla loro follia per IMPORGLIENE una( follia) di diverso tipo”, Quel NE è corretto o meno? A me suona bene, ma rgionando mi pare che sia pleonastico e che sarebbe più corretto dire:”Per imporgli( o imporre loro) una di diverso tipo. Attendo una tua risposta. Grazie. Isabella
Cara Isabella, nella frase che mi scrivi l’uso di “ne” è corretto (imporgliene).
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere quale di queste due frasi è giusta :1) “Domani gli dirò che non voglio più vederlo” oppure 2)” Domani gli dirò che non vorrò più vederlo.” Grazie. Isabella
Cara Isabella, sono corrette entrambe le frasi, il presente indicativo può essere usato al posto del futuro, soprattutto se la frase comprende un averbio o un’altra determinazione temporale.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, forse sono una allieva poco recettiva e proprio per questo non ho capito bene un punto. Ho visto che tu hai dato come corrette affermazioni del tipo: ” QUANDO AVREI SUONATO IL PIANO” nella frase”Mario mi disse che avrei incontrato la donna della mia vita quando avrei suonato il piano” e “QUANDO MI AVREBBE INCONTRATO” nella frase”la mia fine sarebbe dipesa dalla fame che il leone avrebbe avuto quando mi avrebbe incontrato”: Quindi hai dato per corretto l’uso di QUANDO + CONDIZIONALE PASSATO. Poi hai detto che è scorretto “QUANDO LO INCONTREREI” nella frase “la mia fine dipenderebbe dalla fame che il leone avrebbe quando lo incontrerei” e hai consigliato” QUANDO LO INCONTRERO’ “; dando quindi per errato il QUANDO+CONDIZIONALE PRESENTE. Vorrei capire perchè è concesso QUANDO+ CONDIZIONALE PASSATO e non QUANDO + CONDIZIONALE PRESENTE. Ti ringrazio infinitamente per la tua disponibilità. Isabella
Cara Isabella, in dipendenza da un tempo passato il condizionale passato serve a indicare un rapporto di posteriorità rispetto al tempo passato della reggente, mentre in dipendenza da un tempo presente questa funzione è affidata al futuro e non al condizionale presente, per questo ti ho segnalato quelle due possibilità come corrette.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ho letto in un libro di latino questa frase: ” Ortensio amò tanto una murena che, quando questa morì,SI DICE che egi piangesse,” Questa contemporaneità fra il “piangesse” e il ” si dice” non mi convince. Io direi ” abbia pianto” o anche “avesse pianto”. Ho ragione? Oppure è meglio usare l’ ” avesse pianto” ESCLUSIVAMENTE in rapporto a un ” SI DISSE” ( cioè: ” Ortensio amò tanto una murena che, quando questa morì,SI DISSE che egli avesse pianto.”) ? Ti ringrazio. Isabella
Cara Isabella, la tua osservazione è corretta, per esprimere anteriorità rispetto a “si dice” si dovrebbe usare il congiuntivo passato “abbia pianto”, ma è possibile usare anche il congiuntivo imperfetto se l’azione ha un valore durativo, se invece ci fosse il passato remoto “si disse” il congiuntivo trapassato “avesse pianto” esprimerebbe anteriorità.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, se, per dare valore durativo alla frase, anzichè dire ” credo che quella persona FOSSE ammalata da piccolo”, dicessi “credo che quella persona SIA STATA SEMPRE ammalata da piccolo”, commetterei un errore oppure quel SEMPRE equiparerebbe le due frasi sul piano del significato? Srivendo questa frase mi è venuto un altro dubbio : ” E’ giusto dire PERSONA AMMALATA DA PICCOLO o si deve dire PERSONA AMMALATA DA PICCOLA( ammettiamo che sia un maschio)? Grazie. Isabella
Cara Isabella, la soluzione che proponi è corretta, è necessario usare “da piccola” perché si accorda a “quella persona”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, nella frase ” è stato bello il viaggio o sarebbe stato meglio vedere i tuoi amici o , magari, andare in pizzeria e poi al cinema ?” il punto di domanda è stato usato correttamente? Oppure, come sto facendo adesso, è d’obbligo spezzare la frase in modo che ogni domanda abbia il suo punto interrogativo? Grazie. Isabella
Cara Isabella, sarebbe meglio che ogni frase avesse il punto interrogativo.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, riprendo una domanda che ti è già stata fatta, modificandola un po’.1) “Se tu avessi incontrato un leone, che fine avresti fatto?” In questo caso è ovvio che l’incontro non è mai avvenuto.2) “Se tu incontrassi un leone, che fine faresti?” Qui l’incontro è teoricamente possibile. Risposta alla prima domanda: “La mia fine sarebbe dipesa dalla fame che il leone avrebbe avuto quando lo avessi (o lo avrei) incontrato. Risposta alla seconda domanda: “La mia fine dipenderebbe dalla fame che avrebbe il leone quando lo incontrassi (o incontrerei)”. Vorrei sapere se è corretta l’espressione fra parentesi o l’altra.
E ancora:” Io credevo che tu dovessi aver già fatto ciò”. (Posteriorità). E’ questa una espressione accettabile?
Ti ringrazio molto per l’aiuto. Alessandra
Ho sbagliato, volevo dire “anteriorità”. Grazie. Alessandra
Cara Alessandra, nella prima frase il congiuntivo imperfetto è corretto se la frase temporale assume anche un valore condizionale (qualora lo avessi incontrato), il condizionale passato è altrettanto corretto, in questo caso però la frase non avrebbe valore condizionale ma solo temporale (futuro nel passato), così anche nella seconda frase il cpngiuntivo imperfetto ha un valore condizionale, mentre per esprimere posteriorità sarebbe corretto il futuro (e non il condizionale presente) “quando lo incontrerò”. Per esprimere anteriorità in dipendenza da un tempo passato che regge il congiuntivo è necessario usare il congiuntivo trapassato: “io credevo che tu avessi dovuto aver già fatto ciò”, mentre il congiuntivo imperfetto esprime contemporaneità.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sottoporti queste frasi per sapere se sono corrette: ” Egli affermò che X non sarebbe dovuto partire”(posteriorità).” “Egli affermò che X non doveva partire.” (contemporaneità) “Egli affermò che era opportuno che X non fosse partito.”(anteriorità) oppure ” Egli affermò che, se X non fosse partito, sarebbe stato meglio.”(anteriorità). Inoltre, se io dicessi: ” Egli affermò che ERA STATO opportuno( anzichè ERA) che X non partisse.” con quel “partisse” creerei una contemporaneità con “era stato opportuno” oppure, per creare questa contemporaneità, dovrei dire: “Egli affermò che era stato opportuno che X non fosse partito.” ? Ti saluto con simpatia. Alessandra
Cara Alessandra, nel primo periodo tra le due frasi c’è un rapporto di posteriorità, nel secondo periodo invece di anteriorità, come hai giustamente scritto tu. Nel terzo periodo la frase “egli affermò” è la principale “che era opportuno” la subordinata di primo grado, contemporanea rispetto alla reggente, “che non fosse partito” è subordinata di secondo grado ed è anteriore rispetto alla proposizione che la regge, ovvero “era opportuno”. Nel periodo successivo c’è un periodo ipotetico dell’irrealta che esprime un’ipotesi e una conseguenza non realizzate nel passato. “Egli affermò” principale, “che era stato opportuno” subordinata di primo grado anteriore rispetto alla principale, “che non partisse” subordinata di secondo grado contemporanea rispetto alla subordinata di primo grado, mentre nel periodo successivo “che non fosse partito” è anteriore rispetto alla subordinata di primo grado.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere come ci si regola con il futuro di credere, pensare, supporre ecc.per quanto riguarda la contemporaneità, la anteriorità e la posteriorità. Io penso che sia possibile esprimersi in questi termini: ” Io crederò che tu sia, sia stato, sarai. Ho ragione? Il mio dubbio si riferisce più che altro al futuro del futuro. Grazie. Alessandra
Cara Alessandra, quando nella reggente c’è un verbo che richiede il congiuntivo coniugato al futuro, per esprimere contemporaneità il verbo della subordinatà sarà al conguntivo presente, per esprimere anteriorità sarà al congiuntivo passato, per esprimere posteriorità si userà l’indicativo futuro.
Un saluto
Prof. Anna
Vorrei chiarire il problema della gestione temporale dell’espressione ” essere tenuto “. Vorrei sapere se sono corrette queste frasi: 1) Gli dissi che era tenuto a fare ciò (contemporaneità fra dissi e essere tenuto), 2) Gli dissi che era STATO tenuto a fare ciò (anterioriorità), 3) Gli dissi che sarebbe stato tenuto a fare ciò ( posteriorità). Grazie. Andrea
Caro Andrea, le frasi che mi scrivi sono corrette.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti propongo questa frase: ” Gli dirò che me ne andrò (immediatamente).” Vorrei sapere se, al fine di creare una contemporaneità fra quel ” gli dirò” e quel “me ne andrò”, questa frase è corretta. Grazie di cuore. Alessandra
Cara Alessandra, in dipendenza da una principale con il verbo al tempo futuro per esprimere contemporaneità si può usare sia il futuro sia il presente, quindi il tuo periodo è corretto. Per approfondire la concordanza dei tempi con l’indicativo, ti consiglio di leggere questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/06/01/approfondimento-la-concordanza-dei-tempi-con-lindicativo/.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna sono un nuovo membro del gruppo dei “patiti della sintassi”. Complimenti per l’iniziativa che tu gestisci. Vengo subito al punto. La frase ” la fine che avrei fatto se avessi incontrato un leone sarebbe dipesa da quanta fame avesse eventualmente avuto l’animale” è da considerare totalmente scorretta oppure è accettabile, anche se meno felice di quella con il condizionale passato, da te consigliata?
Altra frase. ” La fine che farei (se incontrassi il leone) dipenderebbe dalla fame che il leone avrebbe quando lo incontrassi oppure lo incontrerò” . Questa è la soluzione da te consigliata. Qualora io optassi per la seconda possibilità, “quell’incontrerò” diventa una scelta obbligata o è possibile, senza cadere nell’errore manifesto, usare l’espressione “incontrerei”?
Nella frase ” costoro avrebbero dovuto sapere che, se avessero dato il via ad una azione che si fosse conclusa dopo che essi fossero morti ciò che avrebbero fatto non avrebbe portato loro alcun vantaggio”. La domanda è sempre la stessa. Dato per scontato che questa espressione (da te consigliata) è la migliore, vorrei sapere se è anche l’unica possibile.Se dicessi: ” costoro avrebbero dovuto sapere che, se avessero dato il via ad un’azione che si sarebbe conclusa dopo che essi sarebbero morti, ciò che avessero eventualmente fatto non avrebbe portato loro alcun vantaggio”, questa espressione potrebbe essere accettata o è da considerarsi totalmente sbagliata? Mi scuso per queste domande così complesse e noiose, ma quando si parla, almeno per me, non è facile valutare in tempo reale come piazzare congiuntivi e condizionali, a parte situazioni scontate come i periodi ipotetici o le proiezioni nel futuro a partire da un passato che, come è noto, richiedono, il condizionale passato. Pe questa ragione sapere che una certa intercambiabilità è concessa, senza che per questo si cada necessariamente nell’errore sintattico, mi sarebbe di aiuto. Io, in genere, tendo a mettere il congiuntivo quando mi accorgo di essere in presenza di una condizione di eventualità o di incertezza e negli altri casi uso il condizionale. In attesa di una tua risposta, ti ringrazio per l’aiuto che spero mi vorrai dare. Sergio
Caro Sergio, nella prima frase che mi scrivi è corretto il condizionale perché presenta l’azione come come eventuale-ipotetica, non è corretto il congiuntivo in questo caso; nella seconda frase il condizionale presente non sarebbe corretto perché per esprimere valore condizionale con “quando” è necessario il congintivo (qualora lo incontrassi). Per quanto riguarda l’ultima frase se usiamo il congiuntivo imperfetto ci si riferisce a fatti non ancora avvenuti, visti come eventualità, se usiamo il condizionale passato non c’è dubbio che il fatto accadrà, sono sfumature diverse di significato ma sono entrambe corrette.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, nella frase ” essere tenuto a fare fare qualcosa”, tenuto è un aggettivo o un participio passato? In concreto, se dicessi: ” Gli dissi che era tenuto a fare ciò.”, volendo dare a quell’ “era tenuto” un valore di anteriorità rispetto al dissi, commetterei un errore? Sarebbe forse corretto dire:” Gli dissi che era stato tenuto a fare ciò.” ? Grazie. Isabella
Cara Isabella, “tenuto” è participio passato di “tenere” che ha però anche funzione di aggettivo, come nell’espressione “essere tenuto a fare qualcosa” (=essere in dovere di fare qualcosa), è corretto dire “gli dissi che era tenuto a fare ciò”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna,ti propongo queste due frasi: ” Gli chiesi se FOSSE STATO un calciatore ” e ” Gli chiesi se ERA STATO un calciatore “, naturalmente per proiettare quella condizione al passato rispetto al momento in cui feci la domanda. Sono entrambe corrette? Poi secondo me la frase ” Credo che FOSSE STATO un calciatore ” è errata, ritengo si debba dire: ” Credo che FOSSE o SIA STATO un calciatore”. Ho ragione ? Grazie. Alessandra
Cara Isabella, i periodi “gli chiesi se fosse stato un calciatore” e “gli chiesi se era stato un calciatore” sono entrambi corretti in quanto le interrogative indirette possono avere sia il congiuntivo sia l’indicativo, mentre è corretto l’uso del congiuntivo passato (sia stato) per esprimere anteriorità rispetto a una reggente con verbo al presente (credo).
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ho letto che nella frase: ” Poniamo che nel contratto sia scritto che io DEBBA fare ecc.” il DEBBA è corretto perchè conferisce sfumatura ipotetica al discorso. E’ allora altrettanto corretto dire:” Se nel contratto fosse scritto che io DEBBA fare ecc.” oppure ” Se nel contratto fosse stato scritto che io DOVESSI fare ecc.” ? Grazie per l’attenzione. Sergio
Caro Sergio, sarebbe altrettanto corretto, ma sarebbe corretto anche usare l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti pongo un altro dubbio. La frase ” mi hanno detto ieri che AVREI DOVUTO telefonare oggi per sapere quando (o se) SAREBBE STATO pronto l’ oggetto da me ordinato ” è corretta ? Grazie ancora. Sergio
Caro Sergio, il periodo che mi scrivi è corretto.
A presto
Prof. Anna
Vorrei che tu mi dicessi se questa frase è corretta: “se fossi andato in guerra, la fine cui sarei andato incontro sarebbe dipesa dal fatto che fossi stato più o meno preparato militarmente” o “sarebbe dipesa dalla preparazione militare che avrei avuto”. Ammesso che queste due frasi siano corrette, come mai essendo il significato identico la prima sfrutta il congiuntivo(fossi stato) e la seconda il condizionale(avrei avuto). Desidererei capire bene questo meccanismo, è una cosa cui tengo molto perchè è stata oggetto di lunghe discussioni fra amici. Ti ringrazio vivamente per l’attenzione. Rebecca
Cara Rebecca, è corretta la frase col condizionale passato.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ho letto che nella frase “egli disse che sarebbe andato al mare se fosse stato promosso” il condizionale passato è corretto, anche se proietta l’azione al passato rispetto a quel ” disse”, perchè è espresso nell’ambito di un periodo ipotetico. La frase sarebbe ugualmente corretta se il periodo ipotetico fosse implicito o anche solo possibile? ( Per es. “egli disse che sarebbe andato al mare (in passato) ” e basta, sottointendendo però ” qualora si fossero determinate certe situazioni o se avesse potuto”). Grazie mille. Rebecca
Cara Rebecca, secondo le regole sulla concordanza dei tempi, per esprimere anteriorità in dipendenza da un tempo passato è necessario usare il trapassato prossimo: “disse che era andato al mare”, se dico “disse che sarebbe andato al mare” la subordinata con condizionale passato esprime posteriorità.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, sono corrette queste frasi? ” Se egli credesse che lui SIA pazzo, non lo inviterebbe” e ” se egli avesse creduto che lui FOSSE pazzo non lo avrebbe invitato”. Ti ringrazio molto. Rebecca
Cara Rebecca, se nei due periodi che mi scrivi vuoi esprimere contemporaneità tra reggente e subordinata, allora sono corretti.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se la frase ” mi disse che mi avrebbe detto ciò che pensava” è corretta oppure se è preferibile dire ” mi disse che mi avrebbe detto ciò che avrebbe pensavo”. Ti ringrazio. Rebecca
Cara Rebecca, la prima frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se l’ espressione ” si è suicidato” è da considerarsi ormai entrata nell’uso e quindi corretta oppure se va ritenuta una inaccettabile ridondanza ed è obbligatorio sostituirla con ” si è tolto la vita” o analoghe espressioni. Vorrei inoltre sapere se le frasi “vi ringrazio per averCI seguito” o ” Ci ha o CI hanno iseguito” sono corrette. A me avevano isegnato a concordare il participio passato con la particella pronominale e quindi a dire ” seguiti ” nel primo caso e ” inseguiti” nel secondo. Ho ragione? Grazie. Rebecca
Cara Rebecca, la forma verbale “si è suicidato” è corretta. Il verbo “suicidarsi” è la forma riflessiva del verbo “suicidare” che è usato molto raramente e significa “assassinare qualcuno simulandone il suicidio” o “spingere qualcuno al suicidio”, mentre “suicidarsi” significa “darsi volontariamente la morte”; è corretto dire sia “ci hanno seguiti” sia “ci hanno seguito”, in presenza di pronomi atoni con funzione di complemento diretto diversi da “lo-la-li-le” (in questo caso “ci”) l’accordo è facoltativo.
A presto
Prof. Anna
Professoressa Anna ho un dubbio atroce. La frase giusta è:
-Se avrei voluto farlo apposta non ci sarei riuscito-
Oppure -Se avessi voluto farlo apposta non ci sarei riuscito-?
Caro Loris, la frase corretta è: “se avssi voluto farlo apposta, non ci sarei riuscito” (https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/03/29/il-periodo-ipotetico-dellirrealta/).
A presto
Prof. Anna
Grazie mille prof.!
Grazie a Intercultura blog le spiegazioni sono molto utili, a presto
Cara Matilde, grazie a te per il tuo commento.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti aggiungo questa domanda: “Noi insegniamo, che noi insegniamo, che voi insegniate”,cioè indicativo presente,prima plurale e congiuntivo presente, prima e seconda plurale, devono tassativamente essere scritti con la ” i “dopo la “gn” oppure, come ho sentito dire, anche senza, cioè ” noi insegnamo, che noi insegnamo, che voi insegnate”?Grazie ancora. Adriano
Caro Adriano, i verbi che terminano in -gnare possono sia conservare la -i delle desinenze -iamo, -iate dell’indicativo e del congiuntivo presente, sia essere scritti senza la -i.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, mi puoi dire se queste due frasi sono corrette? Le frasi sono queste: ” Se tu mi avessi detto queste cose 10 anni fa, non avrei neppure capito di che cosa tu stessi parlando” oppure “non avrei neppure capito il significato di ciò che mi avresti detto”. Ti ringrazio per l’attenzione. Adriano
Caro Adriano, le frasi che mi scrivi sono corrette.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna ho letto che espressioni come 1) “mi sa che” e 2) “credo che” e simili vogliono tassativamente il congiuntivo (anche l’ indicativo per quanto riguarda la 1). Mi sembra però alquanto strano non poter usare anche il condizionale. Per es. frasi come: “Mi sa che sarebbe meglio che andassimo al mare”, ” Mi sa che sarebbe un errore” o “Credo che sarebbe meglio che andassimo al mare” mi pare strano che siano da considerare scorrette. Se ciò che penso fosse da te confermato, sarebbe ugualmente corretto dire: “Mi sa che sarebbe meglio che tu VADA” e ” Mi sa che sarebbe meglio che tu ANDASSI” ? Grazie. Adriano
Caro Adriano, le proposizioni oggettive e soggettive possono avere anche il condizionale, quindi le frasi che mi scrivi sono corrette. Per quanto riguarda il secondo quesito, la frase corretta è quella con il congiuntivo imperfetto, perché quando nella reggente c’è un verbo che esprime volontà o desiderio coniugato al condizionale (sarebbe meglio), per indicare un rapporto di contemporaneità o posteriorità si usa l’imperfetto congiuntivo, per esprimere anteriorità si usa il congiuntivo trapassato.
Un saluto
Prof. Anna
Caro Adriano, le proposizioni oggettive e soggettive possono avere anche il condizionale, quindi le frasi che mi scrivi sono corrette. Per quanto riguarda il secondo quesito, la frase corretta è quella con il congiuntivo imperfetto, perché quando nella reggente c’è un verbo che esprime volontà o desiderio coniugato al condizionale (sarebbe meglio), per indicare un rapporto di contemporaneità o posteriorità si usa l’imperfetto congiuntivo, per esprimere anteriorità si usa il congiuntivo trapassato.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei da te una opinione sulla correttezza di queste frasi:1) Se a me piacesse (ora) che tu studiassi (ora o in futuro), allora farei ecc.2) Se a me piacesse (ora) che tu avessi studiato (in passato), allora direi ecc.3)Se a me fosse piaciuto (un tempo) che tu studiassi ( allora o in seguito), allora avrei fatto ecc.4) Se a me fosse piaciuto(un tempo) che tu avessi studiato (prima di allora), allora avrei fatto ecc. Grazie. Adriano
Caro Adriano, i periodi che mi scrivi sono corretti.
