Ciao! Come stai?
Oggi ti propongo un esercizio per rinfrescare (cioè ripassare) la coniugazione dei verbi italiani.
Troverai sia dei verbi regolari che irregolari. Leggi attentamente l’esercizio e poi controlla la risposta. Se vedi che fai troppi errori, studia meglio la coniugazione dei verbi italiani nel libro Noi. Ricorda la differenza con altre lingue: in italiano il soggetto si può anche omettere (cioè non mettere), perché ogni persona ha una diversa forma coniugata. Per esempio, "io vado" si può usare senza soggetto ("vado"), perché la forma “vado” si trova solo nella prima persona dell’indicativo presente del verbo andare. Capito?
Buon esercizio e buon Intercultura blog
A prestissimo
Prof. Valerio Giacalone
Scegli ora il verbo nella giusta coniugazione all’indicativo presente
La coniugazione dei verbi
Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.
- 1. Io … (mangiare) un piatto di spaghetti con i miei amici .
- mangio
- mangiamo
- mangiate
- 2. Mia madre … (essere) a Londra da due anni.
- é
- è
- e
- 3. Tuo fratello … (mangiare) un bel piatto di lasagne
- mangiate
- mangio
- mangia
- 4. Noi … (andare) al cinema a vedere un film.
- andiamo
- vado
- va
- 5. L’aereo … (partire) da Milano alle ore 18.00.
- parto
- parte
- parti
- 6. Il bambino … (giocare) nel giardino tutto il giorno.
- giocate
- gioca
- giocha
- 7. Gli studenti … (imparare) le lingue straniere.
- imparate
- immparano
- imparano
- 8. Se noi … (rispettare) la natura, viviamo meglio.
- rispetiamo
- rispettiamo
- rispetto
- 9. Anche gli animali … (soffrire).
- soffrite
- soffrono
- soffriamo
- 10. Io oggi … (leggere) un libro, così imparo qualcosa di nuovo.
- leggo
- lego
- legho
Ottimo esercizio. Posso svolgerlo anche con gli allievi del Primo Livello.
Grazie mille !
Dalva.
Grazie duemila a te Dalva 🙂
buon esercizio e a presto
prof. Valerio
p.s. fammi sapere cosa ne pensano gli studenti del blog
ottimo esercizio,
mi sono rinfrescata bene la menoria. se comoscete altri esercizi di questo tipo scrivete un commento
Lukiluk
sono contento ti sia rinfrescata la memoria 🙂
Auguro a te e a chi ci legge un anno nuovo pieno di serenità, amore e pace
Prof. Valerio
Buongiorno,
vorrei un suo parere su una controversia accaduta in classe V elementare di mia figlia sulla possibilità di utilizzare l’espressione ” me l’ho comprato”.
La maestra sostiene che sia corretta, noi no.
Che ne pensa?
La ringrazio per la cortesia e byuona giornata.
Cara Monica
hai perfettamente ragione, la forma “me l’ho comprato” è assolutamente errata. Puoi sostituirlo con “me lo sono comprato” o “l’ho comprato per me” o “l’ho comprato”.
A presto 😉
Prof. Valerio
sons contento perche imparato tante cose nouva grazie zanichelli sai molto gentile
buon giorno
gli esercizi .sono interessanti mi piacerebbe farne di piu
se mi sbaglio mi correge.a presto
Bon jour Larch
Benvenuto nel meravigliso mondo di Zanichelli
Buon Lavoro 🙂
Prof. Valerio
salve!
l’insegnante di mio figlio sostiene che le seguenti tre frasi sono esatte:”il mio quaderno me l’ho messo dentro lo zaino”,
“ho preso il cappotto e me l’ho messo sulle spalle”,
“me l’ho già fatto a scuola quel compito!”
Vorrei sapere un suo parere a riguardo!
Grazie.
