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Per un ripasso prima di affrontare il test, potete leggere questo articolo: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/11/25/quando-si-usa-il-trattino/
e in caso di dubbi consultate il dizionario.
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[post_content] => Mancare qualcosa, mancare di qualcosa, mancare a qualcuno: il verbo mancare ha diversi significati e diverse costruzioni. Scegli quelli più adatti alle frasi del prossimo esercizio.
Per ripassarli: https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/11/18/i-significati-del-verbo-mancare/
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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, anche questo mese è arriva il momento dei test: tre argomenti da ripassare, tre argomenti su cui esercitarsi.
In bocca la lupo!
Prof. Anna
L'attributo e l'apposizione servono a determinare meglio un nome, ma come distinguerli? In linea di massima uno è un aggettivo, l'altra è un nome. Esercitiamoci con l'esercizio che segue.
Per un ripasso approfondito:
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/10/07/lattributo/
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/10/14/la-posizione-dellattributo/
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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, che funzioni ha il trattino e quando va usato? Proviamo a fare chiarezza.
Buona lettura!
Prof. Anna
Distinguiamo prima di tutto due tipi di trattini: il trattino lungo ( — ) e il trattino breve (-).
TRATTINO LUNGO ( o lineetta)
Il trattino lungo può essere usato:
- dopo i due punti al posto delle virgolette per introdurre un discorso diretto; generalmente se ne adopera solo uno, in apertura: "Mi disse — non correre!". Il trattino di chiusura compare nei casi in cui al discorso diretto segua una didascalia (l'indicazione di chi ha parlato ed eventuali commenti del narratore): " — Sì, sì — promise mio padre e in quello stesso istante si levò e andò alla poltrona" (Svevo, La coscienza di Zeno, 79). Il punto interrogativo, il punto esclamativo e i puntini di sospensione vanno collocati davanti al trattino di chiusura, così come gli altri segni di interpunzione;
- per isolare un inciso (frase o sintagma che si inserisce in un contesto restandone indipendente) all'interno di una frase: mi sembra — per essere sincero — che questa torta non sia venuta bene.
TRATTINO BREVE
Il trattino breve in particolare si usa:
- per dividere una parola in sillabe: lu-ma-ca;
- per separare due cifre (in alternanza con la sbarretta): il 7-8 (o il 7/8) novembre;
- per segnalare una relazione tra due nomi, perlopiù propri, per indicare un qualsiasi rapporto di relazione: il summit Reagan-Gorbaciov; o nomi geografici: Emilia-Romagna; nord-est, nord-ovest, sud-est, sud-ovest; e, specialmente nel linguaggio giornalistico, anche tra due nomi comuni in relazione reciproca: gli incontri governo-sindacati; le relazioni banca-impresa;
- per unire una coppia di aggettivi collegati: il primo termine è sempre al maschile, a volte può anche essere abbreviato: spazio-temporale; socio-educativo; il troncamento del primo elemento è molto frequente negli aggettivi etnici che, salvo qualche caso ormai ben stabilizzato come indoeuropeo o angloamericano, prevedono la grafia con trattino: cino-giapponese, afro-cubano, italo-francese, tosco-emiliano. Spesso anche questi composti subiscono, grazie all'ampia diffusione, la fusione dei due elementi e sono registrati nei vocabolari in forma unita come ormai avviene per agroalimentare, socioeconomico, sociosanitario e molti altri;