A presto
Prof. Anna
Per favore è giusto scrivere:
chi avesse aderito al gruppo avrebbe dovuto presentare?
Grazie
Cara Linda, puoi usare l’indicativo, “chi aveva aderito al gruppo, avrebbe dovuto presentare”.
Un saluto
Prof.Anna
Cara Anna,vorrei sapere quale fra queste due espressioni è corretta: ” fino adesso” e “fino ad adesso”. Grazie, Andrea
Caro Andrea, sono corrette entrambe.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, prima di tutto ti faccio i miei complimenti per l’iniziativa che porti avanti e che trovo molto utile. Spero che tu voglia analizzare queste due frasi e dirmi se sono giuste o meno: . . Ti ringrazio per l’attenzione e resto in attesa di una tua risposta. Andrea
vedo che le frasi sono scomparse, sinceramente non capisco. Te le ripropongo:
Caro Andrea, non visualizzo le frasi che vorresti propormi. Prova a riscrivermele.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna le frasi, più o meno, sono queste:” suo padre mi disse che avrebbe voluto che suo figlio studiasse”(nel momento in cui lo disse o anche in futuro), “suo padre mi disse che avrebbe voluto che suo figlio avesse studiato”(prima di quando lo disse). E’ possibile dire:”Paolo mi disse che non avrei dovuto fare ciò”(prima di quando lo disse ed eventulmente anche dopo). Se le frasi non sono giuste me le puoi scrivere corrette? Grazie mille. Andrea
Caro Andrea, le tue ipotesi rispetto alla concordanza dei tempi nei primi due periodi sono corrette, nel primo caso abbiamo un rapporto di contemporaneità o posteriorità, nel secondo caso di anteriorità. Nell’ultimo periodo invece il rapporto è di posteriorià.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti pongo ancora un quesito. Quale di queste due frasi è corretta ? Oppure sono corrette entrambe? Le frasi sono: ” Non so neppure a cosa si riferisse(in passato).” e “Non so neppure a cosa si sia riferito(in passato).” Grazie. Andrea
Caro Andrea, sono corrette entrambe le frasi.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ho letto che la frase:” Mario dirà : me ne vado” può essere trasformata in : ” Mario dirà che se ne va”. Io sinceramente preferirei : ” Mario dirà che se ne andrà”, aggiungendo, eventualmente,” immediatamente” o ” in seguito” per la contemporaneità o la posteriorità. E’ corretta anche la mia soluzione? Grazie. Andrea
,
Caro Andrea, quando il verbo della reggente è al presente o al futuro (dirà) non si ha alcun cambiamento nei tempi passando dal discorso diretto al discorso indiretto, quindi è corretto trasformare in questo modo (lasciando il tempo verbale immutato): “Mario dirà che se ne va”.
Un saluto
Prof. Anna
Vorrei sapere se questa frase è corretta: “Credo di aver continuato a bruciare fino all’arrivo dei soccorsi” e ancora ” Credo che (io) abbia continuato a bruciare ecc.”: Mi chiedo, inoltre, se continuare, in questo caso, possa essere considerato un verbo servile. Grazie. Andrea
Caro Andrea, entrambi i periodi sono corretti, ma è più comne usare la forma implicita (con infinito) quando c’è identità di soggetto tra principale e subordinata (io). “Cominciare” è un verbo fraseologico, cioè, usato davanti a un altro verbo all’infinito o al gerundio, definisce una particolare modalità di svolgimento dell’azione, in questo caso l’inizio di un’azione. Per approfondire questo argomento, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/11/25/verbi-fraseologici-ed-espressioni-di-tempo/.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, rifacendomi alla risposta data a Isabella, relativamente alla frase “Ortensio amò tanto una murena che, quando questa morì, si dice che piangesse”, vorrei chiederti se, per caso, è anche possibile dire ” si dice che avesse pianto” ( oltre a “che abbia pianto” ) e “sI disse che abbia pianto” (oltre a ” che avesse pianto” )? Un altro dubbio. Io sarei portato a vedere( probabilmente sbagliando) quel “piangesse” della frase iniziale come contemporaneo al ” si disse ” piuttosto che al ” si dice” e quindi lo vedrei bene come anteriorità rispetto al ” si dice”. Attendo una tua risposta per chiarire questi dubbi e ti ringrazio per la tua pazienza. Andrea
Caro Andrea, secondo le regole sulla concordanza dei tempi, per esprimere anteriorità in dipendenza da un verbo al presente (si dice) è necessario usare il congiuntivo passato (abbia pianto), mentre in dipendenza da un tempo passato (si disse) il congiuntivo trapassato (avesse pianto). “Piangesse” esprime anteriorità rispetto a “si dice” e contemporaneità rispetto a “si disse”.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti propongo queste frasi: A) ” Poniamo che nel documento SIA SCRITTO che io DEVO ( o DEBBA) fare una certa cosa, allora DOVREI farla.” B) ” Poniamo che nel documento FOSSE SCRITTO che io DEVO (o DEBBA) fare una certa cosa, allora DOVREI farla.” C) ” Poniamo che nel documento FOSSE STATO SCRITTO che io DOVEVO (o DOVESSI) fare una certa cosa, allora io AVREI DOVUTO farla.” Vorrei sapere: 1) Si può usare indifferentemente l’indicativo o il congiuntivo( DEVO/DEBBA o DOVEVO/DOVESSI )? Se uno dei due modi è errato, ti sarei grato se tu mi spiegassi il perchè. 2)Queste frasi le equiparerei a dei periodi ipotetici. Nella A) si verrebbe a configurare però un periodo ipotetico della possibilità anomalo, nel quale la protasi è al congiuntivo passato (sia scritto), anzichè al congiuntivo imperfetto, come da regola. E’ accettabile questo tipo di costruzione , peraltro diffuso anche in ambienti colti ? Ci terrei molto ad una tua esaustiva risposta. TI ringrazio. Andrea
Caro Andrea, abbiamo una reggente con il verbo al presente (poniamo) che vuole il congiuntivo, secondo le regole della concordanza dei tempi per esprimere contemporaneità è necessario il congiuntivo presente, in questo caso abbiamo una forma passiva (sia scritto), mentre per esprimere posteriorità è necessario il congiuntivo passato (sia stato scritto) e non imperfetto o trapassato (fosse scritto o fosse stato scritto), per quanto riguarda l’uso dell’indicativo o del congiuntivo nella frase dipendente da “sia scritto che” è possibile usare entrambi, il congiuntivo conferisce una sfumatura ipotetica alla frase. Non si stratta di un periodo ipotetico, ma di un periodo retto da un verbo (poniamo) che esprime un’ipotesi, è una costruzione del tutto accettabile.
Un saluto
Prof. Anna
C’è una sottile differenza fra queste due frasi:”mi avrebbe fatto piacere SE tu avessi studiato” e ” mi avrebbe fatto piacere CHE tu avessi studiato”? Grazie, spero vorrai rispondere ai miei quesiti. Andrea
Caro Andrea, nel primo caso si tratta di un periodo ipotetico dell’irrealtà, che esprime un’ipotesi non realizzata nel passato (se tu avessi studiato) e una conseguenza non realizzata nel passato (mi avrebbe fatto piacere), nel secondo caso abbiamo non abbiamo un’ipotesi ma un’oggettiva retta da “mi avrebbe fatto piacere”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, mi è sorto un dubbio: visto che il condizionale passato non può essere usato per esprimere una anteriorità rispetto ad una reggente al passato, diventa scorretto dire una frase di questo tipo: ” Egli mi disse che sarebbe andato al mare( nel passato rispetto al “disse”)se fosse stato promosso” ? In caso affermativo potresti suggerirmi un’espressione corretta che possa esprimere questo concetto? Grazie e a presto. Andrea
Caro Andrea, in questo caso c’è un periodo ipotetico e i tempi e i modi verbali usati esprimono un’ipotesi non realizzata nel passato e una conseguenza non realizzata nel passato, quindi la frase è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti sottopongo questa frase: ” Se sapessi che hai preso un’ ottima votazione in matematica, allora CREDEREI che tu 1) POSSA fare o che tu 2) POTRESTI fare o 3) POTRAI fare ( in futuro) ingegneria.” Queste tre forme sono corrette ? Molte grazie. Andrea
Caro Andrea, sono corrette, tranne per quanto riguarda la posteriorità, in dipendenza da un condizionale di un verbo che richiede il congiuntivo (crederei) è necessario usare il condizionale passato.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, in attesa della tua risposta, ti pongo un altro quesito: ” Mi disse che non era andato in America, ma avrebbe voluto tanto andarci.” E’ corretta questa frase? Grazie. Andrea
Caro Andrea, la frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti ringrazio per la tua sollecita ed esauriente risposta. A me, sinceramente quel condizionale passato dopo il ” crederei”, per quanto corretto, mi suona male perchè finalizzato a proiettare verso il futuro un’ azione a partire dal presente(crederei), mentre io sono abituato ad un condizionale passato che va dal presente al passato oppure dal passato verso il presente, senza però mai oltrepassare quest’ ultimo in direzione del futuro. Per questo ti chiedo se, oltre alla frase, sicuramente corretta, che tu hai proposto, sia possibile usare, per la posteriorità, anche questa: ” Crederei che in seguito tu possa fare ingegneria.” Grazie mille per la pazienza. Andrea
Caro Andrea, nella frase che mi proponi si usa il condizionale passato per esprimere posteriorità perché il verbo della reggente è uno di quei verbi che regge il congiuntivo, se ci fosse un verbo che invece non richiede il congiuntivo, la posterirità sarebbe espressa dal futuro: “direi che in seguito tu potrai fare ingegneria”. La soluzione che mi scrivi con il congiuntivo presente non può esprimere posteriorità, esprime solo contemporaneità.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se questo SI è corretto: ” Dille che, volendo, c’è la possibilità di vederSI “, nel senso di ” di’ a lei che tu e lei, volendo, potete vedervi”. Grazie. Andrea
Caro Andrea, il periodo che mi scrivi è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei da te un’ opinione su queste frasi: 1) ” Io ti diro'( fra una settimana) quello che (domani) mi AVRANNO DETTO” 2) “Io ti diro'(fra una settimana) quello che(domani) mi DIRANNO” 3)” Io ti diro'(tra una settimana) quello che(domani) mi HANNO DETTO” (in questo caso mi pongo nell’ ottica di quando lo diro’) 4) ” Io ti diro'(fra una settimana) quello che(IERI) mi HANNO DETTO”.Secondo me la 3 è scorretta, le altre vanno tutte bene. Ho ragione? Grazie. Andrea
Caro lettore, la tua ipotesi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Salve, vorrei sapere che differenza intercorre tra queste due frasi : “Non so se Marco SAREBBE stato in grado di passare l’esame ” e “Non so se Marco FOSSE stato in grado di passare l’esame “. Credo che entrambe le frasi siano giuste (anche se avrei dei dubbi riguardo alla seconda) , ma che vadano inserite in contesti completamente diversi. Tuttavia, Io me ne sarei fatto un’idea :
Nel primo caso parliamo di un’interrogativa indiretta al passato, quindi l’uso del condizionale passato è accettabile . In più , stiamo parlando di un evento (l’esame) a cui Marco, con molta probabilità, non ha preso parte, e quindi considerabile come concluso. Difatti, nella frase “Non so se Marco SAREBBE stato in grado di passare l’esame”, è sottointeso “qualora l’avesse fatto (l’esame); ragion per cui mi viene da pensare che Marco l’esame non l’abbia proprio fatto.. Secondo lei sarebbe esatto il mio ragionamento?
Nel secondo caso, al contrario, non è ho idea, e vorrei che lei mi aiutasse, cortesemente…
Caro Walter, il tuo ragionamento per quanto riguarda la prima frase è corretto, anche la seconda frase è un’interrogativa indiretta, ma, per esprimere anteriorità, è corretto usare il congiuntivo passato e non il trapassato, quindi la frase corretta è: “non so se Marco sia stato in grado di passare l’esame”, per quanto riguarda il significato, in questo caso Marco probabilmente ha preso parte all’esame ma ci interroga sull’esito dell’esame. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Tutto chiaro, prof. Quindi il ragionamento scritto da lei riguarda la seconda frase (non so se marco sia stato ecc.), giusto? Mentre l’interpretazione della prima frase che ho scritto(non so se marco sarebbe stato ecc.),
è esatto?
Caro Walter, è proprio così.
A presto
Prof. Anna
Potrebbe cortesemente dirmi la forma correttatra:
appena avrebbe avuto la certezza o appena avesse avuto la certezza
Cara Elena, è corretta la frase con il congiuntivo trapassato.
Un saluto
Prof. Anna
Tutto ciò mi piace, dopo tanti anni di scuola, rispolvero la grammatica. Confesso ogni tanto sbaglio con i verbi, questo a causa del mio parlare in dialetto salernitano. Infinitamente grazie
Cara Camilla, benvenuta su Intercultura blog. Se hai dubbi o domande non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Gentile Prof.Anna,
“Penso che sarebbe sufficiente” o “penso che sia sufficiente”? Quale sarebbe piú corretta e perché?
Cara Luna, sono corrette entrambe le frasi. Le proposizioni oggettive esplicite possono avere il verbo sia al condizionale sia al congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
Grazie per la risposta.
Ora mi chiedo, qual é la differenza semantica tra le due frasi.
Saluti
Cara Luna, il condizionale sottolinea maggiormente il valore dubitativo della frase rispetto al congiuntivo.
A presto
Prof. Anna
Come immaginavo!!!
Grazie mille per il Suo support.
Grazie mille per tutto, Mi confondo a questo cosa, (mi dispiace avrei dovuto dirtelo prima) (mi dispiace dovevo dirtelo prima) mi potresti spiegare previamente grazie
Caro Abel, l’indicativo imperfetto (dovevo dirtelo prima) sostituisce, nel parlato informale, il condizionale passato (avrei dovuto dirtelo prima) per esprimere un’eventualità che avrebbe potuto verificarsi nel passato oppure una condizione irreale, quindi entrambe le frasi sono corrette, ma è opportuno usare la seconda solo in contesti informali.
Un saluto
Prof. Anna
Sei la persona migliore che avrei potuto incontrare
Sei la persona migliore che avessi potuto incontrare
Sono corrette entrambe? Se si quali sono le differenti sfumature di significato?
Caro Mario, le frasi relative possono aver il verbo sia al congiuntivo (quando il fatto viene presentato coe possibile o desiderato) sia al condizionale (quando il fatto viene presentatocome ipotetico).
Un saluto
Prof. Anna
1 ) Ci saremmo dovuti fare una tessera per uno
2 ) Avremmo dovuto fare una tessera per uno
3 ) Mi sarei dovuto fare una tessera personale
4 ) Avrei dovuto farmi una tessera personale
Quali sono le quelle corrette ? Credo la prima e la terza… Sono giuste?
Caro Alvaro, le frasi corrette sono: “avremmo dovuto fare una tessera per uno” e “avrei dovuto fare una tessera personale”.
Un saluto
Prof. Anna
buon giorno prof. Anna una domanda…La frase: “Pensavo che saresti rimasto a cena con noi” si potrebbe dire anche “pensavo fossi rimasto a cena cn noi”?
Cara Fede, entrambi i periodo sono corretti, ma nel primo l’azione espressa dal verbo al condizionale passato è posteriore (futuro nel passato) rispetto all’azione espressa dal verbo al passato nella reggente (pensavo), nel secondo periodo invece l’azione espressa dal verbo al congiuntivo trapassato è anteriore rispetto all’azione espressa dal verbo della reggente. Per approfondire questo argomento, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/10/18/la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-1/.
A presto
Prof. Anna
Carina questa cosa
Vorrei chiedere! Avrei voluto parlare o aver parlato a mario;;grazie!credo che dobbiamo dire tutti e due ma non ne sono sicuro!
Caro Giorgio, sono corrette entrambe le frasi (avrei voluto parlare, vorrei aver parlato).
Un saluto
Prof. Anna
Avrei voluto parlare/avrei voluto aver parlato e lo stesso? O cambia il significato della frase; ancora vorrei parlare significa che ora voglio parlare ma vorrei aver parlato come si traduce; aver parlato non riguarda il passato; grazie!
Caro Giorgio, la frase corretta è “avrei voluto parlare”. La frase “vorrei parlare” si riferisce al presente: “in questo momento vorrei parlare”, mentre “vorrei aver parlato” significa che “ora vorrei aver parlato in passato”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti propongo questa frase: ” Un mese fa ( in gennaio) Carlo mi disse che sarebbe andato in America DOPO 3 mesi(cioè in aprile, mentre adesso siamo in febbraio)”. E’ corretto usare il condizionale passato, dato che l’azione di andare esprime,sì, un futuro rispetto al passato, ma non un passato rispetto al presente( infatti adesso siamo in febbraio, mentre lui andrà in aprile)?Secondo me sarebbe errato dire, nella stessa frase,” sarebbe andato in America FRA tre mesi,perchè, in questo caso, sarebbero 3 mesi a partire da quando lo dico io e cioè in maggio e non in aprile. Ho ragione? Sarebbe possibile dire:” Un mese fa Carlo mi ha detto(“disse” mi suona male con il futuro) che andrà in America fra( a partire da quando lo dico io e cioè in febbraio) 2 mesi( quindi in aprile). A me sembra che quest’ultima espressione non sia molto corretta, mi pare migliore quella col condizionale passato. Attendo tua risposta. Grazie. Alessandra
Cara Alessandra, nella scelta del verbo della dipendente ciò che conta è il punto di vista che si ha nella reggente e in questo caso la reggente è al passato (disse) e quindi l’azione di “andare” è proiettata nel futuro dal punto di vista del passato. Il futuro dal punto di vista del passato viene espresso dal condizionale passato.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti ripropongo una frase che oggi stesso hai commentato per la lettrice Daniela e cioè: “lei mi ha consigliato di contattarla alcuni giorni prima dell’intervento, qualora io avessi desiderato che FOSSE lei ad eseguirlo.” Sarebbe possibile dire SIA al posto di FOSSE? Se cio’ dovesse essere sbagliato, mi potresti spiegare il perchè. Ti ringrazio. Alessandra
Cara Alessandra, usare il congiuntivo presente non sarebbe corretto perché in dipendenza da un tempo passato (avessi desiderato o desiderassi) per esprimere contemporaneità nella subordinata è necessario usare il congiuntivo imperfetto.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, sono una ” new entry”. Mi spiace toccare un tema da te già trattato, ma mi permane un dubbio. Vorrei sapere se il condizionale passato va usato come futuro del passato in senso generale, cioè sia che l’azione da esso espressa si esaurisca nel passato che nel futuro rispetto al presente ( per es. ” mi disse che avrebbe partorito” sia che abbia già partorito oppure no) oppure se il condizionale passato oscilla necessariamente fra passato e presente, senza mai sconfinare nel futuro( es.” mi disse che avrebbe partorito” ed ha già partorito, ha partorito fra quando me lo disse e adesso). Con simpatia. Daniela
Cara Daniela, seguendo l’esempio che mi fai, puoi usare il condizionale sia nel caso in cui abbia già partorito sia nel caso non abbia già partorito.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, è possibile dire ” ti rendo noto i dati della ricerca” o è assolutamente indispensabile dire ” ti rendo noti i dati della ricerca” ? Grazie. Daniela
Cara Daniela, l’aggettivo “noto” deve concordare con il complemento oggetto (i dati), quindi è corretto dire “rendo noti i dati”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, mi permetto di disturbarti ancora, questa volta con un problema di natura extrasintattica. Vorrei sapere se , riferendosi ad un soggetto nel corso di una crisi di panico, è corretto dire: ” Interpretava tutti gli aspetti della realtà, che cadevano sotto il controllo della sua percezione, IN CHIAVE DI MORTE”( con ciò intendendo che tutto quello che vedeva gli ricordava la morte). Ammesso che questa espressione( in chiave di) sia corretta, mi potresti dire da che cosa deriva ? Grazie. Daniela
Cara Daniela, la locuzione “in chiave” è seguita da un aggettivo, ad esempio “in chiave moderna”, “in chiave umoristica”, non è corretto usarla come la hai usata nella frase che mi scrivi. La parola “chiave” in senso figurato può significare “tono, carattere, punto di vista” e quindi la locuzione “in chiave” significa “secondo un certo punto di vista”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, lo scenario è questo: nel corso di una visita, un medico comunica ad un paziente che dovra’ affrontare un intervento e lo inserisce subito in lista di attesa, aggiungendo che, se vuole essere operato da lui, dovra’ contattarlo alcuni giorni prima dell’ intervento. Il paziente segue le indicazioni e, arrivato il momento, gli invia questa e- mail: “Egregio dottore, sono XY. Le ricordo che la data fissata per l’ operazione che dovro’ subire è il 28/2. Nel corso della visita del 10/2 lei MI HA CONSIGLIATO DI CONTATTARLA alcuni giorni prima dell’ inervento, qualora DESIDERASSI (o AVESSi DESIDERATO?) che FOSSE lei ad eseguire l’ operazione ecc.” E’ corretta questa forma espressiva( mi riferisco s. t. alle parti scritte in lettere maiuscole). Grazie per la pazienza. Daniela
Cara Daniela, la scelta dei modi e tempi verbali è coretta (il congiuntivo imperfetto “desiderassi” è corretto se ti riferisci al presente), potresti usare anche la forma implicita: “qualora desiderassi essere operata da lei”.
