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Per rispondere a queste domande potete leggere questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2022/11/10/imperfetto-o-passato-prossimo/ e poi fare il test.
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[post_content] => Il verbo mettere forma molte espressioni con diversi significati. Ricordi quelle di cui abbiamo parlato? Se hai bisogno di ripasso prima di affrontare il test, leggi qui:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2022/10/27/i-molti-significati-del-verbo-mettere-mettere-in/
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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, siete pronti per mettervi alla prova? Cominciamo con un esercizio sull'accusativo preposizionale.
Se volete ripassare questo argomento prima di fare il test, leggete questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2022/11/03/si-dice-chiamo-maria-o-chiamo-a-maria-laccusativo-preposizionale/
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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, oggi vedremo cosa esprime e come si presenta il complemento di qualità.
Buona lettura!
Prof. Anna
Il complemento di qualità serve a mettere in rilievo qualità, caratteristiche, proprietà morali, intellettuali, psichiche e fisiche di esseri o cose.
Può essere introdotto da: di, con, da, a, in.
- Leonardo da Vinci fu un uomo di grande ingegno;
- è una donna con una forte moralità;
- è una persona dallo spiccato senso dell'umorismo;
- ho un riscaldamento a gas;
- l'avvocato è quell'uomo in giacca e cravatta.
PRECISAZIONI SULL'USO DELLE PREPOSIZIONI INTRODUTTIVE
Per quanto riguarda l'uso delle preposizioni che introducono il complemento di qualità, possiamo notare che:
- di serve principalmente a specificare qualità morali, intellettuali, psichiche: è un tipo di carattere o quelle che indicano generiche dimensioni fisiche: è di bassa statura;
- in richiama significati relativi allo stare dentro qualcosa, all' essere immerso in qualcosa: turisti in bermuda invadono le spiagge;
- con introduce una caratteristica distintiva per lo più fisica: ho visto un topo con una coda lunghissima;
- da sottolinea qualche tratto o caratteristica particolare che contraddistingue un essere o una cosa: Carla è una ragazza dai capelli lunghi e biondi;
- a richiama caratteristiche che sono propri di modelli conosciuti: barca a vela, spaghetti al pomodoro, riscaldamento a gas.
COMPLEMENTO DI QUALITÀ O DI MODO?
Per distinguere questi due complementi è necessario vedere se l'elemento introdotto dipende da un nome o da un verbo.
Se dipende da un nome è un complemento di qualità:
ho cucinato degli spaghetti (nome)
al pomodoro (complemento di qualità).
Se dipende da un verbo si tratta di un complemento di modo (come un avverbio):
vestivo (verbo)
alla moda (complemento di modo).
Questa distinzione è puramente formale, perché dal punto di vista semantico entrambi i complementi servono a qualificare (un nome o un verbo) e rispondono alla domanda:
come?
Per ripassare il complemento di modo:
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2014/11/13/i-complementi-indiretti-complemento-di-modo-e-complemento-di-materia/
COMPLEMENTO DI QUALITÀ O DI MISURA?
Anche la dimensione potrebbe presentarsi come una qualità:
un palazzo di grande altezza; tuttavia quando essa è precisata, allora il complemento rientra tra quelli che possono essere definiti complementi di misura (di estensione, di misura, di peso):
un palazzo di dieci piani.
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Intercultura blog,
la scelta tra imperfetto e passato prossimo mette spesso in difficoltà anche gli studenti più esperti. Quando usare uno e quando usare l'altro? Vediamolo insieme.
Buona lettura
Prof. Anna
Entrambi questi tempi si usano
per descrivere azioni nel passato, ma con alcune differenze, che non sempre si riescono immediatamente a cogliere. Abbiamo già analizzato in passato questi due tempi singolarmente.
Oggi li metteremo a confronto.
In linea di massima il passato prossimo narra eventi e situazioni passati e circoscritti nel tempo, considerati conclusi (perfetti),
percepiti però come psicologicamente vicini; l'imperfetto si riferisce invece ad azioni incompiute nel passato, di cui non si conosce l'inizio e la fine.
Confrontiamo queste frasi:
1-
da giovane leggevo molto: l'uso dell'imperfetto indica che si trattava di un'abitudine, lasciando però indeterminati i contorni temporali;
2-
da giovane ho letto molto: il passato prossimo descrive un'azione conclusa nel passato ma vicina dal punto di vista psicologico.
Di solito il passato prossimo si usa:
- per indicare un’azione che è avvenuta, una o più volte, in un momento definito del passato, in alcuni casi il momento in cui si svolge l'azione è espresso: ieri sono andata al cinema; l'anno scorso ho cambiato lavoro oppure può non essere espresso perché si capisce dal contesto o è stato precedentemente dichiarato;
- per esprimere fatti con una durata definita, di cui si conosce l'arco di tempo in cui si è svolta l'azione: ho vissuto all'estero per dieci anni; ho letto questo libro in due settimane.