Cara Anna,
le forme da Lei riportate sono tutte scorrette. Come nel caso analogo “me lo sono comprato”, si tratta di riflessivi impropri, in cui il verbo si comporta come al passivo:
“mi sono messo la zaino”, “ti sei messo lo zaino”…
che equivale a:
“ho messo lo zaino su di me”, “hai messo lo zaino su di te”…
Codiali saluti
ho un dubbio per usare ne con il participio passato devo fare l accordo o no.per esempio (de caffé ne ho bevuti troppi. o ne ho bevuto troppo
cordiali saluti
Caro Ferraris,
l’accordo del participio passato con il soggetto si capisce osservando il verbo ausiliare:
– con “avere” rimane invariato:
“Andrea ha mangiato”, “Sara ha mangiato”, “I bambini hanno mangiato”
– con “essere” si accorda al soggetto:
“Andrea è andato”, “Sara è andata”, “I bambini sono andati”
Invece, il participio passato si accorda in alcuni casi all’oggetto. Questo è obbligatorio con i pronomi “ne, la, lo, li, le”. E’ giusto:
“ne ho bevuti troppi” (di bicchieri di vino)
“ho visto dei fiori e li ho comprati”
Il caso che Lei cita è ambiguo perché “caffè” è invariante tra singolare e plurale. Quindi, posso dire:
“Ho bevuto troppo caffè” (inteso come sostanza) oppure “Ho bevuto troppi caffè” (intesi come tazze di caffè).
Quindi, nel primo caso si dice “Ne ho bevuto troppo”, nel secondo “Ne ho bevuti troppi”.
In altri casi, l’accordo è facoltativo:
“Lorenzo ci ha visti” oppure “Lorenzo ci ha visto”
Invece,
“Anna si è tagliate le unghie”
“Ho mangiata una mela”
sono forme corrette, ma sono molto più diffuse:
“Anna si è tagliata le unghie”
“Ho mangiato una mela”
Cordiali saluti
Giovanni Enriques
Salve,
guardando la TV, notavo delle persone che si lamentavano in continuazione di alcune situazioni, al chè ho esclamato : ” MA FACESSERO IL LORO LAVORO SENZA LAMENTARSI!” chi era vicino a me mi ha detto che questa esclamazione era errata per via del verbo “facessero”… a questo punto mi chiedo:” E’ ERRATA OPPURE NO?”, chiedo gentilmente il suo parere di esperto.
Grazie mille e con l’occasione le porgo i miei più cordiali saluti.
Scusi, vorrei chiederle inolte qual è il corretto uso del CONGIUNTIVO IMPERFETTO.
Grazie ancora.
Caro Kriss,
l’espressione “ma facessero il loro lavoro!” è corretta. Il congiuntivo imperfetto si usa, infatti, anche con valore ottativo, cioè di desiderio o di augurio. Il congiuntivo presente ha funzione esortativa: “Possiate stare insieme per sempre!”.
Il congiuntivo si usa soprattutto nelle frasi subordinate. Il tempo imperfetto, in particolare, si usa nei seguenti casi.
• La frase principale è al condizionale semplice e con la frase subordinata si vuole esprimere “posteriorità”: Vorrei che domani arrivassi alle 15.00”.
• La frase principale è al condizionale semplice e con la frase subordinate si vuole esprimere “contemporaneità”: Mi piacerebbe che ora studiassi”.
• La frase principale è con un verbo che dopo di sé richiede il congiuntivo ed è espressa al passato prossimo, remoto, imperfetto o trapassato prossimo e con la frase subordinata si vuole esprimere “contemporaneità”: “Desideravano che rimanessi a casa loro”.
• La frase principale è al condizionale composto e con la frase subordinata si vuole esprimere “posteriorità”: “Avrei voluto che oggi andassimo insieme da Anna”.
• La frase principale è al condizionale composto e con la frase subordinata si vuole esprimere “contemporaneità”: “Mi sarebbe piaciuto che cenasse con me”.
Cordiali saluti
Tania
Salve!
Ho trovato appena adesso questo sito. Io sono ungherese ma studio italiano, cosí mi aiuta molto questo sito.
grazie!
Szandi
Ciao Szandi
Benvenuta tra noi, buona permanenza tra le curiosità della lingua italiana. 8)
a presto
Prof. Valerio
Salve.