Un saluto
Prof. Anna
Interessante per esercitarsi con l’uso dei tempi verbali nella propria lingua madre !
Cara Anna, vorrei sapere se questa frase è corretta( per quel che riguarda la risposta): ” Cosa mi risponderesti se io ti dicessi che sei tu il colpevole?” ” Ti risponderei che DOVRESTI dimostrarlo”.Grazie Maria
Cara Isa, la frase è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, mi capita spesso di leggere in lettere di natura professionale frasi del tipo1) ” Se nel contratto FOSSE SCRITTO che lei DEBBA ecc.” e 2) ” Se nel contratto FOSSE STATO SCRITTO che lei DOVESSE ecc.” per la contemporaneità. Da quello che ho letto, mi è venuto il dubbio che la prima espressione sia scorretta e che si debba dire “Se nel contratto FOSSE SCRITTO che lei DOVESSE ecc.”esattamente come nella 2). La 2) mi sembra invece sia giusta. E’ vero? Poi, come sarebbe la posteriorità della 1)? Va bene ” fosse scritto che lei dovrà” o ” fosse scritto che lei dovesse in seguito”? Ci terrei molto a questo chiarimento, anche per motivi di lavoro. Grazie. Isa
Cara Isa, nelle frasi oggettive che mi scrivi puoi usare l’indicativo, non è necessario il congiuntivo, quindi: “se nel contratto fosse scritto che lei deve”, “se nel cotratto fosse stato scritto che lei doveva”, per la posteriorità è correto usare l’indicativo futuro.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti ringrazio per la tua risposta, ma gradirei sapere se, qualora volessi usare il congiuntivo, soluzione che, mi par di capire, anche tu ritieni possibile,quale di queste due forme sia corretta :1) ” se nel contratto FOSSE SCRITTO che tu DEBBA fare ecc.” oppure 2) “se nel contratto FOSSE SCRITTO che tu DOVESSI fare ecc.” Da quel che intuisco dovrebbe essere più corretta la seconda forma, perchè mi pare che il congiuntivo imperfetto (dovessi) va usato sempre nelle dipendenti , se la reggente è retta da un congiuntivo imperfetto o trapassato (fosse scritto o fosse stato scritto), sia per la contemporaneità che per la posteriorità. Ovviamente non ne ho la certezza, per cui vorrei il tuo autorevole parere. Ti ringrazio vivamente. Isa
Cara Isa, la tua ipotesi è corretta per la contemporaneità, per la posteriorità invece è necessario usare il condizionale passato.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se e’ preferibile dire”guardare” o “vedere la televisione”.Il termine “guardare” mi da’ l’idea di una visione superficiale, mentre “vedere” ritengo implichi concentrazione sull’oggetto della visione. Ho ragione?Grazie. Adriano
Caro Adriano, sono corrette entrambe le possibilità, ma è più comune dire “guardare la televisione”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, è corretto dire “se io volessi che tu divenga ingegnere ecc.” o si deve assolutamente dire ” se io volessi che tu divenissi ingegnere ecc.” ? Grazie. Andrea
Cara Andrea, è coretto solo il secondo periodo che mi scrivi.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, leggendo una risposta che hai dato ad un lettore, mi è venuto un dubbio. E’ corretto dire ” se io credessi( non volessi, come diceva il lettore) che tu sia pazzo” o si deve dire ” che tu fossi pazzo”? Ti ringrazio. Daniela
Cara Daniela, è corretto usare il congiuntivo imperfetto.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, mi spiace di abusare del tuo tempo, ma ho dei dubbi che vorrei tu mi chiarissi. Se è corretto dire “se io credessi che tu fossi (anzichè “sia”)pazzo”, allora, qualora la frase iniziasse con un congiuntivo trapassato anzichè con un congiuntivo imperfetto,avremmo( volendo mantenere la contemporaneità fra le due parti della frase) “se avessi creduto che tu fossi pazzo”, quindi sempre “FOSSI” sia in dipendenza di un congiuntivo imperfetto che di un trapassato.Lo stesso discorso vale naturalmente anche per i verbi di volontà( se io volessi che tu studiassi, se io avessi voluto che tu studiassi), ma qui non mi pongo il problema perchè tu avevi spiegato che questi verbi seguono un percorso a parte. Ti ringrazio anticipatamente per la pazienza. Un caro saluto. Daniela
Cara Daniela, la tua ipotesi è corretta.
A presto
Prof. Anna
É il regalo più buono che avrebbero potuto farmelo. è giusto; grazie mille
Caro Giorgio, il periodo non è corretto, è meglio dire “è il regalo più bello che avrebbero potuto farmi”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, leggendo una lettera che ti è stata inviata, mi è sorto un dubbio per quanto riguarda la posteriorità. La frase è : “Se nel contratto fosse scritto che tu 1) dovessi o 2) avresti dovuto fare ecc.” ? Non ho capito bene quale delle due soluzioni sia corretta. ” Avresti dovuto” mi suona male come posteriorità di ” fosse scritto”, mi parrebbe meglio “dovessi”. Comunque attendo il tuo parere. Grazie. Andrea
Caro Andrea, per esprimere posteriorità è necessario usare il condizionale passato.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, spero di non essere pesante tornando su un argomento che hai già trattato, comunque io pensavo che il condizionale passato proiettasse l’azione dal passato verso il futuro(es. “mi disse che sarebbe venuto”) . Nella frase “se nel contratto FOSSE SCRITTO ( si presume adesso) che tu AVRESTI DOVUTO fare ecc.(in futuro)” il condizionale passato è usato stranamente per proiettare l’azione dal presente al futuro. Non metto certo in dubbio la correttezza della frase da te proposta, però ti sarei grato se tu mi chiarissi la questione. Grazie per la tua pazienza e cortesia. Adriano
Caro Adriano, l’errore è stato mio. Per esprimere posteriorità in questo caso possiamo usare un futuro semplice, se invece la reggente fosse al congiuntivo trapassato si userebbe il condizionale passato.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti ringrazio per la tua esauriente risposta. Ti vorrei porre un altro dubbio relativo alle seguenti frasi: ” Se io credessi(ora) che tu fossi(ora e in futuro)” e ” Se io volessi(ora) che tu fossi( ora e in futuro)” . Sono corrette? Qui mi sembra difficile, in dipendenza dei verbi ” credere” e ” volere”, poter usare per la posteriorità il futuro semplice indicativo come da te consigliato nel caso della precedente frase ( se nel contratto fosse scritto che tu dovrai) dove la dipendenza è col verbo” scrivere”.Grazie ancora per le tue preziose indicazioni. Adriano
Gentile professoressa Anna, vorrei sapere se quando si parla di una cosa fatta molto tempo fa è meglio dire feci oppure ho fatto.
Grazie tante. Laura
Cara Laura, ciò che determina la scelta tra passato prossimo e passato remoto non è la distanza cronologica, ma la distanza psicologica dell’evento narrato. Entrambi questi tempi verbali indicano un’azione conclusa nel passato, ma il passato prossimo segnala che l’evento narrato è percepito come vicino a noi, o perché ne conserviamo un ricodo piacevole o perché i suoi effetti perdurano nel presente, mentre il passato remoto segnala che l’evento è percepito come distante dall’esperienza presente.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, oltre una settimana fa ti ho inviato un quesito, ma a tutt’oggi non ho ricevuto risposta. Dato che tu fino ad ora, mi hai sempre risposto con estrema cortesia e sollecitudine, mi viene da pensare che non ti sia giunta la mia domanda e, per questo, mi permetto di riproportela. Desidererei sapere se la frase ” Se volessi che tu fossi ecc.” può essere considerata corretta valutando quel ” fossi” come posteriorità rispetto al ” volessi”. Inoltre ti sottopongo un secondo problema: ” Il congiuntivo imperfetto e il futuro semplice indicativo possono essere usati indifferentemente per la posteriorità rispetto al verbo ” credere” espresso pure al congiuntivo imperfetto? Esempio: “Se io credessi che tu fossi” e ” Se io credessi che tu sarai”. Io penso di si, ma vorrei una tua conferma. Ti ringrazio Adriano
Caro Adriano, perdona il ritardo nella risposta, ma mi sto confrontando con i miei colleghi in modo da poterti dare una risposta il più possibile precisa. Se avrai ancora un po’ di pazienza, prossimamente avrai la risposta al tuo quesito.
A presto
Prof. Anna
Caro Adriano, scusandomi per la lunga attesa, ora posso dirti che per esprimere posterirità in dipendenza da “se io volessi che” è corretto usare il congiuntivo imperfetto (fossi) così come per la contemporaneità, mentre per l’anteriorità è corretto usare il congiuntivo trapassato. In dipendenza invece dalla frase “se credessi che” per esprimere posteriorità usiamo il condizionale passato (se io credessi che tu saresti stato), per la contemporaneità si usa il congiuntivo imperfetto e per la posteriorità il congiuntivo trapassato.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Ciao professoressa sono senegalese ma mi piace tanto la lingua italiana grazie per gni esercizi
Caro Ndatitta, benvenuto su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, mi complimento per l’alta professionalita’ che stai dimostrando. Mi spiace di crearti dei problemi. Io non ho la benche’ minima fretta, per cui prenditi pure tutto il tempo che ti necessita. Grazie ancora. Adriano
Cara Anna, vorrei sapere se si puo’ dire “si e’ offeso PER NON ESSERE STATO INVITATO” oppure e’ necessario dire “si e’ offeso perche’ non e’ stato invitato”. Grazie. Rebecca
Cara Rebecca, sono corretti entrambi i periodi che mi scrivi.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se e’ preferibile dire”la data dell’esame e’ fissata il 5 del prossimo mese” o ” per il 5 del prossimo mese”.Grazie. Rebecca
Hai sentito che avresti potuto essere tu il colpevole di tutto ciò che è successo;2)hai sentito di aver potuto essere tu il colpevole di tutto ciò che è successo;possiamo formulare questa frase con questi due modi;grazie
Caro Giorgio, è corretto solo il primo periodo.
Un saluto
Prof. Anna
Bene
Cara Anna, ti espongo un altro dubbio: “Io crederei che tu sia” oppure “Io crederei che tu fossi”.Mi sembra piu’ probabile la prima, ma non ne sono sicura. Grazie. Rebecca
Cara Rebecca, è corretto dire: “crederei che tu sia”. Per ripassare la concordanza dei tempi quando nella reggente c’è un condizionale, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/12/01/il-condizionale-nelle-frasi-indipendenti/.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti espongo due frasi che a me sembrano sintatticamente corrette, anche se non ne sono certa. In entrambe le frasi la dipendente è in rapporto di posteriorità con la reggente.1) ” Se fosse stato possibile che tu vincessi”( non mi sembra possibile dire ” che tu avresti vinto”). 2) ” Se avessi creduto che tu vincessi” oppure ” che tu avresti vinto”(qui entrambe le soluzioni mi sembrano possibili per esprimere la posteriorità). Grazie. Isabella
Cara Isabella, le frasi che mi scrivi sono corrette.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere quale delle due seguenti espressioni è la più corretta:” L’esame è fissato per il 5″ oppure “L’esame è fissato il 5” ? Ti ringrazio. Rebecca
Cara Rebecca, è corretto dire “per il 5”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, leggendo una tua risposta, mi e’ sorto un dubbio. Per esprimere il rapporto di posteriorita’,
oltre a dire” se io pensassi che tu fossi”, che mi pare corretto, e’ possibile anche dire “se io pensassi che tu sarai”? Grazie. Rebecca
Cara Rebecca, usare il futuro semplice è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti sottopongo questa frase: ” Puo’ essere, qualora lo vedessi, che NON MI DICA( oppure NON MI DICESSE)nulla”? Grazie. Rebecca
Cara Rebecca, è corretto usare il congiuntivo presente.
A presto
Prof. Anna
Gentile Prof. Anna,
Le scrivo per avere un Suo parere sulla seguente frase – e relativi tempi verbali.
“Proprio quella mattina si era chiesto se avrebbe dovuto accettare l’invito”. È corretto usare “avrebbe dovuto” o sarebbe meglio usare “avesse dovuto”, in quanto è sottintenso il non sapere quale decisione prendere? Ho spesso dei dubbi quando si tratta del se + congiuntivo/condizionale, ma in questo caso credo sia meglio il condizionale. Sbaglio?
La ringrazio.
Cara Maria, la frase introdotta da “se” è un’interrogativa indiretta. Le interrogative idirette esplicite possono avere sia il congiuntivvo (usato soprattutto per sottolineare il valore dubitativo della frase) sia il condizionale (per sottolineare che quantoespresso nella frase è soggetto a una condizione, anche sottintesa, in questo caso abbiamo il condizionale passato (che è corretto) che esprime posteriorità rispetto alla reggente al passato (si era chiesto): “quella mattina si era chiesto (nel passato) se (nel futuro) avrebbe dovuto accettare”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie! Come sempre, le Sue spiegazioni sono chiare e complete!
Grazie mille
Altri essempi diazione futura dal passato
Cara Rosita, “pensavo (nel passato) che saresti venuto (nel futuro dal punto di vista del passato)”, “credevo che sarebbe successo”, “temevo che non avresti capito”.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno, “ve l’avrei detto non appena vi avessi viste” è corretto? Io sostengo di no , ma magari mi sentirete, grazie e buona giornata
Caro Fabio, il periodo che mi scrivi è corretto. Quando “non appena” introduce frasi che veicolano un’eventualità (oltre all’indicazione temporale) sarà necessario far seguire la congiunzione da un verbo al congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno, ho un dubbio. E’ corretto dire ” figurati se non avresti pianto!”, riferendosi alla non sorpresa nel sapere che una persona si sia commossa.
Grazie molte
Cara Elisabetta, il periodo che mi scrivi è corretto.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, e’ preferibile dire :” Se volessi che vinca il Brasile, allora vincerebbe la Svizzera” oppure “Se volessi che vincesse il Brasile, allora vincerebbe la Svizzera” ? Molte grazie. Isabella
Cara Isabella, è corretto dire: “se volessi che vincesse il Brasile”, ma non ho capito bene il significato dell’intero periodo, cioè con l’apodosi “allora vincerebbe la Svizzera”.
A presto
Prof. Anna
Ti ringrazio per l’esauriente spiegazione. Per quanto riguarda il significatio, il soggeto di questa affermazione si ritiene cosi’ sfortunato che, se volesse che accadesse una certa cosa, accadrebbe certamente il contrario. A presto. Isabella
Cara Anna, tu mi hai chiarito che si dice” Se io volessi o pensassi che tu fossi intelligente”.Se pero’ sostituisco il verbo volere o pensare con un verbo assertivo,le cose penso cambierebbero. Es. “Se io dicessi che tu sei (non fossi) intelligente”. Ho ragione?Grazie. Isabella
Cara Isabella, la tua ipotesi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, gia’ da parecchi giorni ti ho inviato una domanda alla quale non ho avuto risposta. Sospetto che non ti sia arrivata, per cui mi permetto di inviartela di nuovo. Il quesito e’ il seguente: la frase ” se io dicessi che tu SEI intelligente”e’ corretta o e’ preferibile dire “che tu FOSSI? ” A me pare che, essendo il congiuntivo imperfetto della reggente espresso da un verbo assertivo( dire ), il verbo della dipendente debba essere espresso con l’indicativo presente. Vorrei sapere se ho ragione. Molte grazie. Isabella
Cara Anna, ho un dubbio. Si deve dire: io ho mangiato le mele oppure io ho mangiate le mele? Un caro saluto.Barbara
Cara Barbara, è corretto dire “ho mangiato le mele”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se questa frase e’ corretta:” in questo negozio si vende libri”. Grazie.Aldo
Caro Aldo, è corretto dire: “in questo negozio si vendono libri”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, il plurale della parola extrasistole, qual e’? Si dice ” le extrasistole” o le ” le extrasistoli”. Un plurale femminile in “i” mi lascia perplesso, ma ho letto che ” extrasistoli” e” il plurale corretto. Grazie. Barbara
Cara Barbara, il plurale è “extrasistoli”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se è preferibile dire ” ho mangiato due arance” oppure ” ho mangiate due arance^ . Grazie. Rebecca
Cara Rebecca, è corretto dire “ho mangiato due arance”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se questa frase puo’ essere considerata corretta: “Egregio XY, durante il nostro ultimo incontro, lei mi aveva raccomandato di comunicarle, non appena FOSSI VENUTO a conoscenza di cio’, il giorno in cui sua zia SAREBBE PARTITA ecc.”Grazie. Barbara
Cara Barbara, il periodo che mi scrivi è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti propongo questa frase: “Le vie sono strette e quindi lo smog ha modo di ristagnarVICI oppure ristagnarCI”. Quel “CI” sta per “in esse” e quindi, se fosse vera la prima opzione, quel “VI” che significato avrebbe? Grazie
Caro Adriano, è corretto usare o “ci” o “vi”, ma in questo caso scriverei solo “ristagnare”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti propongo questa frase: ” Le vie sono strette, quindi lo smog ha modo di ristagnarVICI o ristagnarCI o ristagnarVI”. Quel “CI” e “VI” ritengo stiano per “in esse”, riferito alle vie. Se fosse corretta la prima opzione, come si spiegherebbe questa ridondanza? Molte grazie.Rebecca
Cara Rebecca, è corretto usare o “ci” o “vi”, ma in questo caso scriverei solo “ristagnare”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, la frase” una ho più persone mi hanno bussato alla porta” è corretta oppure no, cioè il verbo avere va coniugato in rapporto al soggetto “una”oppure all’altro soggetto “più persone”. Grazie. Adriano
Caro Adriano, se uno dei soggetti è plurale, l’accordo è al plurale se i soggetti precedono il verbo, quindi in questo caso è corretto il verbo al plurale.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti propongo questa frase: “Mi dissero che( in precedenza) sarebbe stato meglio SE fossi partito”.Il periodo ipotetico,in questo caso, è antecedente, temporalmente, al ” dissero”. Dalle tue spiegazioni mi pare di aver capito che la frase è corretta perchè il condizionale passato “sarebbe stato”( che normalmente proietta l’azione al futuro del passato) in questo caso non è sbagliato perchè è inserito in un periodo ipotetico.Ora, se io esprimessi una frase identica in quanto a significato ma dversa formalmente, quel condizionale passato sarebbe sempre corretto come espressione di un passato nel passato? Es.” Mi dissero che( in precedenza) sarebbe stato meglio CHE( non SE) fossi partito”. Grazie. Rebecca
Cara Rebecca, nel primo esempio che mi scrivi abbiamo un periodo ipotetico dell’irrealtà che proietta nel passato sia l’apodosi sia la protasi, in un periodo non ipotetico, il condizionale passato in dipedenza da un verbo al passato esprime posteriorità, ma comunque nel passato: “mi dissero che sarebbe stato meglio che fossi partito”, per esprimere anteriorità in dipendenza da un verbo al passato (che non richiede il congiuntivo come “dire”), è necessario usare il trapassato prossimo.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ritornando sulla frase:” Una o piu’ persone hanno bussato alla porta” , tu dici che quel “hanno” e’ corretto perche’ i soggetti precedono il verbo e quindi prevale il plurale espresso da “piu’ persone”. Ma cosa accadrebbe se i soggetti seguissero il verbo? Si dovrebbe dire ugualmente”hanno bussato alla porta una o piu’ persone” oppure ” ha bussato alla porta una o piu’ persone”? Mille grazie. Adriano
Caro Adriano, se tra i soggetti ce n’è uno plurale, il verbo sarà al plurale.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, so benissimo, avendolo tu ripetuto piu’ volte, che il condizionale passato proietta una azione al futuro del passato. Premesso questo, mi sorge un dubbio. Tu dicevi che il condizionale passato puo’ anche essere usato per esprimere frasi ipotetiche, per es. ” i ladri sarebbero passati attraverso la finestra” come per dire che forse erano passati per li’.In questo particolare contesto ipotetico e’ possibile usare il condizionale passato al passato del passato, es.” Mario mi disse che( in precedenza) i ladri sarebbero passati per la finestra?” Oppure devo cambiare la frase, per es.” Mario mi disse che ( in precedenza) i ladri probabilmente erano passati per la finestra”.Grazie per la pazienza. Adriano
Caro Adriano, la tua domanda è legittima, ma in questo caso il periodo: “Mario mi disse che (in precedenza) i ladri sarebbero passati per la finestra” potrebbe creare ambiguità: il condizionale passato esprime un’azione posteriore a quella espressa nella reggente o un’ipotesi? Per evitare questa ambiguità è sicuramente meglio il secondo periodo che mi scrivi.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, e’ preferibile dire”gli Stati Uniti sono un Paese ecc.” o “gli Stati Uniti e’ un Paese ecc.”? Inoltre, quando ci si riferisce ad uno stato e non ad un piccolo centro urbano, e’ preferibile scrivere “Paese” o ” paese”? Grazie.Isabella
Cara Isabella, è preferibile dire: “gli Stati Uniti sono un Paese…”, il termine “paese” è scritto con la maiuscola quando significa “nazione”, mentre quando significa “piccolo centro urbano” è scritto con la minuscola.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, poniamo che una persona si sia ritenuta vicina alla morte, e’ corretto che, per descrivere quel tragico momento, questa si esprima cosi’:” Pensavo che quell’ immagine che stavo vedendo fosse( o sarebbe stata) l’ultima che avrei visto”. Per me e’ corretto dire sia “fosse” che “sarebbe stata”, ma non ne sono sicuro, per cui gradirei il tuo parere. Grazie. Adriano
Caro Adriano, in questo caso mi sembra si voglia esprimere contemporaneità, quindi userei “fosse”, ma non è scorretto usare “sarebbe stata” se si vuole esprimere un rapporto di posteriorità, anche se minimo.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, la frase ” dillo a lei” puo’ essere espressa con la frase “diglielo”? Inoltre al posto di “di’ a loro “, riferito a delle donne, si puo’ dire “digli”? Grazie. Isabella
Cara Isabella, la frase “dillo a lei” può essere sostituita con la frase “diglielo”, per ripassare i pronomi combinati ti consiglio questo articolo:https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/03/24/i-pronomi-combinati/ ; la frase “di’ a loro” (anche per il femminile) può essere sostituita sia da “di’ loro” sia da “digli”. La forma “digli” significa sia “di’ a lui” sia “di’ a loro”, per ripassare i pronomi indiretti ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/03/25/pronomi-personali-indiretti/.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, per dire “spero che tu non debba in futuro pentirti di quello che stai facendo”, ci si puo’ esprimere cosi:”Spero che tu non abbia a pentirtene un domani” ? Grazie. Isabella
Cara Isabella, quando il verbo “avere” è seguito dalla preposizione “a” e un verbo all’infinito trasferisce il valore del suo tempo e modo al verbo che lo segue, quindi “spero che tu non abbia a pentirtene” significa “spero che tu non te ne penta” (il verbo “pentire” assume il tempo e il modo del verbo “avere”, cioè il congiuntivo presente).
