Cari lettori e lettrici di Interculura blog, oggi vediamo quando e come si usano i pronomi personali indiretti, anche questi ultimi, come i pronomi diretti, inizialmente sono un po’ complicati da usare, ma col tempo e con esercizio entreranno a fare parte del vostro linguaggio.
Buona lettura!
Prof. Anna
I pronomi personali indiretti rispondono alla domanda a chi?.
Osserva la tabella con le forme dei pronomi personali indiretti:
Pronomi personali indiretti (a chi?) |
Mi = a me |
Ti = a te |
Gli = a lui |
Le = a lei |
Ci = a noi |
Vi = a voi |
Per la terza persona plurale si usa loro dopo il verbo, per esempio: ho comprato loro (a loro) un regalo. Spesso al posto di loro (a loro) si usa gli (a loro) prima del verbo.
Per esempio: Ho incontrato i tuoi amici e ho detto loro (a loro) della festa = Ho incontrato i tuoi amici e gli (a loro) ho detto della festa.
COME SI USANO?
– I pronomi personali indiretti rispondono alla domanda a chi?, svolgono cioè la funzione di complemento di termine, per cui si usano quando il verbo è seguiro da a.
Per esempio il verbo piacere vuole quasi sempre il pronome indiretto: qualcosa piace (a chi? – pronome indiretto). Per esempio: Mi (a me) piace studiare l’italiano. Vi (a voi) piace studiare l’italiano?
Non ci (a noi) piace studiare l’italiano.
– I pronomi personali indiretti di solito precedono il verbo, tranne nel caso di loro.
Per esempio: Vi telefono dopo (telefono dopo a voi).
– Quando c’è un imperativo seguono il verbo e formano una sola parola.
Per esempio: Portami il libro! (porta il libro a me!); Scrivile! (scrivi a lei!); Dàgli il suo quaderno! (dai a lui il suo quaderno!).
– Quando il verbo è all’infinito i pronomi indiretti formano con l’infinito una sola parola.
Per esempio:Credo di piacerle (credo di piacere a lei ).
– Con i verbi potere-dovere-volere il pronome indiretto si attacca al verbo all’infinito, oppure si colloca davanti a volere-potere-dovere.
Non voglio parlarti = Non ti voglio parlare (non voglio parlare a te).
Posso chiedervi un favore? = Vi posso chiedere un favore? (posso chiedere un favore a voi?).
Devo farle un regalo = Le devo fare un regalo (devo fare un regalo a lei).
– Con la costruzione FARE+INFINITO i pronomi indiretti precedono il verbo fare.
Qualche esempio: Mi faccio portare un caffè (faccio portare un caffè a me); Ci fai guidare la tua macchina? (fai guidare la tua macchina a noi?)
– Spesso si usano con il verbo ANDARE con il significato di "avere voglia di", "desiderare".
In questo caso il verbo ANDARE si coniuga alle terza persona singolare (va) o plurale (vanno) e il pronome precede il verbo ANDARE.
Per esempio: Ti va un caffè? (hai voglia di un caffè?); Non le va di uscire (Lei non desidera uscire);
Vi vanno i biscotti per merenda? (avete voglia dei biscotti per merenda?)
Questa costruzione è molto frequente nella lingua parlata.
ATTENZIONE!
I pronomi indiretti mi, ti, ci, vi sono uguali ai pronomi diretti!
ciao ,
Un saluto a te Adeel!
A presto
Prof. Anna
sono affaschinata!
Grazie mille Nela!
Attenzione però si scrive affascinata!
Un saluto
Prof. Anna
Sono contentissima che io abbia trovato questo sito, é davvero interessante.
Complimenti!
Grazie Joana e benvenuta sul nostro blog!
In questo caso è meglio dire “sono contentissima di avere trovato questo sito”, è possibile utilizzare di+infinito perchè entrambe le frasi (“sono contentissima” e “di aver trovato”) hanno lo stesso soggetto, questa costruzione è anche più semplice da usare!
A presto
Prof. Anna
Grazie!
Faccio l’insegnante di italiano e sono lieta di aver trovato per caso questo sito. Un caro saluto e grazie mille!
Un saluto anche a te!
Prof. Anna
grazie per tutte queste informazioni.
magari se ci sono altri esercizi di tipo variato ( abbinamento, completamento…)e altri links da consultare.
insegnante d’italiano.
Cara Hanane, vedrai che presto troverai questo tipo di esercizi anche sul nostro blog!
Un saluto
Prof. Anna
gentilissima prof.essa Anna
vivo in Germania e da anni faccio tandem con una ragazza tedesca e sinceramente ho potuto costatare che la lingua italiana non é cosi semplice come sembra. Ad es: non sapevo che centootto si potesse scrivere con due “o” e ho fatto un brutta figura perché le ho detto che era un errore, invece po sono andata a vedere e ho visto che era possibile. Come evitare di fare queste figuracce con gli stranieri??? perché molti sono cosi bravi che imparano l’italiano meglio di noi.A lei succede spesso?
Cara Giulia, purtroppo è capitato anche a me di essere corretta da uno straniero che conosceva bene l’italiano e ammetto di essermene vergognata…credo che questo sia abbastanza frequente perché noi diamo la nostra lingua per scontata, avendola imparata in maniera spontanea, non ci fermiamo a riflettere sulle regole, non ci sforziamo di capirle; è un po’ come quando uno straniero nota tante belle cose nelle nostre città mentre noi, che ci abitiamo, non prestiamo attenzione. Sarebbe certamente utile fermarsi a riflettere, chiedersi perché una regola funziona in un certo modo e, se la lingua è uno dei veicoli di una cultura, questa riflessione potrebbe aiutarci a capire un po’ meglio la nostra.
Un saluto
Prof. Anna
“perché” si scrive con l’accento acuto, e non grave.
Caro Bbb, grazie per la segnalazione.
A presto
Prof. Anna
bellissima riflessione la sua…in effetti da quando faccio tandem sto scoprendo molte sfaccettature della lingua italiana che prima nn conoscevo.
grazie
Prof Anna.,
Si poi dire “Gli ho detto di andare via” invece di “Ho detto loro di andare via”
Grazie mille
pd. Tu sei meravigliosa¡¡¡
Cara Juana, la frase che mi proponi è corretta, però si deve capire dal contesto che gli=a loro, se la frase è detta al di fuori di ogni contesto è meglio dire “ho detto loro” così sei sicura che sia comprensibile che gli= a loro e non gli= a lui.
A presto
Prof. Anna
Mi scusa, ma volevo sapere cosa é “tandem”
Grazie molte.
Saluti
Daniela
Cara Daniela, il tandem è un tipo di bicicletta sulla quale possono pedalare due persone e ha due seggiolini uno davanti all’altro.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie mille prof. Anna!
Abbraccio,
Daniela
=)
Salve Giulia,
Mi permetto di aggiungere una cosa al tuo commento. Anch`io insegno l`italiano e la mia lingua madre (il romeno). Per dire la verita`, ho piu` difficolta` nell`insegnare il romeno. Non solo perche` e` una lingua che piu` l`ho parlata che analizzata, ma anche perche` noi (intendo i romeni) abbiamo un`Accademia molto rigida che praticamente proibisce l`uso di certe forme. Da quello che ho capito io, l`italiano e` una lingua molto piu` tollerante. Dico questo perche si` che esite l`italiano “standard”, ma e` un italiano parlato da un numero ristrettissimo di professori. Trattasi piuttosto di un italiano “neo-standard” che e` piu` vicino non tanto all`italiano, ma soprattutto alla lingua degli italiani. Poi se pensiamo che la lingua non e`solo di un paese, ma anche di un popolo, penso che sia utile insegnare le forme piu frequenti. Tipo, se guardassimo sul dizionario la trascrizione fonetica delle parole “casa” e “rosa”, ci accorgeremmo che e` ben diversa. Per la casa abbiamo (ca-sa), mentre per la rosa abbiamo (ro-?a). Eppure quando ci si insegna si dice che la “s” tra due vocali viene pronunciata “z”. Vince sempre la frequenza, almeno dal mio punto di vista.
Buona giornata,
Claudia
Ciao Prof Anna.
si puo.
voglio vedere le foto = gli voglio vedere e mettergli su facebook… o (li e metterli)
???
grazie
Cara Joana, in questo caso devi usare il pronome diretto femminile plurale LE (foto), dunque: le voglio vedere e metterle su facebook.