Questa sera mi è capitata una cosa strana alla quale non avevo mai pensato…
la discussione è nata dal nome di una pizzeria…. SORSI E MORSI…
una prof. d’italiano l’ha intesa…. SORSI come voce del verbo SORGERE e quindi NASCERE… e MORSI come voce del verbo MORIRE… la mia perplessità sta nella coniugazione del verbo morire… secondo me MORSI si può leggere solo come voce del verbo MORDERE e non morire… altre persone invece sostenevano che MORSI si poteva intendere come morire…. secondo me non è così…la mia domanda è… MORSI si può intendere come voce del verbo MORIRE? la giusta coniugazione del verbo MORIRE qual è?
Grazie dell’aiuto!!!
Caro Kriss,
“sorsi” è la prima persona singolare dell’indicativo passato remoto del verbo “sorgere” (io sorsi, tu sorgesti, egli/ella sorse…). Invece, “morsi” non una voce del verbo “morire” (io morii, tu moristi, egli/ella morì …).
Comunque, in quel nome c’è una specie di gioco di parole tra il bere e mangiare (i sorsi e i morsi) da una parte e la nascita e la morte dall’altra: come dire “siamo sorti e morti”.
Cordiali saluti,
Giovanni Enriques
Zanichelli editore
Grazie mille…
Mio figlio ha frequentato la IV elementare. In una scheda si è scontrato con un esercizio contenente l’espressione “me l’ho…”.
Interpellata l’insegnante per l’impossibilità di creare una frase con tale espressione perchè errata, la stessa ha sostenuto che essendo correttissima non era impossibible trovare una frase da comporre.
sono veramente molto utili questi esercizi.bravo professore.buon lavoro.
nn è buono cm esercizio anche un bambino di prima elementare lo saprebbe fare…XD
Caro lettore, questo è un esercizio per ripassare la coniugazione dei verbi regolari e irregolari. Credo che rinfrescare un argomento così importante possa essere utile a molti. Comunque se ti è sembrato così semplice significa che la coniugazione del presente indicativo non è più un problema per te!
A presto
Prof. Anna
ciao a tutti sonbo contente de fare questo esersice.
mo facilissime non ci voleva niente e sono un bambino di 5
Si può dire anche parerai per dire sembrerai?
La frase in questine è:
se cercherari di essere normalle,allora parerai più anormale
Caro Fulvio, non si può dire “parerai”, la forma corretta è “parrai” dunque la frase giusta è: se cercherai di essere normale, allora parrai più anormale.
A presto
Prof. Anna
Rio de Janeiro, Brasile, 11.04.2010.
Prof. Anna,
Por favore, cerco un dizionario italiano (soprattutto) per i verbi pronominali con una o due particelli: È possibile raccomandarmi uno?
Grazie tante.
Paulo, Rio de Janeiro, Brasile.
Caro Paulo, purtroppo non conosco un dizionario italiano per i verbi pronominali, dovrebbero comunque essere segnalati anche nei normali dizionari. Ti consiglio piuttosto di consultare una buona grammatica.
A presto
Prof. Anna
GRAZIE DE TUTTO SIETE DI GRANDE AIUTO PER NOI STRANIERI che facciamo fatica a seguire nostri figli a scuola.
Cara Nancy benvenuta sul nostro blog!
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera, avrei una domanda da fare. Con mio fratello è nata una disputa che dura ormai da qualche tempo.. il fatto si riassume in ciò: lui, asserice che la frase corretta da scrivere è “persone come te ce ne dovrebbero essercene in ogni angolo del mondo” Io di contrasto, sono fermamente convinto che la frase sia sbagliata in quanto il modo corretto di formularla è “persone come te ce ne dovrebbero essere…”
Per favore, se mi rispondete, potete anche darmi una prova scritta (sito internet ecc) in quanto sia io sia lui, arrivati a questo punto ci siamo impuntati e ci arrenderemo solo “prove alla mano” grazie ancora.
Caro Carmelo, la frase corretta è: “persone come te ce ne dovrebbero essere” in quanto nella frase “persone come te ce ne dovrebbero essercene” le particelle CI e NE sono ripetute due volte(CE NE; esserCENE) dunque questa frase è scorretta in quanto contiene una ripetizione. Sarebbe corretta anche anche la frase:”persone come te dovrebbero essercene”, l’importante è che le due particelle non vengano ripetute più di una volta, infatti non è necessario ripeterle due volte, anzi è scorretto.