- ha la funzione di unire o segnalare un legame tra due parole o parti di parola. In questi casi i dubbi sull'uso del trattino sorgono di fronte a due tipi di parole nuove o non ancora acclimatate nella lingua: i composti da due sostantivi (o aggettivi, verbi, ecc.: giallo-rosso, pigia-pigia) e i derivati con un prefisso (co-dirigente, anti-nebbia); in generale possiamo dire che che queste formazioni si scrivono univerbate (in una sola parola) quando il composto è stato accolto stabilmente nell'uso, tanto che si tende a cogliere più il suo significato complessivo che quello dei suoi componenti, in caso contrario si scrivono con il trattino o con i due elementi separati. Siamo in un ambito in cui non ci sono norme precise, anche i vocabolari possono dare indicazioni diverse. Nello specifico quindi il trattino ⇒ può separare due parti di una parola composta. I tipi di composti che possono far sorgere il dubbio sulla grafia (con o senza trattino) sono molto numerosi, ma la tipologia più consistente, e in grande espansione nell'italiano contemporaneo, è quella dei composti nome + nome. Ad esempio le parole formate con un primo nome e un secondo elemento che, attraverso un significato figurato, determina una particolare caratteristica del primo: ad esempio viaggio lampo (un viaggio veloce come un lampo), parola chiave (una parola che apre, fondamentale), riunione fiume (una riunione lunga come un fiume), notizia bomba, figlio modello che si scrivono con i due elementi separati, senza trattino, anche se non mancano attestazioni di scrittura con il trattino; oppure quelle il cui significato è la somma delle caratteristiche di tutti e due i nomi del composto, formando così qualcosa di unitario che è reso graficamente dalla presenza del trattino: scrittore-regista, giornalista-saggista, misuratore-dosatore, ristorante-pizzeria, caffè-concerto, bambino-soldato; ⇒ il trattino si usa anche davanti o dopo suffissi o prefissi, specialmente se usati in composti occasionali, invece in composti stabili a parola è scritta unita: antifascismo, postatomico, tuttavia l'uso è assai oscillante, possiamo trovare uno stesso composto scritto con o senza trattino.
Fonti:
Serianni, La Grammatica Italiana, Italiano comune e lingua letteraria, UTET, 1989;
Trifone, Palermo, Grammatica italiana di base, Zanichelli, 2020;
https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/il-trattino-quando-usarlo/249
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Intercultura blog,
mancare a qualcuno, mancare di qualcosa, mancare a qualcosa. Qual è il significato del verbo
mancare in queste frasi? Scopriamolo insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
- Mi manca la mia ragazza!;
- la zuppa manca di sale;
- mancano pochi minuti all'inizio del film;
- hai mancato il colpo.
In queste frasi il verbo
mancare ha diverse costruzioni: in alcuni casi c'è una semplice costruzione formata da il soggetto e il predicato (pochi minuti mancano) in altri regge un complemento oggetto (hai mancato il colpo) o un complemento introdotto da una preposizione (manca di sale). Può essere transitivo (hai mancato il colpo) o intransitivo (mi manca la mia ragazza);
quando è usato in
transitivamente può significare:
→
non esserci; fare difetto, essere insufficiente (ausiliare essere), il soggetto è chi o cosa manca:
ci manca il tempo (il tempo è il soggetto: il tempo manca a noi);
le mancano i denti (i denti mancano a lei);
→
essere necessario al raggiungimento di un dato termine spaziale o temporale;
restare (ausiliare essere), il termine spaziale o temporale è introdotto dalla preposizione a: manca un'ora all'inizio della partita; quanto ci manca? (= quanto tempo è ancora necessario);
Alcune espressioni:
- mancarci poco⇒ essere vicino a qualcosa o sul punto di fare qualcosa: c'è mancato poco che cadessi!;
- (ci) manca solo che⇒ esprime rammarico o disappunto per un contrattempo accaduto o per un evento che si vorrebbe non accadesse: ci manca solo che tu non venga!;
- non mancare⇒ essercene in quantità o comunque a sufficienza: il cibo su questa tavola non manca mai (ce n'è sempre in quantità);