A presto
Prof. Anna
Salve professoressa.Sono contentissima di avere trovato questo sito che ci possa essere molto utile per studiare meglio l’italiano.COMPLIMENTI! Un caro saluto e grazie mille.Maria H.
prof.mi piace che lei è gentilissima con tutti.Complimenti
Un grande saluto Svetina e grazie per il tuo commento.
a presto
Prof. Anna
Grazie a presto anche a Lei!
anche io sono una straniera.Sto imparando l’italiano.
Salve volevo chiedere quale di queste 3 domande é quella più corretta grammaticalmente:
1. Marco, chi cacchio ti ha interpellato a te?
2. Marco, chi cacchio ti ha interpellato?
3. Marco, chi cacchio ha interpellato a te?
Grazie mille!
Caro Federico, la frase corretta è “Marco, chi cacchio ti ha interpellato”, in questo caso TI è un pronome diretto perchè il verdo “interpellare” è transitivo.
un saluto
Prof. Anna
Grazie prof.Anna,ho trovato questo sito molto utile per studiare e profondire la lingua italiana(sono straniera che da anni vivo a Roma),ogni sera faccio esercizi,e devo dire con risultato abbastanza buono,ma per scrivere bene e parlare bene ci vuole tempo.Grazie, cordiali saluti.
Cara Mara, complimenti per i tuoi progressi e grazie per il tuo intervento.
Continua così!
Prof. Anna
Signiora buongiorno! Vorrei chiederLe q.sa, che non lo trovo nella mia grammatica: Con i nomi di parentela non mettiamo un articolo davanti agli aggettivi possessivi (se non c’e’ un aggettivo, se non c’e’ loro, plurale ecc). Ma lo stesso succede anche con i nomi di parenti affini? Per esempio diciamo il mio fidanzato, la mia suocera?
Grazie tanto!
Cara Kiki, l’articolo non ci vuole davanti ai nomi dei parenti affini preceduti dal possessivo: mia suocera, mio zio, mia nuora ecc., ma “il fidanzato” non è un parente quindi bisogna mettere l’articolo: “il mio fidanzato” “la mia fidanzata”.
a presto
Prof. Anna
prof Anna, grazie mille per l’auita
Cara Anna,
per dire ” non voglio lasciare la macchina a Maria” con i pronomi come devo fare: non voglio lasciarlela? veramente suona male , è corretto?
Belén
Cara Belèn, la frase che mi scrivi non è corretta, in questo caso bisogna usare un pronome combinato: un pronome diretto (per sostituire -la macchina) e uno indiretto (per sostituire -a Maria), quindi: “non voglio lasciargliela”, ti consiglio di leggere l’articolo dedicato ai pronomi combinati.
A presto
Prof. Anna
gentile professore :
sono iraniana .amo la lingua italiana,l’italia e la vostra cultura .vorrei sapere i valore grammaticale dei pronomi come mi,ti.ci ,vi sono uguali ,quando hanno ruolo come pronome diretto o indiretto ?
cosa significa questo frase ?
cordiali saluti
parvin
I pronomi indiretti mi, ti, ci, vi sono uguali ai pronomi diretti!
Cara Parvin, uso i pronomi diretti quando il verbo è transitivo, ovvero ha un complemento oggetto, per esempio: ti chiamo (= io chiemo te), i pronomi indiretti invece introducono un complemento indiretto, ovvero introdotto da una preposizione, di solito A, infatti MI = A ME; TI = A TE; CI = A NOI; VI = A VOI, per esempio: ti telefono (io telefono a te); infatti il verbo “telefonare” non ha un complemento oggetto ma un complemento indiretto introdotto da A, per usare correttamente i pronomi bisogna sapere se un determinato verbo regge un complemento oggetto oppure no. Le forme MI; TI; CI; VI sono uguali sia per i pronomi diretti sia per queli indiretti.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Professoressa
ho qualche dubbio con GLI = A LORO
Se loro sono femmine si usa ugualmente GLI?
esempio
Ho detto alle mie amiche di andare via = Gli ho detto di andare via
ma è uguale a
Ho detto a lui di andare via = gli ho detto di andare via
E’ solo il contesto che mi può dire di chi parlo, o io sbaglio qualcosa?
GRAZIE
Cara Elisa, la tua ipotesi è corretta, cioè GLI = A LORO sia per il maschile che per il femminile, per evitare fraintendimenti con GLI = A LUI possiamo usare “loro” dopo il verbo: ho detto loro di andare via.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Professoressa, mi tolga, per cortesia, un dubbio. Quando parlo con qualche persona e dico “Se TU VUOI fare così…” in senso “Se UNO VUOLE fare così…” e cioè “tu” uso come la forma impersonale allora l`uso di “tu” è corretto o no? Non è una forma parlata la quale spesso usiamo, p.es., in lituano, in russo ecc.? Grazie.
Caro Arnoldas, a volte la forma impersonale è espressa con il pronome “tu” e il verbo alla seconda persona singolare, il soggetto “tu” indica una persona qualsiasi.
Un saluto
Prof. Anna
Gentilissima Prof,
è corretto insegnare ai bambini l’uso di lui, lei, loro in sostituzione dei pronomi egli, ella, essi nella coniugazione dei verbi?
Cara Donatella, personalmente penso che sia meglio usare lui, lei, loro, invece che egli, ella, essi, in quanto questi ultimi non vengono quasi mai usati nella lingua parlata.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie, cara Professoressa, della Sua cortese risposta! Lei come sempre è molto gentile!
my name is ibtissem from tunis ..tommorw i will have a test on i pronomi in-diretti and i don’t know how to use them please help me
Caro Ibtissem, i pronomi personali indiretti fungono da complementi indiretti, cioè i complementi introdotti da una preposizione: le telefono = telefono a lei; gli telefono = telefono a lui; ti piace = piace a te; se leggi l’articolo troverai molte più informazioni su come usare correttamente i pronomi personali indiretti, se poi hai delle domande, non esitare a scrivermi.
Gent.ma prof.ssa Anna,
lei sa perché non posso usare con il verbo piacere i pronomi diretti? perché non posso dire “me lo piace” per dire mi piace questa cosa che ho detto prima? Perché non posso usare il pronome combinato “me lo”? perché con il verbo piacere devo ripetere il complemento oggetto (“mi piace questa cosa” invece di “me lo piace”)e invece posso usare il pronome diretto con il verbo dare (“me lo dai?”, cioè “dai a me questa cosa”? Spero di essermi spiegato…
Caro Liam, la costruzione del verbo “piacere” è: qualcosa (soggetto) piace a qualcuno (complemento indiretto); quindi: mi (= a me-complemento indiretto) piacciono (predicato verbale) le mele (soggetto); in questa costruzione non abbiamo un complemento oggetto, quindi non possiamo usare un pronome diretto, ma useremo un pronome indiretto per indicare “a chi” piace una determinata cosa; mentre il verbo “dare” regge il complemento oggetto: dare qualcosa (complemento oggetto) a qualcuno (complemento indiretto). Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
Un saluto
Prof. Anna
gent.ma
prof.ssa Anna,
son ben lieto di essere incappato in questo Suo splendido blog.
Gli approfondimenti che fornisce sono utilissimi a tutti, sia agli stranieri che agli italiani. A titolo informativo, io appartengo al secondo genere.
Con l’occasione di questi miei ringraziamenti, mi permetto di sottoporLe una perplessità sul pronome indiretto “gli”: io ho sempre adottato la regola grammaticale che Lei ha spiegato con il Suo intervento riportato al punto 40, tuttavia ho letto una risposta fornita da un utente di internet, soprannominato “Leonov”, che le si contrappone, la può esaminare visitando questo collegamento ipertestuale: http://www.giorgiotave.it/forum/letteratura-italiana-e-semantica/131749-quando-si-usa-li-e-quando-gli.html.
La ringrazio anticipatamente e Le porgo cordiali saluti,
Alè
da Livorno
Caro Alè, secondo le mie fonti è possibile usare “gli” col significato di “a loro”. C’è da dire che si va diffondendo un sistema semplificato in cui la forma del maschile “gli” ricopre le funzioni del femminile “le” e del plurale “loro”; ma mentre l’uso di “gli” al posto di “le” è relegato al parlato colloquiale, “gli” al posto di “loro” è accettabile anche in alcuni tipi di scritto.
Un saluto
Prof. Anna
Gent. prof. Anna,
mi ha tolto un dubbio con la sua risposta che riporto.