Per quanto riguarda la prova scritta sinceramente non saprei cosa consigliarti, forse basterebbe un buona grammatica che spieghi l’uso delle particelle CI e NE, comunque come regola generale valida non solo per queste due particelle, non è necessario ripetere un concetto espresso da un elemento della frase (in questo caso CI e NE) più di una volta, per esempio: “ti devo darti” è scoretta perchè il pronome TI è ripetuto due volte, mentre la frase corretta è “ti devo dare”oppure “devo darti”.
Spero di aver chiarito il vostro dubbio.
Un saluto
Prof. Anna
belllooo graziieee
Buonasera Prof,leggendo gli altri commenti,mi accorgo ke diverse insegnanti di scuola elementare,asseriscono ke sia corretta l’espressione me l’ho…..Oggi il mio nipotino di v elementare ha avuto sto compito:componi frasi che iniziano con me l’ho.
Secondo lei e’ divenuta espressione corretta?Grazie e buon lavoro 🙂
Cara Adele, sei sicura che non sia “me lo”? In questo caso sarebbe coretto.
Un saluto
Prof. Anna
Ciao professore
Un bello esercizio, ho imparato molto. Abbraccio Odilson
molto facile¡¡¡ <3
bello molto carino<3<3<3<3
Questo esercizio è molto bello e mi è servito molto
Salve…trovo molto carini vostri esercizi;) ma…io vorrei chiedergli come si fa un saggio breve..anche se non c’entra niente con le coniugazione…mi potrebbe aiutare..grazie 🙂
Cara Erika, si tratta di una domanda un po’ complessa, posso però consigliarti questi siti: http://www.studenti.it/superiori/maturita/guide/tipologiab_saggio.php, http://vivalascuola.studenti.it/come-fare-un-saggio-breve-43488.html#steps_1.
Un saluto
Prof. Anna
Gent.Prof Anna,volevo chiederle questo:
fare e dire a quale coniugazione appartengono? Fare ,da facere della 2^ ,dire ,da dicere della 2^ ? Oppure fare 1^con. e dire 3^ con.
La ringrazio per la risposta.
Sofia
Cara Sofia, se si considera tripartito il sistema delle coniugazioni (are; ere; ire), verbo “fare” è un verbo irregolare della prima coniugazione, mentre “dire” è un verbo irregolare della terza coniugazione. Per approfondire questo argomenti ti consiglio di leggere questo interessante articolo dell’Accademi della Crusca su questo argomento: http://www.accademiadellacrusca.it/en/italian-language/language-consulting/questions-answers/coniugazione-appartenenza-verbi-dire-fare.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno Anna nella frase ” Lo sconfitto non.è mai.contento” sconfitto.e.contento.sono.participi? Invece
Il.nome volume è un difettivo del plurale?
Caro Marco, “sconfitto” è un participo, “contento” è un aggettivo. Il plurale di “volume” è “volumi”.
A presto
Prof. Anna
Professore, é stato un esercizio molto buono. Mille grazie. Sra. Bardi.
” FAR FARE ” :
Salve , avrei qualche dubbio rispetto a questa ” locuzione verbale ” …
ES : ” Da quella signora non mi farei fare / farei FAR FARE neanche un piatto di pasta ” .
Credo che la prima scelta sia quella corretta …
Caro Davide, è corretta la prima soluzione che mi proponi.
A presto
Prof. Anna
Buonasera ! Avrei alcune domande da farle rispetto a questa proposizione : ” Mio padre intraprese la carriera di / da attore all’inizio della seconda guerra mondiale , ma se ne guardò bene , verso la fine del conflitto , dal / di continuarla ” .
Ora passerei alla domande :
1 – Nella frase è corretto inserire DA ATTORE o DI ATTORE ? In più , è giusto introdurre DAL CONTINUARLA o DI CONTINUARLA ?
2 – Se ” guardarsi bene dal fare, dal dire qualcosa ” significa ” evitare attentamente di fare , di dire qualcosa ” , allora il periodo indica che ” il padre ” , verso la fine del conflitto , ha smesso di recitare , quindi non ha continuato più la carriera d’ attore … Esatto ?
Caro Guido, è corretto dire “carriera di attore” e “si guardò bene dal continuarla” che significa che “evitò di continuarla” e quindi “non ha continuato a fare l’attore”.