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere come regolarmi con questa frase :”Fiori(maschile) e anatre(femminile) entrambi(o entrambe) belli( o belle)”. Grazie. Isabella
Cara Isabella, in presenza di più nomi se i nomi sono di genere diverso, l’aggettivo assume la terminazione del maschile plurale, quindi è corretto dire: “fiori e anatre entrambi belli”. Per ripassare la concordanza dell’aggettivo qualificativo, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/01/08/concordanza-dellaggettivo-qualificativo/.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, si puo’ dire “perdere DI dignita’ ” oppure e’ tassativa l’espressione”perdere dignita’ “? Ti ringrazio. Adriano
Caro Adriano, il verbo “perdere” si può usare intransitivamente seguito dalla preposizione “di”, con valore tra partitivo e di limitazione col significato di “scemare, diminuire” (perdere di dignità), ma l’espressione più comune è “perdere la dignità”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, leggendo una tua recente risposta mi e’ venuto un dubbio. Prendendo sempre quell’esempio, sarebbe altrettanto corretto dire “fiori e anatra entrambi belli”? Grazie. Alessandra
Cara Alessandra, la frase che mi scrivi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se, secondo te, l’espressione “risonanza emotiva” e’ corretta per significare ” emotivita’ fiacca, poco vivace”.Grazie. Isabella
Cara Isabella, l’espressione “risonanza emotiva” non significa “emotività fiacca”, con questa espressione si indica la capacità di risuonare, di sentire emotivamente ciò che gli altri provano.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, la frase “in caso tu dovessi accorgerti che lui vuole”, laddove il “dovessi accorgerti” proietta l’azione nel futuro e il”vuole” diventa una contemporaneita’ rispetto al “dovessi accorgerti”, puo’ essere considerata corretta? Oppure e’preferibile rendere quella contemporaneita’ nel futuro con un futuro(vorra’)? Se fosse vera questa ultima ipotesi non ci sarebbero,però, piu’ armi per rendere la posteriorità nel futuro sarei grato se tu mi chiarissi il dubbio. Adriano
Caro Adriano, in questo caso “dovessi” esprime contemporaneità e posteriorità, è corretto usare “vuole” per esprimere entrambe.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, e’ sorta una discussione fra amici circa l’uso di parole come ANGOLATURA, ANGOLO VISUALE e PROSPETTIVA, introdotte nel discorso in senso figurato. Io sostengo che sia corretto dire: “Ponendosi IN una certa prospettiva, IN un certo angolo visuale, IN una certa angolatura, allora risulta che ecc.”, ma anche “Vedendo le cose DA una certa angolatura, DA un certo angolo visuale, DA una certa prospettiva, allora risulta che ecc.” Sono corrette entrambe le forme? Grazie. Alessandra
Cara Alessandra, sono corrette entrambe le forme.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se l’espressione “la malattia a quel tempo non aveva ancora una sua DIGNITA’ NOSOGRAFICA(intendendo con cio’ che, a quell’insieme di sintomi, allora non era ancora stato dato un nome, una definizione che lo classificasse come una patologia ben precisa) puo’ essere considerata corretta. Es. le ” crisi di panico” che, fino a non molti anni fa, erano considerate piu’ o meno dei capricci posti in essere da persone nevrotiche, ma non avevano un nome e una descrizione strutturata. Grazie. Isabella
Cara Isabella, l’espressione che mi proponi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, entrando in una libreria e volendo comprare un libro di filosofia, è preferibile dire: ” Vorrei comprare un libro che PARLA di filosofia” oppure: ” Vorrei comprare un libro che PARLI di filosofia”. Desidererei sapere anche la motivazione per cui una soluzione una soluzione è corretta e l’altra no, ammesso che non siano corrette tutte e due . Grazie Alessandra
Cara Alessandra, sono corretti entrambi i periodi. Il congiuntivo nella frase relativa ha un valore limitativo, il congiuntivo in questo caso esprime un requisito o una limitazione relativamente all’oggetto desiderato e quindi è corretto usarlo, ma la frase non sarebbe scorretta nemmeno con l’indicativo.
Se vuoi approfondire l’uso del congiuntivo nelle frasi relative, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/03/14/il-congiuntivo-nelle-frasi-relative/.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ho letto la risposta data a una lettrice, nella quale tu sostieni che la frase ” vorrei un libro che parli di filosofia” e’ corretta. Da qualche altra parte, pero’, ricordo che dicevi che il “vorrei” richiede il congiuntivo imperfetto e non presente, quindi dovrebbe essere “vorrei un libro che parlasse di filosofia” anziche’ “vorrei un libro che parli di filosofia”. Ovviamente la mia puntualizzazione non ha alcun intento polemico, vorrei solo cercare di capire. Grazie per la pazienza. Adriano
Caro Adriano, i due periodi che mi proponi sono strutturalmente diversi, è vero che quando nella reggente c’è un verbo che esprime volontà o desiderio coniugato al condizionale la contemporaneità e la posteriorità si esprimono con il congiuntivo imperfetto e l’anteriorità si esprime con il congiuntivo trapassato, ma questo vale per le proposizioni oggettive: “vorrei che tu fossi sincero”, “vorrei che tu fossi stato sincero”; la frase che mi propone la lettrice non è un’oggettiva ma una relativa: “vorrei un libro che (il quale libro) parli di filosofia” e quindi non segue la regola sulla concordanza ricordata poco fa, ma esistono delle indicazioni sull’uso del congiuntivo anche per le proposizioni relative(https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/03/14/il-congiuntivo-nelle-frasi-relative/).
Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara Anna, e’ preferibile dire: “Non penso che questo sia cio’ di cui tu
HAI bisogno” oppure “Non penso che questo sia cio’ di cui tu ABBIA bisogno”. Vorrei sapere se si tratta semplicemente di preferenza o se una delle due soluzioni e’ da considerare completamente sbagliata. Grazie. Isabella
Cara Isabella, nessuna delle due soluzioni è sbagliata, sono corrette entrambe.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, con riferimento ai mercatini di Natale, ho sentito piu’ termini atti a significare che sono stati posti in una certa zona, ma nessuno mi convince. Es.COLLOCATI, pero’ mi sa di un termine atto a porre in un certo luogo un oggetto di limitate dimensioni, CREATI, ma mi sa di un termine riferito ad una opera d’ arte o simili, INSTALLATI, ma mi sa di un termine adatto per una struttura tipo condizionatore o simili. Mi chiedevo, pertanto, quale fosse il termine piu’ adatto in questo caso.Grazie. Alessandra
Cara Alessandra, io utilizzerei il verbo “organizzare”: “sono stati organizzati”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei esporti questa frase :”Se tu allora mi avessi detto cio'(per es. che sei capace di tutto pur di ottenere cio’ che vuoi), avrei pensato che AVRESTI POTUTO essere tu a commettere l’ omicidio”(riferendosi ad un omicidio commesso in passato).Questo AVRESTI POTUTO e’ usato per definire un fatto commesso in passato rispetto a quando io AVREI PENSATO ed ha un valore evidentemente ipotetico. Si tratta di un condizionale passato che va al passato del passato, pero’ con valore ipotetico. Puo’ essere considerato corretto?Grazie.Adriano
Caro Adriano, se vuoi esprimere anteriorità rispetto a “avrei pensato” devi usare il congiuntivo imperfetto o trapassato: “avrei pensato che potessi essere / avessi potuto essere tu”. Ti consiglio questo articolo per ripassare la concordanza dei tempi quando nella reggente c’è un verbo al condizionale: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/12/01/il-condizionale-nelle-frasi-indipendenti/.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, non dubito che le cose stiano cosi’, ma vorrei cercare di capire meglio. A me era sembrato di capire che un condizionale passato potesse essere usato come passato del passato solo qualora l’avesse un valore ipotetico. Es.
1) “Carlo disse che i ladri sarebbero entrati( passato rispetto al disse)dalla finestra.” Questa era una frase che tu avevi considerato corretta. Anche nella frase 2) “Se tu mi avessi detto una certa cosa allora avrei pensato(quella volta) che tu avresti potuto commettere l’omicidio(prima di quella volta)il condizionale passato(avresti potuto) proietta l’ azione al passato del passato con valore ipotetico, come in 1). Non capisco perche’ in un caso sia possibile usare il condizionale passato come passato del passato e nell’altro no,pur essendo entrambi usati in senso ipotetico. Ti ringrazio per la tua pazienza. Adriano
Caro Adriano, il condizionale passato esprime un futuro nel passato quando il verbo della reggente è al passato, ovvero indica che la subordinata è postere alla la reggente (al passato): “mi disse (passato) che sarebbe venuto (in un tempo posteriore rispetto a “disse”): int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/01/19/concordanza-dei-tempi-con-lindicativo/; https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/10/18/la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-1/.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof.ssa Anna, ho letto la interessante risposta da te data sul condizionale passato e mi e’ sorto un dubbio. Io fino adesso avrei detto tranquillamente per es. “Roberto disse che il suo amico in passato( rispetto a quel disse) sarebbe andato in America se avesse avuto la possibilita’ di farlo”. Quindi ho sempre sbagliato, visto che ho mandato un condizionale passato al passato di quel disse? Allora come potrei esprimere diversamente quel concetto? Mi puoi aiutare? Grazie. Daniela
Cara Daniela, nel caso che mi proponi il condizionale passato è il verbo dell’apodosi di un periodo ipotetico dell’irrealtà (il suo amico in passato sarebbe andato in America se avesse avuto la possibilità). Il periodo ipotetico dell’irrealtà è formato da una protasi (se + congiuntivo trapassato) che esprime un’ipotesi non realizzata nel passato e un’apodosi (condizionale passato) che esprime una conseguenza non realizzata nel passato.
Un saluto
Prof. Anna
Scusa se sono un po’ testona, ma quanto hai detto significa quindi che la frase che ti ho proposto e’ corretta? Grazie per la pazienza. Daniela
Cara Daniela, sì, il periodo è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, dovendo scrivere ad una persona molto influente per motivi di lavoro, ti sarei grata se tu considerassi attentamente questo scritto per valutare se e’ assolutamente corretto. Molte grazie. Alessandra.”Egregio professore, Lei, nel corso del nostro ultimo incontro, mi aveva raccomandato di contattarLa non appena avessi avuto notizie circa la data del colloquio a cui dovro’ essere sottoposta, qualora avessi desiderato che Lei presenziasse al colloquio sopra citato e cio’ al fine di permetterLe di organizzarsi in tempo. Considerato che la Sua presenza mi sarebbe oltremodo gradita, Le comunico che tale data e’ stata fissata per il giorno X. Distinti saluti.
Cara Alessandra, la tua lettera è scritta bene, ti faccio solo poche correzioni: “Egregio Professore, Lei, nel corso del nostro ultimo incontro, mi aveva raccomandato di contattarLa non appena avessi saputo la data del colloquio a cui dovrò essere sottoposta, qualora avessi desiderato che Lei presenziasse al colloquio sopra citato e ciò al fine di permetterLe di organizzarsi in tempo. Considerato che la Sua presenza mi sarebbe oltremodo gradita, Le comunico che tale data è stata fissata per il giorno X. Distinti saluti”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti chiedo se queste due frasi sono entrambe corrette o se lo è una sola delle due: ” Avrebbe avuto piacere di comprare subito il libro se avesse visto che FACEVA ( o AVESSE FATTO) al caso suo. Grazie. Daniela
Cara Daniela, in questo è corretto usare l’imperfetto (che faceva).
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti ho già scritto per porti le seguenti domande, ma non ho ottenuto risposta. Temo che non ti sia arrivata l’email, anche perchè non riesco a vedere, come accadeva in passato, la domanda in attesa di moderazione. Dunque, il problema è questo: “suo-loro” e “proprio” possono essere usati indifferentemente? Generalmente si dice ” a ciascuno il suo” ( non il proprio), “tutti amano i propri figli”( non i loro figli), cioè se ci si riferisce al soggetto si tende ad usare “proprio”, se invece ci si riferisce al complemento si tende ad usare “suo-loro”. E’ possibile fare anche il contrario? in particolare mi interessa la seguente frase: “non intendo insegnare a nessuno il suo mestiere” è corretta questa frase? E, se sì, è possibile anche dire “il proprio mestiere”? Grazie. Isabella
Cara Isabella, l’aggettivo “proprio” si può usare al posto di “suo” o “loro” quando questi due aggettivi si riferiscono al soggetto della frase: “tutti i genitori amano i propri figli” = “tutti i genitori amano i loro figli”. “Proprio” si usa più frequentemente di “suo” e “loro” se il soggetto è indefinito “tutti amano i propri figli”; l’uso di “proprio” è invece obbligatorio quando la frase è impersonale: “bisogna amare i propri figli”. Non è possibile usare “proprio” quando non si riferisce al soggetto, quindi la frase “non intendo insegnare a nessuno il proprio mestiere” non è corretta. Per approfondire questo argomento, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/09/22/approfondimento-sugli-aggettivi-possessivi-uso-di-proprio-e-altrui/.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se questa frase e’ corretta: “Anche se sapessi che tu (in futuro) potresti fare qualcosa di male, ti proteggerei comunque”. Ovviamente potrei dire “che tu potrai”, ma quel “potresti” da’ un valore di incertezza che, nel contesto della frase, mi sembra preferibile, ma non sono sicura che sia corretto. Grazie. Alessandra
Cara Alessandra, il periodo è corretto.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, non avendo riscontro del fatto che tu abbia ricevuto la mia email e non vedendo risposta dopo parecchi giorni, mi permetto di riscriverti, supponendo che tu non l’abbia ricevuta.Vengo al punto: tu mi avevi detto che l’aggettivo “proprio” non puo’ essere riferito ad un complemento(es. “a ogniuno piace il proprio” e’ sbagliato, si deve dire”il suo”). Io volevo sapere se al complemento si puo’ unire il rafforzativo(a ogniuno piace il suo propro) oppure se cio’ non e’ possibile e il rafforzativo e’ negato al complemento. Grazie per la pazienza. Isabella
Cara Isabella, ricevo solo ora il tuo commento. “Proprio” non è solo un aggettivo possessivo ma anche un aggettivo qualificativo che significa “che è strettamente inerente e appartenente a una sola persona”, in questo senso lo puoi usare anche se non è riferito al soggetto, nell’espressione che mi scrivi però ti consiglio di usare “proprio” in funzione di avverbio (significa precisamente, per l’appunto): “a ognuno piace proprio il suo”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, scusa se ti riscrivo, ma non ho ottenuto risposta alla mia domanda, forse, fra tante, ti sara’ sfuggita. E’ corretto dire, per la contemporaneita’, “se io credessi che tu FOSSI ecc.” oppure si deve dire “se io credessi che tu SIA ecc.”? Se fosse corretto “FOSSI”, non ci sarebbe differenza di tempo nella dipendente, per la contemporaneita’ , tra “se credessi” e “se avessi creduto” perche’,in entrambi i casi, la dipendente sarebbe sempre FOSSI e questo mi sembra strano. Mi puoi illuminare? Si dice , quindi, “se credessi che fossi” o “se credessi che sia” ? Ti ringrazio infinitamente. Giuliana
Cara Giuliana, è corretto usare per la contemporaneità il congiuntivo imperfetto nella dipendente: “se credessi che tu fossi”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti espongo questa frase:” Se quello che penso di me dipende da quello che NE pensano gli altri, allora e’ chiaro non posso trascurare l’ opinione altrui”. Quel NE sta per DI ME ? Grazie. Daniela
Cara Daniela, sì, la particella “ne” in questo periodo sostituisce “di me”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, leggendo Proust, mi sono imbattuto in questa frase: ” La mia consolazione, quando salivo a coricarmi, era che la mamma venisse a darmi un bacio non appena fossi a letto “. E’ corretto dire “non appena fossi a letto “? A me sembra piu’ corretto dire ” non appena fossi stato a letto”, perche’ il bacio e’ successivo (anche se di poco) all’ essere andato a letto. Ho ragione? Ti ringrazio per l’ attenzione. Adriano
Caro Adriano, sono corrette entrambe le soluzioni: la rapidità della successione che “non appena” sottolinea è tale che i fatti, pur essendo anteriori, appaiano contemporanei a quelli della reggente, infatti questa congiunzione instaura una relazione che dovrebbe indicare anteriorità della frase temporale rispetto al tempo della reggente; spesso, però, nel parlato medio i due tempi vengono livellati, è possibile quindi usare sia il congiuntivo trapassato (che esprime anteriorità) sia il congiuntivo imperfetto (che esprime contemporaneità).
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se questa frase e’ corretta: ” Se giocassi a tennis il mio successo dipenderebbe dalla preparazione tecnico atletica che avrei in quel momento”. Ho sentito dire che sarebbe corretto anche l’uso del futuro(avro’ in quel momento), ma mi convince poco perche’ il futuro semplice da’ l’ idea di una azione data per certa, mentre qui siamo nel campo delle ipotesi. Grazie.
Cara Giuliana, usare il futuro in questo caso sarebbe corretto, infatti questo tempo verbale non si usa solo per indicare o per parlare di azioni ancora da compiere, ma può esprimere anche incertezza.