Non volendo ripetere loro (femm.plurale), posso usare ‘gli’ anche al femminile?
-“gli” al posto di “loro” è accettabile anche in alcuni tipi di scritto-
Grazie e complimenti per la sua dotta pazienza, utilissimo il suo lavoro.
Gentile prof mi serve un chiarimento, faccio un esempio io Luca dico ad Anna:”non le ho detto niente” oppure “non gli ho detto niente”, perdoni la mia ignoranza
Cara Pina, la frase corretta è “non le ho detto niente” (= non ho detto niente a lei), perchè “le” significa “a lei”, mentre “gli” significa “a lui”.
A presto
Prof. Anna
Gentilissima prof.ssa, vorrei farle una domanda, nella mia grammatica italiana, c’è una tabella con diversi verbi che si usano con i pr. diretti e con i pr. indiretti. il verbo volere si trova nella prima tabella(diretti), mentre il verbo volere bene si trova nella tabella con i pronomi indiretti. Quando diciamo “ti voglio bene”, il pronome ti, è diretto o indiretto???? (“voglio bene a te”, non va, vero?)
Grazie in anticipo.
Cara Dina, “volere bene” regge un complemento indiretto: “volere bene a qualcuno”, quindi useremo un pronome indiretto.
Un saluto
Prof. Anna
Gent.ma prof.ssa ho un dubbio che mi piacerebbe chiarire con lei. Anche se ripetitivo nella frase ‘Che a marco gli si dica di chiudere la porta’ è grammaticalmente scorretto.
Grazie in anticipo
Caro Marco, la frase che mi scrivi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Gent.ma prof.ssa ho un dubbio che mi piacerebbe chiarire con lei. Anche se ripetitivo, la frase ‘Che a marco gli si dica di chiudere la porta’ è grammaticalmente scorretta?
Grazie in anticipo
Gent.ma prof.ssa Anna,
scusami l’intromissione, ma cortesemente vorrei sapere se riesci a chiarirmi questo dubbio che mi porto da sempre. Non riesco a capire quando si debba usare “li” o quando usare “gli”.
Grazie mille.
Caro Elodio, “li” è un pronome diretto di terza persona plurale maschile, dunque sostituisce un complemento diretto che risponde alla domanda “chi? che cosa?”, per esempio: ho mangiato gli spaghetti, li (gli spaghetti) ho mangiati a pranzo; mentre “gli” è un pronome indiretto di terza persona singolare maschile e plurale maschile e femminile, sostituisce un complemento indiretto e quindi risponde alla domanda “a chi?”, per esempio: ho telefonato a Paolo, gli (a lui) ho telefonato stamattina; ho incontrato i tuoi amici e gli (a loro) ho detto di venire con noi; per usare correttamente i pronomi bisogna sapere se il verbo regge un complemento diretto o indiretto, per esempio si dice “telefonare a qualcuno” (a qualcuno=complemento indiretto) o “mangiare qualcosa” (qualcosa= complemento diretto); ma ci possono essere anche entrambi i complementi: “dire qualcosa a qualcuno”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Gentilissima prof.essa Anna,
Piano piano studio a fondo questo fantastico blog.
Complimenti a bizzeffe per il vostro lavoro!
Nella frase seguente come si spiega per favore lo ”VE”?
Non l’ho visto nelle vostre tabelle.
” Le province…ci siamo stati e VE le raccontiamo.”
Grazie e cordiali saluti.
Caro Andree, si tratta di due pronomi combinati (ve le), il primo (ve) è il pronome indiretto VI (a voi) che, quando è davanti a un pronome diretto (in questo caso LE), diventa VE: quindi la frase significa: racconto queste (le province- le) a voi (ve); per approfondire ti consiglio di leggere l’articolo “i pronomi combinati”.
Grazie per il tuo gentile commento.
A presto
Prof. Anna
Gentile Prof.Anna,
Nella Madonna del Magnificat di Botticelli il Bambino Gesù sta stringendo il dito di sua madre. Sostituendo i nomi DITO e MADRE con i pronomi personali mi esprimo naturalmente nel seguente modo: GLIELO sta stringendo. Sono in errore? Di sua madre è complemento di termine? O dovrei dire A SUA MADRE? Non riesco a analizzare questa frase correttamente. Grazie per il suo aiuto.
Gisella da Barcellona
Cara Gisella, è corretto: “glielo sta stringendo” = “sta stringendo il dito a lei”, per cui “a lei” = “a sua madre” è un complemento di termine.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Prof.ssa Anna,
vorrei farle notare che l’accento da porre su “perché” è acuto. Sono canadese.
Le porgo i miei ossequi.
Enid
Caro Enid, “perché” vuole l’accento acuto; se l’hai trovato scritto con l’accento grave è un errore di battitura, ti prego di segnalarmi esattamente dove lo hai letto in modo che lo possa correggere.
A presto
Prof. Anna
tutte le volte che, in maniera sempre molto corretta, ha risposto in questo blog :-).
è molto utile questo sito ti ringrazio molto
Cara Professoressa,
mi sono trovato in difficolta’ a rispondere ad una domanda sull’uso del pronome.
Nella frase:
Roberto e Giulio non mettono mai i jeans. A LORO (pronome indiretto tonico)piace essere eleganti. OPPURE
GLI (pronome indiretto atono)piace essere eleganti.
In quest’ultimo caso dovrei poter sostituire GLI con LORO (pronome indiretto atono piu’ formale) ma… LORO piace essere eleganti e’ sbagliata, perche’ in questo caso GLI e LORO non si possono scambiare? Considerando anche il fatto che GLI e’ stata acquisito dalla lingua parlata mentre LORO e’ il pronome originale. Grazie mille per il suo aiuto.
Caro Carlo, oltre che “gli” e “a loro”, per la terza persona plurale si usa “loro” dopo il verbo, quindi: “piace loro” (= piace a loro) è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie Prof. Anna, quindi la frase sarebbe: Roberto e Giulio non mettono mai i jeans. Piace LORO essere eleganti.
Avrei scommesso che fosse errata solo per il fatto che suona male e non l’ho mai sentito usato. E’ forse per questo che nella lingua parlata si usa quasi sempre GLI adesso? Gazie mille per la sua consueta gentilezza.
Caro Carlo, la frase è corretta, ma è più comune dire “essere eleganti piace loro”.
Un saluto
Prof. Anna
grazie a tutti voi, ma cara professoressa anna anchio, non parlo perfettamente la lingua, cosi bisogno di un aiuto da voi, parlo della linqua parlata fonetica,,come e quali sono i provvedimenti necessari e efficaci per sviluppare il livello…..
grazie ancora una volta
vi saluto
Cara Alami, il modo migliore per migliorare la lingua parlata è appunto parlare, fare conversazione con italiani, molto utile è anche ascoltare musica e cantare (per migliorare la pronuncia), guardare film, ascoltare la radio.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
mi piace tanto questa lessione domani ho una prova di questo per me é complicato un puó…ma questa lessione mi insegna troppo grazie mille..
Sono lieta veramente aver trovato questo sito, spero inserirmi a voi, è un lavoro stupendo, vi ringrazio di cuore.
Che Dio vi benedica.
Cara Bernardita, benvenuta su Intercultura blog, puoi scrivermi quando vuoi, se hai un dubbio o un semplice commento da fare.
A presto
Prof. Anna
complementi, siete cosi tanto gentile per aiutarci con la bellissima lingua italiana.
carissima Professoressa, mille grazie perché è stata eccellentemente bravissima il Signore Gesù benedica il suo lavoro.
io ancora non capisco come devo dire:
mentre camminavo sulla strada, è successo un incidente,
oppure è successo un incidente sulla ( nella) mentre camminavo, prima il imperfetto o il passato prossimo?
le ringrazio di cuore, prego per Lei.
Bernardita
Cara Guilietta, entrambe i periodi sono corretti, non ha importanza l’ordine delle due frasi, quello che conta è che l’imperfetto esprime un’azione in svolgimento (mentre camminavo), invece il passato prossimo esprime un’azione che comincia e finisce, un’azione compiuta (è successo un incidente).
Un saluto
Prof. Anna
carissima Professoressa, mille grazie perché è stata eccellentemente bravissima il Signore Gesù benedica il suo lavoro.
io ancora non capisco come devo dire:
mentre camminavo sulla strada, è successo un incidente,
oppure è successo un incidente sulla ( nella) mentre camminavo, prima il imperfetto o il passato prossimo?
le ringrazio di cuore, prego per Lei.