- gli (mi/le/vi ecc.) manca un giovedì /un venerdì/qualche rotella⇒ detto di chi è un po' bizzarro;
- ci mancherebbe altro!⇒ per deprecare un evento spiacevole che si desidera che non avvenga: «Speriamo che non ci rubino anche i bagagli!» «Ci mancherebbe altro!»; si può usare come risposta affermativa cortese: «Ti dispiace venirmi a prendere?» «Ci mancherebbe altro!»;
- mancare la terra sotto i piedi⇒ trovarsi improvvisamente in una situazione di rischio o incertezza: da quando mi hanno licenziato mi manca la terra sotto i piedi;
- mancare il fiato⇒ quando si sente che il respiro viene meno per l'emozione o per l'affanno: si sentì mancare il fiato per la paura;
→
+ di: essere privo di qualcosa (ausiliare avere)
: non manco di nulla (ho tutto il necessario);
→
diminuire, estinguersi (ausiliare essere):
mi mancano le forze;
- sentirsi mancare⇒ svenire;
- mancare, venire a mancare⇒ morire: è mancato all'improvviso;
→
+ da: essere lontano, essere assente (ausiliare essere): s
ono anni che manca da casa;
+ a: mancare all'appello (= non esserci ancora):
manca solo lui all’appello;
→
+ di seguito da un verbo all'infinito: omettere, tralasciare (ausiliare avere):
non mancherò di farglielo sapere, usato come risposta:
"Ringrazia i tuoi per la cena" "Non mancherò" (= lo farò);
- mancare di rispetto a qualcuno⇒ offendere qualcuno;
→
+ a: venir meno; sottrarsi (ausiliare avere):
mancare alla promessa;
→
essere in errore, in colpa, in difetto (ausiliare avere):
in che cosa ho mancato?;
→
+ a: essere oggetto di desiderio, di rimpianto, di nostalgia (ausiliare essere): vi manca la sua compagnia? (a voi manca la sua compagnia?); mi manchi moltissimo (a me manchi moltissimo).
Quando
è usato transitivamente significa:
→
fallire:
ha mancato il colpo per poco; nel linguaggio sportivo, specialmente nel calcio, non riuscire a segnare un punto, un gol:
non ha mai mancato il gol;
mancare la palla, non riuscire a colpirla, a prenderla;
→
lasciarsi sfuggire:
avete mancato una buona occasione.
[post_title] => I significati del verbo "mancare"
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Intercultura blog, dubbi con
l'analisi logica? Cerchiamo di risolverli aggiungendo un altro tassello al nostro studio degli elementi della frase. Oggi parliamo dell'
apposizione.
Buona lettura!
Prof. Anna
L'apposizione è un nome che serve a determinare meglio un altro nome e attribuirgli una qualità particolare, ha quindi la stessa funzione dell'attributo che è però costituito da un aggettivo:
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/10/07/lattributo/
L'apposizione può essere:
- semplice: cioè costituita solo da un sostantivo: il maestro Giulio quest'anno va in pensione;
- composta: quando al sostantivo si aggiungono altri elementi, ad esempio uno o più aggettivi o o sintagmi preposizionali: il caco, un tipico frutto autunnale, è originario dell'Asia orientale.
Come l'attributo, l'apposizione può riferirsi al soggetto:
il dottor Landi abita qui accanto; all'oggetto:
ho incontrato Fabio, l'amico di Roberta; da un complemento indiretto:
sei mai stato sul fiume Gange?.
COLLOCAZIONE
L'apposizione semplice può precedere il nome a cui si riferisce, come nei casi dei nomi di professione (
il dottor Rossi), delle forme appellative di cortesia
signor / signora (la signora Tinti), dei nomi come
fiume, lago, monte, quando precedono un nome geografico (il monte Amiata) oppure l'apposizione può seguire (ho chiamato Antonio,
l'idraulico) il nome a cui si riferisce. Scegliere l'una o l'altra posizione dipende dal rilievo che si vuole dare all'informazione che essa arreca; ad esempio l'apposizione collocata dopo il nome, magari tra due virgole, avrà una funzione restrittiva più caratterizzante:
Luca, il chitarrista del nostro gruppo, è in ritardo.
L'apposizione complessa il più delle volte è collocata dopo il nome:
Giulio Cesare, grande console romano, fu assassinato.