Un saluto
Prof. Anna
Volevo sapere se e’ preferibile dire:”Mi disse che mi avrebbe riferito cio’ che eventualmente gli avessero detto” oppure ” cio’ che gli avrebbero detto”. Quel ” gli avrebbero” o ” gli avessero detto” e’ una dipendente del ” mi disse” o del” mi avrebbe riferito”? Molte grazie. Daniela
Cara Daniela, sono corretti entrambi i modi verbali con la differenza che in questo caso il condizionale passato ha una funzione temporale e esprime un futuro nel passato, mentre il congiuntivo imperfetto esprime una possibilità (cioè non è sicuro che gli abbiano detto qualcosa); i due verbi “avrebbero detto” e “avessero detto” dipendono da “mi avrebbe riferito”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ho letto la risposta data alla lettrice Daniela e mi e’ sorto un dubbio che vorrei tu mi chiarissi. La frase e’ questa: ” Mi disse che mi avrebbe riferito cio’ che gli avrebbero detto”. Tu dici che “gli avrebbero detto” dipende non da “mi disse” bensi’ da”mi avrebbe riferito” e che questo “gli avrebbero detto” e’ un futuro nel passato, si presume, rispetto alla frase da cui dipende(” mi avrebbe riferito” ). Ora mi chiedo come sia possibile cio’, dato che l’azione espressa dal “gli avrebbero detto” e’ necessariamente antecedente a quella del “mi avrebbe riferito”(prima gli dicono e poi mi riferisce) e quindi quel ” cio’ che gli avrebbero detto” non e’ un futuro nel passato ma un passato nel passato, rispetto alla frase da cui dipende. Se c’ e’, come e’ probabile, qualcosa che mi sfugge, ti sarei grata se tu me lo spiegassi. Ti ringrazio per la tua disponibilita’. Con simpatia Giuliana
Cara Giuliana, la principale è “mi disse”, “che mi avrebbe riferito” è la subordinata di primo grado e esprime un’azione posteriore rispetto a “mi disse”, a questo punto la proposizione relativa, che dipende dalla subordinata di primo grado (è quindi una subordinata di secondo grado), ha il verbo al condizionale passato ed è quindi contemporanea (anche se logicamente almeno appena antecedente a “mi avrebbe riferito”), se volessimo invece rendere quest’azione antecedente a “mi avrebbe riferito” dovremmo usare un altro tempo verbale, il trapassato prossimo: “mi disse che mi avrebbe riferito ciò che gli avevano detto”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se e ‘ corretto dire: ” CREDERO’ CHE TU SARAI ” per la posteriorita’ e “CREDERO’ CHE TU FOSSI e FOSSI STATO” per la anteriorita’. Grazie. Daniela
Cara Daniela, posteriorità: “crederò che tu sarai”; contemporaneità: “crederò che tu sia”; anteriorità: “crederò che tu sia stato”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, e’ corretto dire ” questo muro e’ come se si STIA sgretolando” oppure ” e’ come se si STESSE sgretolando” ? Grazie per l’attenzione. Adriano
Caro Adriano, è corretto dire: “è come se si stesse sgretolando”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei un tuo parere su questa frase: ” Come un animale non puo’ dar valore alle qualita’ artistiche di un uomo, potrebbe darsi che anche l’uomo SIA(o FOSSE)privo di quelle categorie mentali che gli PERMETTANO(o PERMETTONO)di decodificare qualita’ altrettanto grandi nell’ animale e quindi sia indotto a ritenersi erroneamente superiore”. Grazie per l’ aiuto. Rebecca
Cara Rebecca, il periodo corretto è: “Come un animale non può dar valore alle qualità artistiche di un uomo, potrebbe darsi che anche l’uomo sia privo di quelle categorie mentali che gli permettono di decodificare qualità altrettanto grandi nell’animale e quindi sia indotto a ritenersi erroneamente superiore”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, se io voglio dire che era, fino ad un attimo fa, mia intenzione fare qualcosa a cui ora decido di rinunciare per qualche ragione intervenuta nel frattempo, posso servirmi del condizonale passato? Questa soluzione mi suona bene, ma mi crea qualche perplessita’ perche’ userei il condizionale passato per indicare una azione che non si realizzera’ nel futuro(rispetto al momento in cui sto parlando). Es. “TI AVREI PORTATO UN REGALO” . (Nel senso di: ” fino ad un attimo fa era mia intenzione portartelo, in un futuro prossimo,ma adesso, considerato quello che mi hai appena detto, ci rinuncio”). E’ corretta questa espressione? Grazie. Giuliana
Cara Giuliana, il condizionale passato in questo caso è corretto.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei che tu considerassi questa frase: ” Se si trovasse difronte a 3 piatti di pastasciutta se li mangerebbe tutti e 3 e poi direbbe che 1)li ha mangiati o che 2) li mangerebbe per fame e non per golosita’. E’ corretta la soluzione1) o 2) o entrambe? Grazie. Rebecca
Cara Rebecca, è corretta la prima soluzione.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti propongo questa frase, co tre opzioni, in modo che tu possa dirmi se sono corrette tutte e tre, due o una sola di esse:”Considerata la poca voglia di studiare che aveva, la laurea che ha preso vale tanto quanto una laurea piu’ prestigiosa presa da una persona che 1)ami 2) amasse o 3) ama lo studio”. Grazie. Daniela
Cara Daniela, sono corrette le opzioni 1 e 3.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ho letto che tu ritieni sbagliato dire ” se credero’ che tu avrai fatto”. Forse perche’ il verbo credere e’ dubitativo? Se dicessi “se sapro'(quindi un verbo non dubitativo)che avrai fatto una certa cosa”, quel futuro anteriore sarebbe corretto? Grazie. Daniela
Cara Daniela, anche in questo caso è corretto il futuro semplice.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere quale di queste 2 espressioni e’ corretta: “Ho preferito dirti questo subito perche’ altrimenti avrei rischiato di dimenticarmeLO o di dimenticarmeNE “. Grazie. Rebecca
Cara Rebecca, entrambe le soluzioni sono corrette.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se la sintassi e’ una parte della grammatica o se sintassi e grammatica sono due entita’ separate. Grazie.
Cara Rebecca, la sintassi è una parte della grammatica che contiene le regole di combinazione degli elementi lessicali e significativi, e quindi di formazione della frase.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, e’ possibile usare il futuro anteriore per l’ anteriorita’ di un verbo dubitativo usato al futuro semplice indicativo? Es. ” Se credero’ che tu avrai fatto cio’ ecc.” oppure e’ necessario dire: “Se credero’ che tu abbia fatto cio ecc.”.Ti ringrazio. Adriano
Caro Adriano, è corretto usare il congiuntivo passato.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, e’ corretto dire ” se credero’ (in futuro)che tu avessi fatto una certa cosa(in passato rispetto a quel futuro), oltre al gia’ citato “se io credero’ che tu abbia fatto”? Grazie. Giuliana
Cara Giuliana, il congiuntivo imperfetto in questo caso non è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se e’ corretto dire:” Se ti accadesse una cosa del genere sarebbe difficile che tu 1)POTESSI cavartela o 2) POSSA cavartela.” Grazie. Giuliana
Cara Giuliana, è corretto dire: “Se ti accadesse una cosa del genere sarebbe difficile che tu possa cavartela”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, poniamo che mi facciano vedere due foto e io, riferendomi a una delle due, dica:”Questa e’ meglio”, sarebbe corretto oppure e’ d’ obbligo dire: “Questa e’ migliore”. Io propendo per la seconda risposta perche’ sto usando un aggettivo(questa e’ la migliore delle 2) e non un avverbio(nel qual caso sarebbe piu’ indicato usare “meglio”) .Ho ragione? Mi potresti chiarire la regola, perche’ ho un po’ di confusione. Grazie. Daniela
Cara Daniela, sono corrette entrambe le espressioni: “migliore” è un aggettivo, comparativo di “buono”; anche “meglio” può avere funzione di aggettivo e significa “migliore”, è usato in questo modo soprattutto come predicato di “essere”, “parere”, “sembrare”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se si deve dire ” tu sei migliore di me” tassativamente oppure se si puo’ anche dire ” tu sei meglio di me”?Grazie. Isabella
Cara Isabella, sono corrette entrambe le espressioni.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se e’ corretto dire ” Mario non ci sarebbe dovuto essere ieri sera” oppure se si deve dire ” Mario non avrebbe dovuto essrci ieri sera”. Grazie. Rebecca
Cara Rebecca, è corretto dire: “Mario non avrebbe dovuto esserci ieri alla riunione” e “Mario non avrebbe dovuto essere là”, quando il servile è seguito dal verbo “essere”, l’ausiliare è “avere”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti riscrivo la e- mail perche’ ho il sospetto che non sia partita. Vorrei sapere se, oltre a dire “Mario non avrebbe dovuto esserci ieri alla riunione”, si puo’ anche dire “Mario non ci sarebbe dovuto essere ieri alla riunione”. E ancora(questa volta il pronome CI) quale di queste due espressioni e’ corretta:” Mario non avrebbe dovuto essere la’ ” oppure “Mario non sarebbe dovuto essere la’ “? Ti ringrazio. Rebecca
Cara Anna, ti espongo questa frase:” Se tu mi dicessi cio’, crederei che fossi(contemporaneita’ con crederei) tu il colpevole”. E’ corretta? Grazie. Isabella
Cara Isabella, per esprimere contemporaneità in dipendenza da “crederei” è necessario usare il congiuntivo presente: “crederei che tu sia il colpevole”. Per ripassare la concordanza dei tempi quando nella reggente c’è un verbo al condizionale, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/12/01/il-condizionale-nelle-frasi-indipendenti/.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei che tu mi chiarissi un dubbio. La frase ” ho incontrato Mario e Ada e ho chiesto loro di restituirmi il libro” puo’ essere sostituita da questa frase:”Ho incontrato Mario e Ada e gli( a loro) ho detto di restituirmi il libro”? Grazie. Daniela
Cara Daniela, il pronome “gli” può significare “a loro” (oltre che “a lui”), può quindi essere usato al posto di “loro”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se esiste una regola che permetta di gestire la lettera i all’ interno della parola. Cioe’ perche’, per es., le parole chiacchiere, igiene, crociera, scienza ecc. richiedono la i, mentre magnetismo, magnesio, immergere, bagnare ecc. non la richiedono( cioe’ perche’ non magnietismo,immergiere ecc.)? Ci si deve rassegnare a imparare a memoria,una per una, queste parole dubbie? Molte grazie. Giuliana
Cara Giuliana, esistono alcune indicazioni sulla presenza della -i. La -i può trovarsi: -nei plurali dei nomi in -cia, -gia (camicie, valigie); nella prima persona plurale dei verbi in -gare (sogniamo) e nella seconda persona plurale del congiuntivo (sogniate). La -i va invece omessa: nelle voci verbali in -erò, -erei dei verbi che escono in -ciare, -sciare, -cciare, -giare, -ggiare (bacerò, caccerò, gareggerò); nei derivati di -etta, -etto, -ezza, -eta, -eria, -ese formati da nomi che finiscono in -cia, -scia, -ccia, -cio, -scio, -ccio, -gio, -ggio (fascia-fascetta; poggio-poggetto; saggio-saggezza; camicia-camiceria; orologio-orologeria; Francia-francese; pioggia-pioggerella). Per influsso della grafia latina, la -i si conserva in singole parole (specie, fattispecie, superficie, effigie. La -i si mantiene nei suffissi -(c)iente, -(c)ienza, -(c)iero, -(c)iera, e in un limitato numero di casi in -(g)iero, -(g)iera: cosciente, coscienza, deficiente, deficienza, efficiente, efficienza, sufficiente, sufficienza, scienza (invece: beneficenza, conoscenza, licenza, conformi al modello latino senza la -i), artificiere, braciere, usciere, formaggiera, crociera (ma: pancera). In caso di dubbi, è necessario consultare un vocabolario.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti propongo queste frasi: “Telefoni la prossima settimana per sapere quando(o se) gli esami SONO(o SARANNO) pronti”. La settimana dopo la persona a cui e’ stata rivolta l’affermazione telefona e dice:” Lei mi aveva detto di chiamare oggi per sapere quando gli esami SONO o SARANNO) pronti.” E’ piu’ corretto l’ uso del presente o del futuro? Molte grazie. Adriano
Caro Adriano, entrambe le possibilità sono corrette.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere come comportarmi RELATIVAMENTE ALLA CONTEMPORANEITA’ nel futuro (nei verbi che non siano di volonta’ o dubitativi), cioe’ se usando il presente o il futuro semplice indicativo. Es.:”Se sapro’ che tu mi tradisci, allora me ne andro’.” oppure “Se sapro’ che mi tradirai, allora me ne andro’.” E ancora:”Gli diro’ che me ne vado(nel momento in cui glielo diro’)” oppure ” Gli diro’ che me ne andro’ ( sempre nel momento in cui glielo diro’). Grazie. Isabella
Cara Isabella, quando il verbo della reggente è al futuro, per esprimere contemporaneità nella subordinata si usa il presente o il futuro. Per ripassare la concordanza dei tempi, in particolare quando il verbo della reggente è al futuro, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/06/01/approfondimento-la-concordanza-dei-tempi-con-lindicativo/.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, si puo’ dire: “Se tu ti accorgessi (si presume in futuro)che lui AVRA’ FATTO una cosa del genere, cosa faresti?”Grazie mille. Daniela
Cara Daniela, è corretto dire: “se ti accorgessi che ha fatto una cosa del genere, cosa faresti?”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, e’ corretto dire : “Se io credero’ che tu FOSSI STATO ecc. “, anziche’ “Se io credero’ che tu SIA STATO”?Grazie. Adriano
Caro Adriano, di norma dopo una reggente con un verbo che vuole il congiuntivo coniugato al futuro (crederò) per esprimere anteriorità nella subordinata si usa l congiuntivo passato (sia stato).
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, da quello che ho letto nelle tue ultime risposte relativamente al futuro anteriore (cioe’ che sono errate le seguenti frasi:” Se credero” che tu avrai fatto ecc.” e ” Se mi accorgessi, in futuro, che tu avrai fatto ecc.”), mi vien da pensare che il futuro anteriore possa essere usato esclusivamente in rapporto ad un FUTURO SEMPLICE di un VERBO NON DUBITATIVO o di VOLONTA’, es. “Io ti riferiro’ quello che mi avranno detto” o ” Se io sapro’ che tu avrai fatto ecc.” e altre simili. Ho ragione? Ti ringrazio. Sergio
Caro Sergio, il futuro anteriore si usa per esprimere un’azione futura che avviene prima di un’altra espressa al futuro, il suo uso è frequente in proposizioni temporali introdotte dalle espressioni di tempo: “dopo che; quando; appena”: “ti presterò il libro non appena l’avrò letto”, ma non si usa come tempo verbale di proposizioni oggettive per esprimere rapporti temporali con la reggente, quindi se voglio che la subordinata sia anteriore alla principale al futuro dovrò dire: “ti riferirò quello che mi hanno detto”, “se saprò che hai sbagliato”; se voglio che la subordinata sia contemporanea alla principale al futuro dovrò dire: “se saprò che sbagli / che sbaglierai”; se voglio che la subordinata sia posteriore alla principale al futuro dovrò dire: “se saprò che sbaglierai”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, illuminante la risposta che hai data a Sergio! Fino ad ora avevo sempre sbagliato, ma penso di essere in buona compagnia perche’ conosco molte persone, anche di buona cultura, che ignorano completamente questa regola. Ti faccio una domanda. Oltre a dire ” se sapro’ che HAI fatto ecc.” e’ anche possibile dire “se sapro’ che AVEVI fatto ecc.”?Grazie. Isabella
Cara Isabella, dopo un verbo al futuro semplice (che non richiede congiuntivo) per esprimere contemporaneità è possibile usare il presente o il futuro; per esprimere anteriorità è possibile usare il passato prossimo, l’imperfetto, il passato remoto e il trapassato prossimo (quindi dire “che avevi fatto” è corretto); per esprimere posteriorità si può usare il futuro semplice. Per uno schema della concordanza dei tempi con l’indicativo, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/06/01/approfondimento-la-concordanza-dei-tempi-con-lindicativo/.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, si puo’ dire “pavento di morire?”Te lo chiedo perche’ non mi suona bene, a differenza di “pavento la morte” che, appunto, mi suona molto meglio. Grazie molte. Giuliana
Cara Giuliana, il verbo “paventare” può reggere un complemento oggetto (pavento la morte), può reggere un’oggettiva implicita introdotta da “di” e seguita da un verbo all’infinito (pavento di morire) o esplicita introdotta da “che” e seguita da un verbo al congiuntivo (pavento che muoia).
A presto
Prof. Anna
Gentile professoressa, le riscrivo perche’ sospetto che la mia e mail non sia partita con il mio indirizzo. La frase che volevo sottoporre alla sua attenzione e’ la seguente : ” se io avessi creduto che (in futuro) tu avresti potuto fare ecc.” E’ corretta?Molte grazie. Barbara
Cara Barbara, il periodo che mi scrivi è corretto.
A presto
Prof. Anna
Cara Anns
Cara Anna, oltre a dire ” se avessi creduto (allora) che tu saresti andato ( in futuro)” potrei dire anche ” se avessi creduto(allora) che tu andassi(in futuro)? E ancora, anziche’ dire ” io avrei creduto ( allora) che saresti andato ( in futuro)” e’ possibile dire anche ” io avrei creduto ( allora) che tu andassi ( in futuro )?. Grazie. Adriano
Caro Adriano, nei periodi in cui mi scrivi solo il condizionale passato della subordinata esprime posteriorità, mentre il congiuntivo imperfetto esprime contemporaneità.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere come si comporta il verbo ” temere” in certi contesti. Si dice : “Io temerei(o meglio avrei timore) che tu SIA o che tu FOSSI (sulla scia di “vorrei che tu fossi” anziche’ “che tu sia”)? Poi: ” Io avrei temuto che tu ( in futuro) FOSSI oppure che tu ( in futuro) SARESTI STATO”(ma mi suona male)? E ancora:” Se io avessi temuto che tu(in futuro) FOSSI o (anche in questo caso il suono non mi convince) SARESTI STATO”? Molte grazie. Adriano
Caro Adriano, in questo caso per esprimere contemporaneità si usa il congiuntivo presente (temerei che tu sia), si usa il congiuntivo imperfetto in presenza di verbi che esprimono volontà o desiderio coniugati al condizionale (vorrei che tu fossi); mentre per esprimere posteriorità in dipendenza da un condizionale passato è necessario usare il condizionale passato. Per ripassare la concordanza dei tempi quando nella reggente c’è il condizionale, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/wp-admin/edit-comments.php?comment_status=moderated#wpbody-content.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti ringrazio per la precisazione riguardo al verbo “tenere”, ma non ho compreso se tu intendessi estendere il discorso anche a “volere”(purtroppo non riesco a visualizzare l’articolo che mi hai consigliato).In definitiva penso che tu voglia dire che e’ corretto ” se io avessi temuto che tu avresti fatto” e ” io avrei temuto che tu avresti fatto”, ma NON “se io avessi voluto che tu avresti fatto” o ” avrei voluto che tu avresti fatto”perche’, in questi due ultimi casi la cacofonia mi sembra evidente. Mi puoi confermare cio’? Grazie per la consueta pazienza e dissponibilita’. Adriano
Caro Adriano, la tua ipotesi è corretta. Con i verbi di volontà o desiderio non usiamo il condizionale passato per esprimere posteriorità, ma il congiuntivo imperfetto: “se io avessi voluto che tu facessi”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, poiamo che io voglia esprimere questo concetto: ” Mario mi disse che avevo fatto(ovviamente nel passato rispetto al”disse”) bene a fare medicina”. E’ possibile esprimerlo cosi:” Mario mi disse che avevo fatto una scelta opportuna FACENDO medicina”? Ho qualche perplessita’ sulla accopiata “scelta opportuna” – gerundio presente. Grazie. Adriano
Caro Adriano, il periodo che mi scrivi è corretto.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, riferendosi alla improvvisa rottura di un fidanzamento, il promesso sposo ha laconicamente commentato l’ accaduto dicendo: ” Meglio che sia accaduto ora piuttosto sia accaduto poi”. Io ritengo questa espressione scorretta, perche’ il secondo congiuntivo passato viene usato per descrivere una azione che si collocherebbe, se accadesse, in un futuro. Secondo me ci si dovrebbe esprimere cosi’: “E’ meglio che cio’ sia accaduto ora (inteso come “da poco”) piuttosto che ACCADA poi”. In questo caso l’ accada mi pare proietti l’ ormai improbabile avvenimento verso il futuro( poi)cosa non opotizzabile con il congiuntivo passato. Vorrei sapere da te se ho ragione. Grazie. Adriano
Caro Adriano, la tua ipotesi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti ho inviato delle e-mail parecchi giorni fa senza ottenere risposta. Penso che non ti siano arrivate, quindi ti invio nuovamente I quesiti: 1)”Credo che tu potresti diventare ecc.” e’ corretto? Oppure si puo’ dire solamente “credo che tu possa diventare ecc.”? 2)”Crederei che tu potresti diventare ecc.” puo’ essere accettato al posto del sicuramente corretto “crederei che tu possa diventare ecc.” ? 3) “Meglio che sia successo adesso piuttosto che ACCADA dopo” secondo me e’ una espressione corretta. C’ e’ chi sostiene sia meglio dire ” meglio che sia successo adesso piuttosto che SIA SUCCESSO dopo”, ma quel “sia successo” riferito ad un futuro non mi convince. Ho ragione? Molte grazie. Adriano
Caro Adriano, sia nel caso 1 sia nel caso 2 è corretto usare anche il condizionale.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, e’ preferibile dire “quando TORNERO’ dalle vacanze, sosterro’ un esame” oppure “quando SARO’ TORNATO dalle vacanze, sosterro’ un esame”? Grazie. Adriano
Caro Adriano, in questo caso è corretto usare il futuro anteriore che indica l’anteriorità temporale di un evento rispetto a un evento futuro, quest’uso è però in declino perché molto spesso non ci si preoccupa di esprimere il rapporto di anteriorità tra due azioni future e si usa indistintamente il futuro semplice, quindi anche il primo periodo che mi scrivi è corretto.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, poniamo di trovarci in estate, come di fatto e’, e che io ieri abbia trovato Mario che mi abbia detto: “Sai che Maria avra’ un figlio attorno a Natale?”. Io, commentando questo annuncio il giorno dopo con degli amici, poniamo che mi esprima cosi’:” Mario ieri mi ha detto che Maria avra’ un figlio attorno a Natale”. Secondo un testo da me consultato, commetterei un errore. Dovrei dire:”Mario mi ha detto che Maria avrebbe avuto un figlio a Natale”.Questa espressione mi suona molto male. Vedrei bene il condizionale passato se io commentassi l’episodio nel gennaio del 2020 , cioe’ dopo l’ eventuale nascita del figlio, se, cioe’, l’ evento si collocasse tra l’ annuncio di Mario e il mio commento e non dopo. Piuttosto,al limite,vedrei bene un’ espressione del tipo: ” Mario mi ha detto che Maria avra’ avuto un figlio per la fine dell’anno”, dove l’ “avra’ avuto” colloca la nascita fra il momento in cui parlo(estate) e il futuro estremo(fine anno), dato che la nascita e’ prevista per Natale. Mi puoi chiarire le idee? Grazie. Adriano
Caro Adriano, l’uso del futuro semplice in questo caso è corretto perché l’azione si colloca in un futuro (non in un futuro nel passato).