Bernardita
sono confuso di usare lo e gli.Spesso faccio fatica in scelta fra due.
Caro Naseer, -lo- è un pronome diretto, ha la funzione di complemento oggetto e risponde alle domande -chi?-che cosa?- per esempio: – Di solito dove compri il giornale?- Lo (il giornale) compro in edicola-; mentre -gli- è un pronome indiretto , ha la funzione di complemento di termine, risponde alla domanda -a chi?- e significa -a lui- per esempio: A Marco piace il gelato? – Sì, gli (a lui, a Marco) piace molto-. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
salve, come spiego ad una straniera l’uso di la e le alla terza persona?
la chiamo, la contatto, la penso; e le scrivo, le chiederei, le propongo,….
grazie mille
Caro Oscar, usiamo il pronome diretto “la” quando vogliamo esprimere il complemento oggetto e quindi rispondere alla domanda “chi, che cosa?” : -più tardi chiamo (chi?) Laura- più tardi la chiamo -; usiamo il pronome indiretto “le” quando vogliamo esprimere il complemento di termine e rispondere alla domanda “a chi, a che cosa?” – scrivo (a chi) a Laura – le (a lei) scrivo -; per sapere se bisogna usare i pronomi diretti o indiretti è necessario conoscere quale costruzione regge il verbo in questione; per esempio -chiamo qualcuno- ma -telefono a qualcuno-; puoi comunque prendere spunto dagli articoli dedicati a questo argomento: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=718; http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=789.
Un saluto
Prof. Anna
Prof.Anna, sono brasiliana e ho abitato per due anni in Italia. Da pochi giorni ho scoperto questo blog che sta mi aiutando molto. Ho tanta difficolta’ col pronomi indiretti.
Grazie del suo chiarimento.
Un caro saluto del Brasile.
Cara Leonilda, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Gentile Prof. Anna,
ho un dubbio che vorrei mi fosse chiarito, relativamente all’uso del verbo piacere e dei pronomi.
Mi spiego meglio con un esempio:
1) A Mario piace Anna
2) A lui piace lei.
Posso scrivere, per esprimere il concetto, in senso affermativo – Le piace! -, (dunque con un “LE” compl. ogg. cioè, “A Mario piace lei!” )?
Con l’uso del pronome – GLI – , non potrei interpretare, se non analizzando il senso del discorso, il genere (m o f) che “a Mario piace”.
Con l’affermazione – GLI piace! – non riuscirei dunque ad intendere se, a Mario, possa piacere Anna o “Antonio”.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
Cordialmente.
Sandro
Caro Sandro, “a lui piace lei = gli piace” e non “le piace” che significa “a lei piace”; “le” in questo caso è pronome indiretto di terza persona singolare femminile (a lei) e non può avere funzione di complemento oggetto; come dici tu con l’affermazione “gli piace” in effetti non è possibile capire se a Mario piace Anna o Antonio; questo perché nella costruzione del verbo “piacere” l’oggetto del piacere è in realtà il soggetto della frase, per esempio nella frase “a Mario piace Anna” “Anna” è il soggetto del verbo “piacere” (Anna piace a Mario) e non l’oggetto e quindi non posso sostituirlo con un pronome diretto. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Grazie Prof.
Chiarissima!!!
Cordialità.
Sandro.
🙂
Gentile prof.Anna
Adoro questo sito , e ritorno sempre qui quando ho una problema in italiano .
La ringraziooOoo 🙂
Caro Ronak, grazie per il tuo gentile commento.
A presto
Prof. Anna
Gentile professoressa Anna,
sono scomparse, o meglio non vediamo più in bacheca, le domande che le abbiamo posto a nome di Paolo e Stefania, pertanto gliele riscriviamo, con la speranza che possa risponderci.
1) Nel caso della frase che segue, il verbo “andare” deve essere coniugato al plurale? “Il tuo compito si presenta come un caleidoscopio di riferimenti storici che “vanno” dalla prima guerra mondiale all’attentato dell’11 settembre 2011.”
Il pronome “che” fa riferimento – mi scusi il gioco di parole – a “riferimenti storici” e non a “caleidoscopio”, diciamo bene?
2) Nella frase ”Un partito diverso da quello che, invece, si è dimostrato di essere in questi ultimi tempi.”
Il pronome giusto è “quello” o “quel”?
La ringraziamo,
Stefania & Paolo
SONO CONTENTO DA TROVARLI QUESTO SITO.IO PREPARO PER L ESAME CILS E VOGLIO PER PIACERE IL PROGRAMMA DA PREPAZIONE DA A2.RESPONDEMI PER CORTESIA
Caro Adil, ti consiglio di consultare questa pagina, troverai le competenze richieste per ogni livello: http://www.gedi.it/cils/articolo.asp?sez0=79&sez1=0&lng=1&art=54&prev=b
In bocca al lupo!
Prof. Anna
Salve Prof.Anna…
Ho un dubbio:
“… per cui dovrà installare il software che La invieremo…”
La invieremo?
Grazie, Saluti
Cara Diana, non è corretta la forma “La invieremo”, è necessario usare il pronome indiretto LE (a Lei), quindi “Le invieremo”.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno a tutti! Sono poco pratica di blogs e non so bene come fare a porre i quesiti che mi assillano al momento. Non si tratta di pronomi, bensì p.es. di preposizioni e dell’uso dell’aricolo det. o indet con il vervo esserci. posso porre qui le domande o devo fare altrimenti?
Ringrazio di cuore per ulteriori istruzioni
Giovanna
Cara Giovanna, puoi scrivermi qui le tue domande e i tuoi dubbi; se sei interessata a determinati argomenti, puoi cercare sul blog gli articoli corrispondenti scrivendo il nome dell’argomento nella finestrella “search” in basso a destra.
A presto
Prof. Anna
Prof Anna,
Io sono montenegrina e questo sito e molto utile per me,perche sono studente.
Grazie mile
Cara Andrea, benvenuta su Interculura blog!
A presto
Prof. Anna
grazie mille professoressa
ho comminciato a imparare l’italiano da qualchi mesi,
vedo che questo sito puo essere molto utile per molte persone,
mi piace moltissimo il modo come spiega le cose e anche come puo dare attenzione a ogni persona. é veramente brava brava signora
ti ringrazio molto
Caro Salmane, benvenuto su Intercultura blog!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Grazie mille, mi è stata molto utile questa pagina perché domani devo fare un tema sul diario, più precisamente un compito in classe. Questo sito spiega correttamente come fare una pagina di diario. Ancora grazie.
Martina
grazie professoressa 😀
Questo è il primo anno imparo italiano in un college in Egitto e La ringrazio molto per questa spiegazione semplificata
Questa frase è corretta?
Scriverò un’e-mail e spiegherò loro la situazione.
Grazie!
Cara Karla, la frase che mi scrivi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Gentile Prof.ssa ho una domanda da farle quale sarebbe la differenza tra “Ho capito” e “Capisco” e come dovrei utilizzarle.
Caro Herrik, la forma al passato prossimo “ho capito” ha un significato chiaro e preciso, essendo al passato il fatto è stato capito e per questo non è più in discussione, la forma al presente “capisco” indica invece un procedimento ancora in atto (del capire) e quindi ancora un po’ incerto o in sospeso, spesso è usato quando si è obbligati ad accettare qualcosa che non ci fa piacere: “mi dispiace i cani non possono entrare in questo negozio” “capisco”.
A presto
Prof. Anna
mi hanno scritto :datti da fare e imparati lo spagnolo invece di cercare sostegno. E’ corretto o doveva scrivere :datti da fare e impara lo spagnolo………grazie se mi puoi dare la spiegazione
Caro Alessandro, sarebbe più corretto “impara lo spagnolo”, nella forma “imparati” il pronome “ti” non è necessario e viene usato per sottolineare un maggior coinvolgimento del soggetto nell’azione ma è possibile usare questa forma solo in un linguaggio informale.
A presto
Prof. Anna
ottimo, grazie
grazie professore
deve conoscere il verbo che usa il pronnome dirette e in dirette
cia ahmed
cairo
molto buono,grazie.