Di solito l'imperfetto si usa:
- per indicare un'azione ripetuta col carattere dell'abitudine nel passato, ma collocata in un arco di tempo indefinito, inespresso: da piccolo andavo sui pattini; anni fa io e lui uscivamo insieme
Imperfetto o passato prossimo?
- quando l'azione si è svolta solo una o un numero determinato di volte nel passato, si usa il passato prossimo:
→
da piccolo sono andato sui pattini: significa che quando ero piccolo sono andato in bicicletta una o più volte, ma non avevo l'abitudine di andarci;
→
da piccolo andavo sui pattini: significa che avevo l'abitudine di andare sui pattini;
- con l'avverbio sempre se ci stiamo riferendo a un'azione avvenuta in maniera continuativa nel passato ma che oggi non avviene più useremo l'imperfetto: da piccolo mangiavo molti dolci (oggi invece ne mangio meno o non li mangio); se invece si vuole indicare un’azione sempre avvenuta nel passato e che continua tutt’ora si usa il passato prossimo: ho sempre mangiato molti dolci (e probabilmente lo faccio tutt'ora), a meno non ci sia una frase successiva che dice il contrario: da piccolo mangiavo molti dolci e lo faccio tutt'ora; ho sempre mangiato molti dolci, ma adesso ho dovuto smettere;
- il passato prossimo si usa per parlare di azione in successione, ovvero avvenute una dopo l'altra: nella sua vita, Gloria ha studiato, ha frequentato un anno di università all'estero,
ha lavorato come chef , è diventata mamma, ha vissuto in India e ora è in pensione;
- mentre l'imperfetto si usa per parlare di eventi simultanei, contemporanei nel passato, di eventi che avvenivano nello stesso periodo nel passato: a quei tempi studiavo, lavoravo, recitavo in una compagnia teatrale e avevo anche il tempo di fare volontariato;
- nella narrazione, cioè quando si racconta una storia, il passato prossimo si usa per far procedere nel tempo il racconto, per far proseguire lo svolgimento dei fatti: ieri abbiamo visitato Roma, abbiamo preso il treno la mattina presto e siamo andati subito a visitare San Pietro, poi abbiamo pranzato a Campo dei Fiori; mentre l'imperfetto si usa per descrivere l'ambientazione e il contesto in cui si svolge l'evento: a Roma faceva un caldo pazzesco, c'era il sole, la città era piena di turisti e si respirava aria di festa.
Altri approfondimenti sull'uso del passato prossimo e dell'imperfetto:
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/11/11/ripassiamo-limperfetto/
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2022/05/12/usi-modali-dellimperfetto/
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/06/17/il-passato-prossimo/
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/06/24/passato-prossimo-irregolare/
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/02/16/ripassiamo-luso-dei-pronomi-diretti-con-il-passato-prossimo/
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Intercultura blog, non è raro sentire frasi come
ho incontrato a Maria oppure
Luca chiama a Paolo. Sono corrette? Di che costruzione si tratta? Cerchiamo di rispondere a queste domande.
Buona lettura!
Prof. Anna
Osserviamo
Per capire quale complemento contiene una frase come
chiamo a mamma proviamo ad analizzarla: il verbo
chiamare è transitivo e dovrebbe reggere un complemento oggetto, cioè diretto, senza preposizioni, ma nel nostro esempio il complemento è introdotto dalla preposizione
a. Di che complemento si tratta allora? È un complemento oggetto che, per un fenomeno chiamato
accusativo preposizionale, è introdotto dalla preposizione
a.
Di cosa si tratta?
L'accusativo preposizionale (l'accusativo è il caso della declinazione indoeuropea che indica il complemento oggetto)
è un fenomeno linguistico per cui il complemento oggetto è preceduto dalla preposizione, in particolare quando questo si riferisce a una persona. Può essere costituito sia da un nome sia da un pronome, soprattutto personale:
ho incontrato a Maria; questa cosa a me non mi convince; senti a me.
Uso
L'accusativo preposizionale ricorre quando il complemento oggetto si riferisce a un'entità definita, è possibile in frasi come:
- ho incontrato a tua sorella;
ma non è possibile in casi come:
- ho incontrato a un po' di gente.
Si usa sia con pronomi personali e altri pronomi, sia con nomi propri e nomi comuni, purché il referente sia animato:
- ho chiamato a lei (pronome personale);
- ho chiamato a quello (pronome dimostrativo);
- ho chiamato a Marta (nome proprio);
- ho chiamato a mamma (nome comune).
L'accusativo preposizionale è caratteristico dell'Italia meridionale e insulare, nei dialetti meridionali e nel
parlato poco sorvegliato con una vasta gamma di verbi;
mentre dai parlanti centrosettentrionali è usato in particolar modo quando il tema è posto in evidenza all'inizio o alla fine della frase, soprattutto se l'oggetto è un pronome personale:
- a te chi ti ha chiamato?
- nessuno mi invita a me;
o con verbi che denotano processi mentali di varia natura, detti anche verbi psicologici, come
convincere, disturbare, preoccupare, colpire, impressionare, attrarre, disgustare, divertire, annoiare:
- a noi questa cosa ci preoccupa;
- a me colpisce il fatto che...