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, scusa se sono tautologico, ma vorrei chiarire in modo inequivocabile l’aspetto relativo all’ uso del condizionale passato, che mi pare di grande importanza dal punto di vista sintattico. Da quello che hai detto, quindi, le cose dovrebbero stare cosi’:” Mario mi ha detto che ANDRA’ a Roma”, se non c’e’ ancora andato. “Mario mi ha detto che SAREBBE ANDATO a Roma”, se c’e’ gia’ andato. Quindi, per poter usare il condizionale passato, non basta che l’azione sia futura rispetto al passato(ha detto), ma deve anche essere passata rispetto al momento in cui io parlo. Attendo una tua conferma. Grazie. Adriano
Caro Adriano, non mi sono spiegata bene nella risposta precedente, in dipendenza da un tempo passato (di un verbo che non vuole il congiuntivo) per esprimere posteriorità è possibile usare sia l’indicativo futuro sia il condizionale passato, l’uso del futuro semplice conferisce all’azione un senso di certezza (è certo che Mario andrà a Roma), mentre se usiamo il condizionale passato diamo una sfumatura di incertezza (Mario mi ha detto che sarebbe andato a Roma, ma non ne sono certo, ma non so quando ecc.). Nel caso specifico della frase che mi avevi proposto “Mario mi ha detto che Maria avrebbe avuto un figlio a Natale” può funzionare solo nel caso in cui questo fatto non si fosse poi realizzato (come dire: “Mario mi ha detto che Maria avrebbe dovuto avere un figlio a Natale). Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se il verbo SPERARE rientra nella categoria dei verbi di volonta’- preferenza che richiedono una gestione particolare dei verbi a loro collegati. In breve, si deve dire ” spererei che tu fossi” oppure “che tu sia”? “Speravo che tu(in seguito) fossi ” oppure ” che tu saresti stato”? Grazie. Adriano
Caro Adriano, trattandosi di un verbo che esprime volontà/desiderio, quando è coniugato al condizionale è necessario usare il congiuntivo imperfetto per la contemporaneità e per l’anteriorità e il congiuntivo trapassato per la posteriorità. Se però non è coniugato al condizionale si comporta come gli altri verbi che reggono il congiuntivo (speravo che saresti venuto).
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti ringrazio per la tua risposta. Per quanto riguarda il verbo sperare, questo, da quanto mi dici, si comporta in modo anomalo, in quanto verbo di desiderio-volonta’; infatti il verbo volere o desiderare, per es., al condizionale passato vogliono il congiuntivo imperfetto del verbo che segue, per la posteriorita'(avrei voluto che tu fossi”, non certo “che tu saresti stato”)ma vogliono il congiuntivo imperfetto del verbo seguente, per la posteriorita’,anche se sono espressi all’ imperfetto indicativo o al passato prossimo indicativo( “io volevo” oppure “ho voluto che tu, in seguito, andassi”, non “saresti andato”). Il verbo sperare, invece , espresso all’ imperfetto o passato prossimo, per la posteriorita’, da quanto hai detto, vuole il condizionale passato del verbo seguente ( “speravo /ho sperato che avresti fatto” e non “che tu facessi”come ci si attenderebbe se fosse un verbo di volonta’/desiderio normale). Per questo dico che, in quanto verbo di desiderio/volonta’, si comporta in modo anomalo. Mi puoi commentare questo dubbio? Grazie. Adriano
Caro Adriano, la tua ipotesi è corretta, il verbo “sperare” per la posteriorità vuole il condizionale passato perché è un verbo che esprime “speranza”, non propriamente “volontà”, “desiderio” o “preferenza” (volere, desiderare, preferire).
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti espongo un altro dubbio. Secondo me si deve dire: “E’ da due anni che mi trovo all’ estero”, ma “SONO due anni che mi trovo all’estero”.Ho. ragione? Grazie. Adriano
Caro Adriano, sono corrette entrambe le costruzioni.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ho sentito recentemente in televisione esprimere, da una persona di cultura, questa frase:” Si dovrebbe cercare di rendere la vita IL piu’ accettabile possibile”. Ritengo questa frase errata. Io direi “LA piu’ accettabile possibile”, perche’ l’ articolo dovrebbe collegarsi al sostantivo”vita”. Il “destino”, essendo maschile, dovrebbe essere”IL piu’ accettabile possibile”.Ho ragione? Grazie. Adriano
Caro Adriano, è corretto usare l’espressione “il più possibile” unita a un aggettivo: “la vita dovrebbe essere il più possibile bella”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei esporti questo ragionamento per chiarire un dubbio sintattico: ” Sarebbe interessante sapere se i membri del Gran Consiglio avevano la liberta’, qualora lo avessero ritenuto opportuno, di destituire il loro Capo. Se cosi’ fosse stato, la tragica decisione finale del Duce sarebbe stata assolutamente arbitraria. ” Mi chiedo se, oltre al ” sarebbe stata”, che mi pare corretto, come apodosi di un periodo ipotetico, si possa anche dire “fu assolutamente arbitraria”. Grazie. Adriano
Caro Adriano, il periodo ipotetico dell’irrealtà esprime un’ipotesi e una conseguenza che non si sono realizzate e che sono quindi irreali; se usi l’indicativo “fu” vuoi dire che è plausibile che cose siano andate realmente in quel modo, in questo caso si usa il periodo ipotetico della realtà che presenta l’ipotesi come reale o comunque plausibile: “se così è stato, la tragica decisione finale del Duce fu assolutamente arbitraria”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti espongo queste due frasi: 1)” Provo simpatia per lui, e’ l’unica persona di quel gruppo che mi interessa veramente” (o “che mi interessi veramente”). Sono corrette entrambe? 2) Non c’e’ piu’ nulla da fare, da molto tempo ormai non C’E’ piu’ nulla da fare.” Quel C’E’ e’ corretto? Grazie. Adriano
Caro Adriano, 1) sono corrette entrambe le possibilità; 2) “c’è” è corretto in questa frase.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, nonostante la tua esaurinte risposta, mi permane qualche dubbio che vorrei tu mi chiarissi. E’ possibile anche dire:”Se i membri del Gran Consiglio AVEVANO la possibilita’ di destituire il Duce, allora la decisione che questi prese SAREBBE DA CONSIDERARSI(ora) arbitraria.”? E ancora:”Se tu allora AVEVI la disponibilita’ per acquistare il terreno FACEVI bene a comprarlo.”? Ma anche “AVRESTI FATTO BENE a comprarlo.”? Grazie. Adriano
Caro Adriano, i periodi che mi scrivi sono corretti, sono periodi ipotetici misti, cioè periodi ipotetici con diverse correlazioni di modi verbali.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, so che le particelle pronominali, quando fungono da complemento oggetto e solo in quel caso,condizionano il participio passato. Es.:”Daniele MI(me maschio)ha colpito”, “Daniele MI( me femmina) ha colpita”. Pero’ dico:”Daniele MI( a me maschio) e’ piaciuto” e “Daniele MI(a me femmina) e’ piaciuto” e non certo ” e’ piaciuta”, perche’ in questo caso MI significa ” a me” e non “me”. Allora perche’ dico:” Ho comprato 3 banane e NE( di esse e quindi non esse, complemento oggetto) ho mangiate 2 e non “mangiato 2″, visto che la particella pronominale NE e’ qualcosa di diverso da un complemento oggetto? A questo punto dovrei concordare non con la particella pronominale, ma con il soggetto, cioe’ IO, come nel caso di ” Daniele mi e’ piaciuto”, laddove MI(a me) si riferisce ad una donna. Mi puoi chiarire questo dubbio? Grazie. Adriano
Caro Adriano, in questi casi il participio passato non concorda con ciò che sottintende la particella “ne”, il participio concorda con la quantità espressa, che ha funzione di complemento oggetto: “ne ho mangiate due”, “ne ho mangiata una”, “ne ho mangiate troppe” “non ne ho mangiata nessuna”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti scrivo nuovamente perche’ sospetto che la email che ti ho mandato non sia partita. Vorrei sapere quale di queste due affermazioni e’ quella corretta: “Hai commesso l’ errore di considerarla una persona con la quale POTERSI(o POTERTI) aprire liberamente”. Per me sono possibili entrambe con sottili sfumature(generica la prima, specifica la seconda). Comunque vorrei un tuo parere.Grazie. Adriano
Caro Adriano, la tua ipotesi è corretta: la frase “con cui potersi confrontare” significa “con cui c’è la possibilità di comunicare (in generale)” mentre “con cui poterti confrontare” significa “con cui tu hai la possibilità di comunicare”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti espongo questa frase:” Gli ho detto(ovviamente un tempo) che la mia posizione NON MI PERMETTE(visto che questa posizione la occupo ancora e quindi la situazione potrebbe ripetersi anche nel presente)di agire cosi'” oppure” NON MI PERMETTEVA di agire cosi'”(visto che mi riferisco alla mia possibilita’ di agire allora e non ora.). Sono eventualmente. Grazie. Adriano
Caro Adriano, sono corrette entrambe le possibilità, dipende da quello che vuoi esprimere, se l’azione si verifica nel presente userai il presente, se si verificava nel passato userai l’imperfetto.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti propongo queste due frasi: 1) “Se io credessi che tu (in futuro) potessi diventare”(e’ possibile anche: “che tu potresti diventare”?), 2) ” Se io credessi che tu( in passato) fossi potuto diventare”( e’ possibile anche: “saresti potuto diventare”?). Grazie. Adriano
Caro Adriano, se vuoi riferirti al futuro, puoi usare il condizionale presente (potresti diventare), se vuoi riferirti al passato, puoi usare il condizionale passato che in questo caso indica un fatto che poteva realizzarsi nel passato, ma non è stato possibile perché non c’erano le condizioni (saresti potuto diventare).
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei esporti questa frase relativa:” Io ti riferiro’ la prossima settimana quello che mi HANNO DETTO”. In questo caso io voglio dire che riferiro’ la prossima settimana quello che mi diranno, poniamo tra tre giorni e cioe’ in un futuro rispetto adesso che sto parlando ma passato rispetto al momento in cui te lo riferiro’. Posso quindi usare quel ” mi hanno detto”, che istintivamente mi suona come se fosse gia’ stato detto , cioe’ prima che io parlassi e non, come di fatto e’,cioe’ dopo che io ho parlato e prima di quando te lo riferiro’? Sinceramente mi suonerebbe molto meglio un futuro anteriore( mi avranno detto). In questo caso potrei usare il “mi hanno detto” qualora volessi collocarlo anteriormente al momento in cui parlo, diversamente non potrei distinguere se quel”mi hanno detto” si riferisce a prima che parlassi o dopo. So che la tendenza attuale e’ quella di eliminare il futuro anteriore, ma vorrei sapere se e’ un errore assoluto usarlo in questo caso e se la affermazione, vaga dal punto di vista temporale, (mi hanno detto) e’ corretta. Grazie. Adriano
Caro Adriano, le tue considerazione sono corrette: se si usa il passato prossimo (hanno detto) l’azione viene collocata prima del momento presente, cioè ci si riferisce a qualcosa che è già stato detto, è più esatto quindi usare il futuro anteriore che serve per esprimere un’azione futura che avviene prima di un’altra espressa al futuro, tuttavia nella lingua parlata quest’uso del futuro anteriore è in declino perché molto spesso non ci si preoccupa di esprimere il rapporto di anteriorità tra due azioni future, usando indistintamente il futuro semplice: “ti riferirò la prossima settimana quello che mi diranno”.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti ringrazio per la esauriente risposta. Vorrei, a questo punto, chiederti se lo stesso discorso, valido per le relative,vale anche per le frasi oggettive. Es.” Se sapro’ che mi hai tradito( cioe’ prima di adesso che sto parlando) ti lascero’ “. ” Se sapro’ che mi avrai tradito (o “che mi tradirai”) ti lascero’. ” In quest’ ultimo caso il tradimento avverrebbe dopo il momento in cui sto parlando. Grazie per la pazienza. Adriano
Caro Adriano, per esprimere anteriorità in dipendenza da un verbo al futuro semplice si usano il passato prossimo, l’imperfetto, il passato remoto e il trapassato prossimo: “se saprò che mi hai tradito”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, scusa se ritorno su un argomento gia’ trattato, ma c’ e’ qualcosa che non mi convince. Le due frasi che ti avevo proposto erano: 1) RELATIVA, che tu hai consigliato di gestire cosi’: ” Io ti riferiro’ quello che MI HANNO DETTO”(se la cosa e’ stata detta prima che la frase venisse pronunciata) oppure “Io ti riferiro’ quello che mi AVRANNO DETTO o MI DIRANNO”(se la cosa e’ stata detta dopo che la frase e’ stata pronunciata). 2) OGGETTIVA, che tu hai consigliato di gestire cosi’ : “Se sapro’ che mi HAI TRADITO, ti lascero’.” Questo sia che il “tradimento” sia avvenuto prima, sia che sia avvenuto dopo che la frase venga pronunciata. Quindi qui non posso, neppure volendo, collocare il ” tradimento” in modo temporalmente preciso, mentre nel caso della relativa “quanto dettomi” poteva godere di questo vantaggio.Quindi in entrambi I casi esprimo una ANTERIORITA’ rispetto ad un verbo al FUTURO SEMPLICE( “ti diro’ ” e ” se sapro’ “), ma in un caso( relativa) posso collocare l’ azione che segue in modo temporalmente preciso, nell’ altro(oggettiva) no, dovendo ricorrere a questo generico passato prossimo. Come mai questa assenza di equita’? Da un punto di vista logico mi sembra un nonsenso. Grazie mille per la pazienza. Adriano
Caro Adriano, se l’oggettiva è anteriore userai il passato prossimo (se saprò che mi hai tradito), se l’oggettiva è posteriore userai il futuro semplice (se saprò che mi tradirai).
A presto
Prof. Anna
Cara Anna è preferibile dire “mi è venuto un mal di testa peggio del tuo” o ” peggiore del tuo”? Grazie. Adriano
Caro Adriano, è meglio dire: “mi è venuto un mal di testa peggiore del tuo”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti ringrazio per la precisazione, gradirei però sapere se l’affermazione “il mio mal di testa è peggio del tuo” è da considerarsi assolutamente errata oppure se e’ solo meno felice ma pur sempre grammaticalmente accettabile. Grazie. Adriano
Caro Adriano, anche questa frase corretta, in realtà lo sono entrambe in quanto “peggio”, quando è aggettivo, significa “peggiore”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se l’affermazione “mi dispiace che non sia stato possibile raggiungere un accordo” puo’ essere sostituita con la asserzione “mi dispiace che non si sia potuto raggiungere un accordo”, dove POTUTO va concordato con accordo. Grazie. Adriano
Caro Adriano, la soluzione che proponi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, si puo’ dire “sono costretto a rivolgermi a loro usando un REGISTRO ufficiale, non piu’ amichevole come in passato”? In definitiva, puo’ “registro”, usato in modo allargato, significare “taglio, modo di agire, stile”? Grazie. Adriano
Caro Adriano, uno dei significati di “registro” è “modo espressivo usato dal parlante o dallo scrivente in rapporto al contesto comunicativo”, quindi direi che hai usato questa parola in modo appropriato.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, mi spiace bombardarti di domande, ma purtroppo I dubbi mi vengono in continuazione. Se e’ corretto dire “mi dispiace che non si sia potuto raggiungere un accordo” perche’ potuto si lega ad accordo, allora si dovrebbe dire ” mi dispiace che non si sia potuta ottenere una vittoria” , dove il femminile vittoria si accorda con potuta, pero’ mi suona bene anche “mi dispiace che non si sia potuto ottenere una vittoria” e qui l’ accordo non c’ e’ . Sono effettivamente possibili entrambe le espressioni? E , se si’, come mai? Grazie per la pazienza. Adriano
Caro Adriano, siamo in presenza di una costruzione con il “si” passivante, in questi casi nei tempi composti il participio passato del verbo si accorda con il genere e il numero del complemento oggetto: “mi dispiace che non si sia potuta ottenere una vittoria”; a volte però è possibile trovare anche con il “si” passivante il participio non concordato, per questo forse l’altra soluzione non ti suona male.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, se la risposta ad un problema di matematica e’ 4, e’ corretto dire: ” Cosi’ deve essere formulata la domanda se ci si aspetta come risposta 4″(senza I due punti a precederlo )oppure ” : 4″ (quindi con i due punti prima del 4)oppure ” un quattro”( senza I due punti che lo precedano). Grazie. Adriano
Caro Adriano, sceglierei le varianti senza due punti, solitamente non si usano i due punti prima di un complemento oggetto.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, e’ corretto dire:”Giovani che hanno davanti a se’ un glorioso futuro” o e’ imperativo dire ” davanti a loro”, dato che ci si riferisce ad un plurale(giovani)? Grazie. Adriano
Caro Adriano, “sé” è un pronome personale di terza persona singolare e plurale, quindi sono corrette entrambe le soluzioni.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei proporti questa frase:” Che cosa sarebbe stato della sua vita se non fosse stato spronato a vivere dagli amici? Si sarebbe sposato presto con una donna che probabilmente non gli SAREBBE neppure PIACIUTA un granche’.” Il mio dubbio si riferisce all’ultimo condizionale passato. Penso sia giusto, anche perche’ le altre soluzioni mi sembrano improbabili, comunque vorrei il tuo parere. Grazie. Adriano
Caro Adriano, l’uso del condizionale passato è corretto.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti sottopongo un dubbio che mi e’ sorto leggendo un libro. La frase e’ la seguente:”Se io dicessi che Mario ha fermato un’ auto mentre era in servizio come poliziotto, sarebbe probabile che io mi RIFERISSI ad un’ auto che non ERA quella in cui lui stesso (Mario)si TROVAVA.” A parte I dubbi sul RIFERISSI (PROBABILMENTE MI RIFERIREI mi suona meglio)anche se penso sia corretto, non concordo invece sull’ uso degli indicativi che seguono(ERA e TROVAVA), perche’ questi conferiscono una certezza di accadimento ad un fatto che invece e’ assolutamente ipotetico. Io direi:”Che non SAREBBE STATA quella in cui lui SI SAREBBE TROVATO”(sottointeso “qualora tutto cio’ fosse realmente accaduto”).Vorrei il tuo parere. Grazie. Adriano
Caro Adriano, io trovo che il periodo sia corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Prof. Anna ho due dubbi:
Se nella scuola ci fosse stato (sarebbe stato) qualcuno che avrebbe meritato una medaglia d’oro, sarebbe stata proprio lei. Qualsiasi cosa avesse fatto, (avrebbe fatto) ogni suo pensiero, qualunque parola avrebbe (avesse) detto, sarebbero state le azioni migliori.
—
Come se quel ragazzo avesse (avrebbe) dovuto chiamarla da un instante all’altro.
—
Quali sono le frasi corrette? Grazie mille, Loris
Caro Loris, le opzioni corrette sono quelle con il congiuntivo: “Se nella scuola ci fosse stato qualcuno che avrebbe meritato una medaglia d’oro, sarebbe stata proprio lei. Qualsiasi cosa avesse fatto, ogni suo pensiero, qualunque parola avesse detto, sarebbero state le azioni migliori.”; “Come se quel ragazzo avesse dovuto chiamarla da un instante all’altro.”
Un saluto
Prof. Anna
Perfetto. Grazie ancora
Cara Anna, si sentono dire spesso, anche da persone di cultura, frasi di questo tipo: ” Hai visto che fisico CHE hanno?” Questo secondo “che” puo’ essere accettato oppure e’ un manifesto errore? Grazie. Adriano
Caro Adriano, il periodo è corretto: il primo “che” ha funzione di aggettivo interrogativo, mentre il secondo ha funzione di relativo (si riferisce a “fisico”), quest’ultimo “che” potrebbe anche essere omesso.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, riferendosi a dei ragazzi con brufoli al volto, e’ corretto dire:”Mandiamoli dal dermatologo per farseli (i brufoli)curare”?Secondo me e’ sbagliato e si dovrebbe dire:”Mandiamoli dal dermatologo perche’ se li facciano curare”o”perche’ vengano curati”.Quell’ infinito con un taglio riflessivo(farseli) riferito ad un complemento oggetto(loro, I ragazzi) ritengo sia errato. Sarebbe corretto se riferito al soggetto, per es. “Vadano dal dermatologo a farseli curare”. D’ altronde si puo’ dire:” Mandiamoli dal preparatore atletico a fare ginnastica”. Anche qui l’ infinito(a fare) si riferisce al complemento oggetto(loro), ma la frase e’ corretta perche’ il verbo non ha un taglio riflessivo. Le mie, ovviamente, non sono affermazioni, ma domande. Vorrei che tu mi dicessi se quanto ho detto e’ corretto o meno. Grazie. Adriano
Caro Adriano, a differenza della maggior parte delle subordinate, le proposizioni finali possono avere la forma implicita anche quando il soggetto della reggente è diverso da quello della subordinata, quindi la frase è corretta; “farseli” in questo caso è una forma intransitiva pronominale, non riflessiva, e ha valore rafforzativo e intensivo.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, e’ corretto usare un periodo ipotetico misto del tipo: “Qualora decidessi di venire, ti avvertiro’ ” ?E, se si’, e’ pure possibile dire: ” Qualora decida di venire, ti avvertiro’ ” ? Grazie. Adriano
Caro Adriano, i periodi sono corretti.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, la frase ” devono (soggetto essi) scegliere chi salvare e chi lasciare al proprio destino”, mi suona come corretta, ma contraddice le regole, perche’ quel PROPRIO si riferisce al complemento oggetto(chi, coloro che), mentre dovrebbe essere usato solo in riferimento ad un soggetto. Vorrei il tuo parere. Grazie. Adriano P. S. Mi scuso per la discrepanza fra la drammaticita’ del contenuto di questa frase e la non essenzialita’ della mia domanda, spero di non aver turbato la sensibilita’ di nessuno.