Buonasera Prof. Anna,
sono un insegnate di italiano, durante questi anni ho scoperto tante cose riguardo l’italiano, una lingua per me sempre più affascinante. Oggi pero’ mi sono trovata davanti a una domanda a cui non ho saputo rispondere. Le spiego. Ho spiegato i verbi modali e il loro utilizzo. ho inoltre spiegato il verbo sapere, che per le similitudini di utilizzo, spiego spesso insieme ai modali. Ho distinto i due significati di sapere. Quello di essere capace di fare qualcosa( Lui sa nuotare) e quello di conoscere qualcosa (Lui non sa dove andare). In questo secondo caso pero’ non sempre il verbo saper e’ seguito da un infinito. Esempio: Sai dove vendono il pane? Non si può’ dire Sai dove vendere il pane? o meglio forse si può dire, ma il significato cambia. ma non sempre può essere fatto, per esempio: Io so dov’è’ la banca. Non posso di certo dire: Io so dov’essere la banca. Non sono riuscita a trovare una spiegazione, quindi le chiedo aiuto…non riesco a smettere di pensarci.
In queste ore spese alla ricerca di una risposta mi e’ venuta in mente un’altra domanda fattami da uno studente un po’ di tempo fa, a cui non ho saputo dare una spiegazione. Il verbo Pensare. Si dice pensare a qualcuno. Quindi perché si usano i pronomi diretti?…Lo penso/La penso, no Gli penso.
La ringrazio anticipatamente,
Federica
Cara Federica, nel significato di “conoscere qualcosa” il verbo “sapere” non necessita dell’infinito, nella frase che mi scrivi “non sa dove andare” hai usato l’infinito perché c’è identità di soggetto tra la reggente e la subordinata, ma non useresti l’infinito se il soggetto fosse diverso “lui non sa dove è andata sua sorella”; per quanto riguarda il verbo “pensare” può essere sia transitivo e reggere quindi un complemento oggetto (penso qualcosa-lo penso), sia intransitivo e reggere un complemento indiretto (pensare a qualcosa a qualcuno), che però non è un complemento di termine, ma un locativo, quindi non reggerà un pronome indiretto (che ha la funzione di complemento di termine); nel significato ci sono delle differenze: pensare transitivo significa “raffigurare con la mente, esaminare con il pensiero, anche escogitare, inventare” e pensare intransitivo, che invece assume il significato di “avere il pensiero rivolto a qualcuno o a qualcosa”; nella forma intransitiva il verbo pensare è seguito da un complemento retto dalla preposizione a, complemento che però, contrariamente a quello che potrebbe sembrare, non è un complemento di termine, ma un complemento che indica il luogo, reale o metaforico, verso cui è rivolto il pensiero e proprio perché si tratta di un locativo si usarà invece la particella “ci”: “ci penso” anche se è riferito a una persona. Spero di aver chiarito i tuoi dubbi.
Un saluto
Prof. Anna
Wow, non pensavo potesse essere un articolo utile, invece mi sbagliavo
Ho dubbi quanto all’uso del verbo piacere. Di solito lo uso alla terza persona singolare e plurale insieme al pronome indiretto. Mi piacciono i dolci; Ti piacerebbe andare in Italia?; Spero che ti piaccia venire con noi, ecc. Quando devo coniugarlo nelle altre persone. Si può dire: Io piaccio a te? Grazie dell’attenzione
Cara Lilian, certo che si può dire “io piaccio a te”, dipende la soggetto del verbo piacere, per esempio: “tu piaci a me”, “voi piacete a me” ecc.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie professoressa Anna.
“A quelle ragazze, gli/loro ho detto che…”. Dire è un verbo transitivo, anche se la costruzione è “dire a”, quindi, potrei usare gli o loro indifferentemente. Giusto?
Gli= a loro anche per il plurale di due donne o più. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretto sia “gli ho detto” che “ho detto loro” (non: loro ho detto).
Un saluto
Prof. Anna
Grazie signora questa lezione
Mi ha aiutato molto
Ciao!
1.Abbiamo dato il libro a loro. = Pronome diretto.
2.Gli abbiamo dato il libro. = Pronome indiretto prima del verbo.
3.Abbiamo dato loro il libro. = Pronome indiretto dopo il verbo.
Tutti corretti?
Tutti hanno lo stesso significato?
Grazie!
Caro Marcelo, le frasi sono tutte corrette, ma -a loro- non è un complemento diretto, ma indiretto, infatti introduce un complemento di termine esattamente come -gli- e -loro- dopo il verbo.
Un saluto
Prof. Anna
Professoressa Anna,
Vorrei sapere se nel linguaggio orale devo usare la prima frase (pronome davanti al verbo modale) o la seconda frase (pronome dopo l’infinito)
1) Ti voglio salutare con affetto.
2) Voglio salutarti con affetto.
Grazie
Cara Amina, sono corrette entrambe le frasi, puoi usarle indifferentemente.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie per questo meraviglioso sito. Sono 0 (zero) a l’italiana ma spero di imparare questa lingua per piacere. E per comunicare con la mia cognata italiana….
Cordialmente, Valentin
Caro Valentin, benvenuto su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
ciao 😀
Ciao Gabriele, benvenuto su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
ciao 🙂
Gentile prof.ssa,
c’e’ una cosa che non ho ben capito e vorrei chiedere che nella frase “ti voglio bene” il pronome “ti” e’ diretto o indiretto. E perche’?
Grazie e distinti saluti
Caro Miao, “ti” in questo caso è indiretto, perché la costruzione della frase è “voglio bene a te”, l’espressione “volere bene” regge un complemento indiretto: “volere bene a qualcuno.
A presto
Prof. Anna
Quei ragazzi si vantano di qualsiasi cosa con i miei amici.
In questa frase, un test/quiz afferma che “qualsiasi cosa” è un pronome personale. Perchè? Grazie
Cara Domenica, non è un pronome personale, ma “qualsiasi” è un aggettivo indefinito.
Un saluto
Prof. Anna
Prima di tutti grazie a lei.
La Sua spiegazione è molto bene.
Ma,io non capito solo
Si+la=sela
Si+lo=selo
Quando si usano?
Caro Mohamed, prima di tutto si scrivono separati (se lo, se la); ti faccio un altro esempio: “Luca si è ricordato la mia borsa?” “Sì, se la è ricordata”, “Marta si è ricordata il mio ombrello?” “No, non se lo è ricordato”.
Un saluto
Prof. Anna
voglio sapere quando parliamo con la zia; la nonna; i genitori: il collega si utilizza la forma di cortesia o nn
Cara Lobna, con i parenti solitamente non usiamo la forma di cortesia, nemmeno con un collega con cui abbiamo confidenza.
Un saluto
Prof. Anna
“Hanno parlato molto dei film italiani” nella forma personale diventa ” Si è parlati molto dei film italiani” voglio sapere meglio quando facciamo la concordanza tra il verbo e il complemento d’oggetto
Cara Lobna, nella forma impersonale diventa: “si è parlato molto dei film italiani”; per la concordanza ti consiglio questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1746, per la forma impersonale puoi leggere questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1662
Un saluto
Prof. Anna
Prima di tutti Grazie a lei
prof Anna
Io non ho capito la frase
Nomero sette neL esercizio
ho detto loro di andare via)
È meglio dire:ho detto a loro..
Gli ho detto.
Caro Mohamed, per la terza persona plurale si usa loro dopo il verbo, per esempio: ho comprato loro (a loro) un regalo. Spesso al posto di loro (a loro) si usa gli (a loro) prima del verbo.
Per esempio: Ho incontrato i tuoi amici e ho detto loro (a loro) della festa = Ho incontrato i tuoi amici e gli (a loro) ho detto della festa. Sono corette tutte queste modalità (a loro, loro gli).
Un saluto
Prof. Anna
Ciao cara profesoressa!!!
Non so come ho trovato queste blog, ma ti chiedo da registrarme lí, o come posso fare per continuare in conttato?
Saluto dalla Costa Rica.
Caro Edgar, benvenuto su Intercultura blog!
Per iscriversi basta seguire le indicazioni che trovi in basso a destra nella pagina.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna
Ho una domanda. Non sono sicuro, quando bisogna scrivere la forma di cortesia in maiuscola. Magari può aiutarmi.
Esempi:
– Voglio presentarLe il Suo nuovo posto.
– Voglio farLe conoscere qualcosa.
È giusto così?
Grazie Mille
Caro Simone, l’uso delle maiuscole di cortesia è corretto, (non capisco: “presentarLe il Suo nuovo posto”, forse sarebbe meglio: “mostrarLe il suo nuovo posto”?).