A presto
Prof. Anna
Acclimare e acclimatare sono sinonimi?
E poi si dice : ” mi acclimo ” o ” mi acclimato “
Caro Luciano, i verbi “acclimare” e “acclimatare” sono sinonimi, ma “acclimare” è di uso raro, è quindi meglio dire “mi acclimato” dalla forma intransitiva pronominale “acclimatarsi”.
Un saluto
Prof. Anna
Acclìmato l’accento sulla i ?
Caro Luciano, la tua ipotesi è esatta.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno cara prof Anna
Per favore in questo costrutto come devo concordare il verbo con io o con la parola unico?
Sono l’unico che lo apprezzo o lo gradisco
Oppure
Sono l’unico che lo apprezza o lo gradisce
Quale sarebbe il modo giusto di dire?
Grazie infinite
Cara Maria Cristina, è corretta la seconda soluzione che mi proponi.
A presto
Prof. Anna
Ho fatto tutto giusto, sarebbe stato molto meglio farlo un pelino più difficile.
Lasmar Nidhal
Ottimo risultato Lasmar! Prenderò in considerazione il tuo suggerimento.
A presto
Prof. Anna
Ogni volta che od Ogni volta in cui?
“ogni volta che la vedo” “ogni volta in cui la vedo”? Forse essendo una coniugazione, è proprio struttura così “ogni volta che (come i suoi sinonimi “Tutte le volte che”, “ogniqualvolta” etc.)”?
Caro Ludovico, è corretto “ogni volta che”.
Un saluto
“È innegabile che” di base reggerebbe l indicativo, ma la scelta, tra l indicativo e il congiuntivo, è affidata all’intenzione comunicativa: l’indicativo rafforza il concetto di certezza, il congiuntivo quello del dubbio:
“È innegabile che la casa andando tutta a fuoco (è piuttosto oggettivo, concreto, è un realtà che la casa sta andando a fuoco);
“E innegabile che durante il suo governo Francesco abbia fatto delle buone riforme (probabilmente per alcuni ha fatto delle buone riforme; e forse per altri meno o per nulla; ecco la sfumatura di dubbio).
D altra parte, se siamo in dubbio nella scelta tra l indicativo e il congiuntivo in queste costruzioni, scegliere l indicativo è la scelta migliore perché “…Sono preferibilmente seguiti da indicativo i verbi che indicano certezza, constatazione, risultanza oggettiva (si sa, risulta, consta, si afferma, fatto sta che) e i casi di verbi copulativi seguiti da aggettivo o nome con semantica affine (è chiaro, è evidente, è certo, È INNEGABILE)”.
Può starci come riflessione?
Dimenticavo, Se scrivessi invece “È negabile che (forma comunque non molto usuale, ma per capirne il senso)” userei certamente il congiuntivo perché rifiuterei di ammettere un qualcosa come vero, può essere negato, è confutabile, contestabile: “E negabile che sia bravo (probabilmente è cattivo, etc.)”.
Caro Gianluca, è giusto.
Caro Gianluca, il tuo ragionamento è giusto.
Prof, nella frase “Non sapevo che si dicesse così”, il “si” che valore ha? verbo intransitivo pronominale “dirsi”, “si” passivante? oppure altro?
Caro Rolando, ha valore impersonale: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/05/24/usi-e-funzioni-della-particella-si/.
Chiaro; quindi in questo caso la particella ”si” ha il valore di soggetto indefinito, e il verbo è alla terza persona singolare, non ha un soggetto determinato e il ”si” equivale all’indefinito ”uno” oppure l’identità del soggetto di questa particolare costruzione non è specificata proprio perché essa è riferibile a qualsiasi individuo o gruppo. In questo tipo di costruzione il ”si” può essere considerato il soggetto vero e proprio della frase, un soggetto generico e indefinito:
”Non sapevo che si dicesse così” → ”Non sapevo che le persone/ dicessero cosi”; ”Non sapevo che qualcuno/uno dicesse cosi”, etc.
…Insomma, Il SI impersonale è usato per parlare in maniera distaccata di eventi o situazioni che riguardano un soggetto indefinito e non specifico (tutte le persone).
Caro Rolando, è esatto.