ALCUNE PRECISAZIONI
- L'apposizione può essere introdotta anche dalla preposizione da: Giulia, da vera intenditrice, preferisce i vini d'annata; dall'avverbio come: Marco, come direttore del negozio, ha molte responsabilità; o dalle locuzioni preposizionali in qualità di, in veste di, in quanto: Laura, in qualità di ospite, dovrebbe metterti a tuo agio.
- Anche una sigla può funzionare da apposizione: il signor rossi è un operaio Fiat ( = della Fiat).
- Abbiamo già accennato al fatto che se l'apposizione è seguita da una preposizione o da un elemento con preposizione per lo più si pospone al sostantivo a cui si riferisce: ho incontrato Rossi, il professore che ti ha esaminato; per ragioni di messa in evidenza è possibile anche preporli: ho incontrato il professore che ti ha esaminato Rossi.
- In contesti spontanei, parlati, non formali, l'apposizione e l'attributo possono assumere un particolare senso affettivo (di ironia, di sorpresa, di rabbia ecc.) se sono scritti in questa sequenza: (quel) + apposizione (o attributo spesso alterato) + di + sostantivo con precisazione: è stato quel fu: demonio di un ragazzaccio!; è stato quel furbacchione di Marco.
- L'apposizione collocata dopo il nome può essere inserita in una proposizione relativa, temporale o causale: Marta, (che è) sorella di Luca, è molto simpatica; i miei figli, da bambini (=quando erano bambini), litigavano spesso; Laura, professoressa di inglese (=poiché è professoressa di inglese), ha un'ottima pronuncia.
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Nel prossimo esercizio dovrete scegliere tra questi due avverbi.
Ripassateli qui:
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Il prossimo esercizio è sull'attributo e sulla sua posizione all'interno della frase.
Per un ripasso, potete leggere questi articoli:
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https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/10/14/la-posizione-dellattributo/
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siete pronti per il test? Ecco alcuni esercizi sugli argomenti trattati nelle ultime settimane. In bocca al lupo!
Prof. Anna
Quando è corretto usare il condizionale dopo la congiunzione se e quando non lo è?
Se non siete sicuri di saperlo, potete leggere questo articolo prima di fare l'esercizio che segue:
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/09/23/si-puo-usare-il-condizionale-dopo-il-se/
Completate le frasi coniugando il verbo tra parentesi al congiuntivo o al condizionale.
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[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, siete pronti per il test? Ecco alcuni esercizi sugli argomenti trattati nelle ultime settimane. In bocca al lupo!
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Intercultura blog, in occasione della
Giornata mondiale della Pasta, oggi parliamo dell'alimento simbolo per eccellenza della cultura gastronomica italiana: la pasta.
Buona lettura...anzi buon appetito!
Prof. Anna
Il 25 ottobre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dedicata alla pasta. La data è stata scelta in seguito alla Conferenza Mondiale sulla pasta tenutasi a Roma il 25 ottobre del 1995.
Quest'anno l'evento stato dedicato a coloro che si trovano in condizioni economiche svantaggiate, anche a causa della pandemia; sono state promosse alcune iniziative benefiche, così da trasformare questa giornata in un'occasione per
donare un piatto di pasta a chi ne ha bisogno.
Secondo la International Pasta Organisation (Ipo), che cura l'organizzazione di questo evento insieme a Unione Italiana Food,
il consumo di pasta negli ultimi 10 anni è quasi raddoppiato, passando da 9 a circa 17 milioni di tonnellate annue e l'Italia è il paese con il più alto consumo di questo alimento, oltre 23 kg annui a persona, ma anche il primo produttore.
Il primato indiscusso per il formato più venduto in Italia è degli spaghetti,
ma quanti tipi di pasta esistono?
Ci sono circa 300 tipi di pasta che si distinguono per tipologia di impasto, formato, superficie e per l'eventuale presenza del ripieno.