A presto
Prof. Anna
salve prof.,
volevo solo chiederLe di darmi un piccolo aiutino.
la frase è la seguente:”subito, l’apprensione per quello che aveva fatto gli cancellò il dolore”.
mi può perfavore dire che tipo di pronome è “GLI”?
grazie in anticipo.
scusi se le lo dico, ma sono un po in ritardo e non ho ancora sua risposta… scusi, ma è un po’ lento a caricare i commenti… :I giulia
Grazie tante per l’articolo.
Salve prof mi poi suggrerire una libo grammtica Italino
Caro Pinar, posso consigliarti queste due grammatiche: http://www.zanichelli.it/ricerca/prodotti/grammatica-italiana-di-base-con-esercizi-di-autoverifica-ed-esercizi-online-di-ripasso; http://www.zanichelli.it/ricerca/prodotti/grammatica-italiana.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Gent.ma
Una curiosità personale per favore: è sicura che si possa dire ‘GLI ho dato= ho dato loro’ ? L’ ho sempre considerato un errore grave anche se di uso corrente. Grazie
Caro Carlo, l’uso di -gli- col significato di -a loro- non è scorretto, ma si affianca alla forma -loro-; nell’italiano contemporaneo è sempre più diffusa la sostituzione di -loro- con la forma -gli-. La forma -loro-, pur essendo tradizionalmente collocata tra i pronomi atoni, dal punto di vista strutturale condivide le propietà dei pronomi tonici, come la lunghezza (è l’unico prnome bisillabo della seria atona) e la collocazione (è l’unico pronome atono che segue il verbo anziché precederlo) e forse queste anomalie del pronome pseudoatono -loro- contribuiscono al suo progressivo declino.
Un saluto
Prof. Anna
Gentilissima Professoressa Anna,
Ho trovato questa frase:A mio padre non lo farei più lavorare, lo farei stare in pensione”.Come mai si usa la preposizione a mentre subito dopo si mette il pronome diretto “lo”? Grazie di cuore. 🙂
Cara Evi, il tipo di costruzione che mi proponi è una dislocazione a sinistra, consiste cioè nell’anticipazione del complemento oggetto o di un altro complemento indiretto nella parte iniziale della frase, queste strutture servono a concentrare l’attenzione su un particolare elemento, isolandolo ed evidenziandolo rispetto al resto della frase, ma nella frase che mi scrivi l’elemento “dislocato” è un complemento oggetto e non un complemento indiretto, quindi la forma corretta sarebbe: “mio padre, non lo farei più lavorare”.
Un saluto
Prof. Anna
Mi ha paciuto molto la spiegszione.
Sono una donna grande di un paese lontano e mi piace studiare questa bella lingua
Cara Silvana, benvenuta su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara prof. Anna,
questo sito mi piace tanto!. Ho anche una domanda per quando riguarda la terza persona del plurale : se dico “ho risposto a loro ” é sbagliato? dovrei dire “ho risposto loro” oppure “gli ho risposto” ? Grazie.
tanti saluti Silvia
Cara Silvia, sono corrette tutte le frasi che mi scrivi.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara Prof.può farmi l’analisi logica di : è vietato calpestare le aiuole.
Grazie
Pat
Cara Pat, prova tu a farla, io la correggerò volentieri.
A presto
Prof. Anna
è vietato: predicato verbale
calpestare:soggetto
le aiuole: compl.oggetto
Grazie
Cara Pa, si tratta di due frasi, perché ci sono due predicati (è vietato, calpestare), mentre “le aiuole” è complemento oggetto.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille
Ciao Prof
In questa frase :Hai telefonato a Maria?, Si, le ho telefonato
Si, le ho telefonata
Quale sarebbe la risposta?, e perchè?
Cara Giuseppina, con i pronomi personali indiretti il participio passato non concorda, quindi la frase corretta è: “sì. le ho telefonato”; per ripassare la concordanza del participio passato con i pronomi diretti ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/02/16/ripassiamo-luso-dei-pronomi-diretti-con-il-passato-prossimo/
A presto
Prof. Anna
Gent.ma prof.ssa Anna
Ho un dubbio sul una frase nel congiutivo:
Ci pareva strano che Nicola non (telefonare) ma non potevamo immaginare che gli avessero rubato il cellulare.
Posso usare non abbia telefonato in questa frase? Nella seconda parte, posso dire: … “che gli avesse rubato…”?
Grazie mille,
Luciana Tonon, dal Brasile
Cara Luciana, dipende dal rapporto temporale tra la principale (ci pareva strano) e la subordinata (non telefonare), se vuoi esprimere anteriorità (cioè l’azione espressa nella subordinata è precedente rispetto a quella espressa nella principale) è necessario usare il congiuntivo trapassato: “…che Nicola non avesse telefonato”, per esprimere contemporaneità (cioè l’azione espressa nella subordinata è contemporanea rispetto a quella espressa nella principale) è necessario usare il congiuntivo imperfetto: “…che Nicola non telefonasse”; non ho capito perché vuoi usare la terza persona singolare (avesse rubato) al posto della terza plurale (avessero rubato), devi usare la persona che corrisponde al soggetto (cioè chi ha rubato il telefono), nei casi in cui non si sa e si parla in generale (come forse questo) è corretto usare il plurale, si sottindende “delle persone”: “che delle persone gli avessero rubato il cellulare”. Per ripassare la concordanza dei tempi con il congiuntivo ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/10/18/la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-1/. Se hai dei dubbi non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Ciao adeel sono Valeria come va
Buon ezercizio!!
per la frase 2 perché si dice non gli e piaciuto et non loro è piaciuto ?
Caro Tomasso, il pronome “loro” va messo dopo il verbo, quindi la frase corretta sarebbe “non è piaciuto loro”.
A presto
Prof. Anna
Cara professoressa.Ti ringrazio per quest’articolo.Io purtroppo ho delle incertezze rigurda questa cosa.Per esempio lei professoressa ha scritto,che avolte,al posto di “loro”possiamo usare il pronome “gli”
La cosa che non riesco a capire,e questa.In quali casi dobbiamo usare “loro”e quando dobbiamo usare “gli*
???
La seconda cosa che non riesco a capire è questa:Quando si tratta per un verbo all’infinito dove si mettono i pronomi,davanti’al verbo oppure dopo il verbo che è all’infinito?
La ringrazio troppo professoressa.Se io oggi ho migliorato la mia lingua italiana e solo grazie a lei professoressa.
Caro Romano, puoi in tutti casi usare sia “gli” prima del verbo sia “loro” dopo il verbo con il significato di “a loro”, entrambe le soluzioni sono corrette: “domani gli porto un regalo” = “domani porto loro un regalo”; i pronomi solitamente si possono legare al verbo all’infinito: “penso di portargli un regalo”, “penso di portarti un regalo”, ma non nel caso di “loro” che invece non si lega al verbo “penso di portare loro un regalo”; in presenza di verbi servili (dovere; potere; volere) seguiti da infinito, il pronome può precedere il verbo servile o legarsi all’infinito: “ti devo portare un regalo” = “devo portarti un regalo”.
Un saluto
Prof. Anna
Mi è piaciuta la spiegazione dei complementi indiretti, in cui è stato utilizzato un linguaggio semplice. Ho compreso le regole da imparare ma l’unico dubbio è se le applicherò nella lingua parlata? Come farò a ricordarle tutte?
Caro Danilo, piano piano con l’esercizio e la pratica le regole si inseriscono naturalmente nella lingua parlata, non preoccuparti e non aver paura di sbagliare, solo provando e sbagliando si impara.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna,
Ho un dubbio. In un gruppo per imparare l’italiano ho letto che i pronomi indiretti si usano con i verbi che rispondono alle domande “a chi?” , “a che cosa”, per questa ultima domanda c’era un esempio.
Dono le mie azinoni alla Caritas.
Le dono le mie azioni (all’ente)
Va bene in questo caso pensare questo pronome Le, come risultato di domandare “a che cosa?”
Caro Norberto, il pronome “le” significa appunto “a lei” e verrà usato appunto con la funzione di complemento indiretto che risponde alla domanda “a chi, a che cosa?”, quindi è corretto usarlo in questo caso perché “la Caritas” è femminile.
Un saluto
Prof. Anna
ciao sono messicana e sono maestra della vostra lingua ma veramente era una confusione i pronomi indiretti ma adesso capisco alla perfezione
ottimo…
Cara Damaris, benvenuta su Intercultura blog!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
gracie per aiuda!