Caro Adriano, la situazione che stiamo vivendo non è facile, cerchiamo di rimanere uniti e in contatto anche attraverso questo blog continuando a condividere, come sempre, dubbi, domande e considerazioni sulla lingua italiana. Grazie quindi per la tua sensibilità ed educazione nei confronti degli altri lettori. Veniamo ora al tuo dubbio legittimo, l’aggettivo “proprio” è usato invece del possessivo di terza persona nelle frasi con soggetto indeterminato, in particolare nell’espressione “abbandonare qualcuno al proprio destino” viene utilizzato anche se si riferisce non al soggetto ma all’oggetto.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere quale fra queste due e’ l’espressione corretta: ” Le 24 SONO un’ ora tarda?” oppure “Le 24 E’ un’ ora tarda?” E ancora, e’ corretto dire: “A me NON piace NIENTE” o “NON voglio far male a NESSUNO” oppure e’ meglio dire, all’ inglese, ” Non mi piace ALCUNCHE’ “e ” Non voglio far male ad ALCUNO”. Da un punto di vista logico sembrerebbe preferibile. Grazie. Adriano
Caro Adriano, entrambe le concordanze sono possibili, ma è sempre meglio che il verbo concordi col soggetto (le 24 sono un’ora tarda?); è coretto usare, in frasi negative, sia “niente” sia “alcunché” sia “nessuno” sia “alcuno”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ho sentito che e’ scorretto dire “soddisfiamo” per l’ indicativo presente, il congiuntivo presente e l’ imperativo e che sarebbe corretto dire “soddisfacciamo”. A me cio’ sembra discutibile, penso che la prima espressione sia corretta. Vorrei un tuo parere. Grazie. Adriano
Caro Adriano, sono corrette entrambe le forme. I composti del verbo “fare” (assuefare, contraffare, liquefare, rifare, sopraffare, stupefare) seguono la coniugazione del verbo “fare” (assuefaccio, assuefacevo, assuefeci, assuefarò; contraffaccio, contraffacevo, contraffeci, contraffarò, e così via). A differenza di tutti i composti del verbo “fare”, “disfare” e “soddisfare” presentano, oltre alle forme regolarmente coniugate come “fare”, alcune forme diverse rispetto al verbo da cui derivano:
• disfare:
⇒ presente indicativo: disfaccio, disfo o disfò, disfai o disfi, disfà o disfa, disfacciamo o disfiamo, disfate, disfanno o disfano;
⇒ presente congiuntivo: disfaccia o disfi, disfacciamo o disfiamo, disfacciate o disfiate, disfacciano o disfino;
⇒ imperativo: disfài o disfa’;
⇒ il resto della coniugazione come fare;
• soddisfare:
⇒ presente indicativo: io soddisfaccio o soddisfo o soddisfò, tu soddisfai o soddisfi, egli soddisfà o soddisfa, noi soddisfacciamo e soddisfiamo, voi soddisfate, essi soddisfanno o soddisfano;
⇒ presente congiuntivo: io, tu, egli soddisfaccia o soddisfi, noi soddisfacciamo, voi soddisfacciate, essi soddisfacciano o soddisfino;
⇒ il resto della coniugazione segue fare.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, alcuni sostengono che la frase”Mario ci ha lasciato” e’ assolutamente da evitare perche’ la particella pronominale “ci” richiederebbe tassativamente l’espressione” ci ha lasciati”. E’ vero? Mi puoi dire come distinguere “vicino” avverbio da “vicino” aggettivo? Grazie.Adriano
Caro Adriano, quando abbiamo pronomi atoni con la funzione di complemento diretto diversi da lo-la-li-le (in questo caso “ci”) l’accordo è facoltativo, quindi è corretto dire sia “ci ha lasciati” sia “ci ha lasciato”; puoi distinguere l’aggettivo dall’avverbio dal contesto, se “vicino” accompagna un sostantivo e concorda con esso ha funzione di aggettivo (abito in una città vicina; la strada è vicina; questi tavoli sono troppo vicini); se invece serve a precisare il significato di un verbo ed p invariabile ha funzione di avverbio (abitiamo vicino, stammi vicino).
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, per dire che si intende venire incontro ad una persona, ma non cosi tanto quanto lei vorebbe, ci si puo’ esprimere cosi’: “Sono disposto a venirle incontro, ma non nei TERMINI da lei richiesti” oppure ” nella MISURA da lei richiesta”? Grazie. Adriano
Caro Adriano, le tue soluzioni mi sembrano adeguate.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti espongo questa frase: ” Ho fatto di tutto perche’ (in seguito) mio figlio si potesse trovare nelle condizioni migliori POSSIBILE o POSSIBILI”. Secondo me “possibile” sta per “che e’ possibile raggiungere”. D’altro canto penso che non sarebbe sbagliato neppure dire “nelle condizioni migliori possibili”, dove “possibili” starebbe per “fra quelle che sono possibili”. Tra l’ altro mi suona anche meglio. Sono corrette entrambe le soluzioni? Vorrei un tuo parere, grazie. Adriano
Caro Adriano, essendo “possibile” un aggettivo è necessario che concordi con il nome, che in questo caso è “condizioni”, quindi “condizioni migliori possibili”; questo aggettivo si trova da solo nelle espressioni con il verbo essere “è possibile che”, “è mai possibile?”, “com’è possibile?”. Un saluto Prof. Anna
Cara Anna, mi è sorto un dubbio relativamente a questa affermazione: “E’ come se non gli avesse fatto piacere che io gli avessi detto quello che ho detto”. Sonoramente la frase mi pare vada bene, ma mi sono posta un problema su quel congiuntivo trapassato “avessi detto” che va a definire un fatto realmente accaduto (io quella cosa l’ho detta realmente). Il congiuntivo è il modo della ipoteticità, non della certezza e quindi, in questo caso, non lo si dovrebbe usare, bensì ricorrere all’indicativo. Ammesso che sia corretto il congiuntivo, si potrebbe anche dire “che io gli abbia detto” al posto di “gli avessi detto”? Attendo un tuo commento. Grazie. Isabella
Cara Isabella, il congiuntivo in questo caso è retto dall’espressione “fare piacere” (mi fa piacere che) ed è corretto usare il congiuntivo passato “abbia detto”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ho letto la tua risposta alla lettrice Isabella circa la frase “E’ come se non gli avesse fatto piacere che io gli avessi detto quello che ho detto”. Sinceramente mi riesce difficile capire perche’ quel “gli avessi detto” sia da considerarsi un errore. Vorrei sapere se si tratta di una espressione meno felice ma pur sempre accettabile o se si tratta di un errore vero e proprio. In questo caso ti sarei grato se tu mi spiegassi il perche’. Grazie per la pazienza. Adriano
Caro Adriano, forse la mia risposta non è stata sufficientemente chiara, entrambi i tempi del congiuntivo sono corretti.
A presto
Prof. Abba
Cara Anna, vorrei sapere se è preferibile dire ” in quel caso saremmo sicuramente consigliati A rivedere le nostre posizioni oppure DI rivedere le nostre posizioni.”Ti ringrazio. Adriano
Caro Adriano, il verbo “consigliare” è usato raramente con il significato di “indurre, esortare, incitare” (come nel tuo esempio), comunque in questo caso regge la preposizione “a”; in alternativa puoi formulare il periodo in questo modo: “in quel caso ci verrebbe sicuramente consigliato di rivedere le nostre posizioni”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, ti propongo questa frase: ” E’ come se uno si buttasse dal terzo piano e non si facesse male perche’ CADE sopra un telone, il fatto che SIA rimasto incolume non significherebbe che ABBIA fatto una cosa intelligente.” Non vedo altre soluzioni, pero’ quei CADE , SIA e ABBIA che stanno a segnalare un fatto realmente accaduto, mentre in realta’ si tratta di un’ ipotesi, non mi convincono del tutto. Vorrei un tuo parere. Grazie. Adriano
Caro Adriano, l’ipotesi è espressa da “se” + congiuntivo, per il resto ti consiglio qualche modifica per rendere il periodo più scorrevole “è come se uno si buttasse dal terzo piano e non si facesse male perché cade sopra un telone, il fatto che rimanga incolume non significa che ha fatto una cosa intelligente.”
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se queste due frasi sono sovrapponibili oppure se solo una delle due e’ corretta: “Erano meno importanti di quanto (o di quello) che si possa pensare. Ti ringrazio Adriano
Ciao Adriano, i due periodi che puoi usare sono: “Erano meno importanti di quanto si possa pensare”; “Erano meno importanti di quello che si possa pensare”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se la seguente frase è corretta: “Non sapevo che lei dovesse venire”. E’ chiaro che il “venire” e” posteriore al “sapere” e, quindi, sarebbe corretto dire: “Non sapevo che lei sarebbe venuto”, però, se intendo quel “dovesse venire”nel senso di “era destinato a venire”, si potrebbe creare una contemporaneità fra il mio sapere e il suo “essere destinato”. Ritieni, quindi, che quel “dovesse venire” possa essere corretto? Approfitto per chiarire anche questo dubbio: per sinonimo si intende esclusivamente una parola che ha lo stesso significato di un’altra oppure anche un insieme di parole uguale ad un altro? Per esempio “dovesse venire” può essere definito sinonimo di ” essere destinato a venire”? Grazie, Adriano
Caro Adriano, entrambe le costruzioni sono corrette: il verbo coniugato al congiuntivo imperfetto (dovesse) in dipendenza da un verbo all’imperfetto (non sapevo) ha con quest’ultimo un rapporto di contemporaneità, mentre un verbo coniugato al condizionale passato in dipendenza da un imperfetto ha con questo verbo un rapporto di posteriorità. Un sinonimo è un vocabolo che ha lo stesso significato fondamentale di un altro ma forma fonetica diversa.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se la seguente frase e’ corretta: ” Un insieme di popolazioni con percorsi storici diversi”. Dal punto di vista pratico il significato e’ chiaro, ma sotto l’ aspetto formale ci si potrebbe chiedere: diversi da chi? Diversi l’ uno dagli altri, fra loro oppure diversi rispetto ad altri ancora non citati? Quindi la frase iniziale e’ corretta cosi’ com’ e’ oppure si deve aggiungere “fra loro” o “l’ uno dagli altri”? Grazie. Adriano
Caro Adriano, così la frase potrebbe non essere chiara, la soluzione che proponi va benissimo: “diversi fra loro”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti sottopongo questa frase:” Hanno cominciato bene ma poi SONO FINITI per diventare insopportabili” o “HANNO FINITO per ecc.” Grazie. Adriano
Caro Adriano, in questo caso il verbo “finire” indica il protrarsi di un’azione o di un comportamento oltre il necessario o il prevedibile compiersi di qualcosa, è seguito da “con” o “per” e infinito, l’ausiliare è “avere”: “hanno cominciato bene ma poi hanno finito per (col) diventare insopportabili”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti sottopongo questa frase: “Arrivati a questo punto la cosa migliore e’ arrivare alla fine con meno danni possibile( nel senso di : “che è possibile”). E’ corretta oppure e’ preferibile dire (“possibili”, collegando l’ aggettivo a “danni”) ? Oppure sono corrette entrambe le forme?Grazie. Isabella
Cara Isabella, “possibile” è un aggettivo e quindi concorda con il sostantivo a cui si riferisce: “danni possibili”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti ripeto una domanda che ti avevo gia’ posto e che penso non ti sia mai arrivata. Volevo chiederti se questa frase e’ corretta(in effetti penso di si’) :”La mia auto e’ bella, ma anche la tua LO e’ “. Il problema che mi pongo riguarda questo LO che e’ un maschile e quindi a cosa si riferisce? Forse all’ essere bella, laddove essere e’ maschile? Grazie. Adriano
Caro Adriano, quando il pronome sostituisce una frase (in questo caso “è bella”) è maschile, quindi la frase è corretta.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti propongo questa frase: ” Io avrei voluto che tu facessi”. E’ corretta, tenendo conto che voglio sottolineare una contemporaneità fra il volere e il fare? Oppure si è costretti a restare fedeli al periodo ipotetico classico dicendo: “Avrei voluto che tu avessi fatto”? Se questa seconda opzione fosse quella corretta non ci sarebbe pero’ la possibilità di distinguere la contemporaneità dalla anteriorità fra il volere e il fare. Ci terrei molto ad avere un tuo parere. Grazie. Isabella
Cara Isabella, quando nella reggente abbiamo un condizionale passato per esprimere contemporaneità nella subordinata useremo il congiuntivo imperfetto, quindi il periodo che mi scrivi è corretto se vuoi esprimere questo rapporto temporale. Per approfondire la concordanza dei tempi per esprimere contemporaneità, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/05/23/concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-la-contemporaneita/.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ho sentito in tv questa frase, in cui una persona si riferiva al saluto nazista: “Lo facevo anch’io perché non volevo attirare l’attenzione sul perché non lo facessi”. Ne e’ sorta una discussione a riguardo di quel “facessi”. Secondo me quel congiuntivo e’ corretto perché si riferisce ad un’ipotesi che non si è verificata, ma pur sempre un’ipotesi. D’altro canto cosa avrebbe dovuto dire costui? “Perché non lo facevo” sarebbe stato scorretto in quanto avrebbe usato l’indicativo, che e’ il modo della certezza,
per indicare come certamente accaduta un’azione che invece non è accaduta affatto. Forse poteva anche dire:”Lo facevo anche io perche’ non volevo attirare l’attenzione su di me non facendolo”. Cosa ne pensi circa la correttezza di quel “facessi” e cosi’ pure sulla seconda frase da me proposta? Grazie. Adriano
Caro Adriano, la frase in questione è un’interrogativa indiretta, queste proposizioni possono avere il verbo all’indicativo (sul perché non lo facevo), che in questo caso non sarebbe stato quindi scorretto o al congiuntivo, usato soprattutto per sottolineare il valore ipotetico della frase, quindi in questo caso è corretto (sul perché non lo facessi); la soluzione con il gerundio è corretta, in questo caso potrebbe aver un valore causale.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, riferendosi ad una situazione che e’ preferibile lasciare da parte per un po’, in modo che il tempo sistemi le cose, e’ corretto dire: ” Lasciamo che la situazione decanti o sedimenti per un po’.” oppure ” Lasciamo che la situazione SI decanti o SI sedimenti per un po’ “? Grazie. Adriano
Caro Adriano, direi: “lasciamo che la situazione decanti o sedimenti per un po’”.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara Anna, e’ preferibile dire “sarebbe meglio che tu lasciassi che questa faccenda si concluda cosi’ ” oppure” sarebbe meglio che tu lasciassi che questa faccenda si concludesse cosi’. ” ? A orecchio mi suona meglio la prima. Ti ringrazio molto per i tuoi sempre preziosi consigli. Isabella
Cara Isabella, la tua ipotesi è corretta: meglio la prima opzione.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei che tu mi chiarissi alcuni dubbi. Ti espongo le frasi: 1) credo(ora)che potrebbe diventare(in futuro)un bravo medico. 2)credo che potrà’ diventare un bravo medico(queste due frasi come alternativa al sicuramente corretto “credo(ora) che possa diventare (in futuro) un bravo medico) 3) credo(ora)che sarebbe potuto diventare(in passato)un bravo medico 4) credo( ora) che potesse diventare (in passato) un bravo medico, se lo avesse voluto(in questo caso sarebbe un periodo ipotetico misto, sostituirebbe” credo che sarebbe potuto diventare un bravo medico, se lo avesse voluto”.E’ corretto??). Ti ringrazio anticipatamente per i tuoi consigli. Alessandra
Cara Alessandra, i primi due periodi sono corretti, anche il terzo è corretto, si tratta infatti di un periodo ipotetico dell’irrealtà (se lo avesse voluto, sarebbe potuto diventare un bravo medico), il quarto sarebbe corretto senza l’ultima frase (cioè l’apodosi del periodo ipotetico): “credo che potesse diventare un buon medico”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti ringrazio per la sollecita risposta. Vorrei chiederti questo: se ho ben capito, nella frase 4 e’ scorretta solo la parte finale, cioe’ la protasi (se avesse voluto). Potrei riformularla in questo modo: ” Credo che potesse diventare un buon medico, bastava solo che lo volesse” ? Grazie. Alessandra
Cara Alessandra, il periodo è corretto; per esprimere una possibilità non realizzata nel passato è più adatto il periodo ipotetico dell’irrealtà.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, di recente e’ sorta una discussione su questa frase: ” Costoro( con riferimento ad un gruppo etnico considerato socialmente pericoloso che definisco X) dovrebbero essere trattati(ora) come avrebbero dovuto essere STATI trattati (in passato, nel senso di “come sarebbe stato giusto trattarli, ma cosi’ pero’ non e’ stato”) gli Y(appartenenti ad un altro gruppo etnico socialmente disturbante). Io ritengo che, dal punto di vista sintattico, la frase non sia corretta e che quello “STATI” dovrebbe saltare e, quindi, la frase dovrebbe essere cosi’ riformulata:”Gli X dovrebbero(ora) essere trattati come avrebbero dovuto (allora) essere trattati gli Y”. Ho ragione? Grazie. Adriano
Caro Adriano, sì, è corretta la tua ipotesi, il periodo così si presenta un po’ pesante, mi sembra meglio la soluzione che proponi tra parentesi.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna vorrei sottoporti queste due frasi che ritengo corrette. Comunque, non avendo la certezza di cio’, ci terrei ad avere un tuo parere a riguardo. ” Sono cose che non valgono neppure la pena di essere prese in considerazione” oppure “Sono cose che non vale neppure la pena di prendere in considerazione”. Molte grazie. Isabella
Cara Isabella, i periodi sono corretti.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se e’ corretto esprimersi in questo modo: ” Nell’ auspicio che questo fatto non accadra’ piu’ “. A me sembra piu’ corretto o quantomeno piu’ elegante dire: “Nell’ auspicio che questo fatto non accada(in futuro) piu’ “. Vorrei un tuo parere. Grazie. Adriano
Caro Adriano, qualunque verbo o costrutto (in un’oggettiva) che richieda il congiuntivo può reggere l’indicativo futuro; la scelta è quindi solo stilistica.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se, secondo te, l’ espressione “emergenza sanitaria” si riferisce esclusivamente ad una situazione che mette sotto stress il sistema sanitario di uno Stato a causa di una patologia che si diffonde rapidamente e pervasivamente nella popolazione o di un evento tellurico importante che provoca numerosi feriti oppure se puo’ essere esteso anche ad un evento individuale drammatico, quindi non coinvolgente la collettivita'(per esempio un attacco cardiaco, una crisi asmatica grave, un trauma importante). Forse in quest’ ultimo caso e’ piu’ corretto parlare di “emergenza fisica”? Ci terrei ad avere un tuo parere a riguardo. Grazie. Isabella
Cara Isabella, l’aggettivo “sanitario” significa che riguarda la sanità, che riguarda la salute delle persone, possiamo parlare di emergenza sanitaria ogni volta che si creano situazioni critiche che possono incidere sulla salute umana; direi che questa espressione si può usare sia in riferimento a un singolo individuo (un evento improvviso e imprevedibile che mette in pericolo la vita di una persona, che necessita di un intervento tempestivo) sia in riferimento a una collettività (emergenza sanitaria mondiale).