L'IMPASTO
La prima grande distinzione va fatta tra
pasta secca e
pasta fresca. La principale differenza tra le due è che la pasta secca viene disidratata, ovvero privata dell'acqua tramite calore, questo processo permette alla pasta secca di essere conservata a lungo, nel suo sacchetto, fuori dal frigorifero, mentre la pasta fresca va consumata entro pochi giorni dalla produzione e va conservata in frigorifero. Anche il tempo di cottura è differente: mentre la pasta fresca impiega 3-4 minuti per essere commestibile, la pasta secca impiega 8-10 minuti. Mi raccomando non cuocetela troppo, altrimenti sarà scotta, la prima regola per una pasta perfetta è cuocerla al dente (la pasta è al dente quando non è troppo cotta in modo da mantenere una piacevole consistenza).
Nell’impasto possono essere aggiunte delle uova, come accade ad esempio nella preparazione di tagliatelle, tagliolini, pappardelle. La
pasta all’uovo può essere sia secca sia fresca: dell’ultimo tipo è la pasta fatta in casa partendo dalla
sfoglia (fare la sfoglia), cioè un impasto di farina e uova ridotto in uno strato sottile con un
mattarello (strumento di legno liscio di forma cilindrica con cui si spiana e si assottiglia la sfoglia:
tirare la sfoglia con il mattarello) o con un apposita macchina; poiché si tratta di pasta fresca, va consumata subito, dopo pochi giorni se conservata in frigorifero oppure, per conservarla più a lungo, si può mettere nel freezer.
FORME E ABBINAMENTI
Sono moltissime le varietà di pasta in commercio: alcune sono piuttosto comuni e conosciute in tutto il mondo, altre sono tipiche di alcune regioni.
La scelta della pasta è importante non soltanto per la differente sensazione per gli occhi e per il palato, ma
anche per l’abbinamento con il sugo o il condimento. Alcuni tipi di pasta, per forma e per il tipo di superficie, sono più adatti a determinate ricette. La regola d'oro è che all’aumentare della dimensione e dello spessore della pasta, aumenta anche la complessità del condimento; per quanto riguarda la superficie invece, la pasta porosa o rigata cattura meglio i sughi più sciolti, mentre quella liscia è perfetta con sughi più avvolgenti.
La pasta può essere lunga, come spaghetti, spaghetti alla chitarra, linguine, o varietà più regionali come i pici toscani o i bigoli e
può essere corta, come le penne, i fusilli, le farfalle, i rigatoni, le orecchiette pugliesi e tante altre forme provenienti da ogni regione d'Italia. I tipi di pasta si differenziano anche per la superficie che può essere
liscia o
rigata.
Non dimentichiamo
la pasta ripiena, che ha diverse forme e diversi ripieni (carne, pesce, formaggio, verdure); tortellini, tortelloni, ravioli, agnolotti sono sono alcuni degli innumerevoli tipi.
Lettura e comprensione
Dopo aver letto il testo, provate a rispondere alle seguenti domande, potete scrivermele nei commenti, così potrò leggerle:
1- Negli ultimi anni il consumo di pasta è aumentato o diminuito?
2- Di quanto?
3- Quali sono le principali differenze tra pasta secca e pasta fresca?
4- Cosa significa
al dente?
5- Cos'è la sfoglia?
6- Secondo te una pasta di grandi dimensioni, come i rigatoni, è adatta a un condimento a base di aglio, olio e peperoncino?
7- Quali condimenti si sposano bene con la pasta liscia?
8- Quale è il formato di pasta più venduto?
9- Con quale frequenza mangi la pasta?
10- Quale è il tuo piatto preferito a base di pasta? Se conosci una ricetta interessante condividila con noi!
Fonti:
https://internationalpasta.org/news/world-pasta-day-the-world-is-hungry-for-pasta-1-million-tons-more-pasta-is-consumed-in-a-year/
https://www.unioneitalianafood.it/
https://www.repubblica.it/sapori/2017/05/02/news/pasta_abbinamento_perfetto_sugo_formato-164123337/
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A cosa serve e quando si usa il trattino?
Per un ripasso prima di affrontare il test, potete leggere questo articolo:
https://int-aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/11/25/quando-si-usa-il-trattino/
e in caso di dubbi consultate il dizionario.
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