Ciao Eliana, branvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Interessanti gli esercizi con pronomi. Grazie mille
È corretto dire rispondilo rispondila, o è necessario utilizzare rispondigli/rispondile?
Caro Thiago, è corretto dire “rispondigli” o “rispondile”, perché la costruzione di questo verbo è “rispondere a qualcuno” e quindi è necessario usare il pronome indiretto.
A presto
Prof. Anna
Non è capisco quanto uso pronomi indiretti prima del verbo e quando usato dopo il verbo
Caro Chiraz ben mabrouk, per risolvere questo dubbio, ti consiglio di leggere il seguente articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/01/12/la-posizione-dei-pronomi-personali-complemento/; se dopo averlo letto hai altre domande, non esitare a scrivermi.
Un saluto
Prof. Anna
Si può scrivere? ;Ad Anna gli ho detto una cosa
Cara Rosy, “gli” significa “a lui”, per il femminile è necessario usare “le” (=a lei).
Un saluto
Prof. Anna
” Mi piacciono LA mela , LE banane , I kiwi e LA pera ” oppure ” Mi piace LA mela , LE banane , I kiwi e LA pera ” .
Quando faccio un elenco misto , quindi inserisco nella frase soggetti sia al singolare sia al plurale , come mi devo comportare ? Uso la terza persona singolare (piace) o quella plurale (piacciono) ? So che quando il soggetto è al plurale allora usiamo la terza persona plurale (piacciono) . In questo caso , però , sono combattuto … Help me ! Grazie …
Caro Francesco, il verbo è coniugato al plurale in presenza di due o più soggetti collegati per asindeto, ovvero con delle virgole, quindi è corretto “mi piacciono”.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera, ma da femminile a femminile vale sempre le? Esempio: papà gli ho fatto una sorpresa a zia o le ho fatto una sorpresa? Grazie.
Caro Davide, quando vuoi dire “a lei” devi usare “le”: “papà le ho fatto una sorpresa”.
Un saluto
Prof. Anna
Ciao a chi legge.
Anna, una volta ho veduto che, per il plurale, utilizzano anche “gli” al posto di “loro” e questo mi ha rotto la testa. Questo è possibile o cioè di solito una delle varie opizioni?
Un’altra cosa. come posso io distinguere i pronomi diretti “mi, ti, ci e vi” dei indiretti “mi, ti, ci e vi. Ciao dal Brasile.
Grazie in anticipo.
Caro Matheus, è sempre più diffuso, anche nello scritto, l’uso di “gli” al posto di “loro”, la forma “loro” ha caratteristiche particolari, ovvero la lunghezza (è l’unico pronome bisillabo) e la collocazione (è l’unico pronome che segue il verbo anziché precederlo), queste peculiarità contribuiscono al suo progressivo declino. Per quanto riguarda il tuo secondo quesito, formalmente i pronomi diretti e indiretti “mi, ti, ci e vi” sono identici, quindi è possibile distinguerli solo dal contesto.
A presto
Prof. Anna
” Non mi piace nessuno dei due”… Credo che la mia frase sia esatta… Lei cosa ne pensa?… È come se dicessi :” nessuno dei due piace (a chi?) a me (complemento di termine) . Quindi credo che sia giusto usare la terza persona singolare del verbo piacere (piace), in quanto il soggetto della frase è” Nessuno “… Mi hanno sempre insegnato che con il verbo piacere il soggetto è ciò che piace ( in questo caso “nessuno” ) e non, in questo caso specifico, il pronome personale “mi” (a me). Spero sia tutto giusto.
È possibile che nella frase che ho scritto in precedenza ci sia un pronome combinato, quindi sia il complemento oggetto diretto e quello indiretto (di termine)? Perché nella seguente frase: “Non mi piace nessuno dei due” mi viene da pensare : “Non mi piace (chi?) nessuno dei due (complemento oggetto diretto), ma se modificassi la frase, verrebbe fuori :” Nessuno dei due piace (a chi?) a me ( complimento di termine)…. O forse nel primo caso la “a” è stata omessa, in quanto il complemento di termine è un pronome personale atono ( mi)?
Cara Anna, “nessuno” è il soggetto del verbo “piacere”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, il tuo ragionamento è corretto.
A presto
Prof. Anna
Vorrei sapere se farmmelo sapere si scrivi cosi
Cara Lucia, si scrive con una “m” sola: “farmelo sapere”.
A presto
Prof. Anna
Vorrei sapere se farmmelo sapere si scrivi cosi .sonó contenta di aver trovato questo sitio .Saluti a voi tutti
Ciao professoressa volevo chiedere ma si dice gli ho chiesto- li ho ch Chiesto ?
Un saluto
Caro Flip, si dice “gli ho chiesto”.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera prof Anna, come sta? vorrei chiederLe per cortesia se possiamo dire in italiano ” portare loro ” per esempio: vado dai miei nonni perché voglio portare loro un bel libro .Il pronome indiretto “loro” si mette dopo il verbo all’infinito ? La ringrazio di cuore 🙂 buona serata a Lei !
Cara Ines, l’uso del pronome “loro” nella frase che mi scrivi è corretto (portare loro).
A presto
Prof. Anna
La ringrazio ! un grande saluto dalla Tunisia
sono contenta con questo sito, grazie mille!!!
Cara Maria, benvenuta su Intercultura blog. Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
È corretto dire: devo dargli dei libri a lui.
Cara Cristina, nella frase che mi scrivi il complemento indiretto viene ripetuto due volte (gli, a lui), questa costruzione, che si chiama dislocazione a destra, non è scorretta e serve a mettere in evidenza il complemento ripetuto: “devo dargli dei libri, a lui”.
Un saluto
Prof. Anna
Questo sito è molto importante per mi per imparare la lingua italiana
Caro Ware, benvenuto su Intercultura blog, se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Buona sera Professoressa Anna,
avrei bisogno delSuo aiuto. Non riesco a capire, o meglio, non riesco a spiegare ai miei studenti di primo livello la differenza di utilizzo dei pronomi. Mi chiedono quando usare “a me” e quando “mi”, se c’è una regola per capire quando usare l’uno e quando l’altro.
Grazie infinite,
Vale
Cara Valeria, la scelta tra pronome tonico e atono non è indifferente: se io dico: “mi piace” faccio una semplice constatazione, se dico invece “a me piace” (oppure “piace a me”) voglio sottolineare il fatto che piace proprio a me. Altro esempio: se dico “io ti ascolto” faccio una constatazione, se uso invece la forma tonica “io ascolto te” voglio sottolineare che sto ascoltando proprio te. Le forme atone si possono usare solo per il complemento oggetto e il complemento di termine e, solo per le terze persone, anche per alcuni complementi indiretti (io parlo con lui=io ci parlo; ricordati di lei=ricordatene), per gli altri complementi indiretti si usano le forme toniche precedute da preposizione (hai fiducia in me?).
Un saluto
Prof. Anna
La ringrazio molto!
Valeria
ciao,
come riscrivesti questa frase usando l’imeprativo e i pronomi?
voi (mettere) “dei fiori sul tavolo”
mettetenece? mettetecene? ci mettetene?
non sono sicuro se la particella “ci” venga prima o dopo al verbo coniugato.
grazie!
Caro Cristopher, è corretto dire “metteteceli!”. Per approfondire l’uso dei pronomi con l’imperativo, ti consiglio questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/06/23/congiuntivo-esortativo-e-imperativo-con-i-pronomi/.
A presto
Prof. Anna
Prof.ssa Anna,
è corretta questa frase:
“Le industrie produrranno quello che farà più comodo loro”.
E’ possibile ugualmente dire: “Le industrie produrranno quello che farà più comodo a loro” oppure Le industrie produrranno quello che gli farà più comodo”.
Il verbo “fare è intransitivo?
Grazie.
Caro Doxos, sono corrette tutte le soluzioni che proponi (loro, a loro, gli). I verbo “fare” è transitivo, la costruzione è “qualcosa fa comodo a qualcuno”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie mille!!
Buona Pasqua!
Grazie mille, professoressa
grazie
Bello
Buona sera prof. Anna,
ho difficoltà a capire in alcuni casi se usare i pronomi li o gli:
è più corretto scrivere all’esame i prof. li ha stesi tutti o all’esame i prof. gli ha stesi tutti?