“ti è sempre dispiaciuto dispiacere agli altri”
…significa che a lui non è mai piaciuto non piacere agli altri (nel senso che ha fatto sempre del tutto per piacere, farsi apprezzare).
Potrebbe essere corretto?
Caro Carlo, è esatto.
Il verbo “vivere”:
Tradizionalmente (nella lingua più sorvegliata) il verbo vivere si coniuga con l’ausiliare essere nell’uso intransitivo: ” Sarebbe vissuto più a lungo”. Nell’uso transitivo (quindi con la presenza del complemento oggetto), vivere prende l’ausiliare avere: “Avrebbe vissuto la sua vita più a lungo”.
Va bene?
Caro Luca, è corretto, ma l’ausiliare “avere” si usa anche per alcuni significati intransitivi, ad esempio: “trascorrere l’esistenza, in relazione al tempo, al luogo, al modo, ai mezzi e alle condizioni della stessa” (ha vissuto a lungo); “realizzare tutte le possibilità della vita, godere la vita” (ha molto vissuto).
“Attingere”, verbo transitivo:
Con il senso di “tirare fuori, ricavare, trarre”: “Ho attinto fondi dalla regione”; “Vorrei attingere fondi dalla regione”.
Spero sia corretto
Caro Danilo, è corretto.
I verbi concordano con il soggetto nella genere (maschile o femminile) e nel numero (singolare o plurale). Diremo quindi: “Laura, tu già sei uscita con me!” (e non “…sei uscito”). Il passato prossimo “sei uscita” concorda al femminile singolare, perché il soggetto “tu” (in riferimento a Laura) è femminile singolare.
Esatto?
Caro Domenico, è esatto.
“Tra poco i nonni arriveranno e noi non siamo ancora pronti: che figura ci facciamo?”
il “ci” significa “con loro”: “…che figura facciamo con loro?”
Corretto?
Cara Patrizia, è giusto.
“Liberarsene”:
…Questa forma verbale è procomplementare, formata dal verbo di base intransitivo pronominale “liberarsi” (con il senso di “sottrarsi a ciò che reca fastidio, tormento e sim.” o “levarsi di torno una persona molesta o fastidiosa”) + “ne”, particella pronominale. Esempio: “Finalmente me ne sono liberato”; in questo caso la particella “ne”, oltre al suo contenuto rafforzativo, svolge un ruolo semantico: infatti può, a seconda dei casi, significare “di ciò, di lui, di questo, di quello”, ecc. Nella nostra frase è come se dicessimo “Finalmente mi sono liberato di lui (o di ciò, ecc)”.
Penso sia giusto…
Esatto.
rien a dit
Di solito il soggetto si trova prima del verbo, ma in alcuni casi, come si legge sulla Treccani, può anche essere messo dopo, ad esempio, per evidenziare il soggetto: “È stato Carlo” (il soggetto “Carlo” è messo dopo il verbo “è stato”); ma anche “Carlo è stato” (il soggetto “Carlo” è messo prima del verbo “è stato”). Altri esempi: “È stato il caso a decidere per lui” (il soggetto “il caso” è messo dopo il verbo), ma anche, meno comune, “Il caso è stato a decidere per lui” (il soggetto “il cado” è messo prima del verbo). Stesso discorso per i prossimi esempi: “È stato Marco a denunciare il padre”, ma anche “Marco è stato a denunciare il padre” e “Sono stato io a parlare”, ma anche “Io sono stato a parlare”.
Penso sia tutto corretto
Caro Filippo Maria, è corretto.
Nome del predicato:
Il nome del predicato, oltre ad essere costituito da un aggettivo o sostantivo, può essere formato da qualsiasi altra parte del discorso, e quindi da un pronome, un participio, un verbo, un avverbio, locuzioni, ecc: “Il giovane era amante (participio presente) dello studio” – Vivere è soffrire (verbo infinito) – “La vita è così (avverbio)” – “Il mio regalo e questo (pronome)” – “Le ortensie sono mie (pronome)” – “Lui è in forma (locuzione)”. Quindi si dice nominale un predicato formato da una voce del verbo essere seguito da un aggettivo o un nome o da un pronome o da un’altra parte del discorso che sostituisca il nome.
Penso sia giusto
Caro Luca, è corretto.