Per quanto riguarda l'oggetto dislocato a sinistra si nota che questo costrutto
si è diffuso anche in varietà linguistiche del parlato non sempre sentite come popolari o regionali: a te questa cosa ti disturba?; a me mi convince poco. Possiamo trovare anche frasi come
non guardare in faccia a nessuno (espressione diffusa anche al Centro- Nord), invece di
non guardare in faccia nessuno, oppure
a lei non l'ho vista anziché
lei non l'ho vista.
Sembra dunque che l’accusativo preposizionale, tipicamente associato a oggetti animati, si sia sviluppato per distinguere il soggetto dall’oggetto in casi ambigui, cioè quando essi hanno entrambi referenti umani; spesso però è utilizzato con pronomi personali, quando non c'è ambiguità, qui ha la funzione di mettere in rilievo il pronome personale, cosa che accade anche dislocandolo a destra oppure a sinistra.
[post_title] => Si dice chiamo Maria o chiamo a Maria? L'accusativo preposizionale
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Intercultura blog, ci sono verbi dal significato ampio e generico particolarmente adatti a formare
espressioni polirematiche, uno di questi è
mettere.
Buona lettura!
Prof. Anna
Un'espressione polirematica è un'espressione linguistica costituita da due o più parole, spesso con significato autonomo rispetto alle parole che la costituiscono. Il verbo
mettere seguito da una preposizione (a, in, su) e da un sostantivo o direttamente da un sostantivo dà luogo a molteplici espressioni.
Vediamone alcune formate con la preposizione in:
- mettere in atto: realizzare, attuare: mettere in atto un progetto; usare, impiegare: ha messo in atto tutta la sua diplomazia;
- mettere in conto: prevedere, preventivare: non avevo messo in conto questa possibilità
- mettere in moto: avviare il motore di un veicolo o un meccanismo: mettere in moto l’auto; anche con significato figurato: mettere in moto un processo di rinnovamento; mettersi in moto: iniziare il movimento, avviarsi, di macchine o veicoli, incamminarsi, di persone, o darsi attivamente da fare: oggi il motore non vuol proprio mettersi in moto!; mettiti in moto di buonora, se vuoi arrivare in tempo;
- mettere in giro: mettere in circolazione: mettere in giro banconote false; diffondere, divulgare: mettere in giro falsi pettegolezzi sul conto di qualcuno;
- mettere in guardia: avvertire di un pericolo, di una difficoltà cui si sta andando incontro, mettere sull’avviso: mi aveva messo in guardia;
- mettere in imbarazzo: imbarazzare: lo hai messo in imbarazzo;
- mettere in luce: evidenziare: vorrei mettere in luce i meriti di questa persona;
- mettere in ombra: sminuire il valore di qualcosa o di qualcosa a proprio vantaggio: mettere in ombra i meriti altrui;
- mettere in mezzo: coinvolgere qualcuno, specialmente suo malgrado, in una questione, una faccenda: sono affari tuoi, non mi mettere in mezzo!;
- mettere in mostra: esporre, esibire: mettere in mostra un quadro; anche in senso figurato: mostrare apertamente, ostentare: mettere in mostra la propria ricchezza;
- mettere in opera: dare inizio, iniziare a realizzare: mettere in opera un progetto; eseguire la messa in opera di una costruzione, un impianto e simili;
- mettere in palio: porre a disposizione come premio di un gioco, una lotteria, una competizione sportiva: mettere in palio un viaggio all'estero;
- mettere in piazza: far sapere a tutti, rendere noto a tutti, specialmente faccende private: mette in piazza gli affari propri;
- mettere in piedi: allestire, preparare: ha messo in piedi un nuovo progetto;
- mettere in pratica: attuare praticamente: mettere in pratica i buoni consigli.
Per altri significati del verbo
mettere:
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/05/21/i-molti-significati-del-verbo-mettere/
[post_title] => I molti significati del verbo "mettere": "mettere in"
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Qual è la funzione di questi segni? Ripassateli leggendo questo articolo:
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2022/10/13/parentesi-asterisco-e-sbarretta/ e poi mettetevi alla prova con il prossimo esercizio.
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Qual è la grafia esatta? Quando bisogna usare cu, qu e cqu?
Se volete ripassare questo argomento prima di fare il test, ecco l'articolo:
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2022/09/29/cu-qu-o-cqu
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Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, siete pronti per mettervi alla prova?
Cominciamo con un esercizio
sulle proposizioni aggiuntive e sulle proposizioni esclusive. Potete prima leggere (o rileggere) l'articolo:
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2022/09/22/le-proposizioni-aggiuntive-e-le-proposizioni-esclusive/
Buon test!
Prof. Anna
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Imperfetto o passato prossimo? Quando usare l'uno e quando l'altro?
Per rispondere a queste domande potete leggere questo articolo:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2022/11/10/imperfetto-o-passato-prossimo/ e poi fare il test.
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