Grazie
Caro Luigi, in questo caso è corretto usare “li” perché ha la funzione di complemento oggetto, “il prof. ha steso (chi?) loro (li)”. Per ripassare questo argomento ed esercitarti un po’, ti consiglio questi articoli: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/03/11/i-pronomi-personali-diretti/; https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/04/08/test-4-i-pronomi-diretti-e-indiretti-1/; https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/04/08/test-4-i-pronomi-diretti-e-indiretti-2/. Un saluto Prof. Anna
Salve Prof Anna, come sta?
Qual è la differenza tra le frasi “Io ti parlo” e “Io parlo con te”?
Caro Joao, io sto bene, grazie. E tu?
La scelta tra pronme tonico (te) e atono (ti) non è indifferente. Se io dico “io ti parlo” faccio una semplice constatazione, se invece uso la forma tonica (te) voglio sottolineare che sto parlando proprio con te, non con altri. Questo accade anche se il pronome ha la funzione di complemento oggetto: “io ti ascolto” (semplice constatazione), “io ascolto te” (sottolineo che sto ascoltando proprio te).
Un saluto
Prof. Anna
In questo caso, intendo dire l’atto di rivolgere la parola a qualcuno. Non so qual è la preposizione giusta. Si può usare la preposizione A o CON?
Caro Joao, entrambe le preposizioni sono corrette, ma conferiscono al verbo “parlare” un significato diverso: “parlare a” significa “rivolgersi a qualcuno”, mentre “parlare con” significa “conversare con qualcuno, discutere con qualcuno”.
A presto
Prof. Anna
Salve Prof. Anna!
Qual è la differenza tra le frasi “Lei parla con me” e “Lei mi parla”?
Aspetto con ansia la Sua risposta!
Prof.ssa Anna,
nella seguente frase, “Non sa cosa gli/lo aspetta” bisogna utilizzare “gli” o “lo”, e qual è la spiegazione grammaticale?
Grazie mille!
Caro Doxos, la frase corretta è: “non sa cosa lo aspetta”. Il verbo “aspettare” è transitivo e regge quindi un complemento oggetto (diretto) che in questo caso è rappresentato da “lo” che è un pronome personale diretto, mentre “gli” è un pronome personale indiretto.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie ancora!!
Grazie di cuore è bellissimo questo blog anche per noi italiani è bello ripassare il tutto!!! Stefania.
Cara Stefania, benvenuta su Intercultura blog. Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
Ho un dubbio rispetto ai complementi personali indiretti di 3ª persona plurale (“a loro”, “loro” e “gli”) e il verbo “piacere”. Vorrei sapere se le seguenti frasi sono corrette e qual è la più usata?
Con il pronome di forma forte “Piace a loro studiare l’italiano”
Con il pronome di forma debole “Piace loro studiare l’italiano”
Con il pronome gli (plurale) “Gli piace studiare l’italiano”
Il mio dubbio si deve a che mi sembra avere letto “A loro piace…”
La ringrazio anticipatamente per le sue risposte.
Cordiali saluti
Caro José, le frasi sono tutte corrette, la più usata è: “a loro piace studiare l’italiano”.
Un saluto
Prof. Anna
Interessante, molto utile per le lezioni di italiano che impartisco qui in Olanda.
Grazie mille!
Cara Maxime, benvenuta su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
ciao
I pronomi personali indiretti:
…rispondono alla domanda “a chi?”, svolgono cioè la funzione di complemento di termine; e per cui si usano quando il verbo è seguito da “a”. Esempio:
“Vogliono che tu dica (a) loro la verità”.
P.s. “a loro” può essere usato anche in riferimento al femminile plurale.
Tutto esatto?
Caro Michele, sì, tutto corretto.
A loro o loro:
Con valore di complemento di termine, anche senza la preposizione “a”; quindi si può dire sia “Aver rubato a loro la macchina” ma anche, preferibile, “Aver rubato loro la macchina”. Una curiosità, ma nel secondo caso, quindi senza preposizione “a”, è possibile scrivere anche “Aver loro rubato la macchina” o solo “Aver rubato loro la macchina”, quindi con “loro” dopo tutto il verbo? Grazie.
Caro Michele, il pronome atono “loro” è sempre posposto al verbo.
Un saluto
Perfetto, quindi nel secondo caso scriveremo “Aver rubato loro la macchina” (e non “Aver LORO rubato la macchina”).
Giusto?
Esatto.
1)”Nessuno ci ha fatto caso”
…il “ci” funge da pronome dimostrativo e con il senso di “a ciò”.
Corretto?
Caro Marco, esatto.
“Chiamiamo la pizzeria dalla quale abbiamo ordinato l’ultima volta”.
…Prof, che tipo di complemento indiretto introduce “dalla quale (o da cui)” che risponde alla domanda “da chi?” Perché sarebbe: “Abbiamo ordinato l’ultima volta da chi?” Certo, per facilitare tutto potremmo scrivere semplicemente “Chiamiamo la pizzeria dove abbiamo ordinato l’ultima volta”.
Caro David, è un complemento di origine/provenienza.
mi Piace il corso perché ho visto il Mio errore e ho capito bene grazie
Caro Eboa, benvenuto! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Pronome personale atono femminile “le”:
Intanto “le” può funzionare come complemento di termine e con il significato di “a lei”. Perciò nella seguente frase scriverei “Ad una persona, cui tengo, le direi…”; frase nella quale usiamo “le”, che è al femminile, in quanto facciamo riferimento al sostantivo “persona” che è sempre al femminile. Sarebbe quindi “Ad una persona, cui tengo, direi a lei (“le,” “alla persona”)”.
Giusto?
Sì, è corretto.
“Glielo” è una forma pronominale composta del pronome personale “gli” (con funzione di complemento di termine nel significato di “a lui, a lei”, fam. “a loro”) e del pronome personale maschile singolare “lo” (complemento oggetto): “(Riferendomi ad una donna) Diglielo appena puoi!”; (“Sempre in riferimento ad una donna) Glielo farò presente (a Martina, ad esempio)”.
Penso sia giusto
Caro Lino, è corretto.
Buon giorno,
Nella regola di piace/piacciono, mi piace la pizza , gli piacciono i film, come scrivere la frase con loro?
Cara Francoise, puoi scrivere sia “gli piace/gli piacciono” sia “piace loro/piacciono loro”.
Complimenti indiretti:
1)”Ho sistemato gli ugelli da cui esce l’acqua per i tergicristalli”
…”da cui” introduce un complemento indiretto moto da luogo e risponde alla domanda “da dove?” o “da quale luogo?”
1)”Non vedo l’ora di scoprire quella location di cui mi hai parlato”
2)”Non vedo l’ora di scoprire quella location a cui hai accennato”
…I verbi sono “parlare” e “accennare” che può significare “Parlare di qualcosa brevemente, in modo sommario”. Comunque, entrambe le frasi credo siano corrette. Nella prima “di cui” introduce un complemento indiretto di specificazione e risponde alla domanda “di che cosa?”; mentre nella seconda “a cui” introduce un complemento indiretto di termine e risponde alla domanda “a che cosa?”.
Penso sia giusto
Caro Michele, nella frase “Non vedo l’ora di scoprire quella location di cui mi hai parlato” “di cui” introduce un complemento di argomento: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2023/12/07/complemento-di-denominazione-e-complemento-di-argomento/
Ok, per il resto tutto ok?
Sì.
1)”Vi siete lasciati”
il verbo è “lasciarsi” con valore reciproco e significa “rompere un legame spec. d’amore; separarsi”. Per quanto riguarda l’accordo col participio passato, nei verbi composti con l’ausiliare essere (dunque verbi intransitivi, passivi, riflessivi -infatti nel nostro esempio “lasciarsi” è un riflessivo reciproco- intransitivi pronominali ecc.), il participio concorda con il soggetto: (“voi”, soggetto sottinteso) vi siete lasciati (e non “siete lasciato” ecc.)”: infatti in questa frase il soggetto è composto da più persone che potrebbero essere intese o solo maschile o maschile e femminile insieme (siete lasciati); altrimenti, se fossero state più persone di genere femminile, avremmo scritto “(“voi”) vi siete lasciate”.
Penso sia tutto corretto
Caro Lorenzo, è esatto.
Ho incontrato questo esercizio l’ho voluto provare. Risultato 10/10.
Un caro saluto Prof.
Molto bene Rino!
Un saluto anche a te