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se, riferendosi a una affermazione fatta da una persona ormai scomparsa, ci si puo’ esprimere cosi’: ” Cio’ E’ stato detto da X” oppure, dato che X non c’e’ piu’, e’ preferibile (o addirittura necessario, per essere grammaticalmente corretti) dire: ” Ciò ERA stato detto da X”. Grazie. Adriano
Caro Adriano, entrambe le possibilità sono corrette.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere quale di queste due frasi, relativa all’ opportunita’ di aasssicurarsi, e’ corretta:”Qualora ti dovesse capitare qualcosa di spiacevole, saresti nelle mani del destino tanto che tu sia assicurato quanto che tu non lo sia” oppure “tanto tu fossi assicurato quanto tu non lo fossi”?Grazie. Adriano
Caro Adriano, stai parlando al presente e quindi è opportuno usare il congiuntivo presente “sia”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, volendo usare nell’ oggettiva il congiuntivo anziche’ l’ indicativo, e’ preferibile esprimersi in questo modo : “Se nella lettera fosse scritto che tu dovessi rispondere , allora dovresti farlo” oppure in questo: “Se nella lettera fosse scritto che tu debba rispondere, allora dovresti farlo”? Ti ringrazio. Isabella
Cara Isabella, perché vuoi usare il congiuntivo invece dell’indicativo? Comunque in questo caso userei il congiuntivo presente.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se è corretto dire “quando si ha 20 anni” oppure ” quando si hanno 20 anni”. So che è corretta l’espressione “qui si vendono i limoni”, mentre l’entrata l’espressione “qui si vende limoni”. Su questa falsa riga bisognerebbe, quindi, dire “quando si hanno vent’anni”, però l’affermazione ” qui limoni sono venduti” ha un senso, mentre l’ affermazione “20 anni sono avuti” mi pare priva di senso, per cui, a me, suonerebbe meglio ” quando si ha vent’anni”, nel senso di “quando uno ha 20 anni”. Comunque non ne sono certa e vorrei il tuo parere Ti ringrazio, Alessandra
Cara Alessandra, nella frase che mi scrivi c’è una costruzione passivante, formata dalla particella “si” seguita da un verbo transitivo (in questo caso “avere”) con il suo complemento oggetto (20 anni), il complemento oggetto diventa il soggetto del verbo che quindi si accorda con esso: “quando si hanno vent’anni”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti espongo questa frase: “Se potessero tutti preferirebbero X. Chi potrebbe essere quel folle che preferirebbe(preferisce) Y?”Quale dei due modi (preferirebbe o preferisce) e’ corretto? Sono corretti entrambi? Grazie. Adriano
Caro Adriano, sono corrette entrambe le possibilità.
A presto
Cara Anna, vorrei proporti questa frase: ” Di artisti ce n’è (o ce ne sono) anche da noi”. Io propendo nettamente per la seconda soluzione, ma mi è stato contestato che in questo tipo di espressione è preferibile usare la prima , altrimenti bisognerebbe dire: ” Ci sono artisti anche da noi”. Vorrei un tuo parere. Grazie. Adriano
Caro Adriano, grammaticalmente è corretta la frase col verbo al plurale, quella invece col verbo al plurale è propria di un linguaggio più colloquiale e anche di alcune lingue regionali come ad esempio il toscano.
A presto
Cara Anna, vorrei sapere quale di queste due frasi e’ corretta:”Se io temessi(avessi paura ecc.) che tu SIA (o FOSSI) ferito”? Grazie. Adriano
Caro Adriano, puoi usare l’indicativo: “Se io temessi che tu sei ferito”.
A presto
Cara Anna, ti sottopongo questa frase:”È un mondo che sono stato costretto a subire per molti anni. Adesso che finalmente ne sono uscito, non voglio avere piu’ nessun contatto con lui.” La parola”mondo”si riferisce ad un ambiente di lavoro e quindi ad una entita’ costituita da cose e persone. Mi chiedo se quel “lui”, in questo contesto, e’ corretto o se sia preferibile sostituirlo con “esso”, che pero’ non mi suona bene.Grazie. Adriano
Caro Adriano, il mio consiglio è di usare l’espressione “non voglio più averci a che fare”.
A presto
Cara Anna, ti espongo un problema che mi sta particolarmente a cuore: poniamo di avere una protasi al congiuntivo imperfetto seguita da una oggettiva e che il verbo della protasi richieda nella oggettiva il congiuntivo o che, comunque, si voglia usare il congiuntivo (escludiamo quindi tassativamente l’indicativo). Poniamo anche che si voglia creare una contemporaneità fra l’azione espressa dalla protasi è quella espressa dal oggettiva. A questo punto nell’ oggettiva devo usare il congiuntivo presente o imperfetto? Oppure sono intercambiabili? Es: se io credessi che tu fossi o che tu sia , se io mi dispiacessi che tu fossi o che tu sia, se io mi meravigliassi che tu fossi o che tu sia ecc.? Un insegnante di lettere mi ha detto a seconda del verbo presente nella protasi si decide se usare il congiuntivo presente o imperfetto nella oggettiva Ma se questo fosse vero sarebbe da impazzire, mi sembra davvero poco attuabile nella realtà. Penso quindi che esista una regola che valga per tutti i casi. Ci terrei molto a conoscere il tuo parere a riguardo. Grazie. Isabella
Cara Isabella, con una protasi al congiuntivo imperfetto per esprimere contemporaneità nell’oggettiva si usa il congiuntivo imperfetto: “se io credessi che tu fossi”.
Un saluto e a presto
Cara Anna, ho letto recentemente in un libro la seguente frase:”Era mezzo addormentata”. Io direi “mezza addormentata”, così come si direbbe “bella florida” e non certo “bello florida”. Non mi e’ noto l’ uso di “mezzo” in funzione avverbiale. Vorrei sapere quale delle due espressioni e’ corretta o se sono corrette entrambe. Grazie. Adriano
Caro Adriano, entrambe le frasi sono corrette e in entrambe le frasi “mezzo” è avverbio: unito a un aggettivo “mezzo” può avere una funzione avverbiale col significato di “a metà, per circa metà, quasi”, può non concordare nel genere e nel numero con il nome “(lei) era mezzo addormentata” oppure, più frequentemente, può concordare “(lei)era mezza addormentata”.
Un saluto
Cara Anna, vorrei sapere se puo’ essere accettata l’ espressione “supporrei che tu PENSASSI, FOSSI ecc.” per creare la contemporaneita’ fra il supporre e il pensare o l’ essere ecc. oppure se il congiuntivo imperfetto e’ da considerarsi assolutamente errato. Grazie. Adriano
Caro Adriano, per esprimere un rapporto di contemporaneità quando nella reggente c’è un verbo al condizionale presente si usa il congiuntivo presente: “supporrei che tu pensi”. Per approfondire questo argomento, ti consiglio il seguente articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/05/23/concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-la-contemporaneita/.
A presto
Cara Anna, oltre a dire: “Mi hanno detto che domani certamente opereranno Mario”(espressione che mi sembra impeccabile), posso anche dire: “Mi hanno detto che Mario sarebbe stato certamente operato domani”. Io credo che questa seconda espressione sia sbagliata, comunque vorrei una tua conferma. Grazie. Isabella
Cara Isabella, entrambi i tempi verbali (futuro semplice e condizionale passato) sono adatti per esprimere posteriorità in dipendenza da un verbo al passato, quindi entrambi i periodi sono corretti. Per approfondire: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/06/01/approfondimento-la-concordanza-dei-tempi-con-lindicativo/
A presto
Cara Anna, tu hai precisato che i verbi che richiedono il congiuntivo nella dipendente, se espressi al condizionale presente, impongono il congiuntivo presente nella dipendente. Es. Io crederei che tu sia. Fanno eccezione solo i verbi di volonta’- desiderio- preferenza che richiedono il congiuntivo imperfetto. Es. Io vorrei che tu fossi. Vorrei sapere se anche il verbo temere rientra nell’ ambito delle eccezioni. In definitiva si deve dire ” io avrei timore che tu sia o che tu fossi”? Eventualmente entrasse in quest’ ambito, ci sono altri verbi che fanno eccezione? Grazie. Adriano
Caro Adriano, il verbo temere non fa eccezione: “avrei timore che tu sia”.
Un saluto
Cara Anna vorrei sapere se e’ piu’ corretto dire ” lesinare sul centesimo o su quallche euro” oppure ” lesinare il centesimo o qualche euro”. Grazie. Adriano
Cara Anna, non ho ben capito se il messaggio è partito oppure no, quindi te lo ripropongo. Vorrei sapere se è preferibile dire ” lesinare SU qualche euro o SUL centesimo” oppure “lesinare IL centesimo” o “qualche euro”. Grazie. Adriano
Caro Adriano, il verbo “lesinare” può essere sia transitivo col significato di “spendere il meno possibile, spendere con estrema parsimonia” e allora si dice “lesinare il centesimo” ( = spendere con estrema parsimonia), in senso figurato anche “contenere, limitare al massimo” (lesinare le spiegazioni) sia intransitivo col significato di “risparmiare il più possibile, fino alla tirchieria” (lesinare sul mangiare, sulle spese).
A presto
Mi e’ stata contestata, in uno scritto ufficiale,questa frase, in quanto antiestetica. Vorrei un tuo parere. “Affermo’ che aveva sbagliato andando in ufficio quel giorno”. Sarebbe stato meglio, secondo alcuni doveroso, che scrivessi:”Affermo’ che aveva sbagliato ad andare in ufficio quel giorno”. Per me ” sbagliare ad andare in un luogo” o “sbagliare andando in un luogo” sono espressioni equivalenti. Sbaglio?Ti ringrazio molto. Rebecca
Cara Rebecca, il gerundio in questo caso è corretto, in questo caso potrebbe avere un valore causale: “Affermò che aveva sbagliato poiché era andato in ufficio quel giorno”.
Un saluto
Cara Anna, tu hai piu’ volte sostenuto che il condizionale passato non puo’ essere usato per proiettare una azione al passato del passato. Ultimamente mi e’ capitata una domanda alla quale non mi riesce di dar risposta nel rispetto di questa regola. Vengo all’esempio:1)”X mi disse che io avevo commesso un errore comportandomi così”, a cui segue la risposta:2)”Dimmi cosa ti disse X circa cio’ che avrebbe fatto lui al tuo posto”. La risposta piu’ naturale è :3) “X MI DISSE CHE AVREBBE FATTO ecc.”, non posso certo dire “X mi disse che aveva fatto ecc.”perché X non aveva fatto nulla, si tratta solo di un’ ipotesi. Cosi’ pero’ contraddico la regola; infatti con quell’ ” avrebbe fatto” della frase 3) mi pongo anteriormente al “disse”.(X si mette nei miei panni e dice cosa avrebbe fatto lui prima del momento del “disse”, cioè quando io commisi l’ errore). Mi puoi aiutare? Grazie. Adriano
Caro Adriano, la frase introdotta da non un’oggettiva con verbo reggente al passato (dove il condizionale passato esprime un futuro nel passato), ma una relativa, in questo caso il condizionale passato esprime un’eventualità nel passato.
Un saluto
Cara Anna, sara’ sicuramente un limite mio, ma non capisco. Il “che”e’ una congiunzione, siamo nell’ ambito di una oggettiva, non di una relativa. Nella frase ” mi disse che avrebbe fatto una certa cosa(in passato rispetto al disse)” io mi servo di una oggettiva e mando l’ azione non realizzata al passato del passato(espresso appunto dal “disse”) servendomi di un condizionale passato.Forse volevi dire che, in un caso come questo, e’ possibile mandare l’ azione al passato del passato, ricorrendo al condizionale passato, perché si tratta di una azione non realizzata nel passato(avrebbe fatto, ma non l’ha fatto)? Grazie per la pazienza.Adriano
Caro Adriano, quando parlo di relativa mi riferisco al primo periodo che mi hai scritto e il secondo periodo (che contiene l’oggettiva di cui parliamo) si riferisce direttamente al primo e per questo viene usato lo stesso modo e tempo verbale (ci si riferisce a quell’azione nello stesso modo, sia per quanto riguarda il modo sia per quanto riguarda il tempo), questo intendevo dire.
Un saluto
Cara Anna, ti propongo queste frasi:” mi disse che ERA opportuno che facessi” mi permette di creare una contemporaneita’ fra il ” disse”, l’ “essere opportuno” e il “fare”. Nella frase “mi disse che ERA STATO opportuno che FACESSI”, l’ “essere opportuno” e il “fare” sono antecedenti al “disse”, ma contemporanei fra di loro. Secondo me e’ così. Mi e’ stato detto che per creare una contemporaneita’ fra l’ ” essere opportuno” e il “fare” avrei dovuto dire “mi disse che era stato opportuno che AVESSI FATTO”.Per me e’ errato. Vorrei il tuo parere. Rebecca
Cara Rebecca, per creare un rapporto di contemporaneità tra una reggente con il verbo al trapassato prossimo (era stato opportuno) nella subordinata useremo il congiuntivo imperfetto (facessi).
A presto
Cara Anna, vorrei sapere se, a proposito della realizzazione di un programma ambizioso, è corretta l’espressione “ce la si può fare”, al posto di “è possibile farcela”. Quel “la” si riferisce forse alla parola “cosa” non espressa? Grazie Adriano
Caro Adriano, entrambe le costruzioni sono corrette; la forma verbale “farcela” (è la stessa nell’espressione: “ce la si può fare”) significa “riuscire a fare qualcosa, riuscire a raggiungere un obbiettivo”.
A presto
Gentile Prof.ssa Anna,
se io invitassi una persona a una festa, e questa persona mi dicesse che non ci può venire, sarebbe corretto risponderle con la seguente frase?
“È un peccato che tu non possa venire alla festa, ci saremmo divertite insieme”.
La ringrazio
Cara Steffy, se la persona che hai invitato è una femmina, allora sì, la tua risposta è corretta.
A presto
Spero ho risposto bene angy
Cara Angela, le risposte corrette diventano verdi, quelle scorrette diventano rosse.
Un saluto e a presto
“..sei la madre migliore che avrei potuto desiderare.”
oppure
“..sei la madre migliore che avessi potuto desiderare.”
Ho scritto la prima frase, ma mi hanno corretto, hanno ragione?
Grazie
Caro Gennaro, se nella frase precedente alla relativa c’è un superlativo relativo (la migliore), la frase relativa avrà il congiuntivo, quindi la frase corretta è la seconda.
Un saluto
Cara Anna vorrei proporti questa frase:” Se io sapessi che, andando in montagna tu staresti meglio, ti lascerei andare”. Vorrei sapere se quel “tu staresti meglio” è corretto. Ti ringrazio. Alessandra Anna Frank
Cara Alessandra, la frase introdotta da “che” è un’oggettiva (che tu staresti meglio), queste frasi possono avere il verbo all’indicativo, al congiuntivo e al condizionale soprattutto per sottolineare il valore dubitativo della frase, quindi la frase è corretta; attenzione però all’uso delle virgole: la virgola non va usata tra reggente (se io sapessi) e l’oggettiva (che tu staresti) quindi o togli le virgole o aggiungi una virgola dopo montagna: “Se io sapessi che, andando in montagna, tu staresti meglio, ti lascerei andare”.
A presto
Cara Anna., vorrei sapere secondo quale logica ( ammesso che una logica vi sia e non si tratti soltanto di una forma impostasi con l’uso) debba dire ” crederei che tu sia pazzo” (cioè condizionale presente seguito da congiuntivo presente) ma non possa fare altrettanto quando passo ad un verbo di volontà e sia, in questo caso, costretto a dire “io vorrei che tu fossi più studioso”( cioè condizionale presente seguito da congiuntivo imperfetto). Grazie e un caro saluto. Adriano
Caro Adriano, si tratta di regole che valgono quando nella principale c’è un verbo che esprime volontà o desiderio coniugato al condizionale, in questi casi, come hai osservato, non valgono le normali combinazioni di tempi verbale che normalmente usiamo per esprimere contemporaneità, anteriorità e posteriorità, francamente non so dirti il perché.
Un saluto
Cara Anna, vorrei sapere se questa espressione può essere considerata corretta nell’ambito di un registro espressivo accurato: “Il suo medico non ne poteva più di lui e lo ha dirottato verso un altro professionista”. La perplessità si riferisce a quel “dirottato verso” che a me, sinceramente, sembra un’espressione corretta, ma alcuni sostengono che non lo sia. Grazie per l’attenzione e a presto. Adriano
Caro Adriano, il significato del verbo “dirottare” è: “far deviare dalla rotta prestabilita, costringere mediante l’uso della forza a cambiare la rotta” e per estensione “deviare”, forse sarebbe più appropriato il verbo “indirizzare” che significa “dirigere o volgere in una direzione” e per estensione “mandare qualcuno o qualcosa in un luogo o presso una persona determinata”: “e lo ha indirizzato da un altro professionista”.
Un saluto
immagino che partirai presto, mi sarebbe piaciuto incontrarti.
oppure
immagino che partirai presto, mi avrebbe fatto piacere incontrarti.
quale è la forma corretta? Grazie
Caro Antonio, sono corrette entrambe le costruzioni.
Un saluto
Cara Anna, gradirei sapere se queste espressioni sono tutte corrette:” Vorrei sapere se lei domani potrebbe venire, potesse venire, possa venire, potrà venire”. Molte grazie. Adriano
Caro Adriano, sì, sono corrette, puoi usare anche il presente indicativo “se domani può venire”.
A presto
Cara Anna, vorrei un tuo commento su questa frase: “Costui credeva di essere il più grande violinista che fosse mai esistito( o che esistesse). I congiuntivi (fosse mai esistito ed esistesse) sono corretti in questo contesto o è richiesto l’uso dell’indicativo? Grazie e a risentirci. Adriano
Caro Adriano, quando nella frase precedente c’è un superlativo relativo, usiamo il congiuntivo, quindi il periodo è corretto.
Cara Anna, vorrei un tuo parere su questa frase: “Costui credeva di essere il più grande violinista che fosse mai esistito (o esistesse). L’uso del congiuntivo (fosse esistito o esistesse può essere considerato corretto in questo contesto o è d’obbligo l’ indicativo? Grazie e a risentirci. Adriano
IL BLOG E MOLTO BENE!
Caro Inbal, benvenuto su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande non esitare a scrivermi.
A presto
“Sarebbe stato meglio che tu fossi andato via” o “sarebbe stato meglio che tu andassi via”.
Sono entrambe corrette? Poi, c’è qualche differenza?
Cordiali saluti, Prof. Anna.
Caro Frank, sono entrambe corrette, nel primo caso la subordinata è anteriore alla reggente, nel secondo caso è contemporanea.
Un saluto
1) “Essersi impegnati” è l’infinito passato del verbo intransitivo pronominale “impegnarsi”.
2) “Essersela cavata” è l’infinito passato del verbo procomplementare “cavarsela” che significa “uscire da una situazione difficile; superare una situazione difficile”; e “la” ha valore di complemento oggetto indeterminato (riferito a persone o cose grammaticalmente di genere femminile) con il significato di ‘ciò’, ovvero ‘questa cosa’, ‘questa faccenda’, ecc; con riferimento generico quindi a una situazione, a una realtà, a un fatto (“situazione difficile” del verbo “cavarsela”, ad esempio); mentre la particella “se”, che si usa al posto di si davanti ai pronomi atoni, ha una funzione intensiva, con un accentuato valore di “per sé, a sé” quindi di complemento di termine.
3) “Una la mattina e una la sera”, “la” è in funzione di preposizione articolata col valore di alla: “Una alla mattina e una alla sera”; e col valore di nella in espressioni temporali del tipo “la sera prima ci siamo visti”: “Ci siamo visti nella sera prima”
4) “Com’è il bagno di quel bar? Non lo so, ne ho usufruito un paio di volte per motivi personali”
…il “ne” significa (riferito a un concetto espresso in precedenza) “Di ciò”: “… ho usufruito di ciò un paio di volte…”
Penso sia tutto corretto
Caro Filippo Maria, 2) non ha funzione di preposizione articolata, ma è un articolo determinativo, è possibile esprimere anche in questo modo un complemento di tempo; il resto è corretto.
Credo volesse scrivere “3”, prof; dico giusto? Per il resto quindi è ok
Ah, e quindi nelle frasi del punto 2 sono entrambi articoli determinativi che, come sottolineava, possono esprimere anche in questo modo un complemento di tempo…
Scusi, le frasi del punto 3*
Sì, è così.
Caro Filippo Maria, è così.
Quale di queste espressioni è più corretta ?
Se pensassi che possa essere interessante un confronto sarò lieto di organizzarlo.
Se pensi che possa essere interessante un confronto sarò lieto di organizzarlo.
Grazie mille
Caro Francesco, in questo caso si tratta di un periodo ipotetico della realtà con l’indicativo sia nella protasi sia nell’apodosi (se pensi, sarà lieto), quindi l’opzione più corretta è la seconda. Per ripassare il periodo ipotetico, ti consiglio questi articoli: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/03/15/il-periodo-ipotetico-della-realta-e-il-periodo-ipotetico-della-possibilita/, https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/03/29/il-periodo-ipotetico-dellirrealta/.
Un saluto
Egreggia professoressa,
mi dispiace disturbarla con una consulenza che Lei deciderà di risponderla o no.
Vorrei sapere perché verrebbe usata male l’espressione “poco fa” nella seguente frase:
La settimana scorsa sono andato a vedere il film che è uscito poco fa.
Quanto tempo passato c’è nell’ espressione avverbiale “poco fa”?. Non quello suficente per essere anteriore alla settimana scorsa??
La ringranzio in anticipo.
Vi porgo la mia ammirazione e rispetto per la Sua sapienza e generosità.
Cara Maria, l’espressione “poco fa” indica un tempo che si è verificato poco prima del momento in cui si parla (or ora), quindi non è adatto per parlare di qualcosa che è avvenuto prima della settimana scorsa; in questo caso sarebbero più appropriate espressioni come “recentemente”, “da poco”, “di recente”, “ultimamente”. Se hai altri dubbi, non esitare a scrivermi.
Un saluto e a presto
Prof